Formazione, accordo per linee guida 2010

Lavoro

 


Firmano governo, Regioni e parti sociali: le risorse sono 2,5 mld. Cabina di regia nazionale, fondi interprofessionali ai lavoratori in mobilità, arriva il “libretto formativo”. Cgil: sì per senso di responsabilità, ma dissenso nel metodo e nel merito

di E.D.N.

foto di Attilio Cristini (immagini di di Attilio Cristini)

E’ stato raggiunto ieri sera (17 febbraio) a Roma un accordo tra governo, Regioni e parti sociali sulle linee guida per la formazione nel 2010. Si è concluso così il confronto a Palazzo Chigi, durato circa due mesi. La Cgil ha firmato “per senso di responsabilità”, sottolineando però due punti di dissenso. L’intesa prevede per quest’anno la sperimentazione di nuove linee guida, rivolte a disoccupati, inoccupati, lavoratori in mobilità e cassa integrazione. Le risorse sono 2,5 miliardi, derivanti dal fondo sociale europeo, fondo per l’occupazione e fondi interprofessionali.

Cabina di regia nazionale
Nello specifico, sarà istituita una cabina di regina nazionale per il ritorno all’impiego degli addetti colpiti dalla crisi. Questa avrà il compito di individuare, a livello territoriale e settoriale, la domanda e le competenze delle diverse figure professionali nei vari comparti produttivi. Regioni e parti sociali metteranno in comune tutte le informazioni sulle figure richieste dal mercato. Su questi dati, poi, saranno orientate precisamente le risorse per la riqualificazione dei lavoratori fuori dal mercato.

Fondi interprofessionali per lavoratori in mobilità
Una parte dei fondi interprofessionali potranno essere utilizzati per la formazione dei lavoratori in mobilità. Un altro obiettivo è favorire il rientro anticipato dei cassintegrati. Dal punto di vista contrattuale, sarà rilanciato il rapporto di apprendistato soprattutto per giovani, donne e over 50, e il contratto di inserimento con una serie di agevolazioni per il datore di lavoro che assume.

Arriva il “libretto formativo”
Le competenze acquisite dai lavoratori saranno registrate in un “libretto formativo”. Sempre in via sperimentale, viene introdotto un sistema di accreditamento delle competenze su base regionale, secondo standard condivisi a livello nazionale. Gli standard vengono definiti dagli enti bilaterali e dalle associazioni delle imprese. Le capacità finiranno quindi nel “libretto”, uno strumento già indicato nella Legge 30, con lo scopo di rafforzare la capacità di offerta e stimolare le attività formative più utili.

Molto soddisfatto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. L’accordo è “un momento di coesione sociale nazionale”, a suo avviso, particolarmente importante perché “alla vigilia di un appuntamento elettorale”. Giudizio positivo anche sull’adesione della Cgil: “Ha superato un pregiudizio nei confronti dell’esecutivo con un atteggiamento costruttivo”.

Cgil al governo: firma con due punti di dissenso
La Cgil ha firmato le linee guida sulla formazione “con due punti di formale dissenso”: il primo riguarda il metodo, il secondo il merito. “Nonostante questo, però – si legge in una nota –, vista la gravità della situazione dell’occupazione in Italia la Cgil ha aderito al protocollo”. Il segretario confederale, Fulvio Fammoni, oggi (18 febbraio) ha scritto una lettera al governo per formalizzare i due punti: “Il primo – si legge – riguarda il metodo di questo confronto, svolto dando uno scarso spazio di intervento alle forze sociali, non preparato con specifiche riunioni anche tecniche come richiesto. Una modalità che non è rappresentativa né dei meccanismi di concertazione né di dialogo sociale. Una modalità – aggiunge – che chiediamo di non ripetere per il futuro”. Ha spiegato quindi il dissenso di merito: “Come affermato al tavolo – secondo Fammoni -, non c’è contrarietà a considerare un ruolo formativo anche da parte dell’impresa, ma questo non può significare, come il testo lascia intendere, che tutte le imprese italiane siano in possesso di questa capacità formativa. Abbiamo pertanto proposto un emendamento esplicativo di questo concetto, peraltro già previsto in numerosi accordi contrattuali e regionali già esistenti, che a differenza di altri non è stato accolto e per questo la Cgil mantiene la propria convinzione, che riproporrà nei tavoli di confronto regionali”.

“E’ stato infine esplicitamente chiarita nella discussione – conclude la missiva – la diversità di opinione (che non fa parte del testo dell’accordo) sull’abbassamento dell’età per l’apprendistato a 15 anni, a cui la Cgil ha confermato la propria contrarietà”.

Formazione, accordo per linee guida 2010ultima modifica: 2010-02-19T09:57:29+01:00da vitegabry
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