Archivi giornalieri: 13 febbraio 2010

Detrazioni fiscali

Pensioni: il pagamento
Detrazioni fiscali

Le detrazioni fiscali riducono la ritenuta Irpef operata dall’Inpdap sulla pensione e spettano al pensionato che non usufruisca delle detrazioni su altre pensioni o sullo stipendio nel caso di cumulo.
Il pensionato può chiedere le detrazioni per sé e per i familiari a carico:

  • coniuge
  • figli
  • discendenti prossimi, anche naturali, dei figli
  • genitori e ascendenti prossimi, anche naturali
  • adottati
  • genitori
  • nuore
  • suoceri e suocere
  • fratelli e sorelle

Sono a carico del pensionato le persone che non hanno redditi propri superiori all’importo annualmente previsto per legge. I redditi vanno considerati al lordo degli oneri deducibili e nel calcolo rientrano anche i redditi esenti dall’imposta e quelli soggetti a ritenuta fiscale alla fonte.

Non vengono considerati invece i seguenti redditi:

  • interessi e altri proventi dei titoli di Stato;
  • pensioni sociali;
  • pensioni di guerra e relative indennità accessorie;
  • pensioni, indennità e assegni erogati agli invalidi civili;
  • assegni accessori annessi alle pensioni privilegiate di prima categoria;
  • assegno annesso alla medaglia d’oro al valore militare.

Modalità per avere diritto

  • Detrazioni per familiari a carico

Per usufruire o continuare ad usufruire delle detrazioni per carichi di famiglia il pensionato ha l´obbligo di presentare ogni anno la prevista dichiarazione utilizzando il  modello cartaceo, “Detrazioni d’imposta” inviato a casa insieme al CUD, oppure compilando il modello dinamico presente nella sezione Modulistica del sito  (vedi Sezioni di riferimento).

In caso di modifica della situazione familiare successiva alla presentazione della dichiarazione, i pensionati con familiari a carico devono rilasciare una nuova dichiarazione per avere diritto alle detrazioni.

  • Detrazioni per sé sul reddito da pensione

Il pensionato che usufruisce delle detrazioni sul reddito da pensione può esimersi dal presentare la dichiarazione prevista dalle nuove norme. In questo caso saranno riconosciute le detrazioni sulla base del reddito da pensione erogato dall´Istituto. Nel caso il pensionato abbia interesse (ad esempio perché possiede altri redditi) a modificare la misura della detrazione sul reddito, attuata dall´Inpdap in base alla pensione erogata, può presentare la dichiarazione utilizzando il modello.

Cosa fare
Le richieste possono essere presentate ai Caf (vedi in Documentazione elenco di alcuni Caf convenzionati e il sito della Consulta dei Caf www.consultacaf.it), o ai professionisti che hanno sottoscritto la convenzione con l´Inpdap o alla sede provinciale che eroga la pensione. I soggetti abilitati, acquisita la dichiarazione dagli interessati ed effettuato un controllo formale sui dati, provvederanno a trasmettere all´Inpdap le dichiarazioni rese. Questa assistenza è del tutto gratuita.

Ogni anno l’Inpdap stabilisce la scadenza per la presentazione della domande e invia una comunicazione con il termine ultimo per la presentazione (vedi in documentazione Nota n. 1 del 4 febbraio 2010); dopo questa data le richieste devono essere presentate o inviate esclusivamente alla sede provinciale che eroga la pensione.

Cosa succede in caso di mancata dichiarazione
La mancata dichiarazione comporta la revoca dei benefici eventualmente attribuiti sulla pensione a partire dal primo gennaio dell’anno in corso e il conseguente conteggio del relativo debito Irpef da recuperare sulla pensione.

Cosa fa l´Inpdap
L’Inpdap applica le detrazioni per l’anno solare in cui il pensionato presenta la domanda. Se le detrazioni interessano però anche l’anno precedente, allora è il pensionato che deve effettuare il conguaglio fiscale a debito o a credito d’imposta con la dichiarazione dei redditi, modelli Unico e 730 (vedi Assistenza fiscale per il modello 730).

NEWS

 

Nel 2010 abruzzesi super tassati

L’enorme pasticcio del decreto mille-proroghe

I cittadini abruzzesi già colpiti dal sisma lo scorso anno rischiano ora di subire una stretta fiscale. I “tributi e contributi” sospesi per il periodo dicembre 2009-giugno 2010 “dovranno essere restituiti senza rateizzazione nell’anno 2010” perche’ il decreto milleproroghe copre solo la sospensione relativa a dicembre 2009, mentre il semestre successivo e’ sospeso da una ordinanza della Protezione civile.

Inoltre, come già stabilito in Finanziaria, “a decorrere dal mese di giugno 2010” le popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo dovranno iniziare a pagare le “60 rate mensili” relative alla “restituzione degli importi sospesi per il periodo aprile-novembre 2009”. Nel momento in cui il governo voglia prevedere “ulteriori sospensioni” o rateizzazioni dovrà licenziare una norma di legge con “idonea copertura finanziaria in assenza della quale e’ di tutta evidenza che non possono essere emanati provvedimenti che comportano minor gettito”. Tutto ciò è dettagliatamente spiegato in un documento del ministero dell’Economia, firmato dal direttore Giovanni D’Avanzo, inviato alla commissione Bilancio del Senato.

Sulla vicenda insorge il Partito democratico con Giovanni Legnini che parla apertamente di “un bluff, un inganno ai cittadini abruzzesi”. Questa vicenda, spiega il senatore democratico ai giornalisti, è “un enorme pasticcio. Il nostro giudizio è di fortissima contestazione e preoccupazione”. Secondo il Pd gli abruzzesi colpiti dal sisma si troveranno a pagare da luglio “le imposte correnti, quelle sospese nel semestre precedente e la vecchia rateizzazione.
Insomma, sarebbero i cittadini piu’ tassati al mondo”.
Altra beffa per l’Abruzzo, spiega poi Luigi Lusi del Pd, è rappresentata dalla zone franche urbane perchè nel maxiemendamento è “sparito” un fondo di 45 milioni di euro solo per i comuni colpiti dal terremoto.

(DIRE)

Amianto

Amianto – Urgente sbloccare il fondo

Confisca dei diritti dei lavoratori

“Il fondo unico a tutela delle vittime dell’amianto è bloccato da un anno e mezzo perche’ non viene emanato il regolamento e il ministro Sacconi se ne frega totalmente”. Non usa mezzi termini il senatore Felice Casson (Pd), nel corso di una conferenza stampa al Senato per denunciare l’arrivo di nuove norme contenute nel dl milleproroghe e nel dl sulle missioni internazionali, che andranno a danneggiare le persone (lavoratori e militari) colpite da patologie legate all’esposizione all’amianto. Alla conferenza hanno partecipato, oltre a diversi parlamentari del Pd, l’associazione nazionale esposti all’amianto e i rappresentanti dei militari deceduti.

Casson ha sottolineato che “il finanziamento del fondo, istituito dal governo Prodi, c’è e non esiste nessun motivo per bloccarlo”. Il senatore poi racconta di aver parlato di questo problema circa un anno fa con il ministro Sacconi “e lui mi ha risposto “non so neanche di cosa parli'”. Ora “non so se Sacconi non sa o fa finta di non sapere, ma in ogni caso e’ grave lo stesso”.

Poi parla delle disposizioni che cancellano i diritti delle vittime. Per Casson si tratta di “un vulnus allo stato di diritto” e parla di “piano politico per negare i diritti acquisiti”. In particolare, dice, nel dl milleproroghe e’ stato recepito un emendamento del senatore Battaglia (Pdl) che “cancella le decisioni del Tar del Lazio favorevoli alle vittime sui benefici previdenziali anche dopo il 1992”, cosi’ come c’è un emendamento Saltamartini (Pdl) nel dl missioni internazionali che “elimina le responsabilita’ dei vertici militari”, una norma “pericolosa”. Siamo di fronte a una “confisca dei diritti dei lavoratori riconosciuti dal tribunale”.

Ma il vicepresidente del gruppo del Pd racconta anche di aver parlato con i due senatori ed entrambi “si sono vergognati” delle conseguenze dei loro emendamenti.  Insomma, aggiunge Casson, “sembra che ci sia una concentrazione di decisioni del governo e della maggioranza che vanno in direzione contraria al riconoscimento dei diritti”.
Tanto e’ vero che Gian Piero Scanu (Pd) parla di “insensibilita’ del governo” e di una “offensiva politica premeditata, studiata per cancellare il problema amianto”. Quella contenuta nelle nuove norme “e’ una sorta di condono, di sanatoria”, ma sia chiaro che “noi non ci fermeremo perche’ questa vergogna italiana possa essere scongiurata”.
Nel ricordare le migliaia di persone decedute (600 solo tra i militari) o ammalate, Fulvio Aurora, responsabile dell’Associazione esposti amianto, racconta dei tanti processi in corso che rischiano di saltare per colpa di queste norme.
Antonello Ciavarelli, delegato del Cocer Marina, sottolinea “la corresponsabilita’ di tutto il Parlamento, ma oggi c’e’ un’ulteriore involuzione”. E si chiede: “Se non esistono piu’ i responsabili come si fa a riconoscere qualcosa?”. Come “Marina abbiamo l’amaro in bocca”, forse “c’e’ un potere piu’ forte di quello politico”.
Infine, le testimonianze di due ex sottufficiali della Marina. Il primo racconta di essere gia’ stato operato di cancro 2 volte ai polmoni, “per fortuna benigni”, e di avere le placche ai polmoni e tanti problemi. Ecco, dice, “non mi e’ stato riconosciuto nessun beneficio previdenziale e io mi sento un cittadino di serie C”. Il secondo sottolinea di sentirsi ancora “un servitore dello Stato”, pero’ finora “i militari non hanno avuto nulla, nessun beneficio o risarcimento”. E denuncia: “Ancora oggi le navi militari sono piene di amianto” e “so di molti miei amici che stanno soffrendo”.
Chiude Casson: “Quando le sentenze danno ragione ai militari, il governo interviene con norme che le bloccano. Non gliene frega niente dello Stato di diritto”.

(DIRE)

Eternit

Eternit: nuova iniziativa per recupero danni del Comune di CasaleComune Casale

Per la tutela della cittadinanza

Nuova iniziativa del Comune di Casale Monferrato (Alessandria) per la tutela degli interessi della cittadinanza lesi dal disastro ambientale dell’Eternit: con una delibera di indirizzo, la giunta guidata dal sindaco Giorgio Demezzi ha deciso di mettersi alla ricerca di un ”partner” che aiuti la Citta’ ”in sede giudiziale o stragiudiziale” per tutti gli aspetti necessari, dal supporto finanziario all’eventuale recupero dei crediti.

Si tratta di una mossa sganciata dall’iter del processo Eternit, in cui il comune di Casale è già costituito parte civile. ”E’ un’ulteriore dimostrazione – spiega il legale del Comune – di quanto siamo  determinati nell’affrontare una situazione ambientale e sociale cosi’difficile. Sull’amianto Casale ha dato molto, troppo. E’ una bella citta’ che ha subito danni gravissimi, anche alla propria immagine del mondo. E adesso dobbiamo percorrere tutte le strade che possono permetterci di alleviare le ferite”.

Il prossimo passo sara’ un bando per individuare i soggetti interessati con procedure a livello comunitario: una strada necessaria, visto che Eternit e’ una multinazionale.


(ANSA).

News

Cassa integrazione in deroga anche per i  lavoratori a domicilio

Estensione dei diritti dei lavoratori

Anche i lavoratori a domicilio hanno diritto a percepire la Cassa integrazione in deroga.Lo sostiene l’Inps nel messaggio n. 1908/2010 a seguito  di una nota del Ministero del lavoro.

Data la particolare condizione lavorativa di questa tipologia di lavoratori, la mancanza di orari fissi, la discontinuità delle prestazioni che hanno inizio alla consegna del materiale da parte dell’azienda committente e si concludono alla riconsegna del materiale finito, senza previsione certa della data in cui sarà commissionata l’opera successiva, l’Istituto previdenziale fornisce nel messaggio suddetto anche le modalità per calcolare la retribuzione oraria giornaliera per la determinazione dell’importo della CIG. Un importo, quest’ultimo,  che si baserà su retribuzioni e giornate lavorate nell’ultimo mese prima della sospensione.

I requisiti per accedere alla cassa integrazione in deroga sono gli stessi necessari per la generalità dei dipendenti, ovvero 90 giorni di anzianità lavorativa presso l’azienda che pone il lavoratore in cassa integrazione.

Questa nuova interpretazione fa sorgere però due aspetti problematici:

1. Ad eccezione dei casi in cui un intero reparto sia messo in Cig, probabilmente sarà difficile che un lavoratore (in realtà più spesso una lavoratrice) a domicilio sia messo in cassa integrazione in deroga, visto che per il datore di lavoro è estremamente più semplice non reiterare commesse al lavoratore in questione piuttosto che collocarlo in Cassa integrazione.

2. Essendo questa un’interpretazione di una norma che ha già dispiegato i suoi effetti, è da trattare  anche il problema del pregresso. Fino ad ora, infatti per la categoria dei lavoratori a domicilio, non rientrando tra quelle destinatarie di Cig,  anche a seguito della sospensione di un intero reparto o dell’intera azienda, non è stata chiesta dalle aziende la cassa integrazione in deroga.

A tutto ciò si aggiunge l’ulteriore problema della disponibilità delle risorse regionali, visto che la legge 2/09 demanda agli accordi regionali modalità e finanziamento degli ammortizzatori in deroga. Proprio a questo proposito è necessario tener presente che alcuni accordi regionali (es. Veneto, Emilia Romagna, Lombardia) avevano comunque già previsto che la cassa integrazione in deroga potesse essere destinata anche ai lavoratori a domicilio.

Vista la necessità di tali accordi, per l’erogazione degli ammortizzatori, ci potrebbero essere difficoltà di fronte a scelte elettive di singole regioni che non hanno contemplato tali fattispecie tra quelle destinatarie di tutela.

I lavoratori e le lavoratrici si possono rivolgere agli sportelli del patronato che, in collaborazione con le categorie di appartenenza,  potranno assisterli nella tutela dei loro diritti.