Archivi giornalieri: 21 maggio 2021

Decreto Sostegni bis approvato, ecco il pacchetto lavoro per rilanciare l’occupazione

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Decreto Sostegni bis approvato, ecco il pacchetto lavoro per rilanciare l’occupazione

Il decreto Sostegni bis è stato approvato: novità per cassa covid, solidarietà, Rem, bonus 1600 euro stagionali e contratto di rioccupazione

Come ormai ben noto, il decreto Sostegni bis è stato approvato in CdM del 20 maggio 2021 (Decreto Imprese, Lavoro, Giovani e Salute) ed è stata rilasciata anche la bozza del testo definitivo, in attesa della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si tratta di un provvedimento economico di ampio respiro, che comprende Cig, Rem, bonus 1600 euro e contratto di rioccupazione e si fonda sullo stanziamento di 4.2 miliardi di euro per il settore lavoro e occupazione. I provvedimenti sul lavoro, contengono nuove misure o proroghe di misure già esistenti, a sostegno e per il rilancio dell’occupazione nel nostro paese, che è scesa ai minimi storici a causa della crisi economica derivante dal perdurare della pandemia.

Facciamo dunque una sintetica panoramica delle novità di cui al pacchetto lavoro nel maxi provvedimento economico del Governo Draghi.

Decreto Sostegni bis approvato, ecco il pacchetto lavoro

Per rilanciare il tessuto socio-economico del paese, all’interno del testo del decreto Sostegni bis, trova spazio fra le misure più importanti il contratto di rioccupazione, con sgravi contributivi fino al 100% per 6 mesi in caso di assunzioni a tempo indeterminato con periodo di formazione iniziale.Ma non solo. Come si apprende dalla conferenza stampa nel post CdM il decreto prevede:

  • quattro ulteriori mensilità per il reddito di emergenza (REM);
  • una nuova indennità una tantum per i lavoratori stagionali, del turismo e dello sport che avevano già beneficiato della stessa misura prevista con il decreto “sostegni”;
  • il blocco, fino alla fine del 2021, della riduzione progressiva dell’importo dell’indennità NASpI a partire dal terzo mese;
  • l’estensione al 2021 del contratto di espansione per le imprese con almeno 100 dipendenti e nuove risorse per i contratti di solidarietà;
  • e infine l’istituzione di un fondo da 500 milioni di euro per l’adozione di misure urgenti a sostegno delle famiglie vulnerabili.

Contratto di rioccupazione

Al fine di far cambiare passo al mondo del lavoro in Italia, il pacchetto di novità contenute nel decreto Sostegni bis introduce il cosiddetto contratto di rioccupazione, ossia un’alternativa ai licenziamenti, da far valere nella generalità dei settori, allo scopo di favorire la ripresa dell’economia e della produttività italiane.

Questo meccanismo sarebbe decisivo per mantenere gli attuali livelli occupazionali; infatti l’esonero contributivo al 100% varrebbe per i lavoratori subordinati, che sono riconfermati a seguito del blocco dei licenziamenti, al momento operativo fino al 30 giugno 2021.

Proroga Reddito di Emergenza e bonus 1600 euro stagionali

Due misure molto importanti riguardano:

  1. la proroga di quattro ulteriori mensilità per il reddito di emergenza (REM)
  2. e una nuova indennità una tantum di 1600 euro per i lavoratori stagionali, del turismo e dello sport che avevano già beneficiato della stessa misura prevista con il decreto sostegni.

Contratto di solidarietà

Non c’è solo questo sul tema lavoro, nel prossimo decreto Sostegni bis. Infatti, mentre le istituzioni lavorano anche alla riforma strutturale degli ammortizzatori sociali, prevista nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, occorre fare di più e subito.

E’ necessario infatti controbattere alla fine del blocco dei licenziamenti e ai rischi sulla tenuta del sistema economico italiano, attraverso un consistente pacchetto occupazione nel dl Sostegni bis.

Gli osservatori più attenti hanno così fatto notare che nel provvedimento del Governo saranno ‘inclusi’ sia il contratto di solidarietà; sia il contratto di espansione. In particolare il nuovo impulso verso il contratto di solidarietà sarà secondo il meccanismo che segue: le imprese che a giugno si troveranno di fronte allo sblocco dei licenziamenti, nella sussistenza di una diminuzione del 50% del volume di fatturato, potranno sottoscrivere un contratto ad hoc che implicherà la retribuzione al 70%. Contemporaneamente, tuttavia, le aziende debbono impegnarsi a conservare i livelli occupazionali.

Ma si parla insistentemente anche dell’inclusione nel prossimo decreto Sostegni bis, di nuove misure e regole ad hoc, riservate ai settori commercio; ristorazione e turismo, ossia i più danneggiati dagli effetti di pandemia e lockdown.

Novità anche per il contratto di espansione

Il ministero del Lavoro è molto attivo in quest’ultimo periodo, e d’altronde non può essere altrimenti. Nella fase di limatura del decreto Sostegni bis, sempre su impulso del ministro Orlando, ecco regole ad hoc in tema di cd. contratto di espansione, nato qualche anno fa attraverso il decreto Crescita, in via sperimentale per il biennio 2019-2020, allo scopo di spingere le imprese verso nuove assunzioni. In seguito, la legge di Bilancio 2021 lo ha esteso alle aziende dai 250 dipendenti in su (in precedenza 1000).

La novità consiste nell’abbassamento della soglia dei lavoratori occupati per le imprese (100 dipendenti) che potranno dunque avvalersi del beneficio, sia per quanto riguarda la riduzione dell’orario, che per lo scivolo. La finalità insita nella scelta è data dalla volontà di favorire le imprese che assumono giovani risorse, spingendo verso il turnover o ricambio generazionale.

Cassa integrazione Covid e blocco dei licenziamenti fino al 28 agosto

Come annunciato dal Ministro Orlando nel corso della conferenza stampa, questo provvedimento è stato inserito in extremis nel Dl Sostegni bis. Per chi prende la CIG Covid entro il mese di giugno ci deve essere una proroga al 28 agosto per il licenziamento.

Le aziende che utilizzano la cassa in deroga non dovranno pagare le addizionali, però non potranno licenziare mentre utilizzano questa cassa “gratuita”.

Testo definitivo Decreto Sostegni bis

In attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di seguito alleghiamo il testo dell’ultima bozza di Decreto Sostegni bis approvata in CdM del 20 maggio.

download   Decreto Sostegni bis bozza testo definitiva
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Accesso, modifica e invio 730 precompilato 2021: guida Agenzia Entrate

Accesso, modifica e invio 730 precompilato 2021: dal 19 maggio i contribuenti hanno la possibilità di accedere, modificare e inviare il modello 730 precompilato 2021 per i redditi 2020. La dichiarazione precompilata è accessibile online ufficialmente sul sito predisposto dall’Agenzia delle Entrate dal 10 maggio. La scadenza è invece fissata ufficialmente al 30 settembre. Da ricordare però che prima si invia e prima arrivano eventuali rimborsi IRPEF spettanti.

Sempre dal 19 maggio l’Agenzia delle Entrate ha rilasciato la guida aggiornata alla Dichiarazione Precompilata 2021 che alleghiamo in fondo a questa pagina.

Ma come si accede alla dichiarazione dei redditi precompilata? Le modalità sono diverse e ognuna con le proprie istruzioni, con la breve guida che segue cercheremo di fare chiarezza e dare tutte le informazioni a riguardo.

Accesso, modifica e invio 730 precompilato 2021: online dal 10 maggio

Dal 10 maggio come detto (il termine per legge è il 16 aprile, ma quest’anno è slittato a maggio per via del coronavirus) l’Agenzia delle Entrate rilascia ai diretti interessati il modello precompilato.

Anche quest’anno l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione online in una sezione ad hoc del proprio sito il modello 730 precompilato, la dichiarazione dei redditi compilata in alcune sue parti direttamente dal Fisco.

Modifica e invio 730 precompilato dal 19 maggio 2021

I dati precompilati dal Fisco sono normalmente: Certificazione Unica, compensi di lavoro autonomo occasionale, dati relativi alle locazioni brevi, interessi passivi sui mutui, spese sanitarie, spese veterinarie, spese universitarie, spese per la frequenza degli asili nido, bonifici riguardanti le spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e altri dati presenti nell’Anagrafe tributaria.

Lavoratori dipendenti e pensionati possono accettare il modello così come proposto oppure possono modificarlo o integrarlo e poi inviarlo all’Agenzia direttamente on line dal 19 maggio 2021.

La scadenza di invio del modello 730 precompilato è il 30 settembre.

Però è bene sapere che prima si invia la dichiarazione dei redditi e prima arriveranno gli eventuali rimborsi IRPEF del conguaglio fiscale.

Leggi anche: Conguaglio IRPEF del modello 730 in busta paga: cosa c’è da sapere

Come accedere al 730 precompilato 2021

I contribuenti che accedono al 730 precompilato non sono poi obbligati ad utilizzarlo o inviarlo ma possono continuare ad avvalersi del modello 730 ordinario.

Chi invece vuole usare la dichiarazione dei redditi precompilata la prima cosa che deve fare è accedervi, poi potrà modificarla, integrarla oppure accettarla e inviarla così come la trova, ma solo in data successiva e comunque entro il 30 settembre. Le date sono cambiate a causa dell’emergenza Covid-19.

Ma come si accede al modello 730 precompilato? Per prima cosa bisogna recarsi all’indirizzo https://infoprecompilata.agenziaentrate.gov.it e poi accedere con una delle modalità previste.

Accesso con SPID

La prima modalità di accesso al 730 precompilato è tramite le credenziali Spid, il nuovo “Sistema Pubblico dell’Identità Digitale” per accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione. Dal sito apposito (www.spid.gov.it/richiedi-spid) per ottenere Spid basta essere in possesso di un indirizzo e-mail, numero di telefono del cellulare, documento di identità in corso di validità e la tessera sanitaria con il codice fiscale e seguire una serie di passaggi.

Altra modalità di accesso è tramite le credenziali rilasciate dall’Agenzia delle Entrate a Fisconline. In tal caso per registrarsi a Fisconline, il contribuente può scegliere la registrazione:

  • online dal sito dell’Agenzia delle Entrate
  • tramite app (basta scaricare l’applicazione mobile “AgenziaEntrate” e accedere a una serie di servizi per smartphone o tablet)
  • in ufficio (occorre recarsi presso un qualsiasi ufficio territoriali e compilare l’apposito modulo)
  • tramite la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

730 precompilato pin Inps

Altra modalità di accesso al modello 730 precompilato è tramite il codice PIN INPS ovvero dopo aver fatto l’accesso all’area riservata. A chi già possiede le credenziali INPS ricordiamo che l’istituto di previdenza rilascia due tipologie di codice Pin:

  • uno ordinario che permette esclusivamente di effettuare operazioni di consultazioni;
  • uno “dispositivo”, col quale effettivamente eseguire le operazioni.

Per accedere al 730 precompilato occorre il PIN dispositivo. Per chi invece non avesse tale codice basta andare sul sito dell’Inps richiedere quello ordinario e poi trasformarlo in PIN “dispositivo” con la funzione “Converti PIN”.

Accesso alla precompilata con NOiPA

Si può accedere al modello 730 precompilato anche con l’utenza riservata a NOiPA, i servizi online del Portale della Pubblica Amministrazione.

Per la registrazione a NOiPA basta seguire le istruzioni riportate sul sito (https://noipa.mef.gov.it/documents/10179/a40f1323-11f2-4d5c-b643-5c1a744d0134), ma si precisa che la registrazione al Portale è riservata solo ai dipendenti della Pubblica Amministrazione.

730 precompilato tutore

Per chi ha un tutore nominato dal Giudice tutelare, la dichiarazione precompilata deve essere presentata proprio dal tutore. Stessa cosa per i minori tenuti a presentare la denuncia dei redditi: in tal caso sono i genitori ad assolvere al loro obbligo dichiarativo. Come vi accedono?

In entrambi i casi tramite le credenziali Fisconline o Entratel, insieme ad una specifica delega che sarà rilasciata presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate.

In mancanza delle credenziali Fisconline o Entratel, si dovrà procedere alla propria registrazione ai servizi telematici.

Precompilata eredi

Alla precompilata 2021 è possibile accedere anche da parte di eventuali eredi del contribuente de cuius; si può accedere come erede se si presenta la dichiarazione di una persona deceduta.

In questo caso per entrare bisogna essere in possesso del proprio SPID o le proprie credenziali di Fisconline.

Mancata predisposizione del 730 precompilato

Una volta ottenute le credenziali di accesso e averle inserite si visualizzerà la homepage dell’applicazione della dichiarazione precompilata.

Può accadere che una volta entrati, l’Agenzia delle Entrate non ha predisposto la dichiarazione precompilata perché ad esempio il Fisco non disponeva di nessun dato per poterlo inserire nella denuncia dei redditi precompilata.

In tal caso l’Agenzia delle Entrate offre sempre la possibilità di presentare la dichiarazione dei redditi attraverso l’applicazione web. Dopo aver inserito le credenziali, si visualizzerà un messaggio con l’avviso che la dichiarazione precompilata non è stata predisposta e che si può compilare comunque la dichiarazione senza alcun dato precompilato, a eccezione dei dati anagrafici.

Area dedicata Dichiarazione Precompilata

Per accedere all’area dedicata al modello 730 precompilato 2021 sul sito dell’Agenzia delle Entrate seguire i seguenti link:

  • Accesso al 730 precompilato: link
  • Accesso alle istruzioni e a tutte le altre informazioni disponibili: link

Dichiarazione Precompilata 2021 – Guida AdE

In allegato la guida alla Dichiarazione Precompilata 2021 a cura dell’Agenzia delle Entrate.

Decreto Sostegni bis approvato, ecco il pacchetto lavoro per rilanciare l’occupazione

Decreto Sostegni bis approvato, ecco il pacchetto lavoro per rilanciare l’occupazione

Il decreto Sostegni bis è stato approvato: novità per cassa covid, solidarietà, Rem, bonus 1600 euro stagionali e contratto di rioccupazione

Come ormai ben noto, il decreto Sostegni bis è stato approvato in CdM del 20 maggio 2021 (Decreto Imprese, Lavoro, Giovani e Salute) ed è stata rilasciata anche la bozza del testo definitivo, in attesa della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si tratta di un provvedimento economico di ampio respiro, che comprende Cig, Rem, bonus 1600 euro e contratto di rioccupazione e si fonda sullo stanziamento di 4.2 miliardi di euro per il settore lavoro e occupazione. I provvedimenti sul lavoro, contengono nuove misure o proroghe di misure già esistenti, a sostegno e per il rilancio dell’occupazione nel nostro paese, che è scesa ai minimi storici a causa della crisi economica derivante dal perdurare della pandemia.

Facciamo dunque una sintetica panoramica delle novità di cui al pacchetto lavoro nel maxi provvedimento economico del Governo Draghi.

Decreto Sostegni bis approvato, ecco il pacchetto lavoro

Per rilanciare il tessuto socio-economico del paese, all’interno del testo del decreto Sostegni bis, trova spazio fra le misure più importanti il contratto di rioccupazione, con sgravi contributivi fino al 100% per 6 mesi in caso di assunzioni a tempo indeterminato con periodo di formazione iniziale.Ma non solo. Come si apprende dalla conferenza stampa nel post CdM il decreto prevede:

  • quattro ulteriori mensilità per il reddito di emergenza (REM);
  • una nuova indennità una tantum per i lavoratori stagionali, del turismo e dello sport che avevano già beneficiato della stessa misura prevista con il decreto “sostegni”;
  • il blocco, fino alla fine del 2021, della riduzione progressiva dell’importo dell’indennità NASpI a partire dal terzo mese;
  • l’estensione al 2021 del contratto di espansione per le imprese con almeno 100 dipendenti e nuove risorse per i contratti di solidarietà;
  • e infine l’istituzione di un fondo da 500 milioni di euro per l’adozione di misure urgenti a sostegno delle famiglie vulnerabili.

Contratto di rioccupazione

Al fine di far cambiare passo al mondo del lavoro in Italia, il pacchetto di novità contenute nel decreto Sostegni bis introduce il cosiddetto contratto di rioccupazione, ossia un’alternativa ai licenziamenti, da far valere nella generalità dei settori, allo scopo di favorire la ripresa dell’economia e della produttività italiane.

Questo meccanismo sarebbe decisivo per mantenere gli attuali livelli occupazionali; infatti l’esonero contributivo al 100% varrebbe per i lavoratori subordinati, che sono riconfermati a seguito del blocco dei licenziamenti, al momento operativo fino al 30 giugno 2021.

Proroga Reddito di Emergenza e bonus 1600 euro stagionali

Due misure molto importanti riguardano:

  1. la proroga di quattro ulteriori mensilità per il reddito di emergenza (REM)
  2. e una nuova indennità una tantum di 1600 euro per i lavoratori stagionali, del turismo e dello sport che avevano già beneficiato della stessa misura prevista con il decreto sostegni.

Contratto di solidarietà

Non c’è solo questo sul tema lavoro, nel prossimo decreto Sostegni bis. Infatti, mentre le istituzioni lavorano anche alla riforma strutturale degli ammortizzatori sociali, prevista nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, occorre fare di più e subito.

E’ necessario infatti controbattere alla fine del blocco dei licenziamenti e ai rischi sulla tenuta del sistema economico italiano, attraverso un consistente pacchetto occupazione nel dl Sostegni bis.

Gli osservatori più attenti hanno così fatto notare che nel provvedimento del Governo saranno ‘inclusi’ sia il contratto di solidarietà; sia il contratto di espansione. In particolare il nuovo impulso verso il contratto di solidarietà sarà secondo il meccanismo che segue: le imprese che a giugno si troveranno di fronte allo sblocco dei licenziamenti, nella sussistenza di una diminuzione del 50% del volume di fatturato, potranno sottoscrivere un contratto ad hoc che implicherà la retribuzione al 70%. Contemporaneamente, tuttavia, le aziende debbono impegnarsi a conservare i livelli occupazionali.

Ma si parla insistentemente anche dell’inclusione nel prossimo decreto Sostegni bis, di nuove misure e regole ad hoc, riservate ai settori commercio; ristorazione e turismo, ossia i più danneggiati dagli effetti di pandemia e lockdown.

Novità anche per il contratto di espansione

Il ministero del Lavoro è molto attivo in quest’ultimo periodo, e d’altronde non può essere altrimenti. Nella fase di limatura del decreto Sostegni bis, sempre su impulso del ministro Orlando, ecco regole ad hoc in tema di cd. contratto di espansione, nato qualche anno fa attraverso il decreto Crescita, in via sperimentale per il biennio 2019-2020, allo scopo di spingere le imprese verso nuove assunzioni. In seguito, la legge di Bilancio 2021 lo ha esteso alle aziende dai 250 dipendenti in su (in precedenza 1000).

La novità consiste nell’abbassamento della soglia dei lavoratori occupati per le imprese (100 dipendenti) che potranno dunque avvalersi del beneficio, sia per quanto riguarda la riduzione dell’orario, che per lo scivolo. La finalità insita nella scelta è data dalla volontà di favorire le imprese che assumono giovani risorse, spingendo verso il turnover o ricambio generazionale.

Cassa integrazione Covid e blocco dei licenziamenti fino al 28 agosto

Come annunciato dal Ministro Orlando nel corso della conferenza stampa, questo provvedimento è stato inserito in extremis nel Dl Sostegni bis. Per chi prende la CIG Covid entro il mese di giugno ci deve essere una proroga al 28 agosto per il licenziamento.

Le aziende che utilizzano la cassa in deroga non dovranno pagare le addizionali, però non potranno licenziare mentre utilizzano questa cassa “gratuita”.

Testo definitivo Decreto Sostegni bis

In attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di seguito alleghiamo il testo dell’ultima bozza di Decreto Sostegni bis approvata in CdM del 20 maggio.

Pensioni: uscita 5 anni prima nel Sostegni 2, verso una nuova flessibilità dopo quota 100

Pensioni: uscita 5 anni prima nel Sostegni 2, verso una nuova flessibilità dopo quota 100

Pensioni: uscita 5 anni prima nel Sostegni 2, verso una nuova flessibilità dopo quota 100.
Pensioni: uscita 5 anni prima nel Sostegni 2, verso una nuova flessibilità dopo quota 100.

Con la riduzione del Sostegni bis a 100 dipendenti per il contratto di espansione, Draghi punterebbe a nuove formule di flessibilità delle pensioni

20 maggio 2021 17:33
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Ritocchi in arrivo per le pensioni con uscita 5 anni prima nel decreto Sostegni bis, il provvedimento che il governo Draghi si appresta a varare con una tornata di aiuti intorno ai 40 miliardi di euro per sostenere le imprese, i professionisti, la salute e i servizi sul territorio. Nel pacchetto lavoro, oltre alle uscite anticipate e agevolate dei lavoratori, figureranno anche sostegni all’occupazione, nel pieno degli obiettivi del contratto di espansione che prevede incentivi alle imprese che favoriscono il ricambio generazionale. Nell’ultima stesura della bozza del decreto, tuttavia, figurerebbero anche sostegni alla ricollocazione di chi rimarrà senza lavoro per il termine del blocco dei licenziamenti.

 

Complessivamente, la parte del lavoro e delle Pensioni dovrebbe impegnare tra i 5 e i 6 miliardi di euro tra formule di sostegno e sgravi contributivi che potrebbero arrivare fino al 100% per le nuove assunzioni.

Pensioni anticipate con esodo nel decreto Sostegni Bis di Draghi: chi può aderire all’uscita agevolata

Un anticipo delle formule di pensione anticipata che potrebbero garantire la flessibilità in uscita richiesta da imprese e sindacati e rappresentare una valida alternativa alla quota 100 che terminerà la sperimentazione il 31 dicembre 2021 sarà contenuta proprio nel decreto Sostegni bis di Draghi. La norma che prevede ritocchi sul contratto di espansione dovrebbe abbassare la soglia delle imprese che possono accedere a questo strumento a 100 dipendenti dall’attuale limite minimo delle 250 unità.

 

Il meccanismo permetterà ai lavoratori che si trovano a non più di 5 anni dalla pensione di vecchiaia (dunque a partire dai 62 anni di età) o con almeno 37 anni e 10 mesi di contributi se l’obiettivo è l’agevolazione sulla pensione anticipata, di poter lasciare il lavoro da subito purché l’azienda per la quale lavorano abbia i requisiti dimensionali e arrivi all’accordo con i sindacati per l’esodo.

Contratto di espansione misura alternativa di riforma delle pensioni già dal 2021

Le ipotesi che si facevano nelle scorse settimane sulle pensioni anticipate con i vantaggi del contratto di espansione riguardavano, sostanzialmente, le misure di riforma del 2022. Il governo Draghi avrebbe deciso, tuttavia, di anticipare e di allargare i benefici dell’uscita prima di 5 anni già nel Sostegni bis, anziché attendere la legge di Bilancio 2022, dando un chiaro segnale di sostegno alle imprese nella riorganizzazione e ristrutturazione del personale, soprattutto in vista dell’avvicinarsi del termine del blocco dei licenziamenti previsto al 30 giugno per le imprese più grandi, e al 31 ottobre per quelle più piccole e del terziario.

Nuove imprese a tasso zero, incentivi imprenditorialità giovani e donne: domande al via

Nuove imprese a tasso zero, incentivi imprenditorialità giovani e donne: domande al via

Al via dal 19 maggio le domande di incentivi autoimprenditorialità giovani e donne “nuove imprese a tasso zero”. Ecco come fare e i requisiti

Dal 19 maggio 2021 è possibile inviare la propria richiesta per l’erogazione degli incentivi Nuove imprese a tasso zero, Imprenditorialità giovani e donne con i nuovi requisiti fissati nella Circolare MISE n. 117378 dell’8 aprile 2021. Si tratta di contributi erogati dal MISE per l’autoimprenditorialità dedicata a giovani under 35 e alle donne che desiderano avviare una propria Impresa. L’erogazione di tali incentivi e tutta la fase preliminare per il controllo dei requisiti è affidata alla società Invitalia.

Le agevolazioni sono valide in tutta Italia e prevedono un mix di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto per progetti d’impresa con spese fino a 3 milioni di euro, che può coprire fino al 90% delle spese totali ammissibili.

Ma vediamo più nel dettaglio quali sono i nuovi requisiti richiesti e quale attività imprenditoriali è possibile avviare con i nuovi contributi a fondo perduto e con prestiti a tasso zero.

Incentivi a fondo perduto Imprenditorialità giovani e donne: requisiti di accesso

Il nuovo Incentivo Autoimprenditorialità Nuove imprese a tasso zero promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico ha come obiettivo principale quello di incentivare tutti i giovani e le donne che vogliono avviare una propria impresa in Italia oppure migliorare quella già esistente ma non hanno fondi sufficienti.

I soggetti che possono richiedere il prestito a fondo perduto sono:

  • Giovani con età inferiore a 35 anni;
  • Donne di qualsiasi età.

La circolare del MISE precisa che all’interno della società possono esserci anche soci che non rispettano tale requisito principale, ma quest’ultima dovrà essere composta per più della metà da soggetti under 35 oppure da donne con qualsiasi età.

Oltre tale requisito, la circolare stabilisce che per poter accedere al finanziamento a tasso agevolato le imprese dovranno rispettare i seguenti requisiti:

  • l’impresa deve essere costituita da non più di 60 mesi dalla data di presentazione della richiesta di agevolazione presso Invitalia;
  • deve essere una micro e/o piccola impresa;
  • essere costituita in forma societaria;
  • essere regolarmente costituita ed essere iscritta nel registro delle imprese;
  • avere almeno una sede sul territorio italiano.

Nuove imprese a tasso zero: cosa è possibile finanziare con i contributi a fondo perduto

Le agevolazione Autoimprenditorialità meglio conosciute come Nuove imprese a tasso zero, prevedono diverse tipologie di finanziamenti a tasso zero e contributi a fondo perduto per finanziare nuovi progetti d’impresa oppure ampliare quelli già esistenti. Sarà possibile richiedere fino a 3 milioni di euro ed è possibile coprire fino al 90% delle spese totali ammissibili.

Le imprese costituite da non più di 3 anni possono richiedere fino a 1,5 milioni di euro per avviare una nuova attività nei settori manifatturiero, servizi, commercio o turismo, oppure migliorare e/o sviluppare le attività già esistenti in questo settore. Le spese ammissibili coperte possono arrivare fino ad un massimo del 90% da rimborsare in massimo 10 anni.

E’ possibile finanziare ad esempio:

  • macchinari necessari per lo svolgimento dell’attività;
  • brevetti;
  • consulenza specialistica
  • spese per la costituzione della società.

Nel caso in cui l’impresa è costituita da almeno 3 anni e da non più di 5 anni è possibile richiedere un finanziamento a fondo perduto fino a 3 milioni di euro. Va precisato però che le agevolazione non possono superare il limite del 15% delle spese ammissibili. E’ possibile finanziare:

  • acquisto di un immobile ad uso turistico;
  • licenze, marchi e/o brevetti;
  • software informatici.

Quale tipologie di società è possibile finanziare con i contributi a fondo perduto?

A differenza delle agevolazione Resto al Sud, i contributi previsti dal programma Imprese a Tasso Zero è possibile finanziare le seguenti tipologie di attività d’impresa:

  • commercio di beni e servizi;
  • fornitura di servizi alle imprese e/o alle persone;
  • turismo;
  • produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli.

Come inviare la domanda di richiesta del finanziamento a fondo perduto Imprenditorialità

Dal 19 maggio 2021 sarà possibile inviare la propria domanda di richiesta dei contributi a fondo perduto e finanziamento a tasso agevolato solo ed esclusivamente online, utilizzando la procedura informatica presente sul portale web Invitalia.

Effettuata la registrazione sul portale web, bisognerà compilare la propria domanda e caricare il business plan e la documentazione. Tutte le domanda devono essere obbligatoriamente firmate digitalmente ed inviate con una casella di posta elettronica certificata (PEC) del legale rappresentate della società e/o della persona fisica. Tutte le domande presentate saranno esaminate in base all’ordine di prenotazione.

I business Plan più innovativi saranno convocati per lo svolgimento di due colloqui con i responsabili di Invitalia. In caso di esito positivo verranno erogati i fondi richiesti sul conto corrente delle società/persona fisica.

Class action, Legge in vigore dal 19 maggio 2021: cos’è e come funziona

Class action, Legge in vigore dal 19 maggio 2021: cos’è e come funziona

La riforma della class action è finalmente operativa, dopo due rinvii. Favorito il ricorso a questo meccanismo di tutela: quali le novità?

In data 19 maggio la riforma della cosiddetta class action ha registrato un decisivo passo in avanti. Infatti in tale data entrano finalmente in vigore le nuove regole in tema di azione di classe di cui alla legge n. 31 del 2019. Ciò a seguito di due rinvii rispetto a quella che avrebbe dovuto essere la data originaria di entrata in vigore della normativa sull’azione collettiva.

A 25 mesi dalla sua approvazione la nuova legge di riforma dell’azione di classe è entrata in vigore; la Legge infatti è stata pubblicata il 19 aprile 2019 in Gazzetta Ufficiale, ma è stato necessario aspettare più di un biennio per l’operatività piena delle nuove regole.

In questo quadro, inoltre, restiamo in attesa dell’istituzione del portale ad hoc dei servizi telematici del ministero della Giustizia, vale a dire la piattaforma web in cui le class action Italia saranno pubblicate allo scopo di una veloce reperibilità delle informazioni che interessano.

Class action Italia: cos’è e come funziona

La class action consiste in un’azione collettiva, vale a dire un’azione legale portata avanti da un o più soggetti i quali, in quanto componenti di una certa categoria di soggetti, domandano che la soluzione di una questione comune di fatto o di diritto si abbia con effetti ultra partes per tutti i membri presenti e futuri della categoria stessa.

In altre parole, la class action contribuisce a velocizzare e rendere più fluido il funzionamento della macchina della giustizia, in quanto con essa siamo innanzi alla trattazione, in un solo procedimento, di più domande di risarcimento correlate a un identico illecito, dannoso per una pluralità di soggetti. Non possiamo dimenticare che l’istituto in questione è stato disciplinato dall’art. 140-bis del Codice del Consumo (Decreto legislativo n. 206 del 2005), modificato poi dall’art. 49 della legge n. 99 del 2009; e altresì dall’art. 6 del decreto-legge n. 1 del 2012, convertito in seguito nella legge n. 27 del 2012.

La finalità dell’azione di classe

Pertanto, con la class action italiana, ogni membro di una classe di consumatori, rappresentata anche da comitati o associazione di tutela della categoria, può agire in tribunale per far valere il diritto individuale omogeneo e l’interesse collettivo. Ciò nella finalità di accertare le responsabilità eventuali; e conseguire così il risarcimento del danno o la restituzione dovuta, da parte di un soggetto privato o pubblico.

Attenzione però: i consumatori e gli utenti possono ritenersi parti della stessa classe, meritevole di tutela,  e dunque attivare la class action, laddove siano omogenei i diritti danneggiati e le fonti da cui nasce l’obbligazione risarcitoria (ad es. atto illecito; contratto; comportamenti anticoncorrenziali; pratiche commerciali scorrette).

In pratica, la portata della class action è nient’affatto irrilevante. Essa infatti permette ai consumatori o utenti che hanno patito danni legati a prodotti difettosi-pericolosi; o aa comportamenti commerciali illeciti o contrari alle norme sulla concorrenza, di unire le proprie forze per conseguire quanto desiderato, in tutte le circostanze nelle quali il ricorso al giudice sarebbe troppo costoso per ciascun singolo soggetto.

Riforma della class action: le principali novità

A questo punto, vediamo di ricapitolare in sintesi quelle che sono le novità clou, in tema di riforma class action, ora finalmente operativa al 100%:

  • inserimento della class action, prima inclusa nel Codice del consumo, nel Codice di procedura civile;
  • spostamento della competenza per l’azione di classe alla Sezione specializzata in materia d’impresa;
  • allargamento del perimetro della class action per quanto riguarda i soggetti interessati all’iniziativa, giacchè l’azione potrà essere effettuata da tutti i titolari di diritti individuali omogenei;
  • allargamento del perimetro della class action per quanto riguarda l’oggetto, giacchè potrà essere attivata per tutte le ipotesi di responsabilità contrattuale ed extracontrattuale.

Non solo. Le nuove regole consentono di aderire prima o dopo la condanna, con estrema flessibilità. Inoltre, la riforma class action viene suddivisa in 3 fasi distinte:

  • ammissibilità dell’azione in oggetto;
  • valutazione della causa e decisione sul merito;
  • liquidazione di quanto dovuto ai partecipanti.

Le norme che sono pienamente operative dal giorno 19 maggio intendono costituire un incentivo all’utilizzo della class action, anche da un altro punto di vista. Ci riferiamo al cd. ‘patto di quota lite‘. Infatti, in ipotesi di accoglimento dell’azione di classe, è possibile disporre un compenso per il legale della parte proponente ed altresì per il rappresentante dei classisti, quantificato in percentuale sulla somma di  risarcimento conseguito. (cd. patto di quota lite).

Attenzione però: in base alle regole tuttora vigenti, un volta che si è accettato di entrare in una class action, il partecipante in via automatica rinuncia ad ogni azione individuale restitutoria o risarcitoria, legata allo stesso illecito.

Quali sono i vantaggi della class action

In effetti il principio su cui si fonda la class action è piuttosto semplice. Si tratta di favorire un solo iter processuale, intrapreso da più individui, invece che far iniziare tanti procedimenti identici da distinti soggetti. Non sono dunque difficili da scorgere i benefici connessi alla class action, meccanismo di matrice anglosassone. Infatti, l’azione collettiva è stata ideata nell’esigenza di favorire il buon funzionamento della macchina giudiziaria, per velocizzare i tempi dei procedimenti (economia processuale); e per mirare con più forza alla certezza del diritto, evitando sentenze su casi analoghi, confliggenti tra loro.

Tra le interessanti novità prevista dalla legge n. 31 del 2019, pienamente operativa da mercoledì 19 maggio, c’è la facoltà di agire non soltanto per tutelare i diritti dei consumatori, ma anche quelli danneggiati dalla condotta di un’impresa o del gestore di un servizio pubblico o di pubblica utilità.

Concludendo, rimarchiamo ancora che le nuove norme in tema di class action valgono per le condotte illecite messe in atto, a seguito dell’entrata in vigore della legge.

Decreto Imprese, Lavoro, Giovani e Salute: ok al Sostegni bis, il testo definitivo

Decreto Imprese, Lavoro, Giovani e Salute: ok al Sostegni bis, il testo definitivo

Il CdM ha approvato il Decreto Sostegni bis o Decreto Imprese, Lavoro, Giovani, Salute. Testo del provvedimento economico del Governo Draghi.

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera definitivo al varo del decreto Sostegni bis, tra le novità, il nome, dato che si potrà chiamare anche con il nome di Decreto “Imprese, Lavoro, Giovani e Salute”. Si tratta del secondo maxi provvedimento economico del Governo Draghi, che somiglia sempre più ad una manovra finanziaria aggiuntiva. Il motivo è semplice: si appoggia infatti a ben 40 miliardi di extra-deficit.

Tante le misure e gli interventi inclusi nel testo definitivo, mentre i destinatari sono tutti coloro che sono stati maggiormente penalizzati dalla pandemia e dagli effetti conseguenti alle restrizioni per lockdown. Dunque famiglie, giovani, imprese; liberi professionisti in generale; fasce deboli della popolazione in primis; ma anche contribuenti alle prese con debiti di natura fiscale; artigiani e negozianti gravati da tasse e bollette; lavoratori precari in cerca di sostegni mirati. Non a caso, gli osservatori lo hanno già definito un ‘decreto omnibus’.

Tra le altre novità, anche il fatto che il decreto Sostegni bis cambia nome. Infatti, se è vero che nella mattinata del 20 maggio, il Sostegni bis è stato discusso in un Consiglio dei Ministri assai atteso, è altrettanto vero che il Premier Draghi ha presentato nel pomeriggio del 20 maggio il Decreto puntando sul fatto che oltre ai sostegni per le attività economiche, le misure riguardano anche la Salute, la ripresa, i giovani e via dicendo.

Decreto Imprese, Lavoro, Giovani e Salute: il 20 maggio giornata cruciale

Come appena rimarcato, giovedì 20 maggio è stato un giorno clou per l’approvazione finale del decreto. E’ stata infatti convocata per le ore 11:15 la riunione del CdM al fine di dare l’ok finale al testo del provvedimento. Nella conferenza stampa del pomeriggio Mario Draghi ha illustrato, in linea generale, quelli che sono i punti cardine del ‘Decreto Imprese, Lavoro, Giovani e Salute’.

Con lui erano presenti anche i Ministri del Lavoro Andrea Orlando e dell’Economia Daniele Franco, ossia due dei maggiori ‘contributori’ per quanto riguarda i lavori di stesura del secondo decreto economico, durati quasi due mesi.

Pacchetto lavoro e nuovi ristori: le novità

Il capitolo lavoro è il tema dominante del provvedimento, ma ovviamente non è il solo. Tante le indiscrezioni degli ultimi giorni circa le modalità di calcolo ed erogazione dei nuovi ristori a fondo perduto.

C’è chi potrebbe chiedersi come funzionerà questa volta il meccanismo di assegnazione dei contributi a fondo perduto. Ovvero, quali sono le novità in tema nel prossimo Decreto Imprese, Lavoro e Professioni. In buona sostanza, insieme al meccanismo già sfruttato, che predispone un sostegno automatico in relazione al calo di fatturato, il decreto Sostegni bis questa volta farà valere anche la possibilità per imprese e p. iva di optare per il contributo a fondo perduto, valutato sulla scorta dei costi fissi e dei risultati d’esercizio. In sintesi, si tratta insomma di un meccanismo un po’ più complesso e parametrato sulla situazione economica di coloro i quali domandano i nuovi ristori. Le indiscrezioni delle ultime ore confermerebbero che per quest’ultimo tipo di meccanismo sono state predisposte risorse corrispondenti a circa 4 miliardi, ossia 3 miliardi di risparmi e uno di deficit.

Sempre in tema di ‘pacchetto lavoro’ nel prossimo Decreto Imprese, Lavoro e Professioni, ecco profilarsi anche le misure per tutelare i lavoratori in vista della fine del blocco dei licenziamenti e favorire le imprese nella loro ricollocazione. Insomma, sgravi contributivi in arrivo per chi intende assumere o conservare i posti di lavoro.

Leggi anche: Reddito di cittadinanza, bonus avvio nuova attività. I dettagli

Gli interventi del Governo nel secondo decreto economico: ecco la sintesi

In verità, i 40 miliardi di stanziamento complessivo per il nuovo Decreto Imprese, Lavoro e Professioni, fanno subito pensare ai corposi testi delle finanziarie che si sono avuti negli ultimi anni nel nostro paese. Ma è chiaro che, per poter varare tutte le novità del secondo decreto economico del Governo Draghi, era doveroso trovare le coperture.

Tra le novità, riportiamo di seguito – in sintesi – alcune delle più interessanti, per dare un’idea più limpida della notevole articolazione del provvedimento in arrivo il 2o maggio:

  • nuovi ristori a fondo perduto;
  • misure per scongiurare la perdita di posti di lavoro;
  • per le p. Iva esenzione dal versamento dell’acconto IMU del 16 giugno 2021, sconti sulla Tari e varie agevolazioni in tema di bollette;
  • bonus affitto (credito d’imposta del 60 per cento da gennaio a maggio 2021):
  • bonus prima casa potenziato per i giovani al di sotto dei 36 anni (con esenzione imposte ipotecarie, catastali e di registro);
  • indennità per i lavoratori dello sport;
  • conferma del reddito di emergenza (REM) con mensilità supplementari;
  • bonus 2.400 euro rivolto agli operatori del turismo e stagionali;
  • novità bonus vacanze, che potrà essere ottenuto anche nelle agenzie di viaggio e non solo negli alberghi;
  • nuove misure ad hoc per i lavoratori dello spettacolo.

Concludendo, sul piano fiscale, non possiamo non ricordare che nel Decreto Imprese, Lavoro e Professioni troverà altresì spazio il rinvio fino al 30 giugno per le cartelle esattoriali. E non solo: nel prossimo provvedimento economico del Governo Draghi anche misure per tutelare i Comuni contro il rischio di dissesto finanziario per debiti.

Testo definitivo Decreto Sostegni bis

In attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di seguito alleghiamo il testo dell’ultima bozza di Decreto Sostegni bis approvata in CdM del 20 maggio.

Pensione su conto corrente non intestato al pensionato: le istruzioni INPS

Pensione su conto corrente non intestato al pensionato: le istruzioni INPS

Per l’accredito della pensione su conto corrente non intestato o cointestato al pensionato bisogna compilare il modulo AP146.

Cosa succede se la pensione è accreditata su conto corrente non intestato al pensionato avente diritto? L’INPS ha rilasciato il messaggio n. 1971 del 2021, con il quale indica dettagliatamente le fattispecie e le modalità con cui è possibile richiedere l’accredito dell’assegno pensionistico e delle altre prestazioni pensionistiche direttamente su conto di pagamento anche se non intestato al pensionato.

Si pensi in particolare particolare ai pensionati che dimorano presso case circondariali, congregazioni religiose e istituti similari.

Pensione su conto corrente non intestato al pensionato

Normalmente la pensione può essere accreditata solo ed esclusivamente su conto di pagamento bancario o postale, intestato o cointestato al beneficiario della pensione. Ovviamente l’interessato deve aver optato per questa tipologia di pagamento diretto da parte dell’Istituto.

Ci sono però casi particolari in cui l’Inps consente che la pensione venga accreditata su un conto corrente non intestato al beneficiario. Nello specifico l’INPS si riferisce ai casi di pensionati che dimorano presso case circondariali, congregazioni religiose e istituti simili.

Cosa fare?

In questi ultimi casi il pagamento può essere effettuato su conto intestato all’istituto presso cui dimora il pensionato; a condizione però che vi sia una sottoscrizione congiunta in duplice originale da parte del titolare della pensione e dell’ente-persona giuridica intestataria del conto corrente (per l’Istituto di accoglienza dovrà firmare il legale rappresentante o suo delegato).

Il documento da sottoscrivere consiste in un mandato irrevocabile che conferisca alla banca il potere di restituire all’Inps – mediante addebito di iniziativa – le somme accreditate sul conto corrente in caso di

  • decesso del beneficiario
  • o ad ogni altra eventuale causa di estinzione del diritto alle somme in questione.

Modello AP146

Il mandato, sottoscritto da pensionato ed ente ospitante, va compilato tramite modulo Ap146 INPS. Il modello è reperibile nella sezione “Moduli” del portale Inps oppure in fondo al presente articolo.

Tale mandato infine dovrà essere sottoscritto per accettazione da parte della banca e sarà quindi l’Istituto di credito a trasmettere un originale dell’atto così perfezionato alla competente struttura territoriale dell’Istituto nazionale di previdenza sociale. Infine l’INPS procederà a validare l’operazione e a registrarla negli archivi informatici.

Modulo AP146 INPS

Alleghiamo infine il modulo AP146 Atto di domiciliazione e/o variazione della modalità di pagamento della pensione e/o indennità.