Archivi giornalieri: 6 maggio 2021

FISCO E TASSE Proroga al 31 maggio della sospensione di riscossione e notifica cartelle

Proroga al 31 maggio della sospensione di riscossione e notifica cartelle

Proroga al 31 maggio 2021 della sospensione delle attività di riscossione e della notifica delle cartelle: il comunicato ufficiale del MEF.

Dopo che la norma è saltata dal Decreto Proroghe il MEF, con comunicato Stampa numero 88 del 30/04/2021 ha annunciato di propria iniziativa lo slittamento dei termini al 31 maggio 2021 della sospensione delle attività di riscossione e della notifica delle cartelle.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica cioè che è in corso di definizione il provvedimento normativo ad hoc che che differirà al 31 maggio 2021, il suddetto termine di sospensione delle attività di riscossione; la data è attualmente fissata al 30 aprile 2021 dal Decreto Sostegni (art. 4 del decreto-legge n. 41/2021).

La proroga appena citata dovrebbe trovarsi all’interno del Decreto Sostegni bis in via di approvazione da parte del Governo.

Sospensione riscossione cartelle ed esecuzioni

La sospensione della riscossione ed esecuzione delle cartelle è stata introdotta, in prima istanza, a partire dall’8 marzo 2020 dal Decreto Cura Italia (art. 68 del decreto-legge n. 18/2020). La causa della sospensione è evidentemente la crisi economica in cui versano aziende e partite IVA a causa del perdurare dell’epidemia da Covid-19.

La sospensione riguarda quindi tutti i versamenti derivanti dalle cartelle di pagamento, dagli avvisi di addebito e dagli avvisi di accertamento esecutivi affidati all’Agente della riscossione. Riguarda inoltre  l’invio di nuove cartelle e la possibilità per l’Agenzia di avviare procedure cautelari o esecutive di riscossione, come: fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti.

Restano sospese, inoltre, le verifiche di inadempienza che le pubbliche amministrazioni e le società a prevalente partecipazione pubblica devono effettuare, ai sensi dell’art. 48 bis del DPR 602/1973, prima di disporre pagamenti di importo superiore a cinquemila euro.

 

Elenco sospensioni fino al 31 maggio

Ricapitolando quindi saranno sospese fino al 31 maggio:

  • versamenti derivanti dalle cartelle di pagamento,
  • versamenti dagli avvisi di addebito
  • i versamenti derivanti da avvisi di accertamento esecutivi
  • fermi amministrativi
  • ipoteche
  • pignoramenti
  • verifiche di inadempienza che le PA devono fare prima di disporre pagamenti di importo superiore a cinquemila euro.

Restano sospese inoltre fino al 31 maggio

  • gli atti di accertamento emessi dall’Agenzia delle dogane (dazi doganali e contributi provenienti dall’imposizione di diritti alla produzione dello zucchero) e di IVA all’importazione;
  • ingiunzioni degli enti territoriali;
  • accertamenti esecutivi degli enti locali.

Decreto Proroghe 2021

Ricordiamo che la presente proroga della sospensione non è ancora legittimata da un decreto specifico, ma si basa solo ed esclusivamente su un comunicato ufficiale del MEF pubblicato sul portale www.mef.gov.it e che alleghiamo a fondo pagina.

Il provvedimento dovrà trovare quindi conferma in un provvedimento di prossima uscita, che sarà probabilmente il prossimo decreto sostegni bis, che è in fase di varo da parte del Governo.

MEF: Comunicato Stampa N° 88 del 30/04/2021

Comunicato stampa del MEF che annuncia la proroga al 31 maggio 2021 della sospensione delle attività di riscossione e della notifica delle cartelle.

Sorprendente come la riforma pensioni incuta timore nei nati del 1960 e si cerca la strada per evitare i 5 anni ma senza penalizzazione

 

Sorprendente come la riforma pensioni incuta timore nei nati del 1960 e si cerca la strada per evitare i 5 anni ma senza penalizzazione 

Le parti sociali in vista della riforma pensioni presentano un progetto per superare la pensione anticipata Quota 100. Infatti, è ormai deciso che la Quota 100 sarà disposta in soffitta. Ma è sorprendente come la riforma pensioni incuta timore nei nati del 1960 e si cerca la strada per evitare i 5 anni ma senza penalizzazione. Con l’iniziativa delle parti sociali intitolata “Cambiare le pensioni adesso” hanno presentato le proposte della piattaforma unitaria. Le proposte prevedono ad una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro. Inoltre, mirano ad evitare lo scalone dei cinque anni che investe la classe 1960.

Riforma e scalone dei 5 anni

Le parti sociali temono lo scalone dei 5 anni che lascia la pensione anticipata Quota 100 dal primo gennaio 2022. Infatti, è sorprendente come la riforma pensioni incuta timore nei nati del 1960 e si cerca la strada per evitare i 5 anni ma senza penalizzazione.

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La proposta è quella di inserire una maggiore flessibilità in uscita nel sistema previdenziale italiano. Infatti, la proposta prevede la possibilità di uscire dal lavoro all’età di 62 anni  con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Inoltre, è da escludere il sistema contributivo per il calcolo dell’assegno per entrambe le misure menzionate.

Pensione di garanzia per i giovani e vantaggi per le donne

La piattaforma unitaria prevede moltissime proposte da inserire nel sistema previdenziale. Infatti, chiede l’allargamento della platea dei lavoratori gravosi. Inoltre, prevede un riconoscimento alle donne.

Infine, una pensione di garanzia per i giovani, ed estendere ai pensionati la quattordicesima e il rilancio della previdenza complementare.

Il Governo al momento si tiene cauto. Ha aperto la possibilità di proroga di alcune misure già esistenti, ad esempio APE Sociale e l’Opzione Donna. In riferimento ai lavori gravosi dovrebbe terminare a breve l’esame delle due Commissioni paritetiche sull’insinuazione dei nuovi lavori gravosi e la spesa previdenziale da sostenere.

L’obiettivo è quello di diversificare l’età pensionabile considerando le mansioni gravosi proseguendo la strada delineata dalla Legge 232/2016.

Come attivare SPID Poste tramite App PosteID

Come attivare SPID Poste tramite App PosteID: quanto costa e cosa serve

Come attivare SPID Poste tramite la nuova procedura di Poste Italiane App PosteID: quanto costa, come fare e cosa serve per procedere.

Come attivare SPID poste tramite App PosteID, quanto costa e come fare? La generalità dei servizi della Pubblica Amministrazione prevedono ormai l’obbligo di avere SPID, oppure carta d’identità elettronica o CNS carta nazionale dei servizi per poter accedere online. Anche per usufruire di sgravi, bonus e agevolazioni come i vari Bonus Vacanze, bonus cultura 18appcashback di Stato AppIO è ormai obbligatorio avere una propria identità digitale. In questo periodo SPID, CNS e CIE servono anche per accedere al 730 precompilato e al controllo del cedolino pensione, oppure del proprio fascicolo previdenziale o infine per fare domanda di NASpI e Reddito di Emergenza.

Poste italiane per agevolare e velocizzare la procedura di rilascio dello SPID ha introdotto una nuova modalità per richiedere l’identità digitale direttamente dall’applicazione PosteID. Ma vediamo qui di seguito quali sono i requisiti per richiederla e la procedura per attivare lo SPID direttamente dall’applicazione App PosteId per Android (Telefoni Samsung, Huawei, Xiaomi ecc.) e iOS (Apple iPhone e iPad).

Come attivare SPID poste tramite app PosteID

Da qualche settimana è possibile attivare il proprio SPID direttamente dall’applicazione PosteID.

La nuova procedura ha come obiettivo quello di velocizzare e agevolare il rilascio dell’identità digitale senza l’obbligo di doversi recare presso uno sportello postale per l’attivazione ma effettuare l’intera procedura direttamente da casa.

Leggi anche: SPID Poste Italiane costo

Bonifico SEPA SPID Poste Italiane o riconoscimento del documento

Per richiedere il rilascio dello SPID con la nuova modalità di Poste Italiane bisognerà scaricare l’applicazione PosteId e successivamente registrarsi.

La registrazione si può fare con i seguenti documenti:

  • passaporto;
  • carta di identità digitale;
  • bonifico SEPA.

In caso di utilizzo della carta di identità oppure passaporto per la registrazione, bisognerà fotografare il documento scelto e successivamente registrare un breve video in cui bisognerà pronunciare la frase che comparirà sullo schermo e successivamente scattare un selfie con il proprio documento in mano. Infine, fotografare il fronte e retro della propria tessera sanitaria.

Nel caso in cui non si è in possesso di uno dei documenti, è possibile fare un bonifico SEPA da un IBAN italiano intestato o cointestato al soggetto richiedente SPID. L’importo del bonifico è di una cifra simbolica di 1 € che verrà restituita dopo l’attivazione dello SPID in pochi giorni direttamente sul conto corrente.

Il bonifico dovrà essere effettuato entro e non oltre 10 giorni dalla data in cui si è terminata la procedura di attivazione. In caso contrario sarà necessario ripetere l’intera procedura.

SPID Poste cosa serve

Ricapitolando per la registrazione su App PosteID bisognerà avere:

  • tessera sanitaria o codice fiscale;
  • app poste ID su un dispositivo mobile;
  • connessione internet stabile;
  • documento di riconoscimento valido o conto corrente intestato o cointestato

Leggi anche: SPID in Tabaccheria

Costo attivazione SPID su PosteID

Con la procedura tramite PosteID l’attivazione di SPID è gratis al 100%. Infatti, non sono previsti costi di attivazione oppure costi mensili/annui da sostenere per poter tenere attivata la propria identità digitale su Poste Italiane.

Dove scaricare l’app PosteID

E’ possibile scaricare l’applicazione PosteId gratuitamente su GooglePlay per i dispositivi Android oppure su App Store per i dispositivi iOS.

Va precisato però, che per poter utilizzare la nuova modalità di attivazione dello SPID attraverso l’applicazione di Poste Italiane, è necessario essere in possesso di un dispositivo mobile Apple dalla versione iOS13 che sono abilitati alla lettura NFC ed Android  che sono dotati di una tecnologia NFC.

In caso contrario è possibile utilizzare altre modalità di attivazione dello SPID di poste Italiane elencate qui di seguito.

Altre modalità per attivare SPID di Poste Italiane

Poste Italiane mette a disposizione altre modalità per poter attivare in modo semplice, veloce e gratuito la propria identità digitale.

Di persona presso l’ufficio postale

Questa modalità consiste nell’attivare il proprio SPID effettuando la registrazione online e successivamente recandosi presso uno sportello postale per farsi riconoscere concludendo la procedura e attivando il proprio SPID di Poste Italiane. La procedura è molto semplice e non prevede alcun costo di attivazione

SMS sul cellulare

Tale procedura è rivolta solo per i titolari di un conto BancoPostaOnline oppure di una PostePay Evolution che hanno un numero di cellulare certificato. La procedura per il rilascio dello Spid con l’attivazione tramite SMS sul cellulare è davvero molto semplice. Infatti, bisognerà inserire le proprie credenziali poste.it e il codice di verifica che si riceverà via SMS sul numero di cellulare certificato. Anche in questo caso SPID è gratis.

Lettore BancoPosta

I possessori di un lettore Bancoposta e una carta Postamat possono attivare il proprio SPID attraverso l’utilizzo di tale dispositivo. Per l’attivazione è necessario inserire le credenziali di poste.it e il codice di verifica che verrà visualizzato sul lettore. Nessun costo di attivazione di SPID.

Carta Nazionale dei Servizi

I possessori di una carta nazionale dei servizi oltre a poter attivare lo SPID attraverso la nuova modalità di attivazione con l’app PosteID, possono procedere con l’attivazione dell’identità digitale collegando il lettore o la chiavetta USB al computer ed inserire il proprio PIN. SPID è gratis anche in questo caso.

Firma Digitale

E’ possibile attivare lo SPID di PosteItaliane utilizzando la propria firma digitale per firmare digitalmente il modulo di apertura SPID. Anche con questa procedura SPID è gratuito.

Riconoscimento presso il proprio domicilio da parte del Portalettere

In questo caso è possibile concludere la procedura di attivazione dello Spid chiedendo che il Postino venga al proprio domicilio per effettuare il riconoscimento di persona. In questo caso il costo di SPID è di 14.50 euro.

Blocco sfratti 2021, proroga al 30 settembre: emendamento in conversione Dl Sostegni

In fase di conversione in legge del Decreto Sostegni è stato approvato un emendamento che prevede la proroga al 30 settembre del blocco sfratti 2021. Si tratta di una misura sociale dettata da ragioni connesse alle difficoltà economiche dell’ultimo anno.

Infatti, covid e conseguente lockdown hanno condotto non pochi inquilini a non poter adempiere agli obblighi di pagamento legati al contratto di affitto. Al momento, ovvero prima della definitiva conversione in Legge del Dl Sostegni, la norma prevede nessuna esecuzione degli sfratti per morosità fino al 30 giugno 2021.

Blocco sfratti 2021, proroga al 30 settembre. Ma non per tutti

In sede di conversione in legge del decreto sostegni, è stato approvato un emendamento che interviene ulteriormente sul blocco degli sfratti per morosità, al momento previsto fino al prossimo 30 giugno. Al momento la data di scadenza del blocco è fissata al 30 giugno; solo dopo la definitiva conversione in Legge del Dl Sostegni potremo affermare con certezza la sua proroga.

L’emendamento prevede comunque che la sospensione dell’esecuzione sia prorogata:

  • al 30 settembre 2021: per i provvedimenti di rilascio adottati dal 28 febbraio 2020 al 30 settembre 2020;
  • al 31 dicembre 2021: per i provvedimenti di rilascio adottati dal 1° ottobre 2020 al 30 giugno 2021.

Di conseguenza il 30 giugno 2021 terminerebbe il blocco degli sfratti per i casi rimanenti.

N.B. La restante parte dell’articolo riguarda il blocco valido per ora fino al 30 giugno e sarà aggiornato in caso di approvazione definitiva della proroga.

Il dibattito persiste, anche tra i giuristi

In verità, la questione del blocco sfratti ha alimentato e sta alimentando un vivace dibattito, anche tra i giuristi. Con l’approvazione del decreto “Milleproroghe” 2021, infatti la liberazione coercitiva degli immobili è stata posticipata al 30 giugno 2021. C’è chi ha osservato che il citato decreto convertito in legge ha disposto la sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti di rilascio degli immobili per morosità, nella finalità di dare un aiuto concreto agli inquilini in difficoltà durante la pandemia. Pensiamo ad esempio ai tanti che hanno perso il lavoro perchè la la loro azienda o negozio ha dovuto chiudere i battenti causa pandemia.

Non sono mancati però gli interventi anche da parte degli esperti di diritto civile, i quali hanno parlato – in tema di blocco sfratti – di un bilanciamento non sempre garantito tra opposti interessi e diritti contrapposti: da una parte, la necessità di proteggere il conduttore – vale a dire la parte ‘debole’ del contratto di affitto; dall’altra, la “lesione” o comunque la compressione di alcuni diritti costituzionalmente garantiti del proprietario dell’immobile.

Non solo: c’è chi tra i giuristi, ha definito quella dello Stato una pesante incursione nel diritto privato di proprietà, e una limitazione al valore del provvedimento giudiziario di sfratto.

Tra i contrari alla scelta del blocco sfratti, è emersa anche la critica nei confronti di una normativa che, allo stato attuale, non prevede alcun indennizzo o risarcimento a favore dei proprietari, bloccati da lunghissimi iter non terminati. Ciò quasi a voler lasciare al singolo contribuente e non alla società tutto peso di un provvedimento di carattere assistenziale.

Contrapposizione tra proprietari e inquilini

Per completezza, rimarchiamo altresì che, da un punto di vista più professionale o tecnico, lo sfratto è da intendersi come l’iter giuridico con il quale il locatore/proprietario intima al conduttore/inquilino di lasciare il bene concesso in affitto. Ebbene, il provvedimento di cui al Milleproroghe, di fatto, incide pesantemente sul rapporto di affitto e sulle dinamiche che portano all’abbandono coattivo dell’abitazione.

L’iniziativa del blocco sfratti trova fondamento, come accennato,  nel voler dare una boccata d’ossigeno agli inquilini che si sono resi morosi, a causa delle difficoltà emerse durante la famigerata pandemia.

Dall’altra parte, però ci sono le ragioni dei proprietari degli immobili concessi in locazione, anch’essi alle prese con la difficile congiuntura economica prodotta dal Covid-19 e con l’assenza di tutele in ipotesi di mancato pagamento del canone. Infatti, sulla scorta delle norme emergenziali, ribadiamo che – in ipotesi di morosità – il proprietario dell’immobile non potrà riottenere disponibilità del bene, ma non riceverà neanche l’affitto. Tuttavia, dovrà continuare a sostenere i costi correlati alla proprietà dell’immobile, tra cui le spese condominiali.

Quali sfratti subiscono il blocco fino a fine giugno 2021?

E’ ben noto che il diritto di proprietà sia uno dei pilastri su cui si fonda la nostra società. Ciò però non toglie che sia intervenuto il decreto legge n, 183 del 31 dicembre 2020, che all’articolo 13 comma 13 dispone che sino al 30 giugno 2021 valga la sospensione o blocco dei provvedimenti di rilascio degli immobili, compresi quelli ad uso non abitativo.

La finalità della scelta, come accennato, sta nell’incidere temporaneamente sulla proprietà privata in modo che, nel particolare contesto socio-economico odierno, dare luogo al blocco sfratti possa avere un effetto utile per la collettività nel suo insieme e dunque anche un carattere di doverosità.

In particolare, il blocco sfratti di cui al Milleproroghe comporta la sospensione dell’esecuzione dei seguenti sfratti:

  • per morosità già emessi, in quanto il magistrato competente ha verificato l’effettivo stato di morosità dell’inquilino;
  • emessi dopo il pignoramento dell’immobile, con collegata richiesta di trasferimento del debitore e dei suoi familiari.

Gli sfratti esclusi dal provvedimento emergenziale: ecco quali sono

Tuttavia, occorre rimarcare che non tutti gli sfratti sono da considerarsi compresi nella decisione della sospensione fino a fine giugno di quest’anno. Infatti vi sono alcune tipologie di sfratto che, per la loro particolare natura, sono da considerarsi al di fuori dell’applicazione della disposizione di tutela, di cui al Milleproroghe. Quali sono? Vediamoli nell’elenco che segue:

  • gli sfratti per sopraggiunto termine della locazione, ossia quelli emessi verso gli inquilini arrivati a scadenza del contratto;
  • l’ingiunzione di rilasciare l’immobile trasferito all’aggiudicatario, nel caso non sia adibito ad utilizzo abitativo per il debitore e i membri della sua famiglia;
  • i provvedimenti di restituzione di immobili occupati senza alcun titolo – ci riferiamo ai casi di occupazione abusiva – o senza titolo valido.

Il proprietario dell’abitazione dovrà dunque prestare estrema attenzione al caso concreto, per capire se davvero la sua situazione risulta compresa tra quelle sulle quali interviene il blocco sfratti fino a fine giugno.

Unione inquilini: il blocco è un bene per le categorie economicamente più deboli

Come accennato, non sono mancati i contrasti tra inquilini e proprietari. I primi, in particolare, si sono espressi per il tramite dell’Unione Inquilini.

Secondo questa associazione, la sospensione degli sfratti risponde a una forma di tutela sanitaria. Non solo: non sarebbe giusto procedere alle esecuzioni di sfratto per decine di migliaia di famiglie, in un contesto in cui i Comuni non sono in grado di dare alcuna forma di assistenza; né di passaggio da casa a casa. Anzi, per l’Unione inquilini servono molte più case popolari, ma soprattutto politiche abitative pubbliche strutturali e adeguate.

Ciò allo scopo di poter dare un tetto a tutte le famiglie in grave difficoltà economica; e non più in grado di pagare le rate d’affitto. L’Unione pensa altresì che a sostegno degli inquilini, vada usata una percentuale dei soldi del Recovery Fund assegnato all’Italia.

Confedilizia si oppone e chiede almeno lo sblocco parziale degli sfratti

Tuttavia, c’è chi come Confedilizia ritiene preferibile sbloccare almeno una parte degli sfratti, ossia quelli collegati a morosità anteriori alla pandemia. Detta possibilità era stata già prospettata dalla maggioranza in Commissione alla Camera in fase di approvazione del decreto Milleproroghe. Il Governo, tuttavia, poi chiese alla maggioranza di eliminare questa proposta.

Lo sblocco parziale degli sfratti avrebbe quindi l’obiettivo di permettere ai proprietari di tornare nella piena disponibilità dell’immobile, ma ciò per Confedelizia non può bastare: sarebbe altresì necessario dare un po’ di sostegno ai proprietari, come minimo esonerandoli dal pagamento dell’IMU per quest’anno.

Il Presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa ha un punto di vista piuttosto limpido: “Per le situazioni invece di morosità talmente consolidate, se ci sono persone bisognose, se ne deve occupare il Comune; se ci sono dei truffatori, bisogna intervenire come necessario. Servono interventi seri, concreti e di sostegno a chi ha bisogno, proprietario o inquilino che sia”.

Cosa succederà dopo il 30 giugno?

Concludendo, staremo a vedere che cosa sarà deciso dalle forze politiche di maggioranza. Sta di fatto che un ulteriore allungamento della tutela per gli inquilini fino al 30 settembre è attesa a breve con la definitiva conversione in Legge del Dl Sostegni.


Anzianità contributiva nel part-time verticale e ciclico: istruzioni INPS sul calcolo

Come si calcola l’anzianità contributiva in caso di lavoro part time verticale o ciclico? A questa domanda ha dato risposto l’INPS con la Circolare numero 74 del 4 maggio 2021, recependo quindi le novità introdotte in materia, a decorrere dal 1° gennaio 2021, dalla Legge di Bilancio 2021.

In particolare le novità riguardano le modalità di calcolo dell’anzianità contributiva di diritto per i contratti di lavoro part-time di tipo verticale o ciclico in itinere o esauriti; per i quali si procederà al ricalcolo e al riconoscimento dell’anzianità contributiva per l’intera durata del rapporto di lavoro ovvero dei periodi assicurativi interessati dall’applicazione normativa.

La domanda dovrà essere presentata con l’indicazione degli eventuali periodi di sospensione del rapporto di lavoro senza retribuzione, completa della copia del contratto di lavoro part-time di tipo verticale o ciclico al quale la stessa si riferisce e di uno dei seguenti documenti: attestazione del datore di lavoro; dichiarazione sostitutiva del lavoratore.

Nuove modalità di calcolo dell’anzianità contributiva di diritto nel part-time verticale e ciclico

L’art. 1, co. 350, della Legge 178/2020 (Legge di Bilancio 2021) dispone che:

Il periodo di durata del contratto di lavoro a tempo parziale che prevede che la prestazione lavorativa sia concentrata in determinati periodi è riconosciuto per intero utile ai fini del raggiungimento dei requisiti di anzianità lavorativa per l’accesso al diritto alla pensione.

A tal fine, il numero delle settimane utili ai fini pensionistici si determina rapportando il totale della contribuzione annuale al minimale contributivo settimanale determinato.

Con riferimento ai contratti a tempo parziale esauriti prima del 1° gennaio 2021, il riconoscimento dei periodi non interamente lavorati è subordinato:

  • alla presentazione di apposita domanda dell’interessato,
  • corredata da idonea documentazione.

Lavoro a tempo parziale di tipo verticale o ciclico: la disciplina

Il rapporto di lavoro a tempo parziale è attualmente disciplinato dal D.Lgs. n. 81/2015. Con riferimento alla valorizzazione nella posizione assicurativa dei periodi di lavoro svolti con contratto part-time di tipo verticale o ciclico, la disciplina previdenziale non ha consentito, sino ad oggi, all’Istituto di riconoscere, per le gestioni private, l’accredito pieno delle settimane di contribuzione.

Ciò in ragione dell’applicazione della normativa di carattere generale in materia di accreditamento dei contributi per il diritto a pensione.

Detto articolo dispone, infatti, che:

Il numero dei contributi settimanali da accreditare ai lavoratori dipendenti nel corso dell’anno solare, ai fini delle prestazioni pensionistiche a carico dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, per ogni anno solare successivo al 1983 è pari a quello delle settimane dell’anno stesso retribuite o riconosciute in base alle norme che disciplinano l’accreditamento figurativo […].

Conseguentemente, la “settimana retribuita” è risultata essere il parametro di misurazione del valore temporale accreditabile in estratto conto; pur se temperato dal rinvio al rispetto del minimale.

Leggi anche: Contratto di lavoro part-time: cos’è e come funziona

Contratti di lavoro part-time di tipo verticale o ciclico in itinere

L’INPS procederà al riconoscimento, per l’intera durata del rapporto di lavoro part-time, dei periodi assicurativi interessati dall’applicazione normativa e riferiti a rapporti di lavoro part-time di tipo verticale o ciclico attivi alla data di entrata in vigore della disciplina in commento.

Attesa l’esclusione, sarà necessario che l’assicurato presenti domanda alla Struttura territoriale competente per residenza, in fase di prima applicazione, tramite:

  • PEC;
  • ovvero servizio online di segnalazione contributiva (c.d. FASE), secondo le consuete modalità.

La domanda dovrà essere corredata da una dichiarazione sostitutiva, sottoscritta dall’interessato. Nel documento bisogna indicare:

  • gli eventuali periodi di sospensione del rapporto di lavoro senza retribuzione;
  • la copia del contratto di lavoro part-time di tipo verticale o ciclico al quale la stessa si riferisce.

Ciò consentirà all’Istituto di procedere al relativo accredito riferito ai soli periodi non lavorati in ragione del contratto part-time di tipo verticale o ciclico.

Leggi anche: part-time verticale

Contratti part-time di tipo verticale o ciclico esauriti

Con riferimento ai contratti di lavoro a tempo parziale esauriti prima dell’1 gennaio 2021, il riconoscimento dei periodi non interamente lavorati è subordinato alla presentazione di apposita domanda; questa inoltre deve essere corredata da idonea documentazione.

In merito, si precisa che per “contratti di lavoro a tempo parziale esauriti” si intendono:

  • non solo i contratti part-time di tipo verticale o ciclico che al 1° gennaio 2021 siano conclusi con cessazione del rapporto;
  • ma anche quelli per i quali il rapporto di lavoro sia stato trasformato da part-time di tipo verticale o ciclico a tempo pieno prima dell’entrata in vigore della norma.

INPS, Circolare numero 74 del 4 maggio 2021

In allegato la circolare INPS sulle nuove modalità di calcolo dell’anzianità contributiva nel part-time verticale e ciclico.

Bonus cultura 2021 per i nati nel 2002

Bonus cultura 2021 per i nati nel 2002: registrazione su 18app dal 1° aprile al 31 agosto

Il bonus cultura 2021 per i nati nel 2002 è operativo: registrazione su 18 app dal 1° aprile al 31 agosto del 2021 su www.18app.italia.it

Bonus cultura 2021 per i nati nel 2002: la procedura di registrazione su 18app per i nati nel 2002 è stata attivata, c’è tempo dal 1° aprile al 31 agosto per accreditarsi tramite SPID e ottenere il bonus di 500 euro. Il bonus cultura 2021 per i nati nel 2002 è stato confermato e ufficializzato tramite decreto attuativo n. 192 del 22 dicembre 2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 marzo (testo a fondo pagina). Per ottenere il contributo, occorre però rispettare alcuni step, tra cui la la registrazione sul portale 18app entro il 31 agosto 2021.

Si tratta, in buona sostanza, di una riconferma del voucher già previsto negli scorsi anni. Infatti, per quanto riguarda il bonus cultura 2020, i diciottenni che ne avevano fatto richiesta entro il 31 agosto 2020 e che avevano compiuto 18 anni nel 2019, hanno avuto tempo fino al 28 febbraio 2021, per spendere il voucher. Il voucher cultura consiste in una carta acquisti pari a 500 euro da spendere in beni e servizi culturali: biglietti per il cinema, teatro, libri e non solo. Ora potranno accedere al bonus per il 2021 i nati nel 2002, ossia coloro che hanno compiuto 18 anni nel 2020.

Vediamo più nel dettaglio come funziona il contributo, quali sono i requisiti per averne diritto e le tempistiche da tener presente.

Bonus cultura 2021 per i nati nel 2002: a chi spetta e a cosa serve

Il 2020 – considerato per motivi ben noti un vero e proprio annus horribilis – è stato anche un periodo assai complicato per spendere i 500 euro del bonus cultura, se teniamo conto che la maggior parte delle attività culturali per le quali far valere il voucher – ad es. biglietti per cinema e teatri –  sono state rese inaccessibili per molto tempo, in ragione della pandemia e delle restrizioni che ne sono conseguite.

A causa della crisi, delle chiusure tuttora applicate e delle misure anti-Covid ancora valevoli, i giovani potranno spendere il denaro del bonus in libri e corsi online, ma anche in audiolibri e dischi musicali. Ciò in attesa che la situazione ritorni gradualmente alla normalità, grazie ai vaccini.

L’accesso al bonus cultura, anche noto come 18app, era stato disciplinato da un decreto ad hoc del Ministero dei Beni Culturali, in vigore dal 5 marzo 2020, che predisponeva i criteri per l’attribuzione del contributo, in base a quanto previsto alla legge di Bilancio 2019. Ma, in verità, la sua origine è da rintracciarsi nella legge di stabilità 2016, all’epoca del Governo Renzi.

Quali acquisti si possono fare con il bonus cultura

Finalità essenziale della misura di sostegno è incentivare e promuovere lo sviluppo della cultura e la conoscenza del patrimonio culturale, tramite l’assegnazione di una carta elettronica, ossia una sorta di voucher, per l’acquisto di:

  • libri;
  • biglietti per spettacoli teatrali e cinematografici e spettacoli dal vivo;
  • biglietti di ingresso in musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali;
  • musica registrata;
  • prodotti dell’editoria audiovisiva;
  • corsi di teatro, musica e lingua straniera.

Inoltre, a partire dal bonus di quest’anno, sarà possibile acquistare anche abbonamenti a giornali periodici, sia in formato digitale che cartaceo. La specifica novità è inclusa nella Legge di Bilancio 2021, e  si rivolge sia a chi ha compiuto 18 anni nel 2020, sia a chi è in maggiore età da quest’anno.

Bonus cultura per i nati nel 2002: quando scade

Il bonus cultura sarà attribuito ai destinatari secondo ben precise condizioni. Infatti, il contributo 2021 si rivolge – come detto – esclusivamente a coloro che sono nati nel 2002, ossia i giovani che hanno compiuto 18 anni nel 2020. E come lo scorso anno, anche in questo è necessario effettuare la previa registrazione nel portale 18app, entro il 31 agosto 2021.

I tempi sono quelli fissati dal decreto attuativo del MIBACT datato 22 dicembre 2020, pubblicato – come accennato all’inizio – in Gazzetta Ufficiale del 17 marzo 2021. Finalmente, dunque, dopo i consistenti ritardi, dovuti anche alla crisi di Governo che ha portato alla caduta del Conte bis, abbiamo un decreto attuativo che può dispiegare i suoi effetti. Anzi, ora non vi sono più dubbi circa le tempistiche da rispettare per poter sfruttare il bonus spese culturali.

Tuttavia, restiamo in attesa dell’aggiornamento del portale 18app per poter fare domanda. Ad oggi, infatti il messaggio riportato nell’home page informa tutti i visitatori che la procedura per dettagliare il bonus cultura 2021 è in corso di definizione. Ciò che balza all’occhio è che per quest’anno, in molti si troveranno a poter spendere il bonus in oggetto ben oltre la data di compimento dei 18 anni.

Come si accede a 18 app

A questo punto, appare opportuno richiamare – in rapida sintesi – quelli che sono i requisiti per avere il bonus e poter accedere a 18app per ottenere il bonus cultura 2021.

Essi sono praticamente gli stessi dell’anno scorso, ossia:

  • residenza nel territorio nazionale;
  • possesso, ove previsto, di permesso di soggiorno in corso di validità;
  • compimento della maggiore età nel 2020;
  • possesso dell’identità digitale SPID, ossia le credenziali del Sistema Pubblico di Identità Digitale;
  • accesso al portale web www.18app.italia.it tramite SPID

Al momento, la scadenza per potersi avvalere del bonus cultura 2021 è fissata nel giorno 28 febbraio 2022; così come il 28 febbraio 2021 è stato l’ultimo giorno utile per il bonus cultura dello scorso anno.

Concludendo la registrazione al portale 18app sarà possibile dal primo aprile al 31 agosto 2021.

Nonostante nei mesi scorsi sia stata ipotizzata una diminuzione del valore del buono, pare che anche quest’anno l’importo totale sia pari a 500 euro per beneficiario.

Bonus cultura 2021 nati nel 2002: decreto attuativo in Gazzetta Ufficiale

Di seguito alleghiamo il testo completo del DECRETO n. 192 del 22 dicembre 2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 17 marzo 2021.

Decreto Sostegni bis, novità in arrivo e bozza: dai nuovi ristori agli sgravi fiscali

Decreto Sostegni bis, novità in arrivo e bozza: dai nuovi ristori agli sgravi fiscali

Il decreto Sostegni bis è vicino al varo ufficiale: novità in arrivo per i nuovi Ristori, sgravi fiscali, reddito di emergenza e smart working

Il decreto Sostegni bis sta confermando di essere un provvedimento economico assai articolato, ma d’altronde ciò era intuibile, in ragione del nuovo scostamento di bilancio autorizzato dal Parlamento (40 miliardi). Tanti i settori su cui interverrà questo decreto, allo scopo di offrire aiuti immediati a famiglie ed imprese e di spingere verso un più veloce rilancio socio-economico del Paese.

In un primo tempo, il provvedimento avrebbe dovuto essere pronto per fine aprile; poi si è detto che i primi giorni di maggio sarebbero stati quelli del varo ufficiale del testo. Ora, pare che i lavori siano giunti davvero a buon punto e che il decreto potrà essere varato entro la fine della settimana.

Appare dunque opportuno fare una panoramica degli interventi inclusi nel nuovo decreto Sostegni bis, onde capire come il Governo interverrà con misure immediate, come le agevolazioni sui mutui, i ristori e così via.

Decreto Sostegni bis: la bozza

Il secondo maxi provvedimento economico del Governo comprende 48 articoli, ed è sostenuto – come ricordato sopra – dai  40 miliardi di extra deficit, approvato dal Parlamento. In effetti, in questi giorni dovranno essere chiariti diversi aspetti; essendo ancora molti gli interventi da mettere a punto, alla luce degli undici articoli ancora senza norma. Ci riferiamo al rifinanziamento del fondo montagna; alla proroga delle indennità dei lavoratori stagionali; al turismo e sport, solo per citarne alcuni.

Precisazioni nel merito dovranno sicuramente giungere nei prossimi giorni, anche in tema di scuola, difesa, vaccini ed agricoltura.

download   Bozza Decreto Sostegni bis al 30-04-2021
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Ristori collegati alla diminuzione di fatturato, doppio binario

Probabilmente è il capitolo più significativo del decreto Sostegni bis. Ebbene, un maxi stanziamento pari a 14,1 miliardi di euro è previsto per i ristori con il meccanismo del doppio binario. Pertanto, gli aiuti saranno riconosciuti sempre in relazione al calo del fatturato, ma sarà possibile scegliere il periodo di riferimento.

Le ultime notizie fanno ipotizzare che nel testo definitivo troverà spazio la previsione di un contributo a fondo a perduto, versato in automatico dall’Agenzia delle Entrate rifacendosi ai requisiti; ai criteri di calcolo e alle modalità già introdotte dal primo decreto Sostegni. In via alternativa, l’interessato potrà optare per il calcolo legato al periodo primo aprile 2020-31 marzo 2021 in confronto all’identico periodo 2019-2020.

Sempre sul piano dei sostegni economici, previsti anche 500 milioni, da suddividere, per consentire ai sindaci dei Comuni italiani di finanziare i buoni per la spesa alimentare; le misure di sostegno al versamento dei canoni di locazione e delle utenze domestiche.

Sgravi fiscali estesi fino a maggio 2021

Nel decreto Sostegni bis spazio anche agli sgravi fiscali, che di fatto sono estesi per i mesi che vanno da gennaio 2021 a maggio 2021. Infatti, varranno gli sgravi sugli affitti per le aziende e i professionisti con ricavi o compensi comprovabili non al di sopra dei 10 milioni di euro; e che abbiano patito perdite di fatturato non al di sotto del 30%, rispetto all’ammontare medio mensile del 2019.

Attenzione anche a quanto previsto in tema di credito d’imposta: infatti i beneficiari dei contributi a fondo perduto del primo decreto Sostegni del Governo Draghi potranno contare ancora sul credito d’imposta pari al 60% dell’ammontare del canone mensile di locazione di immobili a uso non abitativo e al 30% dell’ammontare dei canoni mensili per l’affitto d’azienda.

Oggetto di proroga fino al 31 maggio gli sgravi verso gli affitti per agriturismo, alberghi, stabilimenti termali, agenzie di viaggio e tour operator. Ciò senza che influisca la mole di compensi e ricavi, di cui al periodo d’imposta precedente.

Non solo ristori e sgravi: novità per reddito emergenza e smart working privati

Come facilmente intuibile, il complesso e pluritematico decreto Sostegni bis non contiene soltanto norme in tema di ristori e di sgravi fiscali. Per esempio, nel testo vi sarà certamente spazio per l’attesa proroga fino al 30 settembre 2021 dello smart working per il settore privato, e ciò anche in assenza di specifici accordi individuali.

Anche il reddito di emergenza sarà prorogato, in piena coerenza con la scelta politica di potenziare sia reddito di cittadinanza, che reddito di emergenza, con nuovi stanziamenti ad hoc. Proprio il REM, che mantiene peraltro inalterati i requisiti di accesso, potrà essere assegnato anche per i mesi di giugno e luglio.

In buona sostanza, il decreto Sostegni bis dispone altri versamenti aggiuntivi, oltre a quelli (marzo, aprile, maggio) di cui al primo maxi provvedimento economico del Governo. Chi non ha mai fatto domanda, deve seguire la procedura online nel sito web dell’Istituto di previdenza, dietro autenticazione con le proprie credenziali. Altrimenti, potrà ricevere assistenza di un CAF o patronato. Attenzione alla data di scadenza: la domanda per il REM deve essere fatta entro il 30 giugno 2021.

Novità in ambito fiscale: plastic tax, canone Rai, IMU, TARI

Dal lato fiscale, anche la tanto discussa imposta sui prodotti in plastica, ossia la plastic tax, subirà un rinvio di 6 mesi. Entrerà dunque in vigore il primo gennaio 2022, e non il primo luglio 2020, come previsto finora.

Chiaramente, il decreto Sostegni bis intende non soltanto versare ristori immediati ai soggetti economicamente più in difficoltà; ma anche alleviare – ove possibile – la pressione fiscale su di essi. Così si spiega la scelta dello stop al pagamento della prima rata IMU per le aziende in difficoltà, e già beneficiarie dei contributi a fondo perduto. Non solo: stop anche alla ‘tassa sui tavolini’ fino alla fine del 2021 per bar e ristoranti e per gli ambulanti. Ciò nella finalità di contribuire al rilancio di queste attività, che per molti mesi sono state costrette a limitare i loro servizi al pubblico.

Sempre nella stessa prospettiva, va letta la scelta dello stop per tutto il 2021 al versamento del canone Rai per le strutture turistiche, bar e ristoranti. Non è detto però che la decisione trovi spazio nel secondo maxi provvedimento del Governo. Potrebbe infatti confluire nelle modifiche al primo decreto Sostegni, ora all’esame del Senato.

Sempre sul fronte fiscale, il decreto Sostegni fa riferimento ad un fondo ad hoc pari a circa 600 milioni di euro, per permettere ai Comuni di abbassare l’importo della TARI 2021. Le risorse saranno di seguito suddivise tra gli enti locali coinvolti, tramite decreto del ministro dell’Interno di concerto con il ministro MEF. I comuni potranno altresì estendere le agevolazioni fiscali con oneri a carico delle proprie casse; o servendosi in alternativa delle risorse per l’anno 2020 non ancora sfruttate.

Altre importanti misure in arrivo: mutui, startup, vaccini, ticket

Il decreto Sostegni bis conferma la sua ‘trasversalità’ anche in altro modo. Infatti, coloro i quali hanno meno di 36 anni e acquistano la prima casa avranno diritto di accedere al fondo di garanzia sui mutui per prima casa. In buona sostanza, non saranno da pagare imposta di registro, imposta ipotecaria e quella catastale. Non solo: anche le spese notarili saranno dimezzate.

Nel decreto Sostegni bis spinta anche agli investimenti nell’ambito delle startup e PMI innovative: non si deve versare l’imposta al 26% sulle plusvalenze, derivate dalla cessione di partecipazioni fino al 2025. Ciò a condizione che siano reinvestite in aziende simili o possedute per un triennio.

Concludendo, novità rilevanti anche sul fronte sanitario. Infatti, nel decreto Sostegni bis sono inclusi 16 milioni di euro per realizzare un reparto di infialamento e confezionamento di anticorpi monoclonali e vaccini. Mentre le prestazioni di specialistica ambulatoriale saranno esenti dal ticket per i due anni di monitoraggio post pandemia, secondo le indicazioni di un protocollo sperimentale, valido in tutta la penisola.

Notizie Inps

Tempo non lavorato

La legge di bilancio 2021 ha disposto nuove modalità di calcolo dell’anzianità contributiva maturata nei rapporti di lavoro subordinato a tempo parziale di tipo verticale o ciclico, valorizzando ai fini del diritto pensionistico anche il tempo non lavorato, come già avviene nel part-time orizzontale.

Con la circolare INPS 4 maggio 2021, n. 74 l’Istituto fornisce le indicazioni sull’applicazione della norma nel settore privato, sui nuovi adempimenti per i datori di lavoro e sulla gestione delle posizioni assicurative dei lavoratori dipendenti diversi dagli operai agricoli.

Le pensioni potranno essere liquidate in applicazione delle nuove disposizioni per decorrenze dal 1° gennaio 2021.

Le novità introdotte in materia di part-time di tipo verticale o ciclico non modificano le modalità di individuazione del diritto e della misura del Trattamento di Fine Servizio ( TFS) e del Trattamento di Fine Rapporto ( TFR) dei dipendenti pubblici.

San Pietro Nolasco

 

San Pietro Nolasco


Nome: San Pietro Nolasco
Titolo: Fondatore dei Mercedari
Nascita: anno 1189, Carcassone (Francia)
Morte: 25 dicembre 1256, Barcellona
Ricorrenza: 6 maggio
Tipologia: Commemorazione

S. Pietro Nolasco nacque da nobile famiglia a Recaud presso Carcassone in Francia l’anno 1189 e, fin da fanciullo si distinse per la singolare carità che aveva verso il prossimo. Si ebbe un presagio di queste virtù allorchè, piangendo ancor bambino nella culla, uno sciame d’api volò sopra di lui e costruì un favo di miele nella sua destra. Fu allevato nella casa paterna con molte cure, avendo perduto il padre in età di quindici anni, continuò a vivere sotto la direzione di sua madre, che non potè mai risolversi a rimaritarsi, decisa come era di consacrarsi alla cura del figliuolo ed al servizio di Dio.

Pietro rimase per qualche tempo al servizio di Simone Conte di Montefort della Crociata contro gli Albigesi. Dopo la celebre battaglia di Muret, nella quale Pietro Re d’Aragona perdette la vita, il Conte, impietosito della sventura e della debolezza del giovane Jacopo rimasto suo prigioniero in età di sette anni, credette di non potergli prestare servizio migliore che dargli Pietro Nolasco per suo precettore. Santo soddisfece all’impegno nella maniera più perfetta. Il giovane re gli diede tutta la sua stima e confidenza, e Pietro se ne servì per riformare la Corte con la santità dei suoi costumi. La devozione alla Vergine e la carità verso i Cristiani fatti prigionieri sotto i Mori furono le due virtù caratteristiche del nostro Santo.

Fondò l’Ordine di Santa Maria della Mercede per la redenzione degli schiavi (confermato poi ed approvato dalla Sede Apostolica), al quale, oltre i tre soliti voti di povertà, castità ed obbedienza, aggiunse il quarto d’impegnare cioè i beni ed anche le proprie persone, qualora fosse necessario, alla redenzione degli schiavi. Pietro stesso venne eletto Primo Generale di questo Ordine nuovo, che governò finchè visse con molta prudenza e rettitudine. Benedisse il Signore talmente questo novello istituto, che venivano ad abbracciarlo folle non solo di popolani, ma anche di nobili, che offrivano se stessi c i loro beni per la redenzione degli schiavi. Così fino dai primi anni ne fu riscattato un gran numero non solo nella Spagna, ma anche nell’Africa, dove San Pietro si recò più volte in persona con grandi stenti, fatiche e perfino pericoli della vita.

La fama della sua santità giunse sino in Francia alle orecchie del Re S. Luigi, il quale desiderò di vedere e di abboccarsi con Pietro Nolasco. Questi pure bramava da parte sua di conoscere un principe di tanta virtù e singolare pietà: onde, presa l’occasione di un viaggio, che il Re S. Luigi fece nella Linguadoca, il Santo vi si recò per visitarlo, e dimorò qualche tempo presso di lui con estremo giubilo e contentezza del Santo Re, il quale gli comunicò il suo disegno di andare con un’armata in Levante a liberare quei cristiani dal barbaro giogo degli infedeli e lo invitò a tenergli compagnia. Accettò Pietro con immensa gioia quell’invito: ma ne fu impedito da una fastidiosa infermità che lo colpì e lo fece soffrire fino alla morte.

S. Pietro rifulse meravigliosamente nella castità illibata, nell’umiltà, nell’astinenza e in ogni altra virtù. Celebre per il suo dono di profezia, predisse cose future, tra cui la più famosa fu, che il Re Giacomo avrebbe ripreso Valenza, occupata dai Mori. Era consolato da frequenti apparizioni dell’Angelo Custode e della Vergine Madre di Dio. Infine indebolito dalla vecchiaia, cadde malato e si ridusse in fin di vita. Dopo aver esortato i suoi confratelli alla carità verso gli schiavi, munito dei santi sacramenti, rese lo spirito a Dio a mezzanotte della vigilia della Natività del Signore l’anno 1250. Fu canonizzato da papa Urbano VIII nel 1628. Alessandro VII ordinò di celebrare la festa il 31 di gennaio e papa Pio XI la trasferì al 28 di gennaio e attualmente è commemorato nel martirologio romano il 6 maggio.

PRATICA. Mandiamo un’offerta per la redenzione dei peccati

PREGHIERA. Santa Maria della Mercede pregate per noi

MARTIROLOGIO ROMANO. San Piétro Nolàsco Confessore, Fondatore dell’Ordine della beata Vergine Maria della Mercéde per la redenzione degli schiavi: si addormentò nel Signore il venticinque Dicembre.