Archivi giornalieri: 17 maggio 2021

Leggi maggiormente richieste

Leggi maggiormente richieste

Anno 2021

La selezione di queste leggi viene effettuata basandosi sulle richieste che ogni giorno pervengono agli Uffici informazioni parlamentari del Senato e della Camera, anche via e-mail. Le leggi sono ordinate in base alla data (a partire dalla più recente).
Legge 06 Maggio 2021 n. 61

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, recante misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena

Pubblicazione:

G.U. n. 112 del 12 Maggio 2021

Testo coordinato:

G.U. n. 112 del 12 Maggio 2021

Iter e lavori preparatori
27 aprile 2021:
approvato
05 maggio 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge 22 Aprile 2021 n. 53

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2019-2020

Pubblicazione:

G.U. n. 97 del 23 Aprile 2021

Iter e lavori preparatori
29 ottobre 2020:
approvato
31 marzo 2021:
approvato con modificazioni
20 aprile 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge 15 Aprile 2021 n. 50

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 31, recante misure urgenti in materia di svolgimento dell’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato durante l’emergenza epidemiologica da COVID-19

Pubblicazione:

G.U. n. 94 del 20 Aprile 2021

Testo coordinato:

G.U. n. 94 del 20 Aprile 2021

Iter e lavori preparatori
31 marzo 2021:
approvato
13 aprile 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge 01 Aprile 2021 n. 46

Delega al Governo per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e universale

Pubblicazione:

G.U. n. 82 del 06 Aprile 2021

Iter e lavori preparatori
21 luglio 2020:
approvato
30 marzo 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge 24 Marzo 2021 n. 43

Conversione in legge del decreto-legge 29 gennaio 2021, n. 5, recante misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI)

Pubblicazione:

G.U. n. 77 del 30 Marzo 2021

Testo coordinato:

G.U. n. 77 del 30 Marzo 2021

Iter e lavori preparatori
10 marzo 2021:
approvato
23 marzo 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge 12 Marzo 2021 n. 29

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2, recante ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e prevenzione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e di svolgimento delle elezioni per l’anno 2021

Pubblicazione:

G.U. n. 61 del 12 Marzo 2021

Iter e lavori preparatori
03 marzo 2021:
approvato
11 marzo 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge 26 Febbraio 2021 n. 21

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall’Unione europea. Proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità “Il Forteto”

Pubblicazione:

G.U. n. 51 del 01 Marzo 2021

Testo coordinato:

G.U. n. 51 del 01 Marzo 2021

Iter e lavori preparatori
23 febbraio 2021:
approvato
25 febbraio 2021:
approvato definitivamente. Legge
Legge 29 Gennaio 2021 n. 6

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172, recante ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19

Pubblicazione:

G.U. n. 24 del 30 Gennaio 2021

Testo coordinato:

G.U. n. 24 del 30 Gennaio 2021

Iter e lavori preparatori
20 gennaio 2021:
approvato
27 gennaio 2021:
approvato definitivamente. Legge

Pace contributiva e riscatto laurea agevolato: chiarimenti scadenze INPS

Pace contributiva e riscatto laurea agevolato: chiarimenti scadenze INPS

L’INPS fornisce chiarimenti in merito alle scadenze di Pace Contributiva e Riscatto della Laurea Agevolato. Ecco i dettagli.

L’INPS ha rilasciato il messaggio 1921 del 13 maggio 2021 con il quale fornisce chiarimenti in merito alla pace contributiva e al riscatto studi universitari.

L’Inps in particolare si sofferma sul riscatto di periodi non coperti da contribuzione (cosiddetta pace contributiva) e sul diverso criterio di calcolo dell’onere di riscatto dei periodi di studio universitario da valutare nel sistema contributivo (Decreto Legge 28 gennaio 2019, n.4), ovvero il cosiddetto Riscatto della laurea agevolato.

Ecco le precisazioni dell’Istituto.

Pace contributiva e riscatto studi universitari: scadenze

L’INPS precisa che le disposizioni normative contenute ai commi da 1 a 5, articolo 20, Decreto-Legge 4/2019, illustrate in precedenza con la circolare numero 106/2019, riguardano esclusivamente la nuova tipologia di riscatto di periodi non coperti da contribuzione (cosiddetta pace contributiva) e non si estendono alle altre tipologie di riscatto previste dalla normativa vigente.

In riferimento alla presentazione della sola domanda suddetta, questa è limitata, salvo proroga, al triennio 2019-2021. Quindi il termine entro il quale presentare la richiesta rimane il 31 dicembre 2021.

Invece il riscatto di corsi di studio universitari con modalità “agevolate”, meglio conosciuto come  riscatto della laurea agevolato, previsto dal comma 5-quater, art. 2 del Decreto Legislativo 30 aprile 1997, n. 184, è invece attivabile anche negli anni successivi al 2021.

Pace contributiva: cos’è e come funziona

Con la locuzione pace contributiva si intende un riscatto agevolato dei periodi scoperti da contribuzione obbligatoria, introdotta dal decretone di riforma del welfare e che può essere fruito nel triennio compreso fra il 2019 e il 2021.

Questa riforma permette di aumentare la propria anzianità contributiva, grazie all’acquisizione di contributi del tutto equiparati a quelli di lavoro.

Il riscatto è agevolato in quanto si pagherà una quota minima per ottenere dei periodi di scopertura contributiva. Tuttavia potrà essere richiesto il riscatto purché il periodo in questione si collochi tra il primo contributo versato e l’anno dell’ultimo contributo accreditato.

Leggi anche: Pace contributiva: cos’è e quanto costa il riscatto contributivo

Riscatto della laurea agevolato: cos’è e come funziona

Il riscatto della laurea agevolato o riscatto “light” degli anni di laurea è stato introdotto dal Decreto Legge su reddito di cittadinanza e quota 100.

Questa agevolazione contributiva prevede che un lavoratore possa riscattare gli anni di studio universitari, con un importo minore rispetto al riscatto ordinario, ma con alcune limitazioni rispetto a quest’ultimo strumento.

In sostanza si riscatta il periodo di laurea che però varrà ai fini dell’anzianità contributiva, ma non del calcolo.

Questo significa che aumenta l’anzianità contributiva e assicurativa, cioè salgono gli anni di contributi accantonati, ma non aumenta il valore della pensione.

Leggi anche: Riscatto di laurea agevolato, conviene? I conti dei Consulenti del Lavoro

Messaggio INPS numero 1921 del 13 maggio 2021

Alleghiamo infine il messaggio 1921/2021 dell’INPS recante: riscatto dei corsi universitari di studi per periodi da valutare nel sistema contributivo. Modalità di calcolo cosiddette “agevolate” del
relativo onere. Precisazioni.

download   Messaggio numero 1921 del_13-05-2021
       » 51,3 KiB – 9 download
Decreto Sostegni bis, il pacchetto salva lavoro per rilanciare l’occupazione

Come ormai ben noto, il decreto Sostegni bis si sta facendo attendere oltre le previsioni.  Le ultime notizie ci dicono che lo slittamento alla prossima settimana, è ormai confermato al 100%.

D’altronde si tratta di un provvedimento economico di ampio respiro, che si fonda sullo stanziamento di miliardi di euro e che riguarderà svariati settori. Tra essi, ovviamente anche quello del lavoro, con nuove misure in arrivo, a sostegno dell’occupazione nel nostro paese. Tutti sanno delle conseguenze causate dall’accoppiata pandemia-lockdown; che ha portato alla perdita di quasi un milione di posti di lavoro in un anno, come certificato dall’Istat.

Per rilanciare il tessuto socio-economico del paese, all’interno del testo del decreto Sostegni bis, troverebbe spazio il cd. contratto di rioccupazione, con sgravi contributivi fino al 100%. Ma non solo.

Facciamo dunque una sintetica panoramica delle novità di cui al pacchetto lavoro nel prossimo maxi provvedimento economico del Governo Draghi.

LEGGI ANCHE: Esonero contributi professionisti ed autonomi, il testo del decreto.

Decreto Sostegni bis: nel mirino l’agenzia Anpal

Nell’articolato quadro di misure per il lavoro all’interno dell’imminente decreto Sostegni bis, trova posto anche una norma per il commissariamento dell’Anpal. Infatti, come confermato dallo stesso ministro del Lavoro Andrea Orlando, il Governo intende ‘rivoluzionare’ l’Agenzia per le politiche attive del lavoro. Ciò allo scopo di riportare le funzioni di indirizzo e coordinamento nell’ambito dello stesso Ministero.

Insomma, il periodo di presidenza del contestato Mimmo Parisi finisce qui. Dopo non poche discussioni, Anpal è commissariata, attraverso una norma ad hoc, inclusa nel decreto Sostegni Bis. Parisi è un nome piuttosto noto: fu chiamato nel 2019 dall’allora ministro del Lavoro Luigi di Maio a dirigere l’Agenzia; e, secondo gli osservatori, non è mai stato in grado di convincere in quanto a preparazione e adeguatezza degli interventi.

In particolare, le critiche su di lui si focalizzarono sulla decisione di istituire i cd. navigator; vale a dire i responsabili della ricerca di nuove proposte di lavoro da sottoporre ai soggetti che percepiscono il reddito di cittadinanza. Al momento il futuro professionale dei navigator è alquanto incerto, ma per loro dovrebbe esservi la proroga fino a fine 2021.

Contratto di ri-occupazione nel nuovo decreto: come funziona?

Al fine di far cambiare passo al mondo del lavoro in Italia, il pacchetto di novità contenute nel prossimo decreto Sostegni bis mira ad introdurre il cosiddetto contratto di ri-occupazione, ossia un’alternativa ai licenziamenti, da far valere nella generalità dei settori, allo scopo di favorire la ripresa dell’economia e della produttività italiane.

Ecco dunque i tecnici del Governo ai dettagli finali: le norme sono dirette alla definizione di un “contratto di rioccupazione” a tempo indeterminato che, in base a quanto reso noto dall’Ansa: “sarà legato alla formazione e a un periodo di prova, massimo di sei mesi, con sgravi contributivi al 100% che andranno restituiti nel caso in cui il lavoratore non venga poi assunto. Sgravi che si cumulano agli altri già a disposizione”.

Questo meccanismo sarebbe decisivo per mantenere gli attuali livelli occupazionali; infatti l’esonero contributivo al 100% varrebbe per i lavoratori subordinati, che sono riconfermati a seguito del blocco dei licenziamenti, al momento operativo fino al 30 giugno 2021.

Contratto di solidarietà incentivato nel prossimo decreto del Governo

Non c’è solo questo sul tema lavoro, nel prossimo decreto Sostegni bis. Infatti, mentre le istituzioni lavorano anche alla riforma strutturale degli ammortizzatori sociali, prevista nel quadro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, occorre fare di più e subito.

E’ necessario infatti controbattere alla fine del blocco dei licenziamenti e ai rischi sulla tenuta del sistema economico italiano, attraverso un consistente pacchetto occupazione nel dl Sostegni bis.

Gli osservatori più attenti hanno così fatto notare che nel provvedimento del Governo saranno ‘inclusi’ sia il contratto di solidarietà; sia il contratto di espansione. In particolare il nuovo impulso verso il contratto di solidarietà sarà secondo il meccanismo che segue: le imprese che a giugno si troveranno di fronte allo sblocco dei licenziamenti, nella sussistenza di una diminuzione del 50% del volume di fatturato, potranno sottoscrivere un contratto ad hoc che implicherà la retribuzione al 70%. Contemporaneamente, tuttavia, le aziende debbono impegnarsi a conservare i livelli occupazionali.

Ma si parla insistentemente anche dell’inclusione nel prossimo decreto Sostegni bis, di nuove misure e regole ad hoc, riservate ai settori commercio; ristorazione e turismo, ossia i più danneggiati dagli effetti di pandemia e lockdown.

Novità anche per il contratto di espansione

Il ministero del Lavoro è molto attivo in quest’ultimo periodo, e d’altronde non può essere altrimenti. Nella fase di limatura del decreto Sostegni bis, sempre su impulso del ministro Orlando, ecco regole ad hoc in tema di cd. contratto di espansione, nato qualche anno fa attraverso il decreto Crescita, in via sperimentale per il biennio 2019-2020, allo scopo di spingere le imprese verso nuove assunzioni. In seguito, la legge di Bilancio 2021 lo ha esteso alle aziende dai 250 dipendenti in su (in precedenza 1000).

La novità consiste nell’abbassamento della soglia dei lavoratori occupati per le imprese (100 dipendenti) che potranno dunque avvalersi del beneficio, sia per quanto riguarda la riduzione dell’orario, che per lo scivolo. La finalità insita nella scelta è data dalla volontà di favorire le imprese che assumono giovani risorse, spingendo verso il turnover o ricambio generazionale.

Info CIG, servizio assistenza cassa integrazione INPS in chat: come funziona (video)

Info CIG, servizio assistenza cassa integrazione INPS in chat: come funziona (video)

Info CIG è il nuovo servizio di assistenza dell’INPS per i lavoratori in cassa integrazione per avere informazioni sui pagamenti diretti.

Dal 10 maggio l’INPS ha attivato, nell’area MyINPS, il nuovo servizio di assistenza in chat live, denominato Info CIG. Questo servizio, complementare al numero verde INPS, consente ai lavoratori in cassa integrazione, ovvero ai destinatari di una prestazione di integrazione salariale a pagamento diretto, di avere informazioni dall’Istituto.

In pratica l’utente attiva una conversazione via chat con un consulente dell’INPS in modo tale da ricevere informazioni sullo stato di lavorazione delle domande, gli importi della CIG, quando arrivano i pagamenti, domande specifiche sulla pratica ecc.

Contestualmente l’INPS ha pubblicato un video tutorial, oggetto di questa guida, che spiega passo passo come accedere al servizio nell’area riservata MyINPS. Ecco i dettagli.

Info CIG: cos’è e come funziona la chat

Come detto in premessa si tratta di un servizio di assistenza e informazioni via chat complementare ai consueti contatti INPS (telefono, facebook, sede ecc.). Per accedere all’area riservata e usufruire del servizio di assistenza dell’INPS si deve:

  1. accedere tramite le proprie credenziali (SPID, CNS, CIE 3.0 oppure ancora per qualche mese con PIN INPS) a MyINPS, ovvero l’area personale per il cittadino;
  2. successivamente, bisogna selezionare la sezione “Comunica con l’INPS”, nel menu sulla sinistra
  3. cliccare su Info CIG
  4. e poi sul pulsante “Parla con un operatore”.

Il video tutorial è comunque molto utile per comprendere bene tutti i passaggi sopra enunciati.

Il servizio Info CIG è in fase sperimentale fino a nuova comunicazione.

Orari Info CIG

Nella prima fase di sperimentazione il servizio Info CIG dell’INPS sarà attivo dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 18, con accesso riservato ai lavoratori residenti a Roma e provincia.

Al termine della sperimentazione, la chat live sarà aperta anche ai lavoratori residenti nel resto del territorio nazionale. Inoltre nella seconda fase si avrà anche un’estensione della fascia oraria nella quale sarà possibile collegarsi.

L’ampliamento del servizio sarà comunicato tramite avviso sul sito www.inps.it e sui canali social dell’Istituto.

Diritto alla disconnessione: novità sulla tutela del lavoratore in smart working

Diritto alla disconnessione nello smart working: cos’è e come funziona? Questa particolare modalità di svolgimento di lavoro da casa è sottoposto ad un contratto o accordo individuale tra azienda e dipendente che si accordano per organizzare la prestazione secondo fasi, cicli e obiettivi senza precisi vincoli di orario e luogo di svolgimento. La libertà riconosciuta al dipendente nell’organizzare i ritmi lavorativi deve tuttavia rapportarsi con le esigenze aziendali e produttive.

Tuttavia anche qui c’è un limite: lavorare da casa non significa essere sempre connessi e pronti a rispondere al cellulare o sulla chat aziendale a qualsiasi ora. La legge che disciplina il lavoro agile (Legge numero 81/2017) prevede l’obbligo di stipulare un accordo scritto tra azienda e dipendente in cui disciplinare, tra le altre cose, anche il diritto alla disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni di lavoro.

Aggiornamento: nella legge 61/2021, di conversione del decreto legge 30/2021, pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 12 maggio, è stata inserita una norma specifica sul diritto a disconnettersi per il lavoratore. La Legge disciplina fra gli altri, il diritto alla disconnessione dagli strumenti tecnologici per i lavoratori agili. Si conferma che il diritto a “staccare” va sempre regolato dall’accordo individuale di lavoro agile.

Analizziamo la questione nel dettaglio.

Accordo individuale di smart working

Eccezion fatta per il periodo di emergenza Covid, in caso di ricorso al lavoro agile, datore e dipendente devono stipulare un apposito accordo individuale. Questo deve avere forma scritta ai fini della prova e deve contenere:

  • La disciplina riguardante lo svolgimento della prestazione al di fuori dei locali aziendali;
  • Le modalità di esercizio del potere direttivo e di controllo da parte dell’azienda;
  • I mezzi tecnologici ed in generale le strumentazioni utilizzate dal dipendente;
  • I tempi di riposo;
  • Gli accorgimenti tecnico-organizzativi per assicurare la disconnessione del lavoratore;
  • Il diritto all’apprendimento permanente;
  • Le sanzioni disciplinari irrogabili dall’azienda a fronte di comportamenti del lavoratore nell’esecuzione dell’attività in regime di smart working.

Copia dell’accordo dev’essere inviata al Ministero del lavoro, utilizzando la piattaforma presente sul portale “Cliclavoro” (sezione “Aziende” sottosezione “Smart working”).

L’invio della documentazione deve avvenire entro il giorno precedente quello di decorrenza dell’accordo.

Leggi anche: Smart working: contratto, retribuzione, tutele e diritti del lavoro da casa

Diritto alla disconnessione: cos’è e come funziona

L’articolo 19 comma 1 della Legge numero 81 stabilisce espressamente che l’accordo di smart working contenga, oltre ai periodi di riposo del lavoratore, anche

le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni di lavoro”.

Di conseguenza, all’interno dell’accordo di lavoro agile sarà necessario prevedere:

  • Tempi di riposo del lavoratore;
  • Misure tecniche ed organizzative tali da garantire al dipendente la possibilità di interrompere i collegamenti internet e disattivare i dispositivi elettronici.

Un’obbligo, quello citato, che si ritiene di dover rispettare anche nel periodo dell’emergenza COVID-19, pur in assenza dell’obbligatorietà di un accordo scritto disciplinante il lavoro agile.

Diritto alla disconnessione dipendenti pubblici

Nella legge 61/2021, di conversione del decreto legge 30/2021 è stata inserita una norma che sancisce e rafforza il diritto alla disconnessione per i dipendenti pubblici. Si tratta dell’articolo 2 comma 1-ter, il quale recita testualmente:

Ferma restando, per il pubblico impiego, la disciplina degli istituti del lavoro agile stabilita dai contratti collettivi nazionali, è riconosciuto al lavoratore che svolge l’attività in modalità agile il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche, nel rispetto degli eventuali accordi sottoscritti dalle parti e fatti salvi eventuali periodi di reperibilità concordati.

L’esercizio del diritto alla disconnessione, necessario per tutelare i tempi di riposo e la salute del lavoratore, non può avere ripercussioni sul rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi.

Quali sono le fasce di reperibilità dello smart worker

Un’applicazione del diritto alla disconnessione è certamente la previsione, all’interno dell’accordo, di una serie di fasce di reperibilità nell’arco della giornata in cui il dipendente dev’essere:

  • Collegato con gli strumenti tecnologici a sua disposizione;
  • Impegnato nello svolgere la prestazione lavorativa.

Eventuali modifiche a quanto indicato nell’accordo dovranno essere preventivamente autorizzate dal datore di lavoro / responsabile, nel rispetto di un termine di preavviso anch’esso riportato per iscritto.

Al di fuori delle fasce di reperibilità il dipendente è libero di organizzare i propri tempi di lavoro e di riposo.

La scelta delle fasce di reperibilità è rimessa agli accordi tra azienda e dipendente, tenuto conto di:

  • Esigenze produttive;
  • Mansione ricoperta dal lavoratore;
  • Esigenze personali, sociali e familiari del dipendente.

Divieto a contattare il lavoratore in smart working

L’accordo può prevedere il divieto per il datore di lavoro, il responsabile e più in generale qualsiasi collega o cliente, di contattare il dipendente al di fuori delle fasce di reperibilità.

In deroga al blocco delle chiamate, le parti possono concordare che, in presenza di esigenze urgenti e imprevedibili, esclusivamente il datore di lavoro o il responsabile siano autorizzati a contattare il dipendente, via telefono o e-mail.

Mancato rispetto delle fasce di reperibilità di lavoro agile

Nella sezione dedicata alle responsabilità disciplinari, l’accordo può prevedere particolari richiami o sanzioni nei confronti del dipendente che, senza alcuna giustificazione, non si rende reperibile nelle fasce orarie pattuite.

Ricordiamo che, a seconda della condotta di cui si rende responsabile il lavoratore, il codice disciplinare interno (a cui l’accordo di smart working deve fare riferimento) prevede sanzioni variabili in base alla gravità del comportamento contestato. Queste ultime vanno infatti dal semplice richiamo verbale sino ad arrivare, nei casi più gravi, al licenziamento disciplinare senza obbligo di rispettare il preavviso.

E in caso di assenza del lavoratore?

Se nell’accordo non vengono previste fasce di reperibilità, il diritto alla disconnessione può essere garantito preavvertendo il datore di lavoro o il diretto responsabile dei periodi della giornata in cui si è offline o comunque non raggiungibili telefonicamente.

Una soluzione, quest’ultima, che presenta difficoltà organizzative superiori rispetto alla semplice previsione delle fasce di reperibilità.

Come usare le chat aziendali e il cellulare

Per garantire al dipendente di non essere disturbato durante i periodi di riposo, nell’accordo si devono prevedere sistemi telematici per comunicare la disconnessione dal lavoro. Si pensi ad esempio ad una chat aziendale o ad un sistema di messaggistica; questi consentono infatti di impostare lo status dell’utente su “offline” o “non disturbare”.

Per quanto riguarda invece il cellulare aziendale, l’accordo può consentire al lavoratore di spegnerlo durante i periodi di riposo.

Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro agile

Il tema della disconnessione si collega alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori in smart working, posta a carico dell’azienda.

A tal proposito, è fatto obbligo al datore di lavoro di consegnare al dipendente in lavoro agile e al Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls), un’informativa sui rischi connessi allo svolgimento dello smart working. Copia firmata da entrambe le parti (dipendente ed Rls) dev’essere restituita all’azienda.

Orario di lavoro smart working: come funziona

Oltre al diritto alla disconnessione, al lavoratore in smart working si devono garantire riposi giornalieri e settimanali, al pari dei colleghi in sede.

Rinnovo tessera sanitaria scaduta, cosa fare: richiesta, rinnovo e duplicato

Rinnovo tessera sanitaria scaduta, cosa fare: richiesta, rinnovo e duplicato

Tessera sanitaria, come fare richiesta, rinnovo e duplicato online. Cosa fare a scadenza e ottenere il duplicato in caso di smarrimento.

Tessera sanitaria: come fare richiesta, come si richiede un duplicato, come si fa il rinnovo? A queste e ad altre domande proveremo a dare risposta in questa guida. Partiamo dal presupposto che la tessera sanitaria è uno strumento molto importante per accedere ad una serie di servizi della Sanità e della PA, ma anche per altri servizi secondari.

Se in passato aveva come unico scopo di mostrare il codice fiscale e prenotare visite, acquistare farmaci ecc. negli ultimi anni la card ci permette anche di accedere a tutti i servizi della pubblica amministrazione, di consultare i propri dati sanitari direttamente online, accedere all’acquisto di alcuni beni dai distributori automatici ecc. Ci permette inoltre di caricare, tramite il codice fiscale, le nostre spese sanitarie direttamente nella dichiarazione dei redditi precompilata.

Ma vediamo più nel dettaglio cos’è la TS, come fare la richiesta online, come fare il rinnovo a scadenza, oppure il duplicato in caso di smarrimento, furto, malfunzionamento o danneggiamento. Di recente inoltre, l’Agenzia delle Entrate ha rilasciato una guida completa in formato PDF dedicata interamente a questo strumento, che alleghiamo a fondo pagina.

Tessera sanitaria: cos’è

Come detto in premessa la tessera sanitaria acquisisce sempre più importanza rispetto agli inizi. Infatti, fino a poco tempo fa la card si poteva usare solo ed esclusivamente per prenotare visite mediche, esami, acquistare medicinali, ecc. Ma a partire dal 2011, la tessera svolge ulteriori importanti funzioni come ad esempio la possibilità di consultare le proprie spese sanitarie direttamente online ed accedere ai servizi della pubblica amministrazione.

La tessera viene rilasciata gratuitamente a tutti i cittadini italiani che  sono in possesso del codice fiscale. La card viene generata automaticamente nel momento in cui l’ASL comunica i dati al sistema TS e successivamente alla comunicazione dei dati, la tessera viene inviata presso l’indirizzo di residenza del titolare. Essa ha una durata di 6 anni, ma la sua validità può essere inferiore nel caso di cittadini stranieri con un regolare permesso di soggiorno. Per i bambini appena nati la data di scadenza è fissata ad 1 anno.

Lo scopo principale è quello di garantire l’assistenza sanitaria al cittadino nel territorio italiano e nei Paesi dell’Unione europea. Inoltre, sarà possibile presentare la tessera in farmacia nel momento di un acquisto di un medicinale e richiedere lo scontrino parlante su cui verrà applicato il proprio codice fiscale. Quindi serve anche ad usufruire delle detrazioni fiscali del 19% in sede di dichiarazione dei redditi.

Richiesta Tessera Sanitaria: come fare

Grazie alla digitalizzazione della pubblica amministrazione e della Sanità, nasce la tessera sanitaria online. Questa funzione non è obbligatoria, ma è totalmente gratuita. La TS Online oltre alle precedenti funzioni precedentemente indicate, essa permette anche di consultare il proprio Fascicolo Sanitario Digitale,  ossia una raccolta digitale dei propri documenti clinici ottenuti nel corso degli anni.

La nuova TS online ci permette di avere disponibile in ogni momento i seguenti servizi:

  • I dati personali;
  • Il consenso alla donazione degli organi;
  • Referti medici personali;
  • Verbali Pronto Soccorso;
  • I farmaci acquistati;
  • Profilo Sanitario Sintetico.

Per poter attivare la Tessera Sanitaria Online bisogna presentarsi presso gli uffici preposti all’attivazione della propria regione. Successivamente all’attivazione saranno consegnati il codice PIN e PUK personale.

Ottenute le credenziali bisognerà acquistare un lettore smartcard da collegare al proprio Pc. Effettuate queste semplici operazioni sarà possibile consultare il proprio fascicolo sanitario direttamente online e comodamente da casa. Allo stesso modo si potrà accedere a TS online con SPID o con le credenziali di Fisconline.

Leggi anche: SPID cos’è e come funziona

Rinnovo Tessera Sanitaria scaduta

rinnovo tessera sanitariaCome già anticipato, la tessera sanitaria ha una validità di 6 anni per tutti i cittadini italiani, mentre per gli stranieri con un regolare permesso di soggiorno la scadenza coincide con la scadenza di quest’ultimo. Infine, per i nuovi nati la tessera sanitaria ha validità 1 anno. La data di scadenza è indicata sia sul fronte che sul retro della card.

Quindi cosa fare in caso di tessera sanitaria scaduta? Come rifare la TS? A differenza di altri documenti come ad esempio la patente di guida, dove bisogna recarsi presso una scuola guida oppure alla motorizzazione per il rinnovo, per la tessera sanitaria non bisogna fare nulla poiché, sarà l’Agenzia delle Entrate a spedircela direttamente a casa.  Solo nel caso in cui la tessera nuova non dovrebbe arrivare presso il nostro domicilio, allora bisognerà recarsi all’Asl più vicina e richiedere l’invio della nuova tessera da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Grazie al processo di digitalizzazione, oggi è possibile anche consultare direttamente online lo stato di emissione della propria tessera sanitaria attraverso il portale web dedicato oppure chiamare il numero verde predisposto dall’Agenzia delle Entrate 800.030.070.

Va precisato che anche se la propria tessera sanitaria è scaduta, è sempre possibile usufruire di tutti i servizi erogati tramite di essa. Solo nel caso in cui si ha necessità di recarsi all’estero bisogna obbligatoriamente farsi rilasciare dall’ASL il certificato sostitutivo TEAM.

Duplicato tessera sanitaria

Come fare il duplicato della Tessera sanitaria? Anche in caso di furto oppure smarrimento della propria tessera sanitaria, sarà possibile rifare il duplicato della TS direttamente online sul sito web dell’Agenzia delle Entrate.

Per poter duplicare la TS online, bisogna effettuare l’accesso Fisconline/Entratel tramite:

  • SPID,
  • CNS,
  • credenziali Fisco online,
  • CIE 3.0.

Una volta fatto l’accesso all’area riservata si deve:

  1. cliccare su “richiesta duplicato tessera sanitaria”;
  2. inserire Codice fiscale;
  3. inserire i dati relativi alla dichiarazione dei redditi;
  4. descrivere la motivazione della richiesta del duplicato.

È possibile effettuare on-line una sola richiesta di duplicato per la stessa persona nello stesso anno solare. E’ possibile richiedere il duplicato anche presso le sedi fisiche territoriale dell’Agenzia delle Entrate.

Tessera Sanitaria guida Agenzia delle Entrate

Come accennato in premessa l’Agenzia delle Entrate ha rilasciato una guida completa in formato PDF alla Tessera Sanitaria.

Contratto di lavoro a tempo determinato nel 2021, le regole emergenziali

Contratto di lavoro a tempo determinato nel 2021, le regole emergenziali

Il Decreto Sostegni ha prorogato al 31 dicembre 2021 le deroghe in materia di contratti a termine. Novità su esonero causali e proroghe

Quali sono le regole emergenziali relative al contratto a tempo determinato nel 2021? Partiamo col dire che il Decreto Sostegni (Decreto-Legge numero 41 del 22 marzo 2021), in via di conversione definitiva in Legge, ha spostato al 31 dicembre 2021 la possibilità di prorogare o rinnovare i contratti a termine, una sola volta e per un periodo massimo di 12 mesi, in deroga all’obbligo di indicare le causali, previsto dalla normativa ordinaria del Decreto Dignità (Dlgs. n. 81/2015).

La decisione risponde all’esigenza di tutelare i rapporti di lavoro precari durante l’emergenza COVID-19, al fine di contenere le ricadute socio-economiche della pandemia: si parla infatti di contratto a termine emergenziale.

La deroga, inizialmente prevista nel 2020 dal Decreto Rilancio è stata da ultimo prorogata ad opera della Legge di bilancio al 31 marzo 2021, salvo poi essere, a ridosso della scadenza, estesa al 31 dicembre prossimo dal “Sostegni”.

Analizziamo le novità del contratto di lavoro a tempo determinato nel dettaglio.

Decreto Sostegni, contratto a termine

In base all’articolo 17 comma 1 del Decreto legge 41/2021, in considerazione dell’emergenza COVID-19 e fino al 31 dicembre 2021, è possibile rinnovare o prorogare i contratti a termine anche in assenza delle causali di legge (previste dall’articolo 19 comma 1 del Dlgs. n. 81/2015).

Tale deroga è ammessa:

  • Una sola volta;
  • In aggiunta, per un periodo non superiore a 12 mesi.

Resta comunque ferma la durata massima complessiva del contratto a tempo determinato pari a 24 mesi.

Azzerato il contatore di rinnovi e proroghe

Sempre l’articolo 17 (al comma 2) del D.l. “Sostegni” prevede che, ai fini dell’applicazione della deroga in materia di causali, non si considerano i rinnovi e le proroghe già intervenuti prima del 23 marzo 2021.

La norma rappresenta un’autentica novità rispetto alle precedenti deroghe succedutesi dall’inizio dell’emergenza COVID-19.

Di conseguenza, i datori e le aziende che hanno già rinnovato o prorogato contratti a termine (in data antecedente il 23 marzo) possono comunque accedere alla disciplina prevista dal Decreto “Sostegni”.

Nuove norme in vigore dal 23 marzo 2021

Il già citato comma 2 dell’articolo 17 prevede l’applicazione delle deroghe in materia di proroghe / rinnovi a decorrere dall’entrata in vigore del Decreto 41, nello specifico il 23 marzo 2021.

Decreto Rilancio, contratto a tempo determinato

La possibilità di prorogare o rinnovare i rapporti a termine senza l’osservanza delle causali è stata inizialmente introdotta, a fronte dell’emergenza COVID-19, ad opera del Decreto Rilancio (D.l. numero 34/2020) sino al 30 agosto 2020.

La deroga è stata successivamente prorogata dal Decreto “Agosto” (D.l. numero 104/2020) al 31 dicembre 2020. L’ultimo intervento in materia (escludendo il D.l. “Sostegni”) è quello della Legge di bilancio (L. n. 178/2020) che ha esteso la disciplina di esonero dalle causali al 31 marzo 2021.

“Stop and go” e numero massimo di proroghe del contratto a termine

Con riferimento alle deroghe precedenti in materia di contratti a termine (in particolare quella prevista dal Decreto “Agosto” D.l. n. 104/2020) l’Ispettorato nazionale del lavoro (INL) ha chiarito (Nota numero 713/2020) che la possibilità di prorogare o rinnovare i rapporti, una sola volta e per un periodo massimo di 12 mesi, senza prevedere alcuna specifica causale, permette altresì, si legge nel testo, la “deroga alla disciplina sul numero massimo di proroghe e sul rispetto dei c.d. “periodi cuscinetto” contenuta nell’art. 21 del D.Lgs. n. 81/2015”.

In attesa di eventuali ulteriori chiarimenti si può ragionevolmente ritenere che la deroga in materia di proroghe e “stop and go” continuerà ad applicarsi sino al 31 dicembre 2021, di pari passo con quanto previsto dal Decreto “Sostegni”.

Conversione in legge del Decreto-Legge Sostegni 1

Attualmente è in discussione alla Camera il disegno di legge di conversione del D.l. “Sostegni”. Il testo, che ha già ricevuto il 6 maggio l’ok del Senato, non contiene alcuna modifica all’articolo 17, riguardante appunto le deroghe in materia di contratti a termine.

Causali

Il terreno su cui intervengono le disposizioni derogatorie del Decreto “Sostegni” è quello delle causali imposte dal Decreto legislativo numero 81/2015, per le proroghe e rinnovi di contratti a termine.

La norma prevede (articolo 19) la possibilità di instaurare rapporti a tempo determinato, senza alcuna specifica causale, solo per una durata non superiore a 12 mesi.

Il limite citato può essere oltrepassato in presenza di esigenze:

  • Temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività dell’azienda;
  • Di sostituzione di altri lavoratori;
  • Connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria.

La stipula di un contratto eccedente i 12 mesi, in assenza di causali, ha come conseguenza che lo stesso si trasforma a tempo indeterminato dalla data di superamento dei 12 mesi.

Sono invece esclusi dal regime delle causali i contratti a termine per attività stagionali.

Causali: proroghe e rinnovi

Al netto della normativa derogatoria attualmente in vigore sino al 31 dicembre 2021, il regime delle causali dev’essere rispettato anche a fronte di:

  • Proroghe, solo se comportano il superamento del limite dei 12 mesi;
  • Tutti i casi di rinnovo.

“Stop and go”

Come sopra chiarito, ai contratti rinnovati o prorogati sino al 31 dicembre 2021, una sola volta e per un periodo massimo di 12 mesi, non si estende la norma prevista dal Decreto numero 81/2015 (articolo 21) in materia di stacco temporale tra un rapporto a termine e quello successivo.

In particolare si prevede che in caso di riassunzione del lavoratore, tra i due contratti debba necessariamente intercorrere un intervallo minimo di:

  • 20 giorni se il contratto scaduto aveva una durata superiore a 6 mesi;
  • 10 giorni a fronte di un rapporto precedente di durata pari o inferiore a 6 mesi.

L’inosservanza dello “stop and go” comporta la trasformazione del nuovo contratto a tempo indeterminato.

Numero massimo di proroghe

La deroga in materia di periodi cuscinetto si estende, sempre fino al 31 dicembre 2021 a norma del “Sostegni”, alle disposizioni in materia di numero massimo di proroghe. È infatti concesso ai datori di lavoro di prorogare i contratti, una sola volta e nel limite di 12 mesi, senza osservare il tetto di 4 proroghe previsto dal noto Dlgs. n. 81/2015 (articolo 21).

La normativa ordinaria prevede infatti che, nel limite complessivo di 24 mesi, al datore di lavoro sia concessa la possibilità di prorogare il rapporto fino ad un massimo di 4 volte, a prescindere dal numero di contratti intercorsi tra le medesime parti.

Il mancato rispetto della disposizione in parola, comporta la trasformazione a tempo indeterminato del contratto a decorrere dalla data di decorrenza della quinta proroga.

Catalogo Estate INPSieme: prorogato il termine per scelta soggiorno

Catalogo Estate INPSieme: prorogato il termine per scelta soggiorno

Si comunica che il termine per l’inserimento nel catalogo della scelta dei pacchetti soggiorno Estate INPSieme è prorogato alle 12 del 25 maggio 2021.

Il catalogo riunisce i pacchetti accreditati per i bandi Estate INPSieme 2020 e 2021 e può essere consultato da tutti i vincitori.

L’avviso di proroga è disponibile nelle pagine dedicate ai bandi Estate INPSieme (in Italia e all’estero) anni 2020 e 2021 al percorso Avvisi, bandi e fatturazione/Welfare, assistenza e mutualità/Concorsi welfare, assistenza e mutualità/Bandi scaduti – Procedura in corso.

il manifesto

«Non possiamo tacere quello che sta avvenendo: siamo davanti al rischio concreto che sia negato per sempre il diritto del popolo palestinese, da troppo tempo sotto occupazione militare, ad avere un suo Stato». Maurizio Landini, segretario della Cgil, ospite ieri dell’assemblea di Articolo 1, ha usato parole chiare sulla crisi in Medio Oriente. «Serve una reazione più forte dell’Europa, bisogna dire la verità»

Concetti ribaditi anche da altri interventi, a partire da Roberto Speranza che ha parlato di «clamoroso ritardo dell’Ue e dell’Onu». «”Due popoli due stati” non è mai stato così tanto distante dalla realtà come oggi, bisogna riprendere il bandolo di una crisi che è stata dimenticata negli ultimi anni, anche da noi». Parole che riecheggiano quelle di uno dei padri nobili di Art.1, Massimo D’Alema, che venerdì alla stessa assemblea aveva parlato di «palestinesi traditi e abbandonati dall’Occidente. «Si parla di Stato Palestinese – ha detto D’Alema – ma da parte di Israele procede la colonizzazione dei territori dove questo Stato dovrebbe essere costruito.

L’annessione di Gerusalemme da parte del governo israeliano è stato un passo di un’enorme portata simbolica, accettata dagli Usa e dall’Europa e quindi di fatto ratificata, mentre le risoluzioni Onu sono trattate come carta straccia. O l’Occidente è in grado di restituire verità al tema dei due Stati – smontando gli insediamenti, revocando l’annessione di Gerusalemme – oppure parliamo d’altro, ovvero come si garantiscono i diritti dei palestinesi che vivono sotto l’occupazione di Israele e che, giustamente, descrivono la loro condizione come quella dell’apartheid». Arturo Scotto, coordinatore di Art.1, ha parlato di «un disegno preciso del governo israeliano per far saltare ogni ipotesi di compromesso», ha definito quella di Netanyahu una «politica di guerra» e ha invocato una «missione di pace a difesa dei civili e dei confini stabiliti dall’Onu, un allargamento di Unifil (la missione in Libano)».

Critiche alla scelta di Letta di andare nella piazza pro Israele: «C’è qualcosa che non funziona», la stoccata di D’Alema. «Non so se sia utile che quasi tutta la classe dirigente italiana si metta su un solo lato del campo», ha rincarato Scotto. «In passato in medio oriente abbiamo contato quando siamo stati artefici del confronto, non quando abbiamo rotto una politica di equivicinanza». «In troppi non colgono che non siamo davanti a uno scontro simmetrico, ma a rapporti di forza squilibrati e ad una politica di espulsioni etniche», gli ha fatto eco Elly Schlein. «Israele rischia di infiammare l’estremismo e l’odio, bisogna pretendere la fine delle occupazioni illegali».

Letta, ospite dell’assemblea (ancora sotto attacco sui social da parte di centinaia di simpatizzanti Pd delusi dalla sua posizione sulla Palestina), ha provato a correggere leggermente il tiro: «La reazione di Israele all’attacco di Hamas non può essere quella che stiamo vedendo. Questa reazione sproporzionata porta solo ad una ulteriore escalation». Il suo vice Giuseppe Provenzano è più esplicito: «Quella di Israele non è legittima difesa. Gli Stati Uniti, ha detto Sanders, non possono più permettersi la difesa d’ufficio di un governo reazionario. Questo vale anche per l’Europa. Perché qualcosa cambi deve finire l’era Netanyahu».

Anche Giuseppe Conte è intervenuto con un salomonico tweet: «L’Italia ha il dovere di far sentire la sua voce per costruire una posizione europea unitaria, votata al rispetto di tutte le vite umane». Molto più chiaro Nicola Fratoianni: «Perché la pace sia vera e giusta occorre riconoscere il diritto alla sicurezza di Israele, ma anche il diritto del popolo palestinese ad avere uno Stato, libero e indipendente».

il manifesto

Palestina. Ieri decine di migliaia di persone in piazza in tutta Italia, da Palermo a Bologna. Ma la Rai non ne parla. A prendere la parola sono le seconde generazioni: accanto a loro si uniscono ragazzi africani, asiatici, latinoamericani nati e cresciuti in Italia

Piazza dell'Esquilino, Roma

 Piazza dell’Esquilino, Roma

Le piazze per la Palestina sono cambiate. Hanno dei leader naturali e nuovi. Sono i giovani palestinesi, le seconde generazioni, in alcuni casi le terze. La Palestina, molti di loro, non l’hanno mai vista ma la conoscono come conoscono la diaspora forzata e il significato dell’occupazione israeliana.

Dal palco di Roma – oltre 5mila persone radunate in piazza dell’Esquilino dalla chiamata della comunità palestinese di Roma e del Lazio e da Assopace – i giovani prendono la parola. Sotto ad ascoltarli c’è un’umanità davvero varia.

Ci sono italiani di origine, i partiti di sinistra (da Pap al Partito comunista dei Lavoratori), Stefano Fassina e Nicola Fratoianni, le Madri di Roma città aperta, la Fiom, l’Usb, c’è l’Anpi e ci sono migranti di varie parti del mondo. Ci sono seconde generazioni tunisine, etiopi, marocchine, colombiane, bengalesi, indiane, da diversi paesi dell’Africa subsahariana.

Ci sono rider asiatici in bici e con lo zaino sulla schiena. Ci sono donne velate e non. Sventolano tantissime bandiere palestinesi, spuntano quelle della Colombia, del Kurdistan, del Libano.

Il corteo romano arriva al Colosseo (Foto: Abdallah Mohammed)

La piazza è diversa dal solito ed è chiaro quali aspirazioni mette insieme. Un grido collettivo contro un’ingiustizia che lo Stato di Israele perpetra da 73 anni negando a un popolo intero il diritto all’autoderminazione e contro tutte quelle sparse per il mondo, economiche, sociali, coloniali. Ed è anche il palco per chi è nato e cresciuto in Italia da genitori migranti e vuole essere ascoltato.

La loro presenza è la risposta indiretta alle parole incendiarie che Matteo Salvini ha pronunciato dal palco della comunità ebraica di Roma, pochi giorni fa: «Le seconde e terze generazioni portano odio».

Dal microfono lo dice Maia dei Giovani palestinesi d’Italia: «Ora dovete ascoltarci. Abbiamo il diritto di difenderci, la nostra è una resistenza giusta». Giovedì dalla grande piazza pro-palestinese di Milano lo dicevano i suoi amici del network nazionale: «C’erano migliaia di ragazzi di seconde generazioni, algerini, tunisini, palestinesi, marocchini che vogliono prendere la parola – ci racconta Laila il giorno dopo – Da una parte ci sono i giovani e dall’altra una classe politica stantia che da Letta a Salvini è schierata con Israele».

E ce lo dicono a Roma i ragazzi del Csoa La Strada e del Gaza FreeStyle: «Queste piazze per la Palestina danno un segnale sulle seconde e terze generazioni, quanto accade in Palestina preme su chi nella sua terra non è mai potuto andare. E accanto ai palestinesi ci sono ragazzi di origini diverse che sentono quanto accade come un attacco diretto anche contro di loro. Si sentono chiamati in causa come accaduto durante le proteste italiane di Black Lives Matter: siamo giovani cresciuti nelle stesse città e condividiamo le stesse problematiche di povertà e marginalizzazione: bianchi e non bianchi sono uniti dalle stesse dinamiche socio-economiche».

«Siamo qui per i diritti dei palestinesi – ci dice una ragazza macedone – Vogliamo la loro libertà. Di loro nei media non si parla, come non si parla di noi». Dal palco lo ribadisce un giovane curdo: «Tutti uniti per la liberazione dei palestinesi».

Poco prima lo stesso messaggio lo mandavano Yousef Salman, presidente della comunità palestinese di Roma e del Lazio («Vogliamo anche noi il nostro 25 aprile contro uno Stato criminale che non rispetta la legalità internazionale») facendo appello alle persone «libere e oneste» e Luisa Morgantini di Assopace raccontando «la lotta dei giovani palestinesi da Akko a Gerusalemme».

In piazza ci sono anche palestinesi che in Italia hanno costruito la loro vita dopo l’esilio. Abu Dawud nel 1966 andò in Kuwait, Israele non gli ha mai permesso di tornare: «Vedo rivolte popolari che non si vedevano da tempo, fuori dall’Anp e dai partiti, spontanee. Hanno una forza nuova. Dentro Israele, in Libano e in Giordania, la rabbia è esplosa e la protesta è vasta, aiutata anche dalle condizioni economiche seguite alla pandemia».

Mentre dal resto delle piazze italiane (migliaia di persone a Napoli, Bologna, Torino, Firenze, Palermo, Salerno) arrivano le immagini dei presidi, a Roma tra caroselli di auto di passaggio e il grido «Palestina libera» parte un corteo improvvisato su via Cavour.