Archivi giornalieri: 20 maggio 2020

Germania – Lavoro

Introduzione

Il mercato di lavoro tedesco per gli stranieri

 
 
 
 
Introduzione

La Germania offre delle condizioni di lavoro interessanti per la maggior parte degli stranieri. Infatti, in Germania c’è una media salariale tra le più elevate al mondo e una garanzia statale. In più, c’è il fatto che alcune imprese hanno una media di 35 ore lavorative e di 30 giorni di ferie pagate, cosa che la rende ancora più allettante!

Fuori dalle grandi città, il tasso di disoccupazione è molto elevato (circa il 12%) anche se queste statistiche sono puramente figurative e un po’ esagerate dal mercato del lavoro tedesco e lo stato dell’economia tedesca. La Germania conta quasi 5 milioni di persone disoccupate che non troveranno più lavoro. Una disoccupazione elevata significa inoltre che è difficile trovar lavoro, specialmente per gli stranieri che non parlano perfettamente il tedesco.

Ciò nonostante, questo tasso di disoccupazione varia molto da regione a regione. In effetti, è relativamente basso nella Germania dell’ovest a differenza della Germania dell’est (a eccezione di Berlino e il sud dell’ex RDA). La disoccupazione colpisce prima di tutto il mondo rurale, nelle città invece, la situazione è migliore. Le industrie tradizionali della Germania come per esempio le mine, le costruzioni navali e di immobili hanno bisogno sempre meno mano d’opera, invece, per quanto riguarda l’industria dei servizi c’è sempre una richiesta più elevata.

Trovare un impiego in Germania essendo stranieri

Se te la cavi bene con l’inglese, questo sarà a tuo vantaggio in Germania (esclusi gli impieghi nell’insegnamento). La maggior parte dei tedeschi imparano l’inglese a scuola ed è una qualità sempre ben accettata o addirittura pretesa per qualsiasi tipo di impiego (comunque non ti aspettare che loro lo parlino perfettamente!). La Germania è uno dei più grandi esportatori del mondo, perciò anche tutte le altre lingue possono essere a tuo favore, attualmente c’è una forte domanda di lingue dette esotiche – in particolare lingua asiatiche.

Come nella maggior parte dei paesi, parlare la lingua nazionale è una condizione, almeno per trovare impiego. Per tanto, l’ambiente in una grande multinazionale conviene meglio ad uno straniero che un lavoro in una piccola impresa familiare. Per i professionali con una certa esperienza, i reparti internazionali delle imprese tedesche possono essere una buona occasione da cogliere.
La maggior parte delle professioni sono strettamente regolarizzate in Germania e richiedono pratica. In effetti, la Germania si basa su un sistema di apprendistato/tirocinio che fa passare tutti gli studenti da lavori di pratica che possono arrivare fino a due o tre anni prima di entrare nel mercato del lavoro. Ciò avviene per garantire ai giovani un’esperienza professionale. Per gli stranieri ciò vuol spesso dire che non potrai esercitare alcuni impieghi per i quali hai esperienza nel tuo paese d’origine per es. elettricisti, tecnici informatici ecc.

Se invece hai una qualificazione pratica (per esempio per i medici, professori, infermieri ecc.) quest’ultima dovrà essere convalidata da un’autorità tedesca (normalmente da un’associazione di professionisti, di commercio o sindacati).

Lavoro

Statuto dei lavoratori – Scheda informativa

Protesta a Roma contro l'abrogazione dell'art.18 dello Statuto dei Lavoratori

Protesta a Roma contro l’abrogazione dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori

Nonostante la quasi cancellazione dell’articolo 18 voluta da Renzi la legge 300 tutela ancora i lavoratori e dà loro diritti fondamentali.

Quello che è passato alla storia come «Statuto dei Lavoratori» in realtà è la legge 300 del 1970 che reca come nome “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”.

Si tratta di una legge fondamentale del diritto del lavoro italiano che ancora oggi costituisce la disciplina di riferimento per i rapporti tra lavoratore e impresa e i diritti sindacali.

Approvato a seguito delle lotte sindacali della fine degli anni sessanta, in particolare la lunga vertenza per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici e il loro «autunno caldo» del 1969, in realtà è stato preceduto dall’introduzione nell’ordinamento di alcune significative norme di tutela e garanzia per i lavoratori, quali la Legge 1124 del1965 in materia di infortuni e malattie professionali, la Legge 903 del 1965 in materia pensionistica e la Legge 604 del 1966 in materia di licenziamenti, tutte ascrivibili ai governi di centrosinistra.

Lo Statuto rappresentò una svolta dal punto di vista sia politico che giuridico, nel sancire positivamente alcuni dei diritti fondamentali del lavoratore e delle sue rappresentanze sindacali.

Per oltre quaranta anni l’impianto statutario ha retto alle profonde trasformazioni della società e dell’impresa e continua a costituire uno strumento di tutela giuridica imprescindibile nell’ambito del diritto del lavoro.

Il titolo Primo dello Statuto (gli articoli dall’1 al 13) disciplina diritti e divieti volti a garantire la libertà e dignità del lavoratore; in particolare in materia di libertà di opinione del lavoratore (articolo 1), regolamentazione del potere di controllo (articoli dal 2 al 6) e disciplinare (articolo 7), di mansioni e trasferimenti (articolo 13).

Il titolo Secondo (articoli dal 14 al 18), dedicato alla libertà sindacale, nell’affermare e disciplinare il principio cardine del diritto di costituire associazioni sindacali nei luoghi di lavoro e di aderirvi (articolo 14), sancisce la nullità degli atti discriminatori (articolo 15), pone il divieto di costituire o sostenere sindacati di comodo (articolo 17) e, allo scopo di rendere effettivi tali diritti, introduce la garanzia della stabilità del posto di lavoro, disponendo le tutele accordate al lavoratore in caso di licenziamento illegittimo (articolo 18), modificato più volte e in pratica cancellato dal Jobs act di Renzi.

Nel titolo Terzo si tracciano le prerogative dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro, attraverso il riconoscimento al sindacato del potere di operare nella sfera giuridica dell’imprenditore, per il conseguimento dei propri obiettivi di rappresentanza e di tutela. Valgono a tale scopo il fondamentale diritto alla costituzione delle rappresentanze sindacali aziendali (articolo 19), nonché le ulteriori prescrizioni finalizzate a consentire l’esercizio dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro, nelle sue varie forme di manifestazione (assemblea, affissione, permessi, locali e garanzie della funzione sindacale – articoli dal 20 al 27).

Tra le disposizioni del titolo Quarto, oltre a quelle in materia di permessi e aspettative per i dirigenti sindacali (articoli dal 30 al 32), assume una posizione cruciale l’articolo 28, che predispone un particolare strumento giudiziario volto a reprimere condotte antisindacali, in quanto impeditive o limitative dell’esercizio dell’attività sindacale o del diritto di sciopero. Si tratta di una norma di centrale importanza nel disegno complessivo dello Statuto, in quanto legittima il sindacato ad agire direttamente nei confronti dell’imprenditore e a ottenere una pronuncia giudiziale di condanna, con ciò sancendo nella sostanza l’effettività dei diritti sindacali enunciati.

San Bernardino da Siena

 

San Bernardino da Siena


Nome: San Bernardino da Siena
Titolo: Sacerdote
Nascita: 8 settembre 1380, Massa Marittima
Morte: 20 maggio 1444, L’Aquila
Ricorrenza: 20 maggio
Tipologia: Commemorazione

Questo illustre e degno discepolo di S. Francesco d’Assisi nacque dalla nobile famiglia degli Albizzeschi nei pressi di Siena nel 1380. Non aveva ancora tre anni quando rimase orfano di madre, e a sei, anche di padre. Ma un fanciullo come lui che già dava segni di predestinazione, non doveva essere trascurato, e non doveva imbrattarsi di fango mondano: possiamo dire che venne allevato ed educato alla scuola di Maria SS.ma.

Il grazioso Bernardino, delicato, modesto e cortese con tutti, cresceva, sotto la tutela delle pie zie e della cugina Tobia, in sapienza e in grazia come il fanciullo Gesù. Era talmente delicato, che avendo una volta uno zio paterno invitato amici un po’ volgari in casa sua, egli disgustato disse allo zio: « O si correggono nel parlare, o vado via di casa io ».

Degna di menzione è la scena che si svolse un giorno tra il santo fanciullo e la cugina.

— Sapete — le disse tutto raggiante in volto — che io sono tanto innamorato di una nobilissima Signora che darei volentieri la mia vita per godere della sua presenza e che se passassi un giorno senza vederla non potrei chiudere occhio nella notte?!!…

La cugina dapprima rimase stupita di questo parlare, ma poi si rasserenò quando egli le narrò che, ogni giorno si recava a pregare e venerare un’immagine della Vergine, che si trovava a porta Camollia.

Compiuto felicemente il corso di filosofia, si dedicò allo studio del diritto ecclesiastico e civile, ma più di tutto della Sacra Scrittura.

Nella peste del 1400 che per quattro mesi infestò Siena, il Santo, ventenne, fu tra i generosi fedeli che si dedicarono con eroica carità a curare gli appestati rimanendo, per disposizione divina, illeso da tale morbo.

Nel 1402 si unì ai figli del Poverello d’Assisi, tra i quali un anno dopo emetteva la sua professione religiosa e nel 1404 celebrava la sua prima Messa. Da quel momento si manifestò in lui il grande ministro del Signore, incominciando dalla riforma dei costumi.

Il primo anno di sacerdozio lo passò nel convento del monte Amiata, ove si dedicò ad un maggior studio e ad una più intensa pietà. Nel 1417 lo troviamo guardiano del convento di Fiesole e predicatore insigne.

Tre argomenti trattava con predilezione: la carità, la devozione alla SS. Vergine, ed il SS. Nome di Gesù, di cui fu uno dei primi strenui propagatori e di cui parlava sempre con trasporto. L’eloquenza sua piegava il popolo e lo trascinava ove voleva. D’altra parte il Signore ne rafforzava la parola con miracoli. Finalmente, ricco di meriti se ne volò al cielo a ricevere il premio nel 1444.

PRATICA. Impariamo da S. Bernardino una tenera e filiale devozione alla Madonna, cercando di conoscerla, amarla, imitarla, per andare a Gesù per mezzo suo, poichè « il devoto di Maria certamente si salva».

PREGHIERA. O Signore Gesù, che hai accordato al tuo beato confessore Bernardino un amore particolare al tuo Santo Nome e alla Madre tua: dehl per i suoi meriti e la sua intercessione, infondi, benigno, in noi lo spirito del tuo amore. Bibl., Corra% Bernardino da Siena, Ed. Paoline.

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Aquila, nell’Abruzzo, san Bernardino da Siéna, Sacerdote dell’Ordine dei Minori e Confessore, che illustrò l’Italia colla parola e coll’esempio.