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Selfie in Divisa

Selfie in Divisa: Da oggi è vietato anche per la Polizia

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Dopo essere ufficializzato il divieto di selfie per i medici durante un’operazione, anche la polizia avrà il divieto assoluto di scattare selfie in divisa.

Dopo essere ufficializzato il divieto di selfie per i medici durante un’operazione, anche le forze dell’ordine avranno il divieto assoluto di scattare selfie in divisa. Le prime forze dell’oridne ad adottare questa legge sono stati i Carabinieri e la Guardia di Finanza, mentre oggi si stanno muovendo i vertici della polizia e il Csm.  Ma vediamo quali sono i divieti e le sanzioni per chi non rispetterà questa legge.

Divieto del selfie per le Forze Armate: Ecco i rischi

La nuova legge parla chiaro, tutte le Forze Armate non possono abbandonarsi a selfie ed autoscatti con la divisa. Questo divieto scatta poichè ne va dell’immagine del corpo armato, ma non solo. Infatti scattare selfie durante il proprio turno può compromettere la sicurezza degli agenti. 

 

Il divieto non riguarda solo di farsi selfie in divsa, ma anche di impostare come immagine del profilo di Facebook, Instagram e altri social, foto che possono illustrare distintivi oppure loghi del corpo armato di appartenenza.

Tutto questo è stato vietato, poichè grazie alla condivisioni di foto e commenti è possibile scatenare una rivalsa. Quindi  un selfie in uniforme oppure con la toga, danneggia l’immagine dello Stato.  Quindi la divisa dovrà essere indossata con serietà e amor proprio.

E’ possibile scattare Selfie in divisa?

La risposta a questa domanda è davvero molto semplice. Se fino a poco tempo fa era possibile scattare selfie in divisa, poichè non esisteva ancora nessuna legge che vietava tutto ciò, oggi tutto è cambiato. Lo Stato ha stabilito che è assolutamente vietato scattarsi selfie indossando la divisa della Guardia Di Finanza, Polizia, Carabinieri, ecc.

Un semplice selfie in divisa può trasformarsi in una foto-bersaglio, quindi tale divieto riguarda non solo la questione di decoro della divisa, ma anche una questione di sicurezza. Il divieto non è rivolto solo alle Forze Armate, ma la legge vieta di scattare Selfie anche a magistrati ed avvocati dove possono subire attacchi dai parenti delle vittime, oppure direttamente dai propri colleghi.

Attualmente non esistono regole ben precise da rispettare, però in questi giorni il Ministero dell’Interno pubblicherà una nota che illustra le regole da rispettare per il personale della polizia. Per il corpo dei Carabinieri e Guardia di Finanza le regole da rispettare sono state già annunciate dal Ministero dell’Interno.

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Selfie in Divisa: Da oggi è vietato anche per la Polizia

Posted: 25 Apr 2017 12:10 AM PDT

Dopo essere ufficializzato il divieto di selfie per i medici durante un’operazione, anche le forze dell’ordine avranno il divieto assoluto di scattare selfie in divisa. Le prime forze dell’oridne ad adottare questa legge sono stati i Carabinieri e la Guardia di Finanza, mentre oggi si stanno muovendo i vertici della polizia e il Csm.  Ma […]

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San Marco


San Marco

Nome: San Marco
Titolo: Evangelista
Ricorrenza: 25 aprile

S. Marco fu eletto da Dio ad essere il portavoce dello Spirito Santo, scrivendo la vita e la dottrina di N. S. Gesù Cristo nel Vangelo che porta il suo nome.

Nacque a Cirene ed era cugino di S. Barnaba: sua madre si chiamava Maria. Rimase ubbidiente alla legge di Mosè fino dopo la risurrezione di Gesù, quando fu da S. Pietro convertito alla fede cristiana, istruito e creato sacro ministro.

Dalla sua conversione in poi non si staccò più dal Principe degli Apostoli, da cui era amato qual tenero figliuolo, come lo chiamò in una sua lettera: « Vi saluta anche Marco, mio figlio ». S. Marco era il segretario, l’interprete di S. Pietro. Il suo Vangelo, come dicono i Ss. Padri, non è altro che la predicazione di S. Pietro fissata sulla carta. Accompagnò l’Apostolo nei suoi viaggi a Roma, ove appunto scrisse il suo Vangelo in lingua greca, la più parlata in quei tempi. Lo scopo del Vangelo secondo S. Marco è di dimostrare la potenza di Gesù Cristo, Figlio di Dio, che si manifesta nell’operare molti e grandi miracoli.

Simbolo del suo Vangelo è il leone, il re degli animali, che molto bene rappresenta la potenza di Gesù Cristo.

Scrisse il suo Vangelo tra l’anno 40 e 60, dopo quello di S. Matteo, e prima di quello di S. Luca, come ci assicura la tradizione. Incomincia con un preambolo, quindi parla della divina missione di Gesù in Galilea, poi delle varie escursioni apostoliche in altre parti della Palestina, e termina col descrivere l’ultimo viaggio a Gerusalemme, l’ultima Pasqua, le sofferenze, la morte, la risurrezione e la gloria di Gesù Cristo.

Nessuno tra i fedeli poteva possedere le divine verità meglio di S. Marco, il quale continuamente le apprendeva dalle labbra del Principe degli Apostoli.

Ordinato vescovo, fu mandato da S. Pietro in Egitto a predicare il santo Vangelo. Confermando la sua predicazione con l’esempio d’una vita santa e penitente, con innumerevoli prodigi, aiutato dalla divina grazia fondò in Alessadria una fiorente comunità la quale divenne la celebre Chiesa Alessandrina, che ci diede un S. Chino, un S. Antonio, una S. Caterina e tanti altri servi del Signore.

Dopo una vita di travagli, tutta spesa a gloria di Dio e al bene delle anime, subì un martirio lungo e crudele. Fu legato ad una fune e trainato da un cavallo per luoghi sassosi e scoscesi, finchè il 25 aprile dell’anno 68 l’anima sua entrò nella gloria colla triplice aureola del vergine, dello scrittore e del martire.

Le sue reliquie furono trasportate a Venezia, e riposte nella basilica di S. Marco, ove sono oggetto di grande venerazione.

PRATICA. S. Marco ci offre il S. Vangelo: leggiamolo, e impareremo a conoscere Gesù, ad amarlo e a seguirlo.

PREGHIERA. O Dio, che hai nobilitato il beato Marco mediante la grazia della predicazione evangelica, dehl concedici di approfittare sempre del suo insegnamento e di essere difesi dalla sua predicazione.

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Alessandria il natale del beato Marco Evangelista. Questi, discepolo ed interprete dell’Apostolo Piétro, pregato in Roma dai fratelli, scrisse il Vangelo, col quale se ne andò in Egitto, e per primo annunziando Cristo in Alessàndria, vi fondò la Chiesa. Poi, preso per la fede di Cristo, legato con funi e trascinato fra i sassi, fu gravemente tormentato; quindi, chiuso in carcere, prima fu confortato da un’angelica visione, e finalmente, apparendogli lo stesso Signore, fu chiamato ai gaudii celesti, nell’anno ottavo di Nerone.