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Archivi giornalieri: 17 aprile 2017
Detrazioni fiscali 2017
Detrazioni fiscali 2017, elenco aggiornato dal Fisco di oneri deducibili e detraibili
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È tempo di preparare la documentazione necessaria alla propria dichiarazione dei redditi e come ogni anno, l’Agenzia delle Entrate ha rilasciato la circolare 7/E del 4 aprile “guida alla dichiarazione dei redditi delle persone fisiche”, con l’elenco delle detrazioni fiscali 2017 ovvero delle spese deducibili, detraibili e dei crediti d’imposta, scaricabile in fondo all’articolo per una consultazione completa.
Gli oneri e le spese detraibili dall’imposta sono solo quelli elencati nel TUIR (Testo Unico Imposta sul Reddito) precisamente agli articolo 15, 16 e 16-bis, ed è necessario precisare che non è possibile portare in detrazione l’intera spesa, ma solo una percentuale della stessa.
È importante premettere che per alcune spese è ammessa la detrazione della spesa anche se le stesse spese sono state effettuate dal contribuente ma nell’interesse di familiari fiscalmente a carico. A tale proposito, è importante ricordare che il familiare è a carico solo quando questo possiede un reddito inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili.
Leggi anche: Detrazioni per figli, coniuge e altri familiari a carico
Elenco spese deducibili
A questo punto è bene riepilogare quali sono le spese deducibili, ovvero quegli importi che vanno a diminuire direttamente la base imponibile fiscale:
- oneri dei contributi previdenziali e assistenziali;
- oneri dei contributi per forme pensionistiche complementari e individuali per un importo non superiore a 5.164,57 euro;
- spese per l’assistenza per i portatori di handicap;
- assegni periodici per il mantenimento del coniuge separato o divorziato;
- importi erogati per beneficienza a favore di: istituti religiosi, di organizzazioni non governative, di ONLUS e movimenti e partiti politici con le opportune limitazioni percentuali;
- spese per i Contributi Colf, Badanti, baby sitter fino all’importo di 1.549,37 euro;
- Contributo al Servizio Sanitario Nazionale sulla RC auto-moto e natanti superiore a 40,00 euro;
Le detrazioni, invece, sono importi che vanno ad agire sull’importo delle imposte, diminuendolo.
Detrazioni fiscali 2017
Per quanto riguarda invece le spese detraibili ovvero le detrazioni fiscali 2017, partiamo da un esempio. Nella vita di tutti i giorni quando andiamo in farmacia, dopo l’acquisto di un farmaco ci viene chiesto se vogliamo trasferire i dati sulla nostra tessera sanitaria, per quale motivo? A partire da quest’anno i dati inseriti automaticamente sulla tessera sanitaria sono stati trasmessi all’Agenzia delle Entrate per ampliare i dati presenti sul modello 730 precompilato. Ma non tutte le spese mediche godono della possibilità di detrazione dalla dichiarazione dei redditi, vediamo quindi una guida.
La norma prevede una detrazione dall’imposta lorda per un importo pari al 19% delle spese sanitarie per la parte che eccede 129,11 euro, purché riguardino:
- Spese mediche e di assistenza specifica (purché diverse da quelle deducibili e quindi quelle per i portatori di handicap);
- Spese chirurgiche;
- Spese sostenute per prestazioni specialistiche;
- Spese sostenute per protesi dentarie.
Non solo queste spese possono essere detratte se sostenute per lo stesso contribuente interessato alla dichiarazione, ma anche se sostenute per familiari fiscalmente a carico, oppure per familiari affetti da patologie che danno diritto all’esenzione dal ticket sanitario, anche se non fiscalmente a carico, con la peculiarità che possono essere portate in detrazione solo se riferite alla patologia e con un limite annuo massimo di importo pari ad euro 6.197,48 e per la parte di spesa che non trova capienza nell’IRPEF dovuta dal soggetto malato.
Prima di ripassare le altre tipologie di spesa che si possono portare in detrazione è bene rilevare le novità riportate nella circolare n. 7/E del 2017:
- documentazione da conservare a corredo dell’acquisto dei farmaci;
- possibilità di acquistarli anche on line.
Come anticipato è fondamentale che la spesa sanitaria sia debitamente documentata, al fine di giustificare la spesa, da fattura oppure da scontrino “parlante”, sul quale, cioè, sono riportati i dati del prodotto, la sua natura, la quantità, ovviamente l’importo della spesa e non meno importante il codice fiscale del destinatario. La precisazione fondamentale di quest’anno è che non è necessario conservare la prescrizione medica al fine della dichiarazione.
Rimanendo sempre in questo ambito, le spese mediche che danno diritto alla detrazione riguardano l’acquisto di medicinali, anche omeopatici, e di farmaci acquistati presso le farmacie, i soli luoghi autorizzati alla vendita dei medicinali.
A seguito di una liberalizzazione, introdotta dal D.L. n. 223/2006, possono essere commercializzati presso i supermercati e tutti gli altri esercizi commerciali i soli farmaci da banco con lo stesso spirito di “liberalizzazione” la circolare n. 7/E/2017 afferma la possibilità di detrazione anche per le spese sostenute per farmaci “da banco”, senza quindi prescrizione medica, anche per quelli acquistati on-line da farmacie autorizzate a questo tipo di vendita. Al fine di non imbattersi in esercizi non autorizzati consigliamo di visualizzare l’elenco disponibile sul sito www.salute.gov.it.
Da sempre è possibile, per i contribuenti affetti da disabilità, la possibilità di portare in detrazione le spese riguardanti i mezzi idonei alla deambulazione, oppure all’accompagnamento e a quei sussidi volti a facilitare la loro autosufficienza.
Con il passare degli anni e l’evolversi delle tecniche idonee alla loro autosufficienza si è ampliato l’elenco delle spese. Cosicché anche nell’ultima circolare si è introdotta una novità riguardante le spese sostenute per l’acquisto di biciclette elettriche con pedalata assistita, da parte di un soggetto affetto da disabilità legata alle proprie capacità motorie; è necessario prestare attenzione al fatto che in questo caso vige la regola per cui tra la documentazione da predisporre oltre al certificato di disabilità occorre anche una certificazione di un medico specialistico del servizio sanitario nazionale che attesti il collegamento tra la difficoltà motoria e la necessità di una bicicletta con pedalata assistita.
Gli ulteriori oneri detraibili sono:
- spese per acquisto e riparazione veicoli per disabili nel limite massimo di 18.075,99 euro per singolo veicolo;
- spese per cani guida senza limite di importo, mentre è previsto un importo di detrazione massimo pari ad euro di 546,46 per il mantenimento del cane;
- spese per l’istruzione secondaria e universitaria nella misura del 19% e di locazione sostenute da studenti fuori sede per l’importo massimo detraibile pari a 2.633 euro;
- spese per attività sportive praticate dai figli nel massimo di spesa di 210,00 euro per ciascun figlio;
- spese funebri con un importo massimo in detrazione pari 1.550 euro;
- spese per intermediazione immobiliare non superiore a 1.000,00 euro;
- spese veterinarie: solo per importi superiori a 129,11 euro, ma con un limite massimo di 387,34 euro;
- interessi per mutui ipotecari per l’acquisto dell’abitazione principale: detrazione massima 19% ovvero pari a 4.000,00 euro; mentre per l’acquisto di altri immobili stipulati prima del 1993 importo massimo 2.065,83 euro;
- detrazione massima per i premi per l’assicurazione sulla vita e contro gli infortuni sul quale spetta la detrazione del 19%, viene fissato il tetto a 530 euro.
- Beneficenza a favore di: partiti politici, onlus, società ed associazioni sportive dilettantistiche, ed altre attività culturali ed artistiche oppure enti operanti nello spettacolo l’importo massimo in detrazione pari a 1.032,91 euro.
È bene ricordare la scadenza e i termini di presentazione per il modello 730/2017, infatti va trasmesso entro il 23 luglio sia che il modello precompilato sia presentato direttamente dal contribuente che attraverso CAF e intermediari, quest’ultimi a patto che riescano ad elaborare almeno l’80% dei modelli e a trasmetterli, entro il 7 luglio.
Leggi anche: modello 730/2017
I contribuenti che decidono di presentare il modello precompilato senza effettuare modifiche che possano incidere sulla determinazione del reddito o delle imposte godono di un vantaggio: non subiranno infatti controlli fiscali. Questo perché essendo la stessa Agenzia delle Entrate a predisporre il modello in base ai dati già in suo possesso non necessita di effettuare ulteriori controlli.
Circolare 7/E del 4 aprile 2017
Deduzioni e detrazioni fiscali 2017, ecco la guida dell’Agenzia delle Entrate
Congedo
Congedo facoltativo del padre 2017: chiarimenti INPS
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L’INPS ha fornito alcuni importanti chiarimenti in merito al congedo facoltativo del padre per il 2017. Il congedo facoltativo del padre riguarda i lavoratori dipendenti sia pubblici che privati e, ricordiamo, non va confuso con il congedo di paternità obbligatorio introdotto anch’esso nel nostro ordinamento dalla Riforma del Lavoro Fornero Legge 92/2012 né con l’astensione facoltativa (ex congedo parentale).
Congedo facoltativo del padre, di cosa si tratta
Il congedo facoltativo del padre è un permesso di uno o due giorni, anche continuativi, la cui fruizione è condizionata alla scelta della madre lavoratrice di non fruire di altrettanti giorni del proprio congedo di maternità obbligatorio, con conseguente anticipazione del termine finale del congedo post partum della madre per un numero di giorni pari al numero di giorni fruiti dal padre.
Leggi anche: Congedo obbligatorio e facoltativo di paternità
E’ stato introdotto, come detto sopra, dalla L. 92/2012 in abbinamento al congedo di paternità obbligatorio, inizialmente in via sperimentale per il triennio 2012-2015 e poi prorogato per l’anno 2016 con la legge di stabilità 2016. A differenza di quello obbligatorio, il congedo facoltativo del padre è stato prorogato per i i parti o l’ingresso in famiglia per adozione avvenuti nel 2016, ma non per il 2017.
Come comunicato dall’INPS con messaggio 828/2017 la Legge di Bilancio 2017 (ex legge di stabilità), ha prorogato a tutto il 2017 il congedo di paternità obbligatorio, cioè per le nascite e le adozioni/affidamenti avvenute o che avverranno nell’anno solare 2017.
Leggi anche: Congedo di paternità obbligatorio 2017
Congedo facoltativo del padre, stop nel 2017
Con messaggio 1581 del 10/04/2017 l’INPS chiarisce che il congedo facoltativo per i padri lavoratori dipendenti può essere fruito nei primi mesi dell’anno 2017 (entro il consueto termine di 5 mesi dalla nascita o dall’adozione/affidamento) solamente per eventi parto, adozione e affidamento avvenuti
nell’anno 2016.
Quindi le disposizione contenute nel messaggio 828/2017, relativa all’impossibilità di fruire del congedo facoltativo nel 2017 si riferisce ai soli eventi avvenuti nell’anno 2017.
Lavoro e Diritti
Lavoro e Diritti: Detrazioni fiscali 2017, elenco aggiornato dal Fisco di oneri deducibili e detraibili |
Detrazioni fiscali 2017, elenco aggiornato dal Fisco di oneri deducibili e detraibili Posted: 14 Apr 2017 03:16 AM PDT È tempo di preparare la documentazione necessaria alla propria dichiarazione dei redditi e come ogni anno, l’Agenzia delle Entrate ha rilasciato la circolare 7/E del 4 aprile “guida alla dichiarazione dei redditi delle persone fisiche”, con l’elenco delle detrazioni fiscali 2017 ovvero delle spese deducibili, detraibili e dei crediti d’imposta, scaricabile in fondo all’articolo per […] Link all’articolo originale: Detrazioni fiscali 2017, elenco aggiornato dal Fisco di oneri deducibili e detraibili |
Congedo facoltativo del padre 2017: chiarimenti INPS Posted: 14 Apr 2017 01:24 AM PDT L’INPS ha fornito alcuni importanti chiarimenti in merito al congedo facoltativo del padre per il 2017. Il congedo facoltativo del padre riguarda i lavoratori dipendenti sia pubblici che privati e, ricordiamo, non va confuso con il congedo di paternità obbligatorio introdotto anch’esso nel nostro ordinamento dalla Riforma del Lavoro Fornero Legge 92/2012 né con l’astensione facoltativa (ex congedo parentale). Congedo […] Link all’articolo originale: Congedo facoltativo del padre 2017: chiarimenti INPS |
rassegna
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Lavoro e Fisco
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NEWSLETTER LAVORO n. 777 del 13 aprile 2017 settimana dal 6 al 12 aprile 2017
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San Roberto di La Chaise-Dieu
Nelle favole, che sono quasi tutte di origine francese o tedesca, uno dei principali protagonisti è sempre il bosco, suggestivo e pauroso. Come nelle fiabe, San Roberto, nacque in mezzo ad una foresta, poco avanti il Mille.
Non figlio di boscaioli, come si potrebbe credere, ma di una nobildonna della famiglia di Turlandia, colta dalle doglie del parto nel fitto di un bosco, mentre si recava ad un Castello vicino. Si disse subito che il neonato era destinato a diventare eremita celebre; e poiché ricusò di suggere il latte dal seno di due nutrici poco oneste, si disse anche che sarebbe stato uomo di grande virtù e di somma purezza.
Giovanissimo, fu consacrato sacerdote, canonico della chiesa di San Giuliano a Brioude. Una virtù caratteristica di San Roberto era la sua carità verso gli infermi. Non si limitò a soccorrerli secondo il bisogno, ma aprì un ospizio tutto per loro, e vi si prodigò in una assistenza costante e premurosa.
Ma la vocazione di San Roberto era un’altra, più aderente al suo tempo caratterizzato dalla vita monastica.
Perciò San Roberto tentò di ritirarsi nel famoso monastero francese di Cluny, ma ne fu impedito da una specie di sollevazione popolare. Era troppo caro agli abitanti di Brioude, e questi lo rincorsero a Cluny, convincendolo a tornar tra loro.
San Roberto era turbato. Si recò a Roma, e sulla tomba degli Apostoli pregò di poter conoscere se la volontà di Dio lo voleva sacerdote secolare, cioè destinato a vivere nel mondo, oppure monaco, anzi eremita, come la sua vocazione sembrava suggerirgli.
Al ritorno incontrò un soldato, chiamato Stefano. Questi gli chiese quale fosse la strada migliore per una vita di penitenza: « Lascia ogni cosa, – disse San Roberto -, e mettiti al servizio del Signore ». « Lo farei volentieri – rispose Stefano, – solo se questo sacrificio potessi compierlo con te ».
Forse era proprio questo il segno divino che Roberto aspettava. Confidò a Stefano la sua segreta e accorata aspirazione, e insieme decisero di ritirarsi in un luogo solitario, sotto la protezione della Santa Vergine. Si unì un altro soldato, Dalmazio, stanco di odio e di battaglie. Si stabilirono tra i ruderi di una vecchia chiesa, e attorno vi sistemarono le loro cellette di frasche.
Nasceva così l’Abbazia della Chaise-Dieu, che significa « Sedia di Dio », e quindi anche « Casa di Dio ». Dopo infinite difficoltà, guidata dal suo santo Abate, la Chaise-Dieu divenne uno dei più importanti focolari monastici francesi, dopo Chartres e Cluny. Assicurava il culto a cinquanta paesi vicini, e si era dilatata in un grandioso complesso di edifici, che ospitavano ben trecento monaci.
San Roberto, nato in una selva di alberi, terminava così la sua vita in una selva di monaci, per i quali fu come un affettuoso padre prima di addormentarsi nella morte, il 17 aprile dell’anno 1067.
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Pino Aprile
Come i Savoia depredarono la Sardegna
16 aprile 2017
Pino Aprile
Perché vi parlo di “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”, del professor Francesco Casùla (edizioni Grafica del Parteolla)? Quando mi chiesi dove fosse la Sardegna, nella storia d’Italia, volli cercare una risposta veloce e mi trovai impelagato (tanto per cambiare) in una montagna di libri antichi e moderni (più gli uni che gli altri). E scoprii che la Questione Meridionale (sorta con l’invasione del Regno delle Due Sicilie da parte dell’esercito piemontese, prima nascostamente, con i 22 mila soldati ufficialmente disertori al seguito di Garibaldi; poi ufficialmente, con l’esercito calato a prendere possesso della refurtiva), aveva un antenato: la Questione Sarda.
Quando, a inizio del 1700, i Savoia ottengono l’isola, con un trattato internazionale, iniziano a spogliarla di ogni risorsa, escludendo i sardi da ogni possibilità di intraprendere o dirigere, salvo quei possidenti che si metteranno al servizio del nuovo padrone, per aiutarlo nel saccheggio e intascare le briciole. Le proteste, le rivolte, vengono soffocate nel sangue, con la ferocia e l’arbitrio. E giustificate con l’inciviltà della popolazione che i sabaudi, ovviamente, trattenendo eroicamente il ribrezzo, tentavano di dirozzare.
Seppi, così, che tutto quel che i Savoia fecero in Sardegna, fu solo replicato, più in grande, nel Regno delle Due Sicilie (i sardi erano circa 600mila, al momento dell’Unità, i duosiciliani quindici volte tanto). Da questa osservazione e dalla scoperta che, pur senza paesi rasi al suolo e lo sterminio della popolazione, le stesse tecniche erano state adottate dalla Germania Ovest in quella Est, dal giorno della riunificazione, nacque il mio “Terroni ‘ndernescional”.
Al Sud ci si lamenta, non a torto, della disattenzione del resto del Paese nei confronti delle regioni del Mezzogiorno. Ma la Sardegna, a parte la recente scoperta turistica, è del tutto assente. Il che parrebbe incredibile se, con una popolazione modesta, rispetto a quella di regioni di dimensione paragonabile, può vantare due presidenti della Repubblica, il segretario più amato del partito della sinistra italiana e altri dirigenti di rilievo nazionale.
Eppure, i sardi si raccontano, e molto, e bene; hanno scrittori di grande valore, un premio Nobel alla Letteratura (Deledda). Ma non riescono a farsi ascoltare dagli altri, un po’ perché, quando comunicano, paiono avere come interlocutori primi gli stessi sardi; un po’, perché gli altri, oltre che a godere della Sardegna, non mostrano grande interesse a sapere dei sardi (ma chi comincia, vuole diventare sardo, come De André e tanti altri).
Negli ultimi anni, una rinnovata produzione culturale, letteraria, di pari passo con una potente risorgiva di orgoglio isolano mai scemato, ripropone i temi della sardità e della colonizzazione. In questo, Francesco Casùla si è distinto con un’opera grandiosa, “Letteratura e civiltà della Sardegna”, in due volumi. E oggi con il libro su Carlo Felice e i suoi sanguinari parenti.
Il saccheggio dell’isola fu di tale ferocia che persino dopo l’Unità, nel 1864, in occasione dell’ennesimo inasprimento di tasse imposto dai Savoia, metà della somma rastrellata in tutto il Paese fu sottratta ai soli sardi. La disistima dei sabaudi per gli isolani era tale che tendevano a impedire i matrimoni “misti”, ritenevano i sardi “nemici della fatica, feroci e dediti al vizio”; e per de Maistre erano peggio dei “dei selvaggi perché il selvaggio non conosce la luce, il Sardo la odia”.
Una scia di razzismo e pregiudizio che viene da lontano (per Cicerone, i sardi erano per natura “ladruncoli, inaffidabili e disonesti”, in quanto africani) e arriva a oggi: appena qualche decennio fa, il noto giornalista Augusto Guerriero (Ricciardetto), scrisse che i barbaricini bisognava “trattarli” con gas asfissianti; e nel 2016, il procuratore di Cagliari, nell’inaugurare l’anno giudiziario, parlava di “istinto predatorio (tipico della mentalità barbaricina)”.
Nessuna meraviglia che a gente ritenuta incivile (osavano ribellarsi alla spoliazione dei loro beni, dell’intera isola: proprio selvaggi!), si applicassero metodi sbrigativi. Naturalmente, anche lì si trattò di estirpare il “banditismo” (nell’ex Regno delle Due Sicilie “brigantaggio”): il marchese di Rivarolo in tre anni scarsi fece incarcerare tremila persone, giustiziarne 432, con “cerimonie” pubbliche ferocissime: torture, fustigazioni che riducevano il malcapitato a brandelli, poi la forca e la decapitazione, con la testa portata in giro nei paesi in una gabbia di ferro (lo rivedremo al Sud, quando decidero di “liberarlo”).
Ma il più sanguinario fu Carlo Felice, detto Feroce, vicerè e poi re, per disgrazia dei sardi “…orrendamente torturati, trucidati nelle strade o nelle prigioni… I villaggi del Logudorese vennero assaliti dalle truppe regie, cannoneggiati, incendiati e, molti dei loro abitanti uccisi o arrestati in massa”. Spaventosi i tormenti cui fu sottoposto il patriota Francesco Cilocco, la cui testa pure fu esposta in una gabbia di ferro, il corpo bruciato e le ceneri disperse.
Con la legge delle chiudende, che consentì ai possidenti e ladroni di appropriarsi delle terre pubbliche e recintarle come proprie (distruggendo l’uso di libera terra che aveva retto da tempo immemorabile economia e comunità sarde) e sulla “proprietà perfetta”, la millenaria civiltà dell’isola fu atterrata. La rivolta salvò il costume sardo solo in alcune aree; scorse molto sangue, sorsero odi insanabili, che durano in alcuni casi ancora oggi, e grandi patrimoni inutilizzati da un manipolo di profittatori.
Ci fu una coraggiosa denuncia, nel Parlamento di Torino, da parte del deputato sardo Giorgio Asproni, che sembra anticipare, in copia, quella del duca di Maddaloni, nello stesso Parlamento, ma ormai “unitario”, nel 1861: “La vera istoria racconterà le scellerate fucilazioni; le condanne di vecchi e innocenti uomini alle galere; gli spami delle famiglie per i solo cari mandati in esilio per ingiusti sospetti; gli schiaffi e le battiture di detenuti carichi di ferro in mezzo a’ birri; il bastone, di costume barbaro, applicato alle spalle dei testimoni…”; e così via, nell’elenco degli orrori.
Sino a costruire, con la violenza, l’oppressione e la rapina, un “sottosviluppo che non è ritardo ma superfruttamento”. Fu la prima Questione meridionale. L’isola aveva avuto altre dominazioni, nel tempo (fenici, romani, pisani, genovesi, spagnoli), ma Casùla non ha dubbi su chi siano stati “i più crudeli, spietati, insipienti, famelici e ottusi (s)governanti che la Sardegna abbia avuto nella sua storia: i Savoia”.
*Pino Aprile, già vicedirettore di Oggi e direttore di Gente, ha lavorato in televisione con Sergio Zavoli nell’inchiesta a puntate Viaggio nel sud e a Tv7, settimanale di approfondimento del TG1. È autore di libri tradotti in più lingue. Nel marzo 2010 ha pubblicato il libro Terroni, un saggio giornalistico che descrive gli eventi che hanno penalizzato economicamente il meridione, dal Risorgimento ai giorni nostri. L’opera è divenuta un bestseller, con 250.000 copie vendute. A maggio 2016 pubblica Carnefici, un saggio storico che documenta, in maniera ancor più approfondita di Terroni, per via delle ricerche più recenti condotte dallo stesso giornalista in cinque anni, le stragi commesse al Sud durante l’unificazione. Gli ultimi suoi saggi sono Terroni ‘ndernescional. E fecero terra bruciata, Milano, Piemme, 2014 (con interi capitoli dedicati alla Sardegna in cui cita abbondantemente gli storici sardi e in particolare i due Casula, Francesco e Francesco Cesare) e Carnefici, Milano, Piemme, 2016.