Archivi giornalieri: 24 giugno 2015
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DIE WELT
DER TAGESSPIEGEL
LAVORO – FISCALE24/06/2015
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Pensioni e divieto di cumulo contributi
Pensioni e divieto di cumulo contributi
Contribuzione volontaria, la sentenza della Corte Costituzionale che legittima il divieto di cumulo.
La Corte Costituzionale si è espressa in materia di contribuzione volontaria e più in particolare in merito al divieto di cumulo tra contribuzione previdenziale volontaria e contribuzione nella Gestione Separata nei casi di prosecuzione dell’attività lavorativa per un ridotto numero di ore e per redditi di importo inferiore a 3.000 euro annui (sentenza n. 114/2015). Tale divieto di cumulo non è da ritenersi incostituzionale.
=> Pensioni 2015: le novità del sistema previdenziale
Il dubbio sull’ammissibilità della questione di costituzionalità era stato sollevato relativamente all’art. 6, comma 2, D.Lgs. n. 184/1997 (ricongiunzione, riscatto e prosecuzione volontaria ai fini pensionistici) dalla Corte di Appello di Trieste nel procedimento vertente tra O. S. e l’INPS. La Corte riteneva infatti che il vietare il cumulo della contribuzione anche nei casi di “prosecuzione dell’attività lavorativa per un limitato quantitativo di ore a settimana e per redditi da lavoro con compensi ben inferiori a tremila euro annui”, determinasse unairragionevole disparità di trattamento rispetto ad attività di lavoro simili per impegno orario e per reddito conseguito, alle quali non si applica alcun divieto di cumulo. Più in particolare la Corte riteneva che venissero violati gli artt. 3, primo e secondo comma, 35, primo comma, e 38, secondo comma, della Costituzione.
=> Pensione e assegno di invalidità: ultime sentenze
Dopo aver ricostruito il quadro normativo di riferimento, a partire dal D.Lgs. n. 61/2000, la Consulta ha giustificato la propria decisione di inammissibilità per difetto di motivazionesulla rilevanza, precisando che la Corte di Appello di Trieste non ha fornito alcuna motivazione sulle ragioni per le quali risulta necessario disapplicare il divieto di cumulo.
Fonte: Sentenza n. 114/2015 Corte Costituzionale.
Il Fatto Quotidiano
il manifesto
Immigrazione
Indagine Idos – Dimensioni transcontinentali dell’immigrazione
Nel panorama dell’immigrazione italiana, l’area romana gioca un ruolo di assoluto rilievo.Sono oltre 500mila i cittadini stranieri residenti nell’intera Città Metropolitana, pari a oltre un decimo del totale nazionale, dei quali oltre 350mila nel Comune di Roma Capitale. Le loro provenienze e caratteristiche sono tra le più diverse e, nell’insieme, attestano un insediamento sempre più stabile e radicato sul territorio. Di questa variegata realtà si è interessato l’Istituto di Studi Politici San Pio V, dando incarico al Centro Studi e Ricerche IDOS di realizzare una ricerca sul tema, che fotografasse la situazione dei gruppi nazionali più numerosi.
I gruppi nazionali più numerosi tra percorsi di inserimento e legami con i paesi di origine. A coordinare la ricerca è stata Maria Paola Nanni con il supporto del corpo redazionale di IDOS. Sono state prescelte, per ciascun continente di origine dei migranti, le due collettività più numerose tra i residenti stranieri nel Comune di Roma Capitale, senza tener conto della distinzione tra cittadini comunitari e cittadini di paesi terzi: romeni e ucraini per l’Europa, egiziani e marocchini per l’Africa, filippini e bangladesi per l’Asia, peruviani ed ecuadoriani per l’America Latina.
Di ciascun gruppo viene presentato un ritratto a tutto tondo, che unisce l’analisi dei dati statistici più aggiornati alla ricostruzione dell’evoluzione storica dell’insediamento, con specifica attenzione ai percorsi di inserimento sociale e lavorativo nell’area romana, messi a fuoco anche grazie all’ascolto di testimoni privilegiati rappresentanti delle collettività stesse. Il tutto, con una prospettiva di ampio respiro che, seppure centrata sul territorio romano, resta aperta tanto alla dimensione nazionale che all’esplorazione dei rapporti con i paesi di origine. Le riflessioni che ne derivano sono in larga misura estendibili anche ad altre collettività immigrate e aiutano a ricomporre un quadro unitario di Roma come città internazionale.
Si individuano, inoltre, chiavi di lettura unificanti rispetto ai vari continenti:
– per l’Europa, la vicinanza e l’appartenenza allo stesso processo di integrazione continentale;
– per l’Africa, l’obiettivo dello sviluppo e della cooperazione;
– per l’Asia, l’avvicinamento a quello che sarà il fulcro dell’economia mondiale;
– per l’America, continente che ha accolto nei due secoli precedenti flussi massicci di italiani, la memoria di un passato che costituisce un sussidio per meglio affrontare i temi più attuali della mobilità internazionale.
I cambiamenti intervenuti nell’ultimo decennio, in particolare, hanno visto triplicare la presenza di cittadini immigrati nell’area romana, come anche nella Regione Lazio. In questo quadro, alcune collettività sono cresciute di più rispetto alla media, come i bangladesi (aumentati di oltre 8 volte nel Comune di Roma tra il 2004 e il 2014), gli ucraini (quasi 7 volte di più) e i romeni (5 volte di più). I filippini e i bangladesi, inoltre, si distinguono per una concentrazione nel Comune di Roma particolarmente spiccata (oltre 1 su 4 rispetto all’insieme dei connazionali residenti in Italia e oltre 9 su 10 rispetto a quelli presenti nel Lazio, a fonte di una media relativa all’intera presenza straniera di 6 su 10).
Riassumendo i cambiamenti intervenuti, Ugo Melchionda, presidente di IDOS, ha sottolineato che “il potere di attrazione di Roma è rimasto pressoché intatto, nonostante la crisi, anche perché i servizi alla persona e il commercio trainato dalla vocazione turistica della Capitale sono stati ‘‘settori rifugio’’ per i lavoratori migranti”.
In questa ricerca, in cui Roma si staglia sempre più come un ‘‘laboratorio del futuro’’, che indica in anticipo quali saranno i prossimi scenari dell’Italia, la società appare sollecitata a configurarsi sempre più come internazionale, interculturale, interreligiosa e imprenditoriale, assicurando nello stesso tempo l’inte(g)razione, la coesione sociale e lo sviluppo. È questo l’obiettivo che il presidente dell’Istituto di Studi Politici “San Pio V”, Antonio Iodice, sottolinea con forza nella sua prefazione, in cui si sofferma su “lo scarto tra impegno e indifferenza, tra responsabilità e inazione, tra approfondimento e superficialità” e sottolinea che “le statistiche indicano un percorso di condivisione e di dialogo”, particolarmente utile per proteggersi dalle “raffiche di vento del populismo e della xenofobia”
Natività di San Giovanni Battista
Il culto e l’alto onore tributato dalla Chiesa al grande Battista col celebrarne la natività è certo un segno della grandezza di questo uomo santificato prima ancora della sua nascita.
Zaccaria, suo padre, era della classe di Abia, e come sacerdote attendeva agli uffici del tempio. Elisabetta, sua consorte, era sterile e avanzata negli anni: ambedue però camminavano irreprensibili nella legge del Signore.
Or avvenne che mentre il bianco vegliardo Zaccara, entrato nel tempio, vi offriva l’incenso, gli apparve l’Angelo del Signore. Egli si turbò alla vista del celeste messaggero, ma questi con voce dolce e soave: « Non temere, gli disse, o Zaccaria, perché le tue preghiere sono state esaudite e la tua moglie Elisabetta darà al. la luce un figliuolo a cui porrai nome Giovanni. Egli sarà per te di allegrezza e di giubilo, e molti per la sua nascita si rallegreranno poichè sarà grande al cospetto dell’Altissimo… sarà ripieno dello Spirito Santo e precederà dinanzi al Signore con lo spirito e la potenza di Elia ». « Ma come avverrà questo, rispose tremante Zaccaria, se io e la mia moglie siamo vecchi? ». A cui l’inviato misterioso: « Io sono Gabriele chè sto al cospetto di Dio, e sono stato inviato ad annunciarti questa bella notizia, ma giacché hai esitato, rimarrai muto fino a tanto non sia compiuto quello che ti ho detto ».
Così dicendo l’Angelo scomparve.
Quando furono compiti i giorni del suo ministeri se ne tornò a casa. Allora si compì la parola del Signore;
Un altro spettacolo ci si presenta. Gabriele lascia nuovamente il cielo; sorvola le montagne della Giudei e si porta a Nazareth ad una verginella in dolce contemplazione.
Ave graffa piena! A questo saluto Maria si turba ma rassicurata dall’Angelo, crede e diviene all’istante madre di Dio. Saputo poi che la cugina Elisabetta deve partorire, Maria si dirige frettolosa verso la città. L’abbraccio colla cugina, la purificazione di Giovanni, le parole ispirate di Elisabetta fanno proromper Maria in quel cantico di lode e di benedizione a Dio che è la più bella e la più sublime di tutte le poesie, il più dolce di tutti i canti: il Magnificat. Ecco i prodigi coi quali fu circondata la Natività del Battista, il Precursore di Cristo, l’ultimo e il più insigne tra i personaggi che nel corso di quaranta secoli preannunziarono il Salvatore. La sua vita mortificatissima trascorsa quasi tutta nel deserto e nella predicazione del regno messianico, fanno di S. Giovanni uno dei santi più grandi. Le sue relazioni con il Salvatore sono intime. È Giovanni che lo battezza nel Giordano: ancora lui che lo mostra ai discepoli con quelle parole: « ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati dal mondo ». E a chi, stupito della sua vita e della sua predicazione, domandava: « Sei tu il Messia? » rispondeva: « Io sono la voce di colui che grida nel deserto: raddrizzate le vie del Signore. Io non sono il Cristo: ma fui mandato innanzi a lui. Bisogna che Egli cresca e che io diminuisca ».
E Giovanni diminuì veramente. Dopo aver additato il Messia, insegnato ad ogni ceto di persone il modo di ricevere il Salvatore, è preso e decapitato in odio alla verità. Più splendido coronamento alla sua missione non poteva desiderare.
PRATICA. Impariamo dal Battista la fermezza nella fede, l’amore alla mortificazione e alla penitenza.
PREGHIERA. O Giovanni, che preparasti i sentieri, deh! fa che noi possiamo percorrere speditamente la via che ci separa dal cielo.
Jobs Act
Seminario Inca e Cgil su: “L’inidoneità alla mansione per infortunio e/o malattia professionale: garantire il diritto alla salute, le tutele e il mantenimento del posto di lavoro”
Appuntamento oggi (24 giugno) e domani a Roma, Centro Frentani, Via dei Frentani 4, per approfondire l’impegno dell’Inca e della Cgil in relazione alle novità del Jobs act e della legge di stabilità in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Il Jobs Act peggiora le condizioni dei lavoratori, anche in materia di salute e sicurezza. Per questo occorre un’azione incisiva di sindacato e patronato per attenuarne gli effetti e offrire nuove garanzie. A fare il punto sulla situazione è la due-giorni di convegno “L’inidoneità alla mansione per l’infortunio e/o malattia professionale: garantire il diritto alla salute, le tutele e il mantenimento del posto di lavoro”, che intende approfondire l’impegno dell’Inca e della Cgil anche in relazione, appunto, alle novità del Jobs Act e della Legge di stabilità 2015. L’appuntamento è per oggi e domani a Roma, presso il Centro congressi Frentani (via dei Frentani 4).
“L’idea dell’iniziativa – spiega Sebastano Calleri, responsabile Salute e sicurezza della Cgil nazionale – nasce dalla lettura dei decreti attuativi del Jobs Act che, come ad esempio per la misura del demansionamento, aggravano sensibilmente le condizioni dei lavoratori”. Da questa constatazione, dunque, è partita “una riflessione che ha portato all’organizzazione del seminario congiunto, centrato sulla ridefinizione del ruolo di patronato e sindacato in questa fase. Grande spazio, inoltre, assume anche il nuovo impegno attribuito all’Inail dal comma 166 della legge 190/2014, che assegna appunto all’Istituto il compito di aiutare i lavoratori nel loro percorso di reinserimento dopo un infortunio o una malattia professionale”. Tra gli obiettivi del seminario, conclude Calleri, vi è dunque quello di “avvertire tutti dell’enorme influenza che avranno le norme del Jobs Act sulla salute e sicurezza dei lavoratori, cercando anche di ragionare sullo sviluppo di azioni di contrasto e di modifica dei decreti attuativi”.
Il programma di mercoledì 24 giugno prevede l’introduzione (ore 11) di Valerio Zanellato (Inca nazionale) e la relazione di Stefano Giubboni (docente di Diritto del lavoro all’Università di Perugia). Seguono poi gli interventi (ore 12.30) di Ivano Corraini (Ufficio giuridico Cgil), Sebastiano Calleri (responsabile Salute e sicurezza Cgil), Giovanni Paura (Direzione centrale Inail), Mauro Baroni (Atm Milano) e Marco Blazieri (Pubblico impiego Ferrara). Alla 16.30 è prevista la tavola rotonda “Inidoneità come anticamera del licenziamento? Cosa cambia con il Jobs Act”, cui partecipano le segreterie nazionali delle categorie Cgil. Conclude la giornata Silvino Candeloro, del Collegio di presidenza dell’Inca.
La sezione di giovedì 25 giugno si apre con l’introduzione (ore 9) di Marco Bottazzi (responsabile Consulenza medico-legale Inca). Seguono le relazioni (ore 9.30) di Francesco Saverio Violante (presidente Simlii), Giorgio Di Leone (presidente Snop), Angela Goggiamani (Sovraintendenza sanitaria centrale Inail), Francesco Martire (dirigente medico del lavoro presso Asl Cosenza) e Franco Rampi (presidente Civ Inail). Alle 11.30 è previsto un ulteriore momento di dibattito, mentre a tirare le fila della due-giorni (ore 13) è la presidente dell’Inca Morena Piccinini.
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