Archivi giornalieri: 23 giugno 2015
tuttosport
La Stampa
LAVORO FISCALE23/06/2015
|
|
|
|
|
Leggi maggiormente richieste
Navigazione secondaria
salta il menu di navigazione secondario e vai al contenuto della pagina
Leggi maggiormente richieste
Anno 2015
- Legge 06 Maggio 2015 n. 55
-
Divorzio breve
Disposizioni in materia di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio nonché di comunione tra i coniugi
Pubblicazione:G.U. n. 107 del 11 Maggio 2015
Iter e lavori preparatori29 maggio 2014:
approvato in testo unificato18 marzo 2015:
approvato con modificazioni22 aprile 2015:
approvato definitivamente. Legge - Legge 06 Maggio 2015 n. 52
-
legge elettorale Camera dei deputati
Disposizioni in materia di elezione della Camera dei deputati
Pubblicazione:G.U. n. 105 del 08 Maggio 2015
Iter e lavori preparatori12 marzo 2014:
approvato in testo unificatoassorbe S.144927 gennaio 2015:
approvato con modificazioni04 maggio 2015:
approvato definitivamente. Legge - Legge 16 Aprile 2015 n. 47
-
Modifiche disciplina misure cautelari personali e modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354
Modifiche al codice di procedura penale in materia di misure cautelari personali. Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visita a persone affette da handicap in situazione di gravità
Pubblicazione:G.U. n. 94 del 23 Aprile 2015
- Legge 21 Aprile 2015 n. 44
-
prestito vitalizio ipotecario
Modifica all’articolo 11-quaterdecies del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, in materia di disciplina del prestito vitalizio ipotecario
Pubblicazione:G.U. n. 92 del 21 Aprile 2015
- Legge 04 Marzo 2015 n. 20
-
Decreto-legge ILVA e sviluppo di Taranto
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 gennaio 2015, n. 1, recante disposizioni urgenti per l’esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell’area di Taranto
Pubblicazione:G.U. n. 53 del 05 Marzo 2015
Testo coordinato:G.U. n. 53 del 05 Marzo 2015
- Legge 27 Febbraio 2015 n. 18
-
Responsabilità civile dei magistrati
Disciplina della responsabilità civile dei magistrati
Pubblicazione:G.U. n. 52 del 04 Marzo 2015
- Legge 12 Gennaio 2015 n. 2
-
Ammissione reclutamento Forze armate
Modifica all’articolo 635 del codice dell’ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, e altre disposizioni in materia di parametri fisici per l’ammissione ai concorsi per il reclutamento nelle Forze armate, nelle Forze di polizia e nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco
Pubblicazione:G.U. n. 17 del 22 Gennaio 2015
Inca/Fillea
Romania, aperto sportello Inca/Fillea
Questa mattina si è tenuto a Bucarest l’evento di inaugurazione della nuova sede INCA e FILLEA CGIL. Preceduto da una conferenza stampa dove hanno preso la parola illustrando i motivi della nostra presenza in Romania, la Presidente INCA Morena Piccinini e il Segretario Generale della FILLEA CGIL Walter Schiavella.
Alla presentazione hanno partecipato oltre alla stampa rappresentanze delle istituzioni, del Ministero del Lavoro, del Ministero degli affari esteri e della direzione per i romeni all’estero, Cassa Pensioni Nazionale, Cassa pensioni Municipale di Bucarest, dell’Ambasciata Italiana in Romania, Agenzia Nazionale Occupazione Forze lavoro e i sindacati locali aderenti alla Confederazione europea dei sindacati.
L’ufficio INCA FILLEA Romania, gestito da Virginia Croitoru ed Emilia Spurcaciu, si pone come obiettivo l’assistenza sui temi della sicurezza sociale e previdenziale dei cittadini italiani in Romania e dei cittadini romeni che lavorano o hanno lavorato in Italia. Inoltre ai lavoratori che intendono lavorare in Italia l’ufficio INCA FILLEA fornisce informazioni sul mercato del lavoro, sui contratti di lavoro, sui diritti esercitabili in Italia e nel contesto della Unione Europea.
L’interazione con gli enti previdenziali locali, con l’INPS e altri enti assicurativi e previdenziali, con le autorità consolari italiane in Romania e lo stretto collegamento con la propria rete di oltre 800 uffici in Italia e in Europa fanno della sede INCA di Bucarest una opportunità di tutela per i lavoratori italiani e romeni e loro familiari che necessitano di assistenza gratuita sui temi dei diritti e del lavoro in Italia e in Europa.
La Presidente INCA ha sottolineato come l’azione di tutela nei confronti dei migranti siano questi italiani e stranieri sia parte integrante del codice genetico della CGIL e del lavoro dell’INCA. Assegni familiari, domande di disoccupazione, maternità, sono diritti che vengono esercitati dai cittadini romeni in Italia grazie alla intermediazione per i lavoratori e le loro famiglie in Italia e che possono essere, con la sede di Bucarest, ampliati ed esercitati con maggiore competenza e attenzione. In eguale misura le prestazioni previdenziali erogate per gli italiani in Romania richiedono un livello di manutenzione previsto dalle normative italiane; il nostro ufficio di Bucarest e’ e sarà disponibile per qualsiasi aiuto nella esecuzione di queste procedure amministrative.
Per Walter Schiavella, segretario della categoria degli edili della CGIL, la FILLEA rappresenta in Italia 340.000 iscritti. Tanti italiani edili andavano in passato nei paesi europei per costruire le nuove città del nostro continente, oggi tanti lavoratori dall’estero vengono in Italia. Nel settore edile in Italia circa il 70% dei lavoratori stranieri, che a loro volta sono un terzo del totale della forza lavoro, provengono dalla Romania.
Di questi circa 20.000 sono lavoratori iscritti alla FILLEA CGIL che lavorano in Italia, tornano in Romania o agiscono in un contesto mobilità che sempre più caratterizza il mondo del lavoro. La crisi del lavoro in edilizia degli ultimi anni ha indebolito le tutele per i lavoratori del settore portando ad una riduzione dei salari, ad un aumento del lavoro irregolare e delle sicurezze nei cantieri. Questa contingenza coinvolge anche i lavoratori stranieri e in particolare i lavoratori romeni che sono la gran parte della componente straniera del settore.
FILLEA considera quindi il presidio a Bucarest come opportunità di migliorare il livello di qualità e tutele di lavoratori in una Europa che dovrebbe essere maggiormente attenta ai diritti delle persone e non solo a quelli della grande finanza e delle banche.
L’ufficio si trova nei pressi della centralissima e ben collegata Piata Victoriei in Str. Buzešti, 59. Aperto tutte le mattine dalle 9 alle 13 e il lunedì e il giovedì dalle 14 alle 17. Telefono +40-31-4362963, email: romania@inca.it, FB: ww.facebook.com/incaromania
Jobs act
Jobs act: Cgil, al via campagna no accordo no controllo
“Il governo ha scelto da che parte stare: non serve più l’accordo sindacale per controllare i lavoratori e si cancellano i limiti previsti dalla legge 300. Il Grande Fratello è niente in confronto a quanto previsto da questo provvedimento”. Questa la denuncia contro il decreto Semplificazioni rilanciata questa mattina dalla Cgil con due flash mob a Roma e Bari.
Le due iniziative danno il via alla campagna itinerante promossa dalla Cgil Nazionale contro le modifiche all’articolo 4 dello Statuto dei diritti dei Lavoratori sul controllo a distanza previste dal decreto attuativo del Jobs Act. Nei prossimi giorni, con lo slogan ”No accordo no controllo”, si terranno mobilitazioni in molte piazze d’Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica e fare pressione sul Parlamento per ripristinare regole di rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori.
Per la Cgil si pone “un problema di dignità e di equilibrio nei confronti dello strapotere aziendale, di maggiori possibilità di ricatto nei confronti delle persone che lavorano, sole e non più tutelate dall’Articolo 4 dello Statuto”. Ma per il sindacato di corso d’Italia non solo si colpiscono ancora una volta i lavoratori, ma lo si fa senza alcun beneficio economico sull’altro piatto della bilancia: “questo decreto non aumenta la competitività delle imprese, non aumenta la produttività del lavoro, non facilita gli investimenti, nazionali o esteri, permette però ad alcune imprese di fare la faccia feroce”.
rassegna.it
Newsletter del 23/06/2015
|
Periodico telematico registrato presso il Tribunale Civile di Roma – Sezione per la Stampa e l’Informazione al n. 301/2004 del 19/7/2004. R.O.C. 2743
|
Comunicati aran
-
19/06/2015 Aggiornamento delle elaborazioni statistiche sul personale a tempo determinato e con contratto di collaborazione coordinata e continuativa nella PA -
19/06/2015 Aggiornamento alle elaborazioni statistiche sugli occupati nella PA per classi di anzianità -
11/06/2015 Aggiornamento alle elaborazioni statistiche sugli occupati nella PA per classi di età e genere -
04/06/2015 DELEGHE E VOTI RSU. PROROGA DEI TERMINI: NUOVE DATE PER LA CHIUSURA DELLE RILEVAZIONI -
28/05/2015 Aggiornamento alle elaborazioni statistiche sulle retribuzioni medie pro-capite nella PA e nel settore privato
il manifesto
Il Fatto Quotidiano
San Lanfranco Beccari
Nato appunto a Pavia nella nobile famiglia Beccari (o de Beccaria) nei primi decenni del sec. XII, Lanfranco fu consacrato Vescovo della sua città da Papa Alessandro III. La ricostruzione della sua biografia si deve in prima istanza al suo successore nella Cattedra episcopale, Bernardo che scrisse, poco dopo la sua morte, una “Vita Lanfranci”: nella quale sono riportati, letteralmente, vita, morte e miracoli del futuro Santo. Da questo scritto e da numerosi altri contributi bibliografici emerge la figura carismatica di Lanfranco: amabile con i buoni, ma energico con i cattivi, pio, caritatevole e di vita esemplare. Difensore del potere della Chiesa in un periodo in cui si verificavano spesso controversie tra Papato e Autorità laiche, tra Guelfi e Ghibellini Egli difese con forza le proprietà e le prerogative ecclesiastiche e per questo motivo risultò presto inviso ai Consoli che governavano il Comune di Pavia, finendo per essere svillaneggiato e angariato da un certo numero di influenti cittadini pavesi. La situazione arrivò a una gravità tale che il Vescovo fu costretto a lasciare Pavia e a recarsi a Roma, ove trovò conforto e sostegno da parte del Papa. Ritornato a Pavia, ma ormai stanco di lottare, si ritirò nel monastero vallombrosano, allora ancora detto del S. Sepolcro (nei pressi della città ma non entro le sue mura), dove morì il 23 giugno (forse) del 1198, come appare da una lettera di Innocenzo III del 8 agosto di quell’anno.
La fama di santità di Lanfranco si diffuse rapidamente attraverso il territorio pavese e dei dintorni, anche in funzione dei numerosi miracoli subito attribuiti al Vescovo. Leggendo il piacevole libro di Vittorio Lanzani “Cronache di Miracoli. Documenti del XIII secolo su Lanfranco Vescovo di Pavia” si può constatare, non solo che già il successore Bernardo fece registrare, con atto notarile, ben 40 casi riconosciuti come miracolosi, ma anche come alcuni di questi eventi abbiano davvero un carattere di grande originalità. Insieme alla registrazione di guarigioni o scampati pericoli si trovano infatti almeno tre testimonianze di prigionieri liberati in seguito ad eventi prodigiosi verificatisi dopo che questi avevano elevato invocazioni al Santo. Alcuni dei documenti notarili dell’epoca sono ancora reperibili negli archivi pavesi e riportano le dichiarazioni dei protagonisti e di numerosi testimoni dei fatti citati.
Nel febbraio del 1202 il giovane Giovanni Boglario si trova detenuto per “carcerazione a lunga durata e coartazione con ceppi di ferro a mani e piedi. Nulla viene detto sul reato così punito, ma si registra il fatto che il prigioniero, “soffrendo molto per i ceppi di ferro”, aveva invocato l’aiuto di S. Lanfranco: facendo voto di servizio perpetuo nel Convento del S. Sepolcro qualora fosse stato liberato dalle catene. Nella notte seguente il ragazzo sogna S. Lanfranco e al risveglio si trova libero dai ceppi, anche se questi giacciono a terra perfettamente chiusi. Le guardie, ovviamente, non credono subito al miracolo e sospettano un tentativo di evasione, ma i controlli alle cavigliere e alle manette di ferro confermano la loro regolare chiusura e l’assenza di segni di effrazione. Con l’intervento del Vescovo Bernardo, Giovanni viene quindi graziato e può continuare la sua vita al servizio della chiesa ora intitolata a S. Lanfranco.
In data 1 giugno 1202 Uberto Verri riesce ad evadere dai sotterranei del carcere e fugge salendo verso la Torre di Porta di Palazzo, dove incontra però un manipolo di guardie che lo riacciuffano. Nella concitazione del momento, per quanto i carcerieri avessero promesso di non far del male al prigioniero, uno degli sgherri pugnala il malcapitato, che viene riportato in cella sanguinante e ormai in fin di vita. Nella sua disperazione Uberto invoca S. Lanfranco e la mattina dopo si ritrova risanato e con la ferita ormai cicatrizzata. Sono le stesse guardie, tra cui il responsabile dell’accoltellamento, a testimoniare l’evento miracoloso.
Il fatto più eclatante si verifica comunque nell’ottobre del 1203. La carretta che porta i condannati a morte verso la forca, per l’impiccagione, trasporta due condannati: uno di essi è Alberto da Novara, giudicato colpevole di “molti gravi peccati e misfatti”. Questi comincia presto a proclamare pubblicamente il suo pentimento per i reati commessi e ad invocare l’aiuto di San Lanfranco di fronte alla morte. Dopo la regolare impiccagione del primo condannato, si passa a sistemare la corda al collo di Alberto, che da parte sua continua a pregare. La botola si apre, l’impiccato resta appeso per il collo, ma la morte non sopraggiunge. Anzi, egli continua ad elevare preghiere ad alta voce. Al boia e ai suoi aiutanti non resta che liberare il condannato in modo da verificare la corda e controllarne l’efficienza. Per altre due volte si tenta di impiccare Alberto, persino cercando di tirare il malcapitato per le gambe in modo da facilitarne il soffocamento, niente da fare: l’impiccato mancato continua ad elevare preghiere e ringraziamenti a S. Lanfranco. Di fronte all’evento prodigioso non resta quindi alle Autorità civili che adeguarsi a concedere la grazia già data dal Potere Divino.
A questi fatti si può associare un ultimo evento prodigioso dovuto a San Lanfranco. Questo è documentato nel bassorilievo scolpito sulla destra dell’Arca che conserva il corpo del Santo tumulato nella chiesa: “La giovane Gelasia, condannata con la falsa accusa di aver avvelenato il fratello, esce salva dal rogo”.