Auser – Il volontariato nel quadro delle istituzioni sociali
Pubblichiamo, di seguito un breve stralcio dell’introduzione alla ricerca dell’Auser nazionale e dell’Associazione Servizi Nuovi sul “Volontariato nel quadro delle istituzioni sociali – Le possibilità e i limiti della gratuità”, che si terrà a Roma il 16 giugno 2015 alle ore 10 c/o l’Università La sapienza (Dipartimento di filosofia).
“…Il primo capitolo contiene un “programma di ricerca” di carattere affatto generale, del quale, non per niente, la pluralità delle istituzioni sociali costituisce l’esplicito motivo conduttore. Inutile dire che il volontariato vi è già compreso; ma appunto, come una delle realtà che formano il quadro complessivo, al pari delle altre. Soltanto in un secondo momento, a partire dal secondo capitolo, cominceremo a occuparcene in termini specifici, con la dovizia di argomenti richiesta dalla centralità, per noi, del tema. Nella speranza, si capisce, che la precedente operazione di “inquadramento” consenta di ragionarne in modo più avvertito.
Detto questo, può darsi che il lettore, invece che incuriosito, resti un po’ perplesso – che si domandi se davvero, prima di parlare del volontariato, sia necessario percorrere in lungo e in largo l’intero panorama delle istituzioni sociali, che a pari titolo comprende le realtà “mercato” e “settore pubblico” e in più, vedremo, parecchio altro ancora. Davvero, per ragionare della parte che ci interessa, dobbiamo implicare il tutto in via preliminare – e metterlo a tema in modo tanto articolato, perfino “sistematico”?
La risposta è che si tratta di una scelta, però soltanto entro certi limiti. Le domande con cui abbiamo iniziato il discorso sono, più o meno, inevitabili. Vogliamo dire che una qualche attribuzione di valore è parte integrante, di fatto immancabile, del modo nel quale il volontariato entra nel giro di quello che pensiamo – della “visione” che ci formiamo della sua realtà. Ma “valore” equivale a “rilievo”, come “rilievo” equivale a “posto che compete”; e quest’ultima idea, di un posto che compete, implica per forza l’idea di un “quadro”, o almeno della sua “cornice”….”.