ISTAT

Istat: nel 2012 il cuneo fiscale al 46,7 per cento

In Italia il costo medio del lavoro dipendente, al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è di 30.953 euro all’anno. Il lavoratore, sotto forma di retribuzione netta, ne percepisce poco più della metà (il 53,3%), ovvero 16.498 euro. Lo rileva l’Istat, diffondendo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2012.

Quindi, calcola sempre l’Istat, “la differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore, il cosiddetto cuneo fiscale e contributivo, è pari, in media, al 46,7%: i contributi sociali dei datori di lavoro ammontano al 25,6% e il restante 21,1% è a carico dei lavoratori in termini di imposte e contributi”.

Quanto al reddito medio da lavoro autonomo, “al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è pari a 23.432 euro annui, il reddito netto rappresenta il 69,3% del totale, (16.237 euro)”.

Il costo del lavoro più elevato in Italia si registra nel Nord Ovest (34.714), mentre quello più basso, si tratta di quasi dieci mila euro in meno (-28,3%), si rileva al Mezzogiorno (24.885). Cifre che confermano anche un ampio divario (-24,4%) tra il costo del lavoro per gli uomini (34.752) e quello per le donne (26.281).

Oltre la metà dei redditi lordi individuali (54%) nel 2012 si colloca tra 10.001 e 30.000 euro annui; il 25,8% è al di sotto dei 10.001 euro e il 17,6% risulta tra 30.001 e 70.000. Solo il 2,4% supera i 70.000 euro. 

L’incidenza delle imposte dirette sul totale dei redditi individuali lordi (al netto dei contributi sociali) è pari al 19,4%, si attesta al 21,3% per il reddito da lavoro dipendente, al 17,5% per le pensioni e al 17,1% (Irap inclusa) per il reddito da lavoro autonomo.

Nel 2012 l’aliquota media del prelievo fiscale a livello familiare è pari al 19,4%. Grazie alle detrazioni per familiari a carico, a parità di reddito, le famiglie con minori usufruiscono di un più favorevole trattamento fiscale, anche al crescere del numero di percettori, sottolinea l’Istat. Le persone sole di età inferiore a 64 anni sono la tipologia familiare su cui grava il maggiore peso fiscale, con un’aliquota media del 21,6%.

Il carico fiscale è inferiore tra le famiglie del Mezzogiorno (16,3%) – essendo il reddito mediamente più basso e il numero di familiari a carico più elevato – rispetto a quelle del Nord-est (19,9%) del Centro (20,1%) e del Nord-ovest (21%).

Per le famiglie con un solo percettore, il più basso livello di reddito determina un’aliquota media fiscale inferiore di oltre mezzo punto percentuale (18,9%) a quella delle famiglie con due o più percettori (19,6%).

Fra il 2011 e il 2012, l’aliquota media fiscale passa dal 17,9% al 18,3% per le famiglie con unico percettore di reddito se si tratta di un reddito (prevalente) da lavoro autonomo, con una crescita inferiore rispetto a quanto registrato per le restanti due tipologie di famiglie monopercettore (lavoro dipendente dal 19,5% al 20,5% e redditi non da lavoro dal 16,8% al 17,4%).

Il minor carico fiscale delle famiglie con reddito da lavoro autonomo, particolarmente visibile nella prima classe di reddito (0-15.000 euro), è da attribuire agli effetti di alcuni provvedimenti in materia di tassazione dei redditi degli autonomi e alla revisione al ribasso dei parametri degli studi di settore, adottati a partire dal 2011 ed estesi al 2012

ISTATultima modifica: 2015-02-09T18:06:47+01:00da vitegabry
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