Archivi giornalieri: 17 febbraio 2015

ULTIMISSIME LAVORO – FISCALE17/02/2015

GIURISPRUDENZA

COMMISSIONE TRIBUTARIA PROVINCIALE

SENTENZA

COMMISSIONE TRIBUTARIA PROVINCIALE FOGGIA – Sentenza 12 febbraio 2015, n. 226FISCALE

Contributo unificato – Appello avverso una decisione su ricorso cumulativo – Tributo dovuto per ogni singolo atto impugnato – Sussistenza

COMMISSIONE TRIBUTARIA PROVINCIALE POTENZA – Sentenza 06 febbraio 2015, n. 122FISCALE

Accertamento – Art. 42 del DPR n. 600 del 29/09/1973 – Accertamento nullo se l’avviso non reca la sottoscrizione

COMMISSIONE TRIBUTARIA PROVINCIALE TARANTO – Sentenza 22 gennaio 2015, n. 218FISCALE

Tarsu – Avvisi di accertamento emessi dal Comune – Prescrizione

CONSIGLIO DI STATO

SENTENZA

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 04 febbraio 2015, n. 549LAVORO

Risarcimento dei danni per mobbing

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 10 febbraio 2015, n. 714LAVORO

Ispezione – Accesso ai documenti amministrativi

CORTE DI CASSAZIONE

SENTENZA

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 16 febbraio 2015, n. 3020LAVORO, FISCALE

Magistrato – Illecito disciplinare – Procedimento – Uso delle intercettazioni telefoniche – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 16 febbraio 2015, n. 6705FISCALE

Reati fiscali – Indebita compensazione – Confisca – Superamento della soglia di punibilità – Necessità – Sussiste

CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 16 febbraio 2015, n. 6777FISCALE

Bancarotta – Calcolo della pena – Continuazione fallimentare

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE

SENTENZA

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE EMILIA ROMAGNA – Sentenza 29 gennaio 2015, n. 25LAVORO

Dipendenti di Poste Italiane – Diritto di accesso agli atti relativi all’organizzazione interna della società, ovvero ai fogli firma delle presenze giornaliere – Sussiste

LEGISLAZIONE

AGENZIA DELLE ENTRATE

PROVVEDIMENTO

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 16 febbraio 2015, n. 21896/2015FISCALE

Approvazione delle specifiche tecniche per la trasmissione telematica dei dati contenuti nel modello “Consolidato nazionale e mondiale 2015”

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 16 febbraio 2015, n. 21900/2015LAVORO, FISCALE

Modalità e termini di fruizione del credito d’imposta di cui all’articolo 24 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, a favore delle imprese per le nuove assunzioni di personale altamente qualificato, ai sensi del decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze 23 ottobre 2013

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 16 febbraio 2015, n. 21932/2015LAVORO, FISCALE

Approvazione delle specifiche tecniche per la trasmissione telematica dei dati contenuti nel modello di dichiarazione “Unico 2015-SC”, unitamente a quelli contenuti nella comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli indicatori di normalità economica

PRASSI

AGENZIA DELLE ENTRATE

RISOLUZIONE

AGENZIA DELLE ENTRARE – Risoluzione 16 febbraio 2015, n. 18/ELAVORO, FISCALE

Istituzione del codice tributo per l’utilizzo in compensazione, tramite modello F24, del credito d’imposta di cui all’articolo 24 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, a favore delle imprese per l’assunzione a tempo indeterminato di personale altamente qualificato, ai sensi del decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze 23 ottobre 2013

AGENZIA DELLE ENTRATE – Risoluzione 16 febbraio 2015, n. 16/EFISCALE

Consulenza giuridica – Individuazione del soggetto tenuto all’applicazione delle ritenute ed imposte sostitutive sui redditi di natura finanziaria. Articolo 27-ter del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600

AGENZIA DELLE ENTRATE – Risoluzione 16 febbraio 2015, n. 17/EFISCALE

Interpello – Cessione dal Comune agli assegnatari degli alloggi, di aree già concesse in diritto di superficie – Applicabilità dell’articolo 32 del DPR n. 601 del 1973

COMMISSIONE DI GARANZIA SCIOPERO

DELIBERAZIONE

COMMISSIONE DI GARANZIA SCIOPERO – Delibera 02 febbraio 2015, n. 15/26LAVORO

Interpretazione sull’obbligo di comunicazione dei dati, ai sensi dell’art. 5 della legge n. 146 del 1990, e successive modificazioni

INPS

MESSAGGIO

INPS – Messaggio 13 febbraio 2015, n. 1116LAVORO

Pagamento delle prestazioni all’estero: accertamento dell’esistenza in vita per l’anno 2015

MINISTERO GIUSTIZIA

COMUNICATO

MINISTERO GIUSTIZIA – Comunicato 16 febbraio 2015LAVORO, FISCALE

Mancata conversione del decreto-legge 16 dicembre 2014, n. 185, recante: «Disposizioni urgenti in materia di proroga dei termini di pagamento IMU per i terreni agricoli montani e di interventi di regolazione contabile di fine esercizio finanziario»

ULTIMISSIME EDILIZIA – COOPERATIVE17/02/2015

GIURISPRUDENZA

CONSIGLIO DI STATO

SENTENZA

CONSIGLIO DI STATO – Sentenza 10 febbraio 2015, n. 714COOPERATIVE, EDILIZIA

Ispezione – Accesso ai documenti amministrativi

LEGISLAZIONE

AGENZIA DELLE ENTRATE

PROVVEDIMENTO

AGENZIA DELLE ENTRATE – Provvedimento 16 febbraio 2015, n. 21900/2015COOPERATIVE, EDILIZIA

Modalità e termini di fruizione del credito d’imposta di cui all’articolo 24 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, a favore delle imprese per le nuove assunzioni di personale altamente qualificato, ai sensi del decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze 23 ottobre 2013

PRASSI

AGENZIA DELLE ENTRATE

RISOLUZIONE

AGENZIA DELLE ENTRARE – Risoluzione 16 febbraio 2015, n. 18/ECOOPERATIVE, EDILIZIA

Istituzione del codice tributo per l’utilizzo in compensazione, tramite modello F24, del credito d’imposta di cui all’articolo 24 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, a favore delle imprese per l’assunzione a tempo indeterminato di personale altamente qualificato, ai sensi del decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze 23 ottobre 2013

TFR in busta paga

 

TFR in busta paga: guida pratica

Vademecum sull’anticipo del TFR in busta paga per dipendenti di imprese private da marzo 2015: requisiti, domanda, importo, tassazione IRPEF, effetti su detrazioni fiscali, ISEE e Bonus di 80 euro.

 – 17 febbraio 2015
Pmi TVUn app launcher per Microsoft Office 365

 

 

TFR
Ottenere l’anticipo del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) in busta paga, in ossequio a quanto definito dalla Legge di Stabilità, una possibilità concreta da marzo 2015 per 12mila dipendenti del settore privato (da almeno sei mesi). I lavoratori possono lasciare in azienda o in un fondo pensioni il proprio TFR fino a conclusione del rapporto di lavoro oppure farsene versare mensilmente una parte, ma conservando il vero e proprio “tesoretto” in vista della pensione.

=> Anticipo TFR: il meccanismo nella Legge di Stabilità 2015

 

 
 

 

Sperimentazione

Il relativo Dpcm (all’esame del Consiglio di Stato) dispone che sia il lavoratore a comunicare al datore di lavoro, attraversoscelta non reversibile fino alla fine del periodo sperimentale (marzo 2015 – giugno 2018).

IRPEF

Chi opterà per il TFR in busta paga subisce a tassazione IRPEF, risentendo di un prelievo più ingente (la somma subisce anche le addizionali locali) di quello previsto per il TFR ordinario (su cui si applica aliquota media effettiva degli ultimi 5 anni di lavoro). Secondo l’ACLI la tassazione separata del TFR è solitamente compresa tra 23 e 26%, quindi molto vicina ai primi due livelli di applicazione IRPEF (redditi fino a 15 e 28 mila eurorispettivamente le con aliquote 23 e 27%), tuttavia la preoccupazione dei CAF riguarda l‘incidenza della maggiorazione di stipendio in busta paga sulledetrazioni da lavoro dipendente o per familiari a carico, oltre che sulle agevolazioni legate all’ISEE.

=> TFR in busta paga: a rischio agevolazioni ISEE

Simulazioni di calcolo e importi mensili

Può essere utile, per valutare il da farsi, basarsi su simulazioni:

  • per redditi  lordi fino a 18mila euro, il TFR in busta paga si concretizza in circa 72 euro al mese perdendo, secondo il MEFOP (società per lo sviluppo del Mercato dei Fondi Pensione), 1.700 euro in 5 anni rispetto a chi decida di inserirlo in un fondo pensione e 1.200 euro rispetto a chi scelga di lasciarlo in azienda;
  • per redditi fino a 25mila euro si ricevono 100 euro netti in più al mese, che dopo 5 anni ammonterebbero a 6.015 euro, a fronte di 7.602 euro maturati se il TFR fosse rimasto in azienda e 8.467 se i fondi fossero stati destinati a un fondo pensione;
  • per redditi di 35 mila euro, secondo il CAF UIL, si ha diritto a un TFR annuo pari a 1.806 euro che, in busta paga, dovrà scontare il prelievo IRPEF del 38% (e non del 25,3% applicato in caso di tassazione separata della liquidazione): ciò significa che, anche alla luce delle addizionali locali, il contribuente verserà 300 euro in più di IRPEF e una penalizzazione sulle detrazioni d’imposta.

=> Fondi Pensione e TFR, rendimenti a confronto

Domanda

Per richiedere il TFR in busta paga, il lavoratore presenta al datore di lavoro ilmodulo QU.I.R (Quota maturanda del Trattamento di Fine Rapporto come Integrazione della Retribuzione). L’aumento di stipendio dovuto al versamento del TFR non inciderà sul diritto al Bonus di 80 euro mensili né ai fini dell’imponibile previdenziale.

Liquidazione

Il TFR sarà liquidato al lavoratore: 1 mese dopo la presentazione della richiesta per aziende con più di 50 dipendenti; 3 mesi dopo per aziende con meno dipendenti. La differenza è stata prevista per consentire alle piccole aziende di accedere a fonti di finanziamento diverse dal TFR.

=> Pensioni a rischio con il TFR in busta paga

Esclusioni

L’accesso al provvedimento è precluso a dipendenti domestici, del settore agricolo, di aziende che risentano di procedure concorsuali e fallimentari o di ristrutturazione del debito, che prestino servizio presso unità produttive sotto cassa integrazione straordinaria.

 

Se vuoi aggiornamenti su TFR IN BUSTA PAGA: GUIDA PRATICA inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

rassegna.it

Newsletter del 17/02/2015

Terni: dichiarato fallito l’Isrim (16/02/2015 18:20)

  L’istituto di ricerca pubblico sui materiali speciali doveva garantire supporto al tessuto industriale locale. Filctem, Femca e Uiltec di Terni: è un’altra sconfitta per il territorio e le istituzioni. Ora si ricollochino tutti i lavoratori

Metroweb: Fiom Cgil, no a ingresso Telecom (16/02/2015 17:59)

  Turi: “Si cancellerebbe così, con un colpo di spugna, qualsiasi idea di controllo pubblico della rete, di cui si stava discutendo da anni e che anche il presidente del consiglio Renzi aveva sostenuto”

Referendum Maugeri: lavoratori approvano preintesa (16/02/2015 17:39)

Referendum Maugeri, anche in Lombardia vince il sì (16/02/2015 17:10)

Ast, i tagli sulle spalle dei più deboli (16/02/2015 16:06)

  Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria chiamano a raccolta i delegati delle ditte terze: pronti ad aprire una vertenza per far rispettare gli impegni presi da controparti e istituzioni

Precari oggi, anziani poveri domani (16/02/2015 12:54)

  Brunetti (Cgil): “Il sistema pensionistico crea un danno oggi e può determinare problemi drammatici in futuro, mentre il jobs act è l’ennesimo tentativo di dividere il mondo del lavoro attraverso gli slogan. Proveremo a smascherarli di nuovo”

Crisi: con imprese fallite perso 1 milione di posti (16/02/2015 12:43)

  Nel 2014 picco di fallimenti, oltre 15mila

“Legalità: una svolta per tutte”, il 19 febbraio ultima tappa a Roma (16/02/2015 10:50)

  Si chiude il viaggio della legalità della Cgil, che ha attraversato il paese. Iniziativa conclusiva nella capitale il 19/2 alla Casa del Jazz alle 9.30. Partecipano il segretario confederale Fracassi e il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso

Umbria: Spi Cgil, 17/2 iniziativa su medicina di genere (16/02/2015 10:46)

Modena: Sunia, assistenza per ottenere contributi affitto(16/02/2015 10:36)

Gli appuntamenti dal 16 al 20 febbraio (16/02/2015 10:23)

  Mercoledì Poletti vede i sindacati in vista dell’approvazione finale dei primi due decreti attuativi del Jobs Act, venerdì prossimo. Cgil, giovedì si chiude a Roma la campagna “Legalità, una svolta per tutte”. Contratto bancari, nuovo round Abi-sindacati

Jobs Act, Poletti vede i sindacati (16/02/2015 10:00)

  La convocazione per mercoledì 18 febbraio, in vista del via libera finale ai primi due decreti attuativi che arriverà venerdì prossimo. Cgil: “Ci auguriamo il governo intenda fare una discussione vera e non un monologo”

Ast Terni, oggi attivo delegati su lavoratori indotto (16/02/2015 09:41)

Fondi pensione

Fondi pensione: la corretta tassazione

 

Gli investimenti dei fondi pensione in titoli di Stato concorrono alla base imponibile per il 62,5%: calcolo delle tasse sulla previdenza complementare alzate al 20%, circolare Entrate.

 – 16 febbraio 2015
Pmi TVApple presenta il nuovo iPad Air 2

 

agenzia entrate

L’aumento delle tasse sui fondi pensione previsto dalla Legge di Stabilità si applica a tutte le tipologie di previdenza complementare, e per tenere conto degli investimenti in titoli di Stato, i redditi derivanti da questi investimenti concorrono alla base imponibile per il 62,5%: è una delle precisazioni contenute nella circolare applicativa 2/E dell’Agenzia delle Entrate sull’aumento al 20% delle tasse ai fondi pensione. Il riferimento normativo sono i commi 621, 622, 624, dell’articolo 1 della legge 190/2015 (la Legge di Stabilità, appunto).

=> Fondi pensione, aumento tasse: istruzioni COVIP

 

 

Come è noto, la manovra ha alzato al 20% l’aliquota che precedentemente era fissata all’11% (ed era per la verità appena stata portata all’11,5% dall’articolo 4, comma 6-ter, del Dl 66/2014), con effetto retroattivo dal 2014. Ma anche ha anche lasciato al 12,5% l’imposizione sulla parte di investimenti in titoli di Statoitaliani e di paesi white list. La circolare delle Entrate chiarisce i criteri corretti di calcolo sull’imposta che, lo ricordiamo, va versata entro il 16 febbraio.

=> Pensioni private, cosa prevede la Legge di Stabilità

Fondi pensione interessati dall’aumento fiscale

Per quanto riguarda l’ambito soggettivo di applicazione, il Fisco sottolinea che l’aumento riguarda tutti i fondi pensione, comprese le forme pensionistiche individuali e i vecchi fondi pensione, ovvero quelli già  istituiti al 15 novembre 1992. Come detto, l’aumento riguarda anche le forme di previdenza di natura negoziale de dipendenti delle PA. E’ invece escluso da questa manovra il patrimonio immobiliare direttamente detenuto già alla data del 28 aprile 1993, a cui continua ad applicarsi l’imposta sostitutiva dello 0,50% (in base all’articolo 17, comma 6, del decreto legislativo 252 del 2005).

La base imponibile

E vediamo esattamente come si calcola l’imposta. L’imponibile è sostanzialmente rappresentato dal risultato netto maturato in ciascun periodo di imposta (sempre in base a quanto previsto dal Dgls 252/2005, che disciplina le forme di previdenza complementari). Il risultato netto è pari alla differenza fra i due seguenti elementi:

  • il valore del patrimonio netto del fondo alla fine di ciascun anno solare, al lordo dell’imposta sostitutiva, aumentato delle erogazioni effettuate per il pagamento dei riscatti, delle prestazioni previdenziali e delle somme trasferite ad altre forme pensionistiche, e diminuito dei contributi versati, delle somme ricevute da altre forme pensionistiche, dei redditi di capitale soggetti a ritenuta, esenti o comunque non soggetti ad imposta;
  • il valore del patrimonio netto all’inizio dell’anno. La fine dell’anno si identifica con l’ultimo giorno dell’anno in cui il mercato è aperto. In prati,ca quindi, il risultato di gestione è il valore del patrimonio netto a fine anno aumentato e diminuito di tutte le somme che hanno decrementato e aumentato il patrimonio stesso in relazione ai rapporti con gli iscritti. Non contano, invece, tutte le operazioni che nulla hanno a che vedere con i flussi finanziari connessi alla gestione del patrimonio mobiliare del fondo.

Restano ferme le particolari modalità per calcolare il valore del patrimonio per i fondi pensione in regime di prestazioni definite, per le forme pensionistiche individualie per le vecchie forme di previdenza (si sottrae dal valore attuale della rendita in via di costituzione, calcolato al termine di ciascun anno solare, o determinato alla data di accesso alla prestazione, e diminuito dei premi versati nell’anno, il valore attuale della rendita stessa all’inizio dell’anno).

=> Fondi pensione e TFR, rendimenti a confronto

Gli investimenti in titoli pubblici e project bond

Attenzione: il comma 622 modifica la determinazione dell’imponibile per tener conto degli investimenti in titoli di Stato italiani o di paesi white list, che come è noto sono tassati con un’aliquota agevolata, del 12,5%. Operativamente, i redditi di questi titoli pubblici concorrono alla determinazione della base imponibile per il 62,5%. Questa percentuale si applica a tutti gli interessi, premi e a ogni altro provento derivante dai suddetti titoli. Attenzione: interessi, premi e altri proventi derivante dai titoli di Stato white list maturati fino al 30 giugno 2014, così come le plusvalenze derivanti dalla loro cessione o rimborso realizzate entro la medesima data, concorrono invece al risultato di gestione per il loro intero ammontare. Questo, perché l’aliquota agevolata del 12,50% su questi titoli si applica dal 1° luglio 2014, per effetto della disposizione contenuta nell’articolo 3, comma 2, lettera b, del decreto legge 66/2014.

Anche i redditi di capitale derivanti da contratti di riporto, pronti contro termine e mutuo di titoli garantito, di cui all’articolo 44,
comma 1, lettere g-bis e g-ter, del TUIR (testo unico imposte sui redditi), che abbiano come “sottostante” i predetti titoli pubblici ed equiparati, sono assoggettati ad imposizione, se compresi nel risultato di gestione, nella misura del 62,50%.

Importante: la quota del 62,5% sulla determinazione della base imponibile si applica anche ai project bond, anch’essi tassati al 12,5%. Invece gli altri redditi di capitale (ad esempio, i proventi dei contratti di riporto o pronti contro termine) e i redditi diversi di natura finanziaria derivanti dalla cessione o dal rimborso dei project bond, che non usufruiscono del predetto regime fiscale di favore, concorrono per il loro intero ammontare al risultato dei fondi pensione.

Anche nel caso di investimenti indiretti in titoli pubblici effettuati per il tramite di OICR, organismi di investimento collettivo del risparmio, e contratti di assicurazione, si mantiene il livello impositivo del 12,50%, e di conseguenza questi investimenti concorrono al 62,5%. Per determinare la quota di provento derivante dalla partecipazione in un OICR imputabile ai titoli pubblici da quest’ultimo detenuti, si applica la percentuale media dell’investimento dell’OICR nei titoli pubblici in questione all’importo del reddito di capitale derivante dalla partecipazione all’organismo d’investimento.

Retroattività e fuoriuscite 2014

Come detto, la norma della Legge di Stabilità è retroattiva, nel senso che la nuova aliquota del 20% si applica ai rendimenti 2014. Ebbene, per evitare distorsioni provocate dalle posizioni liquidate nel corso dell’anno, evidentemente con le vecchie aliquote fiscali (11 oppure 11,5%), si riduce ulteriormente la base imponibile di una quota pari al 48% della differenza tra le erogazioni effettuate nel corso del 2014 per effetto dei riscatti, e il valore delle rispettive posizioni al 31 dicembre 2013, maggiorate dei contributi versati, fino alla data del “riscatto”, in relazione alle posizioni in uscita del 2014. In questo modo, di fatto, si determina una riduzione che è pari alla differenza fra la nuova e la vecchia aliquota (l’8,5%). Il meccanismo non si applica solo ai riscatti, ma anche alle altre erogazioni di prestazioni previdenziali, anticipazioni e somme trasferite ad altre forme pensionistiche, comprese quelle trasferite per effetto di operazioni di passaggio da un comparto ad un altro della medesima forma pensionistica complementare.

Risultati negativi 2014

Se il risultato di gestione 2014 è negativo, il risparmio di imposta da utilizzare nei periodi successivi è pari all’11,5%. (Fonte: circolare 2/E 2015 Agenzia delle Entrate)

 

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Unar

Unar, “Spegni le discriminazioni, accendi i diritti”.

L’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) lancia una nuova campagna per sensibilizzare l’opinione pubblica contro le odiose pratiche di intolleranza. L’Unar, che, per l’occasione, ha attivato un numero verde 800 90 10 10, a cui si può chiamare per denunciare questi episodi, ha realizzato anche un video dal titolo eloquente,“Spegni le discriminazioni, accendi i diritti”, che si può facilmente visualizzare cliccando su: youtube,https://www.youtube.com/watch?v=xRk4tOQMvzQ 

 

“E’ la prima volta – spiega una nota dell’Unar – che in Italia si parla delle discriminazioni in modo trasversale (omofobia, razzismo, disabilità, islamobofobia, etc) per promuovere una cultura dei Diritti Umani e del rispetto delle Differenze a 360 gradi, non in maniera verticale, quindi, ma orizzontale, così come già accade in tutte le democrazie più avanzate”.

“Abbiamo deciso di lanciare questa campagna contro tutte le discriminazioni anche sui social network – afferma all’Adnkronos il direttore dell’Unar, Marco De Giorgi – perché dalle segnalazioni e dalle denunce che riceviamo abbiamo visto che una delle frontiere più difficili è proprio il razzismo online. Quasi il 30% delle denunce e delle segnalazioni che riceviamo riguarda proprio il settore dei media e dei new media”.

“A questa campagna hanno aderito tantissime associazioni, ma anche tanti politici di diversi schieramenti – spiega De Giorgi -. Il target che ci interessa di più è quello dei giovani, quelli che usano internet, proprio per fare prevenzione e contrasto delle discriminazioni”.

Nel 2013, l’Unar ha ricevuto circa 1.300 segnalazioni di episodi di discriminazione; nel 2014 sono arrivate a oltre 1.400; di questi quasi un terzo riguarda il web e i media. Il 70% è relativo alla discriminazione a sfondo etnico, razziale e religioso.

“L’Unar, proprio per questo – sottolinea De Giorgi – vuole lanciare un messaggio per facilitare e promuovere anche il dialogo interculturale. Quanto all’islamofobia, in particolare, ci sono casi in cui, quando ci si presenta a un colloquio di lavoro, chiamarsi Ahmed fa la differenza, così come esistono “episodi di intolleranza nei confronti delle donne con il velo”.

Nei prossimi giorni la campagna sarà diffusa anche su carta stampata, nelle stazioni ferroviarie e sui mezzi del trasporto pubblico locale.
 
Si possono condividere i contenuti della campagna dell’Unar sui social network:
 
twitter: https://twitter.com/unar_norazzismi
facebook https://www.facebook.com/norazzismi?ref=hl
 
youtube,https://www.youtube.com/watch?v=xRk4tOQMvzQ utilizzando  gli  ‘hastag #spegnilediscriminazioni #unar

Fondi pensione

Fondi pensione: La circolare dell’Agenzia delle Entrate sulla corretta tassazione

L’aumento delle tasse sui Fondi pensione previsto dalla Legge di Stabilità si applica a tutte le tipologie di previdenza complementare, e per tenere conto degli investimenti in titoli di Stato, i redditi derivanti da questi investimenti concorrono alla base imponibile per il 62,5%. La precisazione è  contenuta nella circolare applicativa 2/E dell’Agenzia delle Entrate.

Come è noto, la manovra ha alzato al 20% l’aliquota che precedentemente era fissata all’11% (ed era per la verità appena stata portata all’11,5% dall’articolo 4, comma 6-ter, del Dl 66/2014), con effetto retroattivo dal 2014. Ma anche ha anche lasciato al 12,5% l’imposizione sulla parte di investimenti in titoli di Stato, italiani e di paesi white list. 

La circolare delle Entrate chiarisce i criteri corretti di calcolo sull’imposta che va versata entro il 16 febbraio.

Per quanto riguarda l’ambito soggettivo di applicazione, il Fisco sottolinea che l’aumento riguarda tutti i fondi pensione, comprese le forme pensionistiche individuali e i vecchi fondi pensione, ovvero quelli già  istituiti al 15 novembre 1992. L’aumento riguarda anche le forme di previdenza di natura negoziale de dipendenti delle PA. E’ invece escluso da questa misura il patrimonio immobiliare direttamente detenuto già alla data del 28 aprile 1993, a cui continua ad applicarsi l’imposta sostitutiva dello 0,50% (in base all’articolo 17, comma 6, del decreto legislativo 252 del 2005).

L’imponibile è sostanzialmente rappresentato dal risultato netto maturato in ciascun periodo di imposta (sempre in base a quanto previsto dal Dgls 252/2005, che disciplina le forme di previdenza complementari). Il risultato netto è pari alla differenza fra i due seguenti elementi:

•il valore del patrimonio netto del fondo alla fine di ciascun anno solare, al lordo dell’imposta sostitutiva, aumentato delle erogazioni effettuate per il pagamento dei riscatti, delle prestazioni previdenziali e delle somme trasferite ad altre forme pensionistiche, e diminuito dei contributi versati, delle somme ricevute da altre forme pensionistiche, dei redditi di capitale soggetti a ritenuta, esenti o comunque non soggetti ad imposta;

•il valore del patrimonio netto all’inizio dell’anno. La fine dell’anno si identifica con l’ultimo giorno dell’anno in cui il mercato è aperto. In pratica, quindi, il risultato di gestione è il valore del patrimonio netto a fine anno aumentato e diminuito di tutte le somme che hanno decrementato e aumentato il patrimonio stesso in relazione ai rapporti con gli iscritti. Non contano, invece, tutte le operazioni che nulla hanno a che vedere con i flussi finanziari connessi alla gestione del patrimonio mobiliare del fondo.

Malattie professionali in Europa: l’ETUI lancia un appello per una coalizione tra ricercatori e lavoratori

 

Una quarantina di sindacalisti e di ricercatori provenienti principalmente da Belgio, Francia, Olanda, Spagna e Italia si sono dati appuntamento a Bruxelles il 30 gennaio scorso per discutere dell’emersione delle malattie professionali in Europa, un fenomeno fortemente sottostimato, partendo dai progetti realizzati in ambito comunitario in vari Paesi.  Per l’Inca, che ha presentato un proprio studio sull’argomento, è intervenuto Marco Bottazzi, coordinatore consulenza Medico legale del patronato della Cgil.  

Il seminario, organizzato dall’ETUI e dall’associazione belga Sante e Solidaritè, aveva lo scopo di presentare dei progetti realizzati da ricercatori e lavoratori, finalizzati ad un obiettivo comune, quello di rendere visibile l’impatto del lavoro sulla salute degli stessi lavoratori. 

Delle oltre 30 iniziative sottoposte al vaglio degli organizzatori, 7 sono state quelle selezionate e presentate nel corso del seminario.

In apertura del convegno, Laurent Vogel, ricercatore dell’ETUI, ha sottolineato come gli strumenti scientifici e istituzionali realizzati fino ad oggi non abbiano permesso  di rendere di dominio pubblico il considerevole impatto del lavoro sulla salute. 

Il ricercatore dell’ETUI ha, in particolare, ricordato le cifre ufficiali delle  malattie professionali e come esse non rappresentino che la punta dell’iceberg delle patologie di origine lavorativa. I dispositivi esistenti non prendono in considerazione le condizioni reali del lavoro, la dimensione di genere, i lavoratori esclusi dal lavoro a causa del loro stato di salute e quelli andati in pensione.

Per rendere visibile l’impatto del lavoro sulla salute, Vogel ha richiamato l’esigenza di una coalizione fra ricercatori e lavoratori in quanto le conoscenze di questi ultimi in merito alle loro condizioni di lavoro sono troppo spesso non prese in considerazione.

La prima iniziativa presentata il 30 gennaio, illustra bene  il proposito del ricercatore dell’ETUI. Si tratta, infatti, di un progetto di ricerca sui tumori professionali nato dalla mobilitazione dei dockers del porto di Nantes-Saint Nazare. 

Avendo riscontrato un elevato numero di tumori  fra quanti hanno esercitato questa professione, i dockers  hanno condotto una propria indagine che ha confermato, fra l’altro, un eccesso di tumori del polmone, della prostata e del rene. Un collettivo di ricercatori in sociologia  ha preso il testimone conducendo una inchiesta approfondita che ha rintracciato i percorsi professionali di circa 20 sopravvissuti. Hanno potuto così mettere in evidenza la poliesposizione ai cancerogeni dei dockers.

Per quanto riguarda l’Italia, l’INCA ha condotto una vasta indagine sulle patologie muscoloscheletriche in settori assai diversificati quali l’industria delle calzature, la pesca, l’automobile, la grande distribuzione ecc.

In Belgio una inchiesta, che ha utilizzato la medesima metodologia, è stata condotta fra i lavoratori del settore pulizie, della grande distribuzione e della manutenzione industriale della regione di Charleroi.

In Olanda, dove non esiste un sistema di riconoscimento delle malattie professionali, è stato istituito un servizio per iniziativa della Confederazione sindacale FNV, che sostiene le vittime delle malattie legate al lavoro nella loro battaglia per ottenere in sede giudiziaria il relativo risarcimento.

Nella comunità autonoma delle Asturie, al nord della Spagna, il sindacato delle Commissioni Obreras ha promosso una mobilitazione per fare emergere i tumori professionali, che ha permesso di fare emergere 680 casi di neoplasie con probabile correlazione professionale; al 17,3% è stato riconosciuto il nesso causale al lavoro.