La Casa Bianca vuole accelerare i tempi della normalizzazione dei rapporti con Cuba
19 dicembre 2014
L’annuncio della normalizzazione dei rapporti tra Stati Uniti e Cuba, dopo cinquantatrè anni segnati da un conflitto a tratti asprissimo, apre una stagione di speranza per la pace e invita a ogni sforzo perché questa si realizzi pienamente.
Ne sembrano consapevoli le dirigenze dei due Paesi, a partire dai presidenti Barack Obama e Raúl Castro, che hanno dato contemporaneamento lo storico annuncio, facendo entrambi riferimento al determinante contributo di Papa Francesco e della Santa Sede. Obama, in particolare, sembra deciso ad accelerare i tempi. Il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, non ha escluso ieri una visita di Raúl Castro a Washington già in tempi brevi. Per fine gennaio è già fissata una missione all’Avana del sottosegretario di Stato per l’emisfero occidentale, Roberta Jacobson, che avvierà i colloqui per il ripristino delle relazioni diplomatiche.
I riconoscimenti internazionali per la scelta di Obama sono unanimi, a partire proprio da quelli dei Governi dell’America latina, una regione dove il posizionamento riguardo alle politiche di Washington ha sempre avuto riflessi politici, economici ed ideologici determinanti. Se ne è avuta una prova ieri dalle dichiarazioni rilasciate dai presidenti di Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay, Venezuela e Bolivia, riuniti per il vertice del Mercosur. A fronte di di questi riconoscimenti, uniti a quelli dei rappresentanti religiosi tanto cubani quanto statunitensi, Obama deve comunque fronteggiare possibili opposizioni interne, sulle quali in queste ore insiste molto la stampa.
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