Tagli ai patronati

Tagli ai patronati – In ballo servizi ai cittadini che dovrebbero essere gratuiti …

Se lasciano questi tagli non so proprio come potremo fare, è un disastro”. Morena Piccinini, presidente di Inca Cgil, sintetizza così la situazione dei patronati nel giorno del presidio davanti al Pantheon, mentre in Senato si discutono gli dettagli della legge di stabilità. Presenze da tutta Italia, sotto gli ombrelli, con le pettorine rosse di Inca Cgil e quelle blu di Ital Uil.  “Attualmente è previsto un taglio ai fondi di 75 milioni di euro, – dice il presidente dell’Inca, Morena Piccinini – la metà di quanto annunciato inizialmente, ma il timore dei patronati è di non riuscire più a sostenere il carico di lavoro. Fra oggi e domani si concluderà l’esame in Commissione, per poi andare in aula giovedì, probabilmente con voto di fiducia, per poi ripassare alla Camera per il voto finale.

Gli organizzatori del presidio si mostrano fiduciosi: “I senatori ci stanno lavorando, la legge di stabilità è già molto cambiata dall’inizio, speriamo che non applichino questo taglio di carne viva a un presidio di welfare gratuito sopravvissuto alla crisi”, aggiunge Piccinini. La mobilitazione è iniziata a settembre, con le notizie di probabile riduzione dei fondi in finanziaria.

Nei 29 patronati lavorano oltre 11 mila persone, cinquemila solo nel Cepa che riunisce Inca, Inas, Ital e Acli. Trattano ogni anno milioni di pratiche (3,3 solo il Cepa), divise in 130 tipologie, dalla disoccupazione, alle domande di pensione, invalidità civile, permessi di soggiorno e posizioni assicurative.

“Migliaia di persone rischiano il posto di lavoro, e non vorremmo aggiungere questi al paese con la più alta disoccupazione  – aggiunge la presidente di Inca -, ma questa manifestazione non è autoconservativa, in ballo ci sono servizi ai cittadini che dovrebbero essere gratuiti per legge e che invece rischiano di finire a pagamento. Ciò che contestiamo al governo è che taglia fondi raccolti e destinati a quella attività. Chiediamo che le persone possano accedere alla pubblica amministrazione per un servizio sociale senza dover pagare. Non sono soldi dello Stato, ma dei lavoratori che hanno dato i loro contributi per questo servizio. Tagliare non sarebbe un risparmio per chi comunque continuerà a pagare i contributi”.

Negli anni sono progressivamente aumentati i carichi di lavoro, “prima c’erano code infinite di migranti alle prefetture, se ora non ci sono più è perché seguiamo noi questa attività”, aggiunge Piccinini – ma alla crescita della mole di attività non è corrisposto un aumento di contributi. Siamo stati anche fin troppo silenziosi e generosi verso lo Stato”. Aumentate di molto, con la crisi, le domande di disoccupazione (quasi 400 mila lo scorso anno), mentre la telematizzazione delle pratiche Inps ha reso necessario per molti passare attraverso i patronati. “Crediamo che l’attività  debba essere regolata da standard precisi, non temiamo i controlli, anzi, vorremmo che questi tenessero in campo solo chi fa patronato puro”.

da Redattore sociale

Tagli ai patronatiultima modifica: 2014-12-17T16:53:31+01:00da vitegabry
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