Archivi giornalieri: 2 aprile 2013

Voucher baby sitter

Inps – Voucher baby sitter

La norma che dà alle mamme la possibilità di chiedere il voucher per il nido o la baby sitter (in alternativa al congedo parentale) è introdotta dalla riforma del lavoro ”in via sperimentale” per il triennio 2013-2015. Il pacchetto di risorse stanziate (20 milioni di euro l’anno) basta per poco più di 11.000 lavoratrici dipendenti l’anno (300 euro per un massimo di 6 mesi per le dipendenti, solo 3 mesi per le iscritte alla gestione separata) a fronte di oltre 250.000 lavoratrici subordinate che hanno chiesto almeno qualche giorno di congedo nel 2011 (ultimi dati Inps)….

Il bonus va utilizzato negli 11 mesi successivi al congedo obbligatorio (i tre mesi dopo il parto o l’adozione) per un massimo di 6 mesi. La domanda va presentata all’Inps per via telematica e può essere fatta anche se la madre ha già usufruito in parte del congedo. Si può accedere al beneficio, precisa l’Inps, anche per più figli. E’ divisibile solo per frazioni mensili intere (a differenza del congedo parentale che si può usare anche solo per alcuni giorni). Le lavoratrici part time potranno avere un contributo riparametrato per la loro prestazione lavorativa.

Per l’asilo nido il contributo sarà erogato direttamente dall’Inps alla struttura (accreditata) prescelta dalla mamma mentre il contributo per baby sitting sarà concesso sotto forma di buoni lavoro. La graduatoria di coloro che avranno diritto ai voucher sarà stilata tenendo conto delle condizioni economiche delle famiglie che ne fanno richiesta. Quindi nella domanda insieme alla richiesta del bonus e alla rinuncia al numero corrsipondente di mesi di congedo parentale va presentato l’Isee (l’indicatore sulla situazione economica equivalente).

Amianto1

Amianto – Ministero salute, al via tavolo tecnico per risarcimenti vittime

Ha preso il via questa mattina presso la sede dell’Inail il tavolo tecnico per i risarcimenti in esecuzione dei contenuti della sentenza Eternit. “Si tratta – spiega il ministero della Salute in una nota – di dare attuazione effettiva nella parte che riguarda provvisionali immediatamente esecutive nei confronti delle parti civili”.

Il tavolo tecnico, istituito dal ministero del Lavoro con quello della Salute e le altre amministrazioni interessate e i soggetti danneggiati, è previsto negli obiettivi del Piano nazionale amianto, approvato dal Governo e recentemente trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni, per assicurare in modo effettivo il principio delle tutele in favore delle parti lese.

Amianto

Amianto – Salgono a 31 i casi di omicidio colposo alla “Franco Tosi” di Milano

Salgono a 31 i casi di omicidio colposo, relativi ad altrettante morti da amianto, contestati a nove ex dirigenti della “Franco Tosi”, storica fabbrica dell’hinterland milanese che produceva turbine. Oggi, infatti, all’apertura dell’udienza preliminare – a carico, tra gli altri, dell’attuale presidente del Gruppo Italcementi ma imputato per il ruolo avuto alla “Franco Tosi” dal 1973 al 1980 – la Procura di Milano ha depositato carte su altri tre decessi, che si aggiungono ai 28 già indicati nella richiesta di
processo.

Davanti al gup di Milano, sono imputati, a vario titolo, per omicidio colposo e lesioni colpose (ci sono
anche due casi di lavoratori malati di mesotelioma) nove ex manager della fabbrica di Legnano (fino al 2000 di proprietà dell’Ansaldo Energia) che non avrebbero, secondo l’accusa, predisposto le adeguate misure di sicurezza per evitare che gli operai, tra gli anni ’70 e i primi anni ’90, respirassero fibre di amianto. Pesenti, in particolare, è imputato in qualità di componente del comitato esecutivo della Franco Tosi spa dal marzo ’73 all’aprile ’80. Oggi in aula hanno presentato istanza di costituzione come parti civili i familiari di molti operai morti, Medicina Democratica, l’Associazione Italiana Esposti Amianto, l’Inail e la Fiom.

Tra i tre nuovi casi contestati ad alcuni imputati, è quello di un lavoratore A.S., che ha lavorato
dal ’67 al ’99 come addetto e poi come impiegato al montaggio nella fabbrica e che è morto lo scorso novembre per mesotelioma.

Gli ex dirigenti della Franco Tosi,  avrebbero violato le norme per la ”prevenzione di infortuni sul lavoro e malattie professionali”.    Non avrebbero, infatti, secondo il pm, informato i lavoratori ”sui rischi connessi alla esposizione all’amianto” – materiale utilizzato per ”isolamento termico di pezzi da lavorare” – nè li avrebbero dotati di ”maschere adeguate per la protezione delle vie respiratorie”. Gli ex manager, inoltre, avrebbero consentito che ”le attività con uso di amianto avvenissero a secco ed in assenza di misure di prevenzione”.

Ruolo Patronati

Il ruolo dei Patronati e la telematizzazione della Pubblica amministrazione

In questi anni i Patronati hanno esercitato un ruolo di supplenza decisivo, anche  a causa del processo di riduzione degli uffici e del personale del settore pubblico, con l’imposizione di tagli feroci  al bilancio  agli Enti previdenziali, che noi  e le Organizzazioni di rappresentanza delle quali facciamo parte , non cessiamo di condannare – ha sottolineato Morena Piccinini, presidente Inca, nel corso dell’iniziativa tenuta qualche giorno fa, in occasione della presentazione dell’indagine Ispo  “Il cittadino chiama: chi risponde?  Attività e comportamenti degli italiani verso gli Enti previdenziali e i Patronati”.

L’ultimo episodio, di una lunga serie, è quello attuale della consegna dei CUD e OBISM. Di fronte alle decisioni prese e in larga misura imposte dalla stessa legge di stabilità, è certo che i Patronati, i Caf e le organizzazioni dei pensionati non faranno mancare il loro aiuto ai pensionati  e non solo, per colmare questa mancanza, pur con un enorme sforzo organizzativo non ripagato.

Tuttavia, il problema è a monte, – ha proseguito Piccinini – una pubblica amministrazione che si autorganizza e si autodetermina, con una ennesima esternalizzazione, con  ridottissimi  percorsi di coinvolgimento delle strutture della sussidiarietà chiamate poi a farsi carico degli effetti di queste decisioni. Il problema non è quanto i patronati e i Caf sapranno essere efficienti nel fornire ai pensionati questi attestati, bensì quanto i pensionati si sentono ancora una volta allontanati dal proprio “datore di lavoro” e ancora una volta si sentono dire che in un qualche modo dovranno arrangiarsi.

Noi pensiamo che la intermediazione svolta dai patronati per l’affermazione degli interessi sociali delle persone  e  l’essere a pieno titolo agenti del welfare – ha sottolineato il presidente dell’Inca – esiga un rapporto paritario con la pubblica amministrazione, che  è altra cosa dall’essere considerati strutture che svolgono un   servizio  “per la pubblica amministrazione”.

Mai come ora, proprio in concomitanza con i cambiamenti profondi in tutti gli istituti del welfare e in tutta la pubblica amministrazione, – ha continuato Piccinini  – si pone un problema, nella prospettiva, di ruolo e di relazioni che non possono essere ricondotti a fornire un servizio esclusivo alla pubblica amministrazione, anziché potenziare il senso più profondo della tutela di qualità, della consulenza qualificata, dell’accompagnamento delle persone nelle scelte previdenziali e sociali che quotidianamente influiscono anche sul loro futuro.