Archivi giornalieri: 17 aprile 2013

Riforma del mercato del lavoro

Riforma del mercato del lavoro: voucher per baby sitting e contributo per gli asili nido

L’Inps, con la circolare n. 48 del 28.3.2013, detta le modalità e le procedure per accedere ai  voucher per baby sitting e il contributo per gli asili nido,  destinate alle lavoratrici madri dipendenti del settore privato e alle parasubordinate.

Le due opportunità sono previste dalla legge di riforma del mercato del lavoro (L.92/2012, all’articolo 4, comma 24, lettera. Il successivo decreto interministeriale del 22 dicembre scorso ha definito i criteri di accesso e l’ambito di applicazione.

Nel dettaglio, il decreto ha specificato come ottenere un contributo da parte dell’Inps per i servizi per l’infanzia, pubblici o privati accreditati, oppure in voucher per baby-sitting, da utilizzare negli undici mesi successivi al termine del congedo obbligatorio di maternità e in alternativa al congedo parentale.

Il contributo della durata di sei mesi, pari a 300 euro mensili, sarà divisibile solo per frazioni mensili intere e la lavoratrice dovrà rinunciare al corrispettivo periodo di congedo parentale. Ad esempio, se la lavoratrice ha usufruito di quattro mesi e un giorno di congedo parentale, quest’ultimo le verrà conteggiato come se avesse usufruito del voucher mensile e, dunque potrà accedere al contributo solo per un mese. Le rimarranno 29 giorni di congedo parentale.

Possono utilizzare questo strumento solo le lavoratrici dipendenti del settore privato e quelle iscritte alla gestione separata, comprese le libere professioniste, purché non siano assicurate ad altra forma previdenziale obbligatoria e non siano pensionate. Per quelle iscritte alla gestione separata il periodo massimo del contributo è di tre mesi, mentre sono escluse le lavoratrici autonome. 

Il contributo può essere richiesto anche per i bambini già nati, o entrati in famiglia o in Italia, cioé adottati ed affidati, e quelli la cui data presunta del parto è fissata entro i quattro mesi successivi alla scadenza del bando per la presentazione della domanda.

Il contributo può essere richiesto anche se la lavoratrice ha già usufruito in parte del congedo parentale. Per frazione mensile l’Inps intende un mese intero di congedo, che potrà essere richiesto sempre nell’ambito degli undici mesi successivi al termine del periodo di maternità. Le lavoratrici part-time possono utilizzare il contributo in misura proporzionale alla loro parziale prestazione lavorativa.

IL BANDO PER OTTENERE IL CONTRIBUTO

L’Inps è tenuto a comunicare con apposito messaggio l’imminente comunicazione del bando, sul proprio sito WEB. Nel bando devono essere stabiliti i tempi e gli adempimenti per le domande da parte delle lavoratrici madri, tutte le informazioni opportune, le modalità di formazione della graduatoria delle aventi diritto  e le procedure conseguenti.
Il Decreto applicativo 22.12.2012 prevede all’art.6 comma 5, che le graduatorie vengano pubblicate dall’Inps entro 15 gg. dalla scadenza del bando.

LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

L ‘Inps prevede che le lavoratrici interessate presentino la domanda all’Inps in modo esclusivo attraverso il sito WEB nazionale, tramite il proprio PIN dispositivo. Il servizio di invio delle domande è disponibile sul portale Internet dell’Inps- www.inps.it – attraverso il seguente percorso :
 Al servizio del cittadino-Autenticazione con PIN-Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito-Invio delle domande per l’assegnazione dei contributi per l’acquisto dei servizi per l’infanzia.

La lavoratrice richiedente deve:

 a) indicare se sceglie il contributo per l’ asilo nido oppure i voucher per baby-sitting. Se sceglie il contributo per l’asilo nido, deve indicare qual è la struttura nella quale la lavoratrice ha effettuato l’iscrizione del minore;
b) indicare precisamente il numero dei mesi per i quali vuole utilizzare il beneficio;
c) dichiarare la rinuncia ai mesi corrispondenti di congedo parentale;
d) dichiarare di aver presentato la dichiarazione ISEE valida. La dichiarazione ISEE ha la validità’ di un anno dall’attestazione della presentazione e vale per tutti i componenti del nucleo familiare.

LA GRADUATORIA

La graduatoria infatti è basata sull’ISEE  ( Indicatore della Situazione Economica Equivalente)  con ordine di priorità per i nuclei familiari con ISEE inferiore, ed a parità di ISEE, secondo l’ordine temporale di presentazione della domanda.  Farà fede la data e l’orario di invio, così  come recepiti dal sistema informatico dell’Inps e e trascritti nella ricevuta dello stesso invio. L’ISEE può essere compilato dai Caf.

 LE STRUTTURE PER L’INFANZIA

Se la lavoratrice sceglie il contributo per l’asilo nido, deve indicare  l’asilo nido scelto per ottenere il pagamento della retta. La struttura selezionata dalla lavoratrice deve presentare la documentazione attestante l’effettiva fruizione del servizio, fino a concorrenza dell’importo dei 300 euro mensili previsti, per ogni mese di congedo parentale cui la lavoratrice rinuncia, fino ad un massimo di sei. Il pagamento da parte dell’Inps avverrà direttamente alla struttura prescelta, se la documentazione presentata è accettata.

IL VOUCHER PER BABY-SITTING

Il contributo per il servizio di baby-sitting viene concesso con i buoni lavoro ( ex art.72 del decreto Legislativo 276 / 2003 e successive modifiche ).
I voucher sono esclusivamente cartacei. 

L’Inps eroga 300 euro in voucher, per ogni mese di congedo parentale cui la lavoratrice rinuncia. Ribadiamo che il beneficio è divisibile solo per frazioni mensili. Per esempio, se la lavoratrice ha richiesto due mesi di voucher, quindi 300 euro ( importo mensile)  più trecento euro per il secondo mese, per un totale di 600 euro, se utilizza  voucher  soltanto per 310 euro, e vuole rinunciare al beneficio residuo, non potrà più recuperare il secondo mese di congedo parentale, poiché l’utilizzo di voucher per più’ di 300 euro viene a cadere nella seconda mensilità che non può’ essere frazionata in giorni.
Richiamiamo di nuovo l’attenzione sulla rigidità’ del meccanismo, che rischia di inficiare il diritto per un giorno o due di uso improprio.
 Se la lavoratrice ha richiesto il beneficio e ritirato i voucher, ma poi dichiara la sua rinuncia on-line, é tenuta a riconsegnare i voucher ottenuti e non utilizzati. Se la lavoratrice non restituisce i voucher, la rinuncia non viene considerata valida : la lavoratrice non potrà più’ richiedere i periodi di congedo parentale cui aveva rinunciato per ottenere i voucher.
I voucher non restituiti verranno considerati come utilizzati. L’Inps provvede a comunicare al datore di lavoro tramite PEC la rinuncia al beneficio da parte della lavoratrice, indicando i periodi per i quali è avvenuta la rinuncia stessa. L’Inps effettuerà’ controlli in merito alle situazioni dichiarate dalle lavoratrici che usufruiscono del beneficio.    

IL RITIRO DEI VOUCHERS
 
Il Decreto prevede che le lavoratrici utilmente collocate in graduatoria, possono recarsi all’Inps a ritirare i buoni entro i successivi quindici giorni dalla pubblicazione della graduatoria nel bando nazionale (art.6 comma 6). 
La lavoratrice potrà ritirare i voucher, esclusivamente cartacei, per l’importo riconosciuto, presso la sede Inps territorialmente competente in base alla residenza o al domicilio temporaneo dichiarato nella domanda di partecipazione al bando, in caso fosse diverso dalla residenza. Per domicilio temporaneo si intende il  trasferimento per un periodo. Potrebbe quindi diventare necessario iscriversi nello schedario della popolazione temporanea, ai sensi dell’art.32 del D.P.R. 223/89, oppure produrre una dichiarazione sostitutiva ai sensi del D.P.R 445/2000: come Cepa, chiederemo chiarimenti su questo punto.
La lavoratrice può ritirare i voucher che le spettano in un’unica soluzione oppure ritirarne solo una parte oppure optare per una scadenza mensile. 
La madre lavoratrice che intende utilizzare più contributi per più figli per i servizi di baby-sitting, al momento del ritiro dei voucher deve indicare espressamente il codice fiscale del figlio per cui è concesso il beneficio.
La madre, prima dell’inizio della prestazione lavorativa di baby-sitting è tenuta a comunicare preventivamente la data di inizio prestazione, il proprio codice fiscale, il codice fiscale di chi fa il baby-sitting il luogo di svolgimento della prestazione e le date di inizio e fine della attività lavorativa attraverso i seguenti canali:
• contact center  Inps/Inail, tel. 803164, gratuito da telefono fisso, oppure, da cellulare, tel.06164164, con tariffazione a carico di chi chiama
• numero di fax gratuito Inail 800.657657,utilizzando il modulo presente sul sito dell’Inail
• il sito www.inail.it/Sezione “punto cliente”
• la sede Inps

Ogni variazione di date per la prestazione, oppure di annullamento, deve ovviamente essere comunicata all’INAIL/INPS attraverso gli stessi canali indicati precedentemente.

Alla fine della prestazione lavorativa, la madre, in quanto datrice di lavoro, deve intestare ogni buono, negli appositi spazi, indicando il codice fiscale proprio, quello della baby sitter, il periodo di lavoro svolto, apporre la propria firma a convalida, e poi consegnare i voucher alla lavoratrice.
La baby-sitter, in quanto erogatrice del servizio, può riscuotere i buoni intestati e sottoscritti dalla committente, dopo averli firmati, presso un ufficio postale qualunque , con un documento valido di riconoscimento entro e non oltre 24 mesi dalla data di emissione dei voucher.

CONSIDERAZIONI

L’aspetto più preoccupante , oltre alla farraginosità delle procedure per ottenere il contributo, è la guerra “tra poveri” che si scatenerà  per entrare nelle liste, specie in considerazione del fatto che, a parità di ISEE, varrà la presentazione in ordine di tempo della domanda.  
I fondi messi a disposizione per questo esperimento triennale, sono 20 milioni di euro l’anno. Facendo un rapido calcolo, che preveda l’utilizzo di tutti i sei mesi da parte di ogni lavoratrice richiedente, quindi 1800 ( 300 x 6) euro,  il beneficio riguarderebbe solo circa 11.000 lavoratrici madri. 

Anche considerando che le richiedenti possono chiedere i contributi per periodi più brevi, non essendo obbligate a utilizzare tutti i sei mesi, il numero delle lavoratrici beneficiarie risulta ben al di sotto deli reali bisogni espressi.

L’altro aspetto preoccupante è che nel provvedimento volto a favorire la parità tra i generi, non viene nemmeno presa in considerazione l’idea che il baby-sitter possa essere maschio, né viene fornita in modo chiaro l’indicazione riferita ad eventuali rapporti di parentela tra la lavoratrice committente e la persona che svolge il baby-sitting (nonne, cugine, nipoti, zie….)

Istat

Istat: Trattamenti pensionistici e beneficiari, aumenta la spesa per prestazioni

Nel 2011 la spesa complessiva per prestazioni pensionistiche, pari a 265.963 milioni di euro, è aumentata del 2,9% rispetto all’anno precedente, mentre la sua incidenza sul Pil è cresciuta di 0,2 punti percentuali (16,85% contro il 16,66% del 2010). Lo rende noto l’Istat che sottolinea: Le pensioni di vecchiaia assorbono il 71,6% della spesa pensionistica totale, quelle ai superstiti il 14,7%, quelle di invalidità il 4,2%; le pensioni assistenziali pesano per il 7,9% e le indennitarie per l’1,7%.  

Il 47,9% delle pensioni è erogato al Nord, il  20,5% nelle regioni del Centro e il restante 31,6% nel Mezzogiorno.  L’importo medio annuo delle pensioni è pari a 11.229 euro, 352 euro in più rispetto al 2010 (+3,2%). 

I pensionati sono 16,7 milioni, circa 38 mila in meno rispetto al 2010; in media ognuno di loro percepisce (tenuto conto che, in alcuni casi, uno stesso pensionato può contare anche su più di una pensione) 15.957 euro all’anno, 486 euro in più del 2010.  

Il 13,3% dei pensionati riceve meno di 500 euro al mese; il 30,8% tra i 500 e i 1.000 euro, il 23,1% tra i 1.000 e i 1.500 euro e il restante 32,8% percepisce un importo superiore ai 1.500 euro.

Il 67,4% dei pensionati è titolare di una sola pensione, il 24,8% ne percepisce due e il 6,5% tre; il restante 1,4% è titolare di quattro o più pensioni.  

Le donne rappresentano il 52,9% dei pensionati e percepiscono assegni di importo medio pari a 13.228 euro (contro i 19.022 euro degli uomini); oltre la metà delle donne (53,4%) riceve meno di mille euro al mese, a fronte di circa un terzo (33,6%) degli uomini.  

Il 27,8% dei pensionati ha meno di 65 anni, il 49,2% ha un’età compresa tra 65 e 79 anni, il 23% ne ha più di 80.

Cig in deroga

Cig in deroga. Per il governo non ci sono i soldi. La Cgil annuncia altre iniziative di mobilitazione

Nulla di fatto dall’incontro di ieri tra i sindacati e il ministro Elsa Fornero, che nega la possibilità per un governo dimissionario di fare un decreto sulle risorse della Cig in deroga. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso annuncia una nuova grande iniziativa unitaria in assenza di risposte. 

Per quest’anno saranno necessarie risorse per 2,3 miliardi di euro, ma non sarà facile trovare questi soldi e comunque non potrà farlo da solo il ministro del Welfare, sono state le parole di Elsa Fornero, mentre il ministro Vittorio Grilli smentisce la volontà del governo uscente di andare ad una nuova manovra.  

Al termine dell’incontro tutti e tre i sindacati si sono dichiarati insoddisfatti e hanno confermato quello che i segretari generali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti avevano detto in piazza poche ore prima durante il presidio di protesta a Montecitorio: ora si andrà a nuove mobilitazioni.  

L’incontro al ministero del lavoro sul finanziamento della cig in deroga per il 2013 ”non è stato ne’ risolutivo, ne’ chiarificatore’, ha spiegato il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, al termine del tavolo dal quale non è arrivata ”nessuna risposta’”. ”Abbiamo chiesto di poter avere una unità di crisi a Palazzo Chigi che veda coinvolti il presidente del Consiglio ed il ministro dell’Economia”. 

C’e’ ”urgenza” e ”vogliamo una risposta emergenziale. Quale è lo strumento lo deve dire il governo”, ha aggiunto Sorrentino, ribadendo che ”mezzo milione” di lavoratori rischia di restare senza la copertura della cassa in deroga. ”Mancano ancora 200 milioni per il 2012 e per il 2013 la stima è di un ammanco di 1,7 miliardi. 

Serve un intervento che, in queste ore, dia una risposta certa”, ha insistito, le risorse si possono trovare da ”una tassazione straordinaria sui grandi patrimoni o rimandando qualche spesa, come quella militare, gia’ contabilizzata nel 2013 al 2014 per dare risposte sulla cig in deroga e gli esodati”. 

Per conto del Pd è intervenuto il responsabile economico Stefano Fassina che si è rivolto direttamente al ministro Grilli: non è vero – dice Fassina – che il governo non possa intervenire come afferma Elsa Fornero. “E’ di tutta evidenza che non è così e quindi le chiedo di predisporre un decreto nel più breve tempo possibile”.