Archivi giornalieri: 11 aprile 2013

Esodati

Due nuovi Messaggi dell’Inps in merito agli “esodati”
08/04/2013

Il riesame delle posizioni dei lavoratori esodati dovrà riguardare anche le posizioni dei lavoratori il cui rapporto di lavoro si sia risolto in ragione di accordi individuali o collettivi di incentivo all’esodo.
Lo ha precisato l’Inps con Messaggio n. 5445del 2 aprile 2013, che nel riferirsi a quanto affermato nel precedente Messaggio n. 4678 del 18 marzo 2013, ha dettato altri chiarimenti in merito alle norme che consentono la salvaguardia delle norme di accesso al pensionamento vigenti prima della “Manovra Salva Italia” (DL 201/2011, convertito in legge 214/2011) per i lavoratori cosiddetti esodati.
Con il successivo Messaggio n. 5673 del 5 aprile 2013, l’Inps ha comunicato le risultanze del monitoraggio condotto sulle domande presentate da partire di lavoratori che hanno chiesto di avere accesso al pensionamento sulla base dei requisiti precedenti il varo della “Manovra Salva Italia”.


INPS, Messaggio n. 5445, 02/04/2013

INPS, Messaggio n. 5673, 05/04/2013

Fiat Pomigliano

Fiat Pomigliano: operaio Fiom, ricomincio con il cuore a pezzi….

”Ricomincerò a lavorare dopo quasi quattro anni di cassa integrazione con il cuore a pezzi, pensando a tutti i lavoratori che stanno elemosinando per poter effettuare la rotazione tramite l’assistente sociale, per un posto che  spetta loro di diritto”: è quanto afferma uno dei
quattro lavoratori della Fiom, che oggi hanno completato il corso di formazione per poter effettuare la rotazione nello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco.

La rotazione durerà dalle 5 alle 12 settimane, così come previsto dall’ultimo accordo tra il Lingotto ed i sindacati (ad esclusione della Fiom).  

”Mi sento male – ha aggiunto il lavoratore – pensando a come stanno trattando i colleghi. Mi aspettavo che Fiat, d’accordo con gli altri sindacati, attuasse i contratti di solidarietà per dare la possibilità a tutti di portare un po’ di pane a casa dopo tanto penare. Ed invece hanno creato le tre aree di lavoro, costringendo quasi 1.400 cassaintegrati a dividersi poche postazioni per poche settimane. E’ inaccettabile. La Fiom – conclude – lotterà fino alla fine per far abolire queste aree e dare la possibilità a tutti di tornare a lavorare”.

Bambini

Benessere dei bambini, Italia fanalino di coda

L’Italia è fanalino di coda nella classifica europea sul benessere dei bambini, si colloca infatti al 22esimo posto su 29: alle spalle di Spagna, Ungheria e Polonia. La situazione è migliore soltanto rispetto a paesi come l’Estonia, la Slovacchia e la Grecia. Lo dice il rapporto Unicef “Benessere dell’infanzia nei paesi ricchi”, che fotografa la situazione dell’infanzia nei diversi paesi tra il 2009 e il 2010.

In particolare, per quanto riguarda il benessere materiale, il nostro paese è al 23° posto su 29, su salute e sicurezza siamo al 17°, sull’istruzione al 25°, sui comportamenti e rischi al 10° e sulle condizioni abitative e ambientali al 21°. Insieme agli altri paesi dell’Europa meridionale (Portogallo, Grecia e Spagna) l’Italia si trova nella terza fascia più bassa della classifica sulla povertà infantile relativa, con il 17 per cento dei bambini sotto la soglia di povertà.  Inoltre il reddito mediano delle famiglie in cui vivono questi bambini poveri è il 31 per cento inferiore rispetto alla soglia di povertà prestabilita Questo conferisce all’Italia uno dei più ampi divari della povertà infantile tra i paesi industrializzati.

Il nostro paese ha il più alto tasso di Neet (nothing education, employment or training) di tutti i paesi industrializzati, dopo la Spagna, con l’11% dei giovani che non sono iscritti a scuola, non lavorano e non frequentano corsi di formazione. In compenso, il bullismo si è ridotto del 60 per cento dall’inizio del 2000: in nostro è il paese industrializzato che registra il tasso più basso di bambini che hanno subito atti di bullismo (11%). L’Italia ha la quarta percentuale più bassa per gravidanze in età adolescenziale, il quarto tasso più basso di abuso di alcol, ma si classifica al 22esimo posto per il tasso di fumo tra adolescenti. Ha il più basso tasso di mortalità infantile in Europa meridionale (9° posto). Inoltre occupiamo il 24° posto per i risultati scolastici conseguiti, prima di Spagna e Grecia. Ha il sesto posto per il tasso di iscrizione prescolare alla pari con la Norvegia, ma occupa il 22° posto per la partecipazione a forme di istruzione superiore. 

da Redattore sociale

Immigrazione

Usa – Manifestazione a Washington per riforma immigrazione

Decine di migliaia di persone hanno manifestato di fronte al Campidoglio di Washington per chiedere che venga approvata in fretta la riforma dell”immigrazione che aprirà la strada alla cittadinanza a 11 milioni di immigrati attualmente senza documenti. “E’ nell”interesse della nazione, nell’interesse economico e di sicurezza degli Stati Uniti”  che questa riforma deve essere approvata, ha detto Robert Mendenz, senatore democratico che fa parte del gruppo di lavoro bipartisan che sta negoziando un accordo sulla proposta avanzata dalla Casa Bianca, ricordando come molti di questi immigrati svolgano lavori importanti nel settore agricolo e nelle famiglie americane.

Ed infatti a Washington sono arrivati lavoratori agricoli della California, collaboratrici domestiche da tutti gli stati, e operai come Felipe Herrare, muratore 37enne dell’Arkansas, che rivendica: “noi lavoriamo e paghiamo le tasse, mandiamo i nostri figli a scuola e vogliamo un trattamento equo. Molti Latinos hanno votato democratico e non repubblicano perché vogliamo vedere un cambiamento”.

E’ attesa per la prossima settimana la presentazione della proposta di legge formulata dagli otto senatori democratici e repubblicani e che potrebbe arrivare in aula entro la fine di maggio.

AdnKronos

Forum delle famiglie

Il Forum delle famiglie incontra i parlamentari

Il Forum delle associazioni familiari ha incontrato  i 51 parlamentari che in campagna elettorale avevano aderito alla campagna “IO CORRO per la famiglia” proposta dal Forum.
È stata l’occasione per un primo scambio di idee e per illustrare le priorità che le famiglie vorrebbero nell’agenda politica del Paese nei prossimi mesi. Una di queste priorità riguarda l’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), introdotto alla fine degli anni ’90 e mai aggiornato alle mutate condizioni economico-sociali del paese. L’Isee da mesi è al centro di un lavoro di rielaborazione da parte dei ministeri interessati e della società civile.

«Siamo convinti che rivisitare l’Isee per renderlo più adatto ad indicare la “ricchezza” di una famiglia o di un singolo, sia della massima urgenza» ha commentato il presidente del Forum. «Quindi non una riforma “quale che sia” ma una riforma che porti l’Italia ad un sistema di protezione sociale efficace, adeguato e in linea con i migliori sistemi europei. Per questo la società civile aveva bloccato il tentativo di approvazione di un testo di criticità nel pieno del caos pre elettorale. Noi chiediamo che si riprenda il filo del confronto dove era stato interrotto e si arrivi ad un testo condiviso da portare in approvazione, nella logica dell’urgenza, nel giro di poche settimane».

agenparl

Ammortizzatori sociali

Perugia – SviluppUmbria, Inail e Inps, seminari su ammortizzatori sociali

La provincia di Perugia, Sviluppumbria, Inail, Inps, direzione regionale e direzione territoriale del Lavoro, insieme per organizzare e gestire seminari formativi e di orientamento a favore dei percettori di ammortizzatori sociali in deroga.

E’ stato siglato nella sede di piazza Italia, il protocollo d’intesa che si propone di disciplinare forme di raccordo per l’erogazione delle politiche attive del lavoro relative all’anno 2013. A mettere nero su bianco le rispettive competenze il vicepresidente della Provincia di Perugia, Aviano Rossi, l’amministratore unico di Sviluppumbria, Calogero Alessi, il direttore della sede di Perugia dell’Inail, Alessandra Ligi, il direttore provinciale dell”Inps, Antonio Curti, il direttore della sede regionale e della sede territoriale del Lavoro di Perugia, Sabatino Chelli.

“Il cassintegrato – afferma il vicepresidente Rossi – è un dipendente di un’impresa che non ha perso definitivamente il lavoro, ma che vede spesso allontanarsi una prospettiva concreta di continuità dello stesso. La nostra intenzione è di non dimenticare nessuna delle situazioni di disagio occupazionale conseguente alla crisi e per questo abbiamo attivato le sinergie necessarie per realizzare dei seminari rivolti proprio a loro. L”obiettivo può essere quello del reinserimento lavorativo, non trascurando però l’impegno a riqualificare coloro che, ancora dipendenti delle aziende, possono trovare in questi seminari una opportunità per riqualificarsi e magari per sostenere processi di rilancio delle attività’ produttive a cui sono ancora legati”.

Le attività seminariali si svolgeranno nelle sedi territoriali di Perugia, Città di Castello, Foligno, Spoleto e Gubbio; ogni attività di quattro ore, a cui parteciperanno da un minimo di 30 a un massimo di 40 lavoratori, sarà articolata per moduli, ognuno corrispondente a una tematica diversa, sulla base della programmazione mensile che sarà effettuata da un apposito tavolo tecnico composto da un rappresentante istituzionale per ciascun soggetto firmatario.

Istat

Istat: +2,7% inattivi disponibili al lavoro, +34,1% sottoccupati

L’Istat rende disponibili gli indicatori complementari  al tasso di disoccupazione aggiornati al 2012. La diffusione è coordinata con Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, che rilascia
oggi gli stessi dati per tutti i Paesi europei.  I nuovi indicatori complementari sono definiti a  livello europeo e offrono un’informazione che va oltre la distinzione tra occupati, disoccupati e inattivi.

Il primo riguarda gli INATTIVI DISPONIBILI A LAVORARE,  ovvero coloro che non hanno cercato un lavoro nelle ultime quattro settimane ma sono subito disponibili a lavorare. Nel 2012 gli inattivi disponibili a lavorare sono 2 milioni 975 mila, 78 mila in più (pari a +2,7%) rispetto al 2011. La quota di questi inattivi sulle forze di lavoro, stabile all’11,6% in confronto a un anno prima, è oltre tre volte superiore a quella media europea (3,6%).

In Italia, gli inattivi disponibili a lavorare sono più numerosi dei disoccupati in senso stretto (quasi tre milioni contro circa 2 milioni 700 mila), mentre nella media europea si verifica l’opposto: i disoccupati (circa 25 milioni) sono più del doppio di questo segmento di inattivi (8 milioni e 800 mila).

All’interno di questo gruppo di inattivi gli  scoraggiati, cioè quelli che dichiarano di non aver cercato lavoro perché convinti
di non trovarlo, sono 1 milione 300 mila, il 43% del totale.

Il secondo indicatore riguarda gli INATTIVI CHE CERCANO LAVORO, MA NON SONO SUBITO DISPONIBILI A LAVORARE.. Nel 2012 questo gruppo conta 111 mila individui, 7 mila in meno rispetto a un anno prima (-6,1%). Essi rappresentano lo 0,4% delle forze di lavoro in Italia e lo 0,9% nell’Unione Europea.

La somma degli inattivi disponibili a lavorare e degli  inattivi che cercano ma non disponibili rappresenta le cosiddette “forze
di lavoro potenziali” che, nel 2012 ammontano a 3 milioni 86 mila.

Sommando le forze di lavoro potenziali ai  disoccupati si ha la misura delle persone potenzialmente impiegabili nel processo produttivo: si tratta di 5 milioni 831 mila persone nel 2012.

Negli ultimi cinque anni alla contestuale crescita  delle persone in cerca di occupazione (da 1 milione 506 mila del 2007 a 2 milioni 744 mila del 2012), si accompagna l’aumento delle forze lavoro potenziali (+403 mila unità).

Il terzo indicatore infine è quello dei SOTTOCCUPATI PART TIME che, sempre nel 2012, sono 605 mila, 154 mila in più rispetto al 2011 (+34,1%): essi rappresentano il 2,4% delle forze di lavoro. Nell’Unione Europea l’incidenza è pari al 3,8%.

In confronto a cinque anni prima, i sottoccupati part time aumentano di 241 mila unità (+66,1%, rispetto ai 364 mila del 2007).

Negli ultimi cinque anni i principali indicatori segnalano evidenti difficoltà nella partecipazione al mercato del lavoro non solo
dei disoccupati. La crescita del tasso di disoccupazione (dal 6,1% del 2007 al 10,7% del 2012) è stata accompagnata non solo da una perdita contestuale di 323 mila occupati ma anche dalla crescita delle forze di lavoro potenziali e dei sottoccupati part time.  

Fra il 2007 e il 2012 gli inattivi disponibili a lavorare crescono di 434 mila unità mentre risultano in calo quelli (sempre inattivi) che cercano lavoro ma non sono subito disponibili a
lavorare (-31 mila). Il trend temporale del primo gruppo (inattivi disponibili a lavorare) ha dunque un andamento analogo a quello dei disoccupati, al contrario dell’altro gruppo. Nello stesso arco temporale i sottoccupati part time aumentano del 66,1%, passando da 364 mila nel 2007 a 605 mila nel 2012.

I disoccupati e le forze lavoro potenziali considerati insieme fanno registrare infine una crescita nei cinque anni del 39,2%, (+1 milione 641 mila).

In Italia, nel 2012 il valore del tasso di disoccupazione è leggermente superiore rispetto alla media dei paesi Ue (10,7% contro 10,4%) ma si associa a una quota decisamente più elevata della popolazione inattiva più contigua alla disoccupazione: il 12,0% delle forze di lavoro a fronte del 4,5% dell’Ue.

In particolare, si trovano in Italia un terzo dei circa 8,8 milioni di individui che nei paesi dell’Unione europea dichiarano di non cercare lavoro ma di essere disponibili a lavorare, a fronte di circa l’11% dei disoccupati italiani sul totale dei disoccupati Ue.
Anche in rapporto alle forze di lavoro, questo gruppo di inattivi in Italia è superiore di oltre tre volte quello Ue: l’11,6% in confronto al 3,6%. Percentuali molto contenute emergono in numerosi paesi tra i quali Francia (1,0%), Germania (1,3%), Grecia (1,8%), Irlanda (2,0%) e Regno Unito (2,4%).

Bce

Bce – Cresce disoccupazione strutturale

”Secondo varie stime, sia il tasso di disoccupazione strutturale sia l’unemployment gap sono aumentati sensibilmente negli ultimi anni. I dati delle indagini segnalano un ulteriore calo dei posti di lavoro nel primo trimestre del 2013”. Ad affermarlo è la Bce nel bollettino mensile di aprile.

”La crisi economica e finanziaria -rileva l”Istituto di Francoforte – continua a gravare sul mercato del lavoro nell’area dell’euro. Nel quarto trimestre del 2012 l’occupazione è diminuita ancora, mentre il tasso di disoccupazione ha continuato a crescere, raggiungendo livelli senza precedenti”.

Il tasso di disoccupazione aggregato per l’area dell”euro, osserva la Bce, è aumentato da una media annuale del 7,6% nel 2007 all’11,4% nel 2012. Secondo le stime della Commissione europea, circa la metà di questi 3,8 punti percentuali di aumento è ascrivibile a un incremento della disoccupazione strutturale.

La misura ritenuta strutturale del recente aumento della disoccupazione, osserva la Bce, ”varia considerevolmente da un paese all’altro. In alcuni paesi, sia il tasso di disoccupazione effettivo sia quello stimato per la disoccupazione strutturale sono cambiati poco (Belgio, Austria e Paesi Bassi) o sono diminuiti (Germania). In altri paesi, in particolare quelli più colpiti dalla crisi (ovvero Irlanda, Grecia, Spagna, Cipro e Portogallo), l’incremento sia della disoccupazione effettiva sia della disoccupazione strutturale stimata è stato particolarmente consistente. Si prevede che il tasso di disoccupazione strutturale rimanga a livelli elevati o addirittura aumenti ulteriormente nel breve termine”. Per il 2014, le stime della Commissione europea, dell’Fmi e dell’Ocse ”oscillano tra il 9 e l’11%, con livelli particolarmente elevati per paesi come Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda”.

I paesi dell”area dell”euro, rileva ancora l”Istituto di Francoforte, ”dovrebbero moltiplicare gli sforzi per ridurre i disavanzi pubblici e proseguire le riforme strutturali; in tal modo la sostenibilità dei conti e la crescita economica si rafforzeranno reciprocamente”. Le strategie di bilancio, aggiunge la Bce, ”devono essere integrate da riforme strutturali favorevoli alla crescita che siano ambiziose e di ampio respiro e interessino i mercati dei beni e servizi, compresi i servizi su rete, i mercati del lavoro e la modernizzazione della pubblica amministrazione. Per promuovere l”occupazione, il processo di formazione dei salari dovrebbe divenire più flessibile e meglio allineato alla produttività”.

Tali riforme, rileva la Bce, ”aiuteranno i paesi negli sforzi tesi a recuperare competitività, porre le basi per una crescita sostenibile e favorire il ripristino della fiducia sul piano macroeconomico”.

Fornero

Fornero: incentivi per l’occupazione femminile nei settori con disparità di genere

”Il Ministro Elsa Fornero, in attuazione della riforma del mercato del lavoro, ha firmato il decreto ministeriale che rende operativa la possibilità di riconoscere significativi incentivi per l’assunzione – a decorrere dal 1° gennaio 2013 – di donne disoccupate in settori produttivi caratterizzati, negli assetti occupazionali, da rilevanti disparità di genere”. E’ quanto si legge in una nota del ministero del Lavoro.

”In particolare, il provvedimento in questione rende efficace la norma di legge che prevede la riduzione dei contributi dovuti dal datore di lavoro nella misura del 50 per cento per la durata di 12 mesi (con possibilità di prolungare la durata stessa del beneficio fino al diciottesimo mese in caso di trasformazione in rapporto a tempo indeterminato)””, continua la nota.

”Il decreto segue di qualche giorno il provvedimento che consente lo ”sblocco” degli incentivi per i contratti di inserimento lavorativo in favore di donne residenti in aree svantaggiate e che siano state assunte fino a tutto il 2012””, conclude la nota.

ansa

ILVA

Caso Ilva – Legambiente, l’azienda ora non ha più alibi

”Adesso l’Ilva non ha più alibi per il suo comportamento dilatorio e omissivo delle prescrizioni Aia”. Lo sottolinea in una nota Legambiente, commentando il pronunciamento della Consulta sulla costituzionalità della legge definita salva-Ilva. 

”Ora che la Consulta si è pronunciata sulla costituzionalità della legge – aggiunge Legambiente – la si rispetti con rigore non solo nella parte che garantisce la produzione d’acciaio, mai bloccata in tutti questi mesi, ma anche in quella che chiede il risanamento degli impianti e la revisione dell’Aia per tenere conto del danno sanitario”.  

Legambiente ricorda che ”il Garante ha già certificato, sulla base delle ispezioni fatte dall’Ispra, che l’Ilva ha violato le prescrizioni dell’Aia. Vanno anche accelerate le bonifiche per rimuovere i tanti veleni sparsi sul territorio”.  

Legambiente ”non rinuncerà, comunque, – si legge nella nota – a far modificare la legge che estende a tutti gli stabilimenti industriali inquinanti che abbiano almeno 200 lavoratori la possibilità di adottare una normativa d’emergenza dichiarandoli di interesse strategico nazionale, perché di fatto va a stravolgere la normativa ambientale nel nostro paese”.

L’associazione – prosegue la nota -”ringrazia ancora una volta la magistratura tarantina per la serietà e il rigore con cui sta affrontando questa complessa vicenda, sicura che continuerà a perseguire tutti i reati contro l’ambiente e la salute. Se non si vuole che i cittadini tarantini perdano completamente la speranza nelle istituzioni – conclude – si dimostri seriamente che si vuole salvaguardare lavoro, salute e ambiente e non solo gli interessi dell’azienda”.

Sangue infetto

Sangue infetto: 7.000 vittime in attesa del risarcimento dallo Stato

”La situazione in cui ci troviamo oggi è l’epilogo di un’epidemia che lo Stato nega, quella del sangue infetto, che viene da sempre imbavagliata e nascosta”. Così Andrea Spinetti, presidente del comitato vittime sangue infetto, ha sintetizzato in una conferenza stampa tenutasi ieri a Roma, la situazione in cui si trovano 7.000 persone che sono in attesa di un risarcimento transattivo per trasfusioni ed emoderivati non controllati dal Sistema sanitario nazionale.

In attesa del pronunciamento del Tar dei prossimi giorni sui primi tre ricorsi presentati dagli avvocati dei danneggiati esclusi dal risarcimento previsto da una legge del 2007, i comitati chiedono l’annullamento del decreto emesso dal governo Monti nel maggio 2012 che prevede la prescrizione per la quasi totalità dei casi.

“Dopo oltre 5 anni di attesa e trattative positive con i vari governi che si sono succeduti dal 2007 al 2011, si fa venire meno una responsabilità che è stata acclarata dai tribunali e dalla corte di Cassazione, vanificando così il lavoro delle associazioni – hanno dichiarato nel corso della conferenza stampa gli organizzatori -. Sempre più spesso ci dobbiamo difendere come cittadini dagli errori commessi dallo Stato in tema di sanità, non errori professionali, ma che riguardano la cura, come il sangue infetto.  Questa azione di risarcimento è tra l’altro inadeguata perché nessuno potrà restituire la salute a queste persone”.

”Oltre all’annullamento del decreto – ha aggiunto  uno degli avvocati dei danneggiati – chiediamo che il procedimento di transazione sia reso più semplice”. I comitati infine hanno reso noto di avere presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per i processi penali sulla vicenda che sono andati in prescrizione, e hanno annunciato una manifestazione per il prossimo 5 maggio.

Immigrazione

Immigrazione: Boldrini a rifugiati, non basta assistenza …

”Vi ho ascoltato, ho capito le vostre ragioni e porterò i vostri bisogni all’attenzione del ministro, ma vi invito anche a cercare nuove strade, perché non si può sempre aspettare. Non basta solo l’assistenza”. Così il presidente della Camera, Laura Boldrini, ha risposto alla delegazione di 25 rifugiati africani che ha ricevuto al Teatro Regio di Torino. 

”Oggi – ha altresì detto il neo presidente della Camera, Boldrini – bisogna capire che ognuno di voi deve cercare una propria via. Come glielo spiego io agli italiani poveri – ha aggiunto – che pagano l’affitto e la spesa, che i rifugiati non lo fanno? Ormai non riusciamo ad assistere tutti gli italiani poveri, alcuni dei quali non hanno più soldi. Posso sostenere che ai rifugiati vengano riconosciuti dei diritti, visto che arrivano da situazioni di guerra o di svantaggio, affinché’ si possano mettere al pari degli altri. Ma c’è un momento in cui i diritti devono essere uguali per tutti: se non possiamo mettere gli italiani a questo livello non possiamo permetterci di assistere gli altri”.  

I rifugiati, però, non hanno accettato questo punto di vista. ”Abbiamo denunciato – hanno detto dopo l’incontro – la mancanza di lavoro, di reddito e di casa. Siamo arrabbiati perché, di fatto, la presidente ci ha detto che noi dobbiamo andare fuori dall’Italia, che il Paese non può prenderci in carico. Siamo delusi”.