Archivi giornalieri: 19 aprile 2013

AVVISI E BANDI

STAGE – TIROCINI – BORSE DI STUDIO

16/04/13 –  Opportunità di reddito – Azienda Bancaria: stage per neolaureati in economia

15/04/13 –  Opportunità di reddito – IVU SpA: tirocini presso l’ufficio legale

12/04/13 –  Opportunità di reddito – ENCATC: 6 premi per progetti

11/04/13 –  Opportunità di reddito – FAO: tirocini per la sede di Roma

10/04/13 –  Informazioni utili – Provincia di Roma: corso per 20 allievi

09/04/13 –  Opportunità di reddito – Gi Group: 2 stage per ingegneri

03/04/13 –  Informazioni utili – Provincia di Roma: corso “Video reporter per documentario d’inchiesta”

02/04/13 –  Opportunità di reddito – Gruppo Buffetti: tirocinanti neolaureati per la sede romana

28/03/13 –  Opportunità di reddito – Provincia di Roma: corso per operatori CAF

27/03/13 –  Opportunità di reddito – La Sapienza: 10 borse di collaborazione

26/03/13 –  Opportunità di reddito – Provincia di Roma: corso di fotoritocco

21/03/13 –  Informazioni utili – Programma Leonardo: 36 tirocini con il Progetto YEAH!#2

20/03/13 –  Opportunità di reddito – ILO: 5 premi per il concorso fotografico “Work4Youth”

19/03/13 –  Informazioni utili – Scuola del Sociale della Provincia di Roma: corso gratuito

18/03/13 –  Informazioni utili – Provincia di Roma: corso gratuito “L’Autocad nel design e nella moda”

15/03/13 –  Opportunità di reddito – Rabacos SrL: tirocini per laureandi e laureati in architettura

14/03/13 –  Informazioni utili – Provincia di Roma: corsi di formazione professionale gratuiti

13/03/13 –  Opportunità di reddito – La Sapienza: 6 borse di collaborazione per studenti

12/03/13 –  Informazioni utili – Unioncamere: 20 borse premio

11/03/13 –  Opportunità di reddito – Black Sun Factory: tirocinio per assistenti amministrativi

08/03/13 –  Opportunità di reddito – Caep Italia: 20 giovani in California

08/03/13 –  Informazioni utili – Incontragiovani Cornelia: seminario gratuito sulla mobilità giovanile

Ottana

Nuoro: indagini su nube nera a Ottana

Sono 7 le aziende agricole e circa 4mila le pecore sequestrate a Norgugume (Nu) dalla magistratura di Oristano in seguito al ritrovamento di numerosi ovini completamente anneriti da una sostanza che potrebbe essere fuoriuscita da una delle industrie del polo industriale di Ottana. Le prime indagini dell’Arpa Sardegna escluderebbero sostanze nocive alla salute umana, ma intanto sono stati sequestrati anche circa 1500 litri di latte proveniente dagli ovini del territorio a cavallo tra le province di Nuoro e Oristano. Sono a lavoro i veterinari della Asl di Nuoro, i carabinieri, la forestale e i tecnici dell’Arpas per accertare la natura della strana sostanza che ha improvvisamente annerito il manto bianco delle pecore.

”Con il sequestro da parte della Magistratura delle imprese agricole in cui è evidente il fenomeno della sostanza nerastra ecco che l”agricoltura paga un prezzo altissimo e senza avere certezza su eventuali risarcimenti. Un atto dovuto quello della Procura – spiega Simone Cualbu Presidente della Coldiretti Nuoro -, a tutela delle imprese agricole e dei consumatori. Ora però, oltre a sapere quanto prima la fonte della polvere nera, queste aziende di cosa camperanno?

Chi dovrà risarcire le mancate produzioni? Come sempre l’agricoltura paga per prima il prezzo più alto. Per questo motivo, come già accaduto con le aziende del Poligono di Quirra, chiediamo un immediato intervento da parte della Regione affinché l’economia agropastorale della piana di Ottana non abbia da questi eventi un definitivo colpo mortale”.

”Attendiamo – spiega Aldo Manunta, direttore della Coldiretti Nuoro Ogliastra -, gli esiti delle analisi per avere la certezza di cosa sia successo. E” evidente che la situazione è critica e bisogna dare risposte il prima possibile specie dal punto di vista ambientale e produttivo. C’è in ballo il sistema agricolo del agroalimentare della piana di Ottana. Per questo, una volta che verranno individuati i responsabili, non esiteremo a chiedere adeguati risarcimenti”.

Razzismo

Razzismo: vecchia norma apartheid sulle navi

“Qualora tra i componenti l’equipaggio vi siano persone di colore a queste dovranno essere riservate sistemazioni di alloggio, di lavanda e igieniche separate da quelle del restante personale”. Non siamo in Sudafrica ai tempi dell’apartheid o nell’Italia fascista ma nel nostro paese nel 2013, dove incredibilmente una norma del genere è riuscita a sopravvivere fino ad oggi. Un articolo (il numero 36 della legge 16 giugno 1939, n.1045) che oggi il Consiglio dei ministri ha finalmente cancellato, su richiesta – riferiscono fonti governative – del ministro della Cooperazione e Integrazione Andrea Riccardi.

Riccardi aveva sottoposto la proposta di soppressione dell”articolo ”razzista” nell”ambito del disegno di legge di ratifica ed esecuzione della convenzione dell”Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) sul lavoro marittimo, approvato oggi dal Cdm. Secondo Riccardi, si tratta di una norma in evidente contrasto con l”articolo 3 della Costituzione, con i principi di uguaglianza sanciti dalla ”Convezione per la salvaguardia dei diritti dell”uomo e delle libertà fondamentali”, con la ”Carta dei diritti fondamentali dell”Unione Europea”, nonché con la normativa che stabilisce parità di trattamento tra le persone indipendentemente da razza e origine etnia, di occupazione e condizioni di lavoro.

Ispo

Ispo: dopo la maternità il 30% delle donne non rientra al lavoro

Nonostante un welfare carente e le difficoltà quotidiane, le mamme italiane ci tengono a continuare a lavorare anche dopo il parto: il 72% è rientrata dopo l’ultima maternità, il 56% nello stesso posto di lavoro, il 16% in un posto diverso. E’ quanto emerge dalla ricerca “Mamme di talento. L’impatto della maternità sul lavoro femminile” condotta dall’istituto di ricerca Ispo.

Dall’indagine, condotta su 505 donne, diventate madri tra il 2000 e 2013, emerge anche che il 65% di quelle che riesce a tornare sullo stesso posto di lavoro ha un contratto a tempo indeterminato, contro il 30% delle donne con contratto precario e il 58% delle autonome. 

In realtà tra le lavoratrici precarie, il 29% non rientra, e il 31% cambia occupazione. ”Non abbiamo comunque riscontrato grandi differenze – precisa Paola Arrigoni, direttore dipartimento sociale Ispo – tra chi ha avuto un figlio prima e dopo la crisi”. 

Per quel 30% che non rientra, a incidere sono per il 47% ragioni legate all’azienda (crisi, ristrutturazioni, ostilità dei capi, mansioni diverse), per il 31% difficoltà nel conciliare famiglia e lavoro, mentre per il 22% è una scelta personale.

Per la quasi totalità del campione (97%) comunque un lavoro gratificante è fonte di autostima, e per il 77% realizzarsi sul lavoro facilita un rapporto migliore con il bambino. 

Certo, per farlo, il più delle volte bisogna affidarsi alla famiglia. Il 43% si appoggia infatti ai nonni, mentre il 26% all’asilo nido pubblico, il 18% ad un asilo privato. 
Quanto agli strumenti di conciliazione, anche se la maggior parte vorrebbe il telelavoro e flessibilità rraria in uscita e in entrata, nella realtà dei fatti il congedo parentale è lo strumento più utilizzato (23%), seguito dal part time orizzontale (18%). 

Solo l’8% usufruisce del telelavoro, mentre c’è ben il 47% che non ha avuto alcuno strumento di conciliazione. Per rendere compatibile lavoro e famiglia il 75% pensa di reinventarsi con un nuovo percorso professionale, cosa che però riesce solo a una donna su 10.

Giovani

Giovani: fuga dall’Università

E mentre il sistema universitario cinese, con quasi 7milioni di matricole, 1 milione e mezzo di laureati si apre agli studenti stranieri, considerandoli uno dei canali per elevare la posizione internazionale del settore dell’istruzione, in Italia le iscrizioni nelle facoltà universitarie sono quasi dimezzate….

Oggi le politiche dell’istruzione cinese puntano a sviluppare un legame forte con l’Europa favorendo gli scambi con gli studenti, dando per assodato il fatto che l’Italia è fra i Paesi più ricercati dagli studenti cinesi sia perché godiamo di una tradizione culturale di grande rispetto, sia perché viene riconosciuto l’alto livello di creatività e preparazione in termini di problem solving e ricerca tecnologica.

Peccato che per i nostri studenti la realtà sia ben diversa. Ad esempio gli architetti italiani stanno vivendo una stagione tormentata. Dopo una stagione in cui il loro numero era raddoppiato, in questi ultimi sei anni l’iscrizione ai corsi universitari di architettura è crollata del 45%.

La crisi la fa da padrona e laddove gli studi e i singoli professionisti perdono il 30% dei loro introiti annui, le prospettive per un rilancio di questo ramo nel prossimo futuro non sono rosee. Il rilancio degli investimenti in infrastrutture si fa attendere e il 66% degli architetti intervistati nel Rapporto 2013della Cnappc/Cremse si attende ulteriori cali della domanda di opere pubbliche…. E nonostane il piano città del governo Monti abbia avuto il merito di riaprire il dibattito, i tempi, le risorse e le modalità di attuazione appaiono dubbi e le nuove generazioni pagano lo scotto di una crisi che sembra non avere fine….

Censis

Rapporto Censis – Con i consumi, siamo agli anni ’90 …

E ancora… il 25% degli occupati teme di perdere il posto di lavoro nei prossimi mesi, un altro 27% teme una riduzione dello stipendio. Ma prevalente è anche la certezza per il 51,9% che, pur con la crisi devastante che sta attraversando il nostro Paese, per trovare lavoro è più che mai necessaria una raccomandazione…

Le famiglie sono dunque sempre più sconfortate sull’avvenire visto che 4 milioni e 200mila persone non riescono a coprire tutte le spese con il proprio reddito, mentre quelle che ce la fanno a mala pena sono il 71%.

La strategia messa in atto dalle famiglie in tempo di crisi è quella delle tre R. Rinuncia.rinvia-risparmia. Tant’è che si tira la cinghia anche sulle spese essenziali come quella sui prodotti alimentari che è scesa ai livelli della fine anni ’70.

Ma il grido d’allarme sul fronte delle imprese è altrettanto importante: nel 2013 saranno 250mila le imprese del terziario e artigianato che saranno costrette a chiudere i battenti…

Danno biologico

Danno biologico personalizzato

La sentenza n. 9231/13 della Cassazione ha stabilito che nell’indennizzo riconosciuto ad una vedova pesa, oltre alla durata e all’intensità del rapporto vissuto, anche la perdita del sostegno nell’educazione e nel mantenimento dei figli minori.

Il caso esaminato riguardava la morte di un uomo ancora giovane, avvenuta in seguito ad un investimento, che aveva quattro figli dai tre ai diciotto anni di età. La Suprema Corte ha chiesto un’attenta valutazioni delle singole situazioni in considerazione della personalità di ciascun familiare danneggiato e della sua capacità di reagire e sopportare il trauma.

In particolare gli ermellini lamentano “la scarsa attenzione dimostrata dai giudici di merito alla moglie quantificando una somma uguale per tutti, senza valutare opportunamente l’incidenza dell’improvvisa e prematura interruzione del rapporto familiare sul coniuge superstite, sia sotto l’aspetto del dolore emotivo, sia sotto quello della definitiva perdita dell’apporto dell’altro genitore nella cura e nella formazione morale e sociale degli altri figli, né dell’incidenza di tali aspetti su questi ultimi, per tutta la vita che sarebbe rimasta al padre, secondo l’aspettativa media, se non fosse stata tragicamente stroncata”.

Legalità

Legalità e cittadini: una sfida per il lavoro e lo sviluppo

L’Associazione Nuove Prospettive Democratiche in collaborazione con l’Associazione Libera, Cgil nazionale, S.O.S. Impresa, Archivio Disarmo, partendo dalla raccolta Firme per la Campagna “Io Riattivo il Lavoro” promossa dalla segreteria Nazionale della CGIL, ha organizzato un incontro per riflettere insieme su un tema – quello della illegalità diffusa e della penetrazione criminale nel nostro territorio – che solo superficialmente sembra non appartenere alla nostra quotidianità, ma che invece rappresenta un ostacolo allo sviluppo sociale ed economico, nonché un peso economico enorme per i cittadini.

Vivere la legalità è credere nelle istituzioni, crescere nella partecipazione democratica, nel pieno riconoscimento della centralità della persona; ed  è un impegno che coinvolge tutti noi. Ne parleranno martedì 23 aprile 2013 alle ore 16.30 presso la Biblioteca Rugantino, a Torrespaccata, Antonella Manotti, presidente Associazione Nuove Prospettive Democratiche, Luciano silvestri, area sicurezza e legalità Cgil azionale, Marco Genovese dell’Associazione Libera, Luisa Laurelli, autrice del libro “Il filo rosso della legalità”, Bianca la Rocca, responsabile comunicazione Sos impresa, Francesca Faruggia, vice segretario generale archivio disarmo.

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Bologna

Bologna: protesta dei pensionati Cgil, Cisl e Uil davanti sede Inps

Fischietti, cartelli e bandiere per chiedere all’Inps di fare un passo indietro e rivedere un provvedimento “calato dall’alto, che sta creando ai pensionati ulteriori disagi e li priva del diritto di conoscere persino l’ammontare della pensione”. Sono tanti i pensionati di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uil Pensionati dell”Emilia-Romagna che, ieri mattina, si sono radunati sotto la sede regionale dell’Inps a Bologna, per protestare contro la scelta di non inviare più al domicilio il modello Cud (certificato per la denuncia dei redditi) e l’Obis M (la cosiddetta ”busta paga del pensionato”), ma di renderli disponibili online.

Una delegazione, guidata dai segretari generali delle tre confederazioni sindacali, ha incontrato il direttore dell’Inps Emilia Romagna ed il presidente del Comitato regionale dell’Inps, per manifestare il disagio tra i pensionati e chiedere di ripristinare la spedizione “a chi non è riuscito ad ottenere i documenti in altro modo”. 

“Sfondate una porta aperta – ha replicato ai sindacalisti il dirigente dell’Inps -, questa è stata la prima regione a sollevare il problema e mi farò portavoce della vostra richiesta presso le competenti strutture centrali”. Già lo scorso 29 gennaio, il Comitato regionale dell’Inps ha ricordato, “ha inviato, alla presidenza e alla direzione nazionale dell’Inps e ai ministeri del Lavoro e della Pubblica amministrazione, un odg in cui si segnalavano le possibili difficoltà dei pensionati ad accedere ai documenti telematici e si chiedeva di riconsiderare, almeno per il 2013, la scelta di non inviare più il cartaceo a casa”.

“Non è possibile – hanno ribadito i segretari delle organizzazioni sociali – che si sia deciso di sperimentare la sacrosanta procedura di informatizzazione della macchina burocratica proprio con i pensionati, di cui solo l”8% ha qualche competenza con computer e internet”.

“Inoltre – hanno concluso Cgil, Cisl e Uil – abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di incongruenze sui dati del Cud online e i Caf, che si stanno sobbarcando di una mole di lavoro che non dovrebbe essere loro, stanno avendo anche problemi con la linea telematica con l’Inps”.

Expo 2015

Expo 2015: Cgil Milano, più attenzione a sicurezza sul lavoro …

La Cgil di Milano ha formalizzato al governo le proprie preoccupazioni in ordine al testo di nuovo decreto legge che risulterebbe essere in preparazione per il prossimo consiglio dei Ministri di martedì 23 Aprile.

Il sindacato milanese chiede ”che nel prossimo provvedimento sia prevista una attenzione particolare al tema della sicurezza sul lavoro insieme alle prevedibili misure di finanza pubblica favorevoli all’evento,  alla chiarificazione dei ruoli di Commissario/i ,oggi in condominio fra Formigoni e Pisapia, insieme alla estensione effettiva dei poteri derogatori attribuiti alla figura del Commissario”.

”Infatti ad oggi – spiega la Camera del lavoro – per effetto di norme relative alla finanza pubblica ed alla organizzazione sanitaria sono bloccate, inoperanti o non previste, una serie di misure a tutela della salute sul lavoro e di quella pubblica relative al surplus di attività e carichi di lavoro connessi alla realizzazione dell’esposizione internazionale del 2015”.

Per il sindacato milanese, ”si va infatti dal sottorganico dei Vigili del fuoco, a quello dei servizi ispettivi e di prevenzione delle ASL e dell’ispettorato sul lavoro, alla non attivazione delle misure di tutela previste dal protocollo INAIL dell’aprile del 2011”.

Cgil, Cisl e Uil avanti uniti

Cgil, Cisl e Uil avanti uniti

Fronte sindacale più che mai compatto. Mobilitazione unitaria, confronto con le imprese, rappresentanza, su cui si punta a chiudere: Cgil, Cisl e Uil proseguono il percorso comune e convocano per il 30 aprile una riunione unitaria degli organismi direttivi con al centro queste tre questioni. Non accadeva da cinque anni che i “parlamentini” delle tre confederazioni fossero chiamati a discutere insieme.

Il contesto, la crisi ed i temi del lavoro, d’altra parte, sono più che mai pressanti. ”Gli altri litigano, noi smussiamo le nostre differenze per metterci al servizio del Paese e dei lavoratori”, evidenzia il leader della Cisl, Raffaele Bonanni.

Sulla rappresentanza, Cgil, Cisl e Uil hanno già messo a punto una bozza, su cui è partita la ”verifica” con Confindustria (dopo l’accordo interconfederale del 28 giugno 2011), per arrivare ad un accordo. Tra i punti c’è innanzitutto la certificazione della rappresentatività delle organizzazioni sindacali che, come nel pubblico impiego,deve venire da una media, un mix, tra numero degli iscritti, certificati dall’Inps, e dei voti ottenuti nelle elezioni dei rappresentanti sindacali. Sulla certificazione la base, dunque, come chiesto da tempo, è quella del pubblico impiego; in generale si è individuato ”un meccanismo su cui c’è
condivisione”, che prevede la ”maggioranza della rappresentatività” per validare gli accordi e ”forme di consultazione certificata tra tutti i lavoratori” (anche con il referendum), come spiega il segretario confederale della Uil, Paolo Carcassi, al termine della riunione con i segretari confederali di Cgil e Cisl, poi proseguita con Confindustria.

”Proviamo a stringere il più possibile prima del 30”, quando è appunto convocata la riunione dei tre organismi direttivi. Una riunione alla vigilia del Primo maggio, quando Cgil, Cisl e Uil saranno insieme a Perugia per la festa dei lavoratori con lo slogan “Priorità lavoro”. Ma dopo la manifestazione unitaria di martedì scorso per rivendicare il finanziamento della cig in deroga (manca almeno un miliardo e mezzo per coprire l’intero 2013 e a rischio sono oltre 500 mila lavoratori, dicono) e le continue richieste di risolvere il problema degli esodati e di rimettere al centro il tema del lavoro, sono pronti a scendere nuovamente in piazza se non arriveranno in tempi stretti risposte concrete.

In ballo, l’eventualità di un’altra manifestazione unitaria, probabilmente successiva a quella indetta per il 18 maggio dalla sola Fiom-Cgil. Senza sciopero e di sabato, sui temi del lavoro, appunto. Sulla questione della
cassa integrazione in deroga, i sindacati attendono la convocazione a Palazzo Chigi per l’inizio della prossima settimana. Sul tavolo, infine, il confronto con le associazioni di impresa, anche alla luce della proposta del “Patto della fabbrica” lanciato da Confindustria.

ansa

Crisi

Crisi – Ancora un suicidio …

Bandiere listate a lutto durante la manifestazione dei lavoratori in corso stamattina ieri a Torino. I sindacati intendono così esprimere la loro solidarietà alla famiglia di Antonino Scicli, il muratore di 44 anni, senza lavoro e con un figlio in arrivo, che ieri si è tolto la vita.

 “Un fatto del genere ci lascia senza parole – ha commentato il segretario della Fillea torinese. È l’ennesimo caso drammatico che accade a causa di una crisi disastrosa che sta colpendo in maniera particolare l’edilizia”.

Nell’ultimo anno nella provincia hanno chiuso 600 società di costruzioni e hanno perso il posto di lavoro circa 3.000 addetti, che salgono a oltre 5.000 dal 2008 ad oggi.

È necessario intervenire subito, altrimenti l’edilizia e i comparti ad essa legati non avranno scampo”. In particolare, servono “risorse per rafforzare il sistema degli ammortizzatori sociali dell’edilizia che, rispetto agli altri comparti dell’industria, continua ad essere figlio di un dio minore” e bisogna liberare al più presto “le risorse da destinare alle imprese che vantano crediti con la Pa, allentando contestualmente i vincoli del patto di stabilità che bloccano migliaia di piccole opere cantierabili subito”.

Questo  l’allarme lanciato anche da Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil. “Solo così, e con un rafforzamento delle regole il cui lo smantellamento ha portato a una invasione delle mafie nel sistema delle imprese e ad un maggior inquinamento del sistema degli appalti – afferma il sindacalista – è possibile evitare che la crisi decreti la scomparsa in Italia di un intero comparto industriale, quello dell’edilizia”.