Diritto all’assegno una tantum per gli eredi

Legge 210/92 – Diritto all’assegno una tantum per gli eredi

La legge 210/92 (Indennizzo in favore di soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie e/o trasfusioni) prevede il diritto all’assegno una tantum in favore degli eredi, qualora le patologie indennizzate abbiano portato al decesso della persona contagiata. Una sentenza della Cassazione (n. 10435/10) stabilisce il principio di equivalenza nella determinazione del  nesso causale tra patologie indennizzate e decesso del congiunto.

Il caso riguarda una giovane donna talassemica che, contagiata da epatite virale, contratta a seguito di ripetuti trattamenti trasfusionali cui si era sottoposta, conseguentemente era deceduta.

Il Tribunale e la Corte d’Appello di Milano, sulla base della consulenza Tecnica d’Ufficio, avevano rigettato la domanda degli eredi perché nella perizia era stata evidenziata la mancanza del “nesso causale” tra l’epatite indennizzata e il decesso che, secondo la perizia, era invece stato causato da: “scompenso cardiaco in situazione di grave cardiomiopatia da emocromatosi e quindi da una cardiopatia cagionata da talassemia”.

La Corte di Cassazione nel censurare l’operato della Corte d’Appello per non aver rinnovato la consulenza tecnica d’ufficio, ha precisato che, come per gli infortuni e le malattie professionali, nella determinazione del nesso causale deve trovare applicazione il principio “dell’equivalenza” delle cause. Ci deve essere, dunque, nel caso in cui non vi sia una diretta connessione, danno-evento morte, una valutazione complessiva che stabilisca eventuali “situazioni” che abbiano contribuito sebbene in maniera indiretta e remota, alla produzione dell’evento.

Nel caso di specie la Corte d’appello si era limitata ad accertare che la gravissima epatite non era stata la causa diretta del decesso, bensì lo scompenso cardiaco in situazione di grave cardiomiopatia da emocromatosi. Non aveva valutato, dunque  come la malattia “originaria” causata dalle continue trasfusioni “necessarie” per curare la talassemia aveva rappresentato una più che verosimile concausa della morte, sia in considerazione del quadro complessivo di salute della danneggiata, sia perché, proprio l’epatite, aveva rappresentato, in vita, un ostacolo insuperabile al trapianto di cuore, sola terapia realmente risolutiva della grave patologia cardiaca.

In sostanza la Suprema corte ha stabilito che la grave epatopatia ha impedito, di fatto, il trapianto in una persona a cui la talassemia aveva compromesso la già difficile patologia cardiaca e, quindi, si pone come concausa della morte e deve essere presa in considerazione al fine della concessione dell’assegno una tantum.

Diritto all’assegno una tantum per gli erediultima modifica: 2013-04-02T10:34:41+02:00da vitegabry
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