Archivio mensile:gennaio 2013

Sindrome Down

Cittadinanza negata a immigrati con sindrome Down

“Riteniamo grave negare il diritto di cittadinanza a una persona straniera con sindrome di Down, per un pregiudizio di incapacità nell’effettuare il giuramento richiesto”. Così la coordinatrice nazionale Aipd (Associazione Italiana Persone Down) commenta la vicenda del ragazzo di origine albanese, con sindrome di Down, che al compimento del 18esimo anno di età non ha potuto completare la pratica per ottenere la cittadinanza perché ritenuto incapace di prestare il giuramento necessario per diventare italiano a tutti gli effetti”. Una situazione, questa, che non riguarda solo i giovani con sindrome di Down, ma tutti coloro che, a causa di una disabilità intellettiva, si vedono negare la cittadinanza proprio perché ritenuti impossibilitati ad esprimere con piena coscienza e consapevolezza l’atto personale del giuramento, che nella nostra attuale legislazione rappresenta un passaggio imprescindibile nell’iter per ottenere la cittadinanza. Difficile dire quante persone sono coinvolte, ma secondo i dati del Ministero dell’Istruzione relativi all’anno scolastico 2009/10 si stimavano nelle classi italiane oltre 10.500 alunni immigrati con disabilità intellettiva.

In linea di principio, chi richiede la cittadinanza, pur in presenza di una disabilità intellettiva, potrebbe comunque venire giudicato dai soggetti coinvolti nell’iter (l’ufficiale giudiziario, il funzionario della prefettura, ecc) come capace di compiere il giuramento con piena consapevolezza: ciò potrebbe venire in particolare in casi di disabilità non particolarmente marcate. Nella prassi però, almeno a quanto è dato sapere, in presenza di una qualunque disabilità intellettiva viene invocata l’incapacità naturale del soggetto, rendendo di fatto impossibile l’acquisizione della cittadinanza.

Della questione l’Aipd ha di recente investito alcuni qualificati giuristi in modo da valutare le opportune azioni da compiere per consentire anche alle persone con sindrome di Down che venissero giudicate incapaci di intendere e di volere di poter completare l’iter per la cittadinanza. Crediamo che questo episodio – dice l’Aipd – cozzi con lo spirito di accoglienza verso i giovani stranieri auspicato di recente dallo stesso presidente Napolitano e tanto più necessario nei confronti di persone in difficoltà: il nostro paese è noto per le sue scelte inclusive nei confronti di persone con disabilità e – conclude – non vogliamo tornare indietro”.

Redattore sociale

Cgil – Una nuova stagione del lavoro


“L’idea del Piano del lavoro è ricostruire una prospettiva, per rimettere in moto questo Paese. Mettiamo a disposizione la nostra conoscenza, il nostro sapere”. Susanna Camusso ha così concluso la Conferenza di programma della Cgil rilanciando il Piano del lavoro sul quale si è svolto il dibattito nel corso dei due giorni al PalaLottomatica di Roma.

“E’ diventato insopportabile e dilagante il tema della precarietà – scandisce il segretario generale della Cgil -. Le preoccupazioni dei pensionati sono anche per i figli e nipoti, che sono precari e non trovano lavoro. Per dare una prospettiva ai nostri figli devono studiare, per tentare di risalire la scala sociale”.

“Molti migranti – aggiunge Camusso – hanno perso il loro lavoro, e per la crudeltà della legge Bossi-Fini rischiano di tornare al loro paese. Negli ultimi mesi il governo non ha voluto vedere cosa stava succedendo, perché per lui ci sono solo i numeri della finanza ma non le persone in carne e ossa. Allora il lavoro deve diventare una grande questione per il paese. Abbiamo sentito che i giovani devono accettare qualunque lavoro, non essere “schizzinosi”, questo sottende due idee negative: che il lavoro è solo fatica e che il lavoro non conta, non vale la professionalità. Dentro il Piano del Lavoro c’è anche questo: non scegliamo un punto o un altro, ma consideriamo il mondo del lavoro nel suo complesso. Come nel 1950, non bisogna guardare solo a chi ha lavoro, ma anche a chi lo cerca o ha paura di perderlo”.

Per Camusso “oggi serve rappresentanza sui luoghi di lavoro. Non basta dire che ci sono troppi accordi separati, ma dobbiamo dire che il contratto nazionale è una prospettiva forte solo se include tutti i lavoratori. I precari ci chiedono di cambiare la situazione del paese, anche loro devono poter scioperare, fare una piattaforma, conquistare un contratto. Abbiamo un’idea di società, per questo parliamo a tutto al paese, non solo a una parte”.

 “Abbiamo fatto una grande proposta con il Piano del Lavoro – ricorda Camusso -. Vogliamo interloquire con le forze politiche, anche in questa stagione di campagna elettorale. Bisogna mettere in sicurezza il territorio, ma non con l’idea dei ‘cerotti’: non basta un intervento straordinario, ma serve un’idea concreta e duratura”.

Quanto alla patrimoniale, Camusso ribadisce che “serve: sappiamo che è difficile parlarne vicino alle elezioni, ma è indispensabile farla in questo Paese. La lotta all’evasione – ha aggiunto – è oggi più che mai necessario, non solo per creare risorse ma anche per spezzare il legame con la criminalità e coltivare la legalità”.

“Lanciamo il Piano del Lavoro – ha concluso il segretario Cgil – perché la rassegnazione non è la nostra prospettiva, siamo convinti che possiamo trovare le risorse, risorse pubbliche per rispondere alle persone che lavorano o cercano lavoro. Molti sono intervenuti raccontando la crisi delle loro aziende, hanno fornito uno specchio della realtà. Per noi c’è un legame stretto tra lavoro e istruzione: la scuola di base deve essere importante e centrale. Abbiamo bisogno di un governo che faccia provvedimenti per uscire dalla crisi, con il lavoro al centro per riconsegnarlo alle persone”.

n. 554 del 24 gennaio 2013

                                                                                                                                            

NEWSLETTER LAVORO

n. 554 del 24 gennaio 2013

 

 newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro

 

  Le Novità in materia di Lavoro                                        

24-01 Min.Lavoro: richieste di autorizzazione per i lavoratori italiani all’estero – procedura informatica

Il Ministero del Lavoro informa che i datori di lavoro che intendono assumere o trasferire lavoratori italiani (o comunitari residenti in Italia) per attività lavorative in Paesi extra-UE, hanno l’obbligo di richiedere il rilascio dell’apposita autorizzazione da parte del Ministero del Lavoro. Tali richieste, a partire dal 1° febbraio 2013, potranno pervenire esclusivamente per via telematica.

 

24-01 INAIL: cir.2 – lavoratori italiani operanti in Paesi extracomunitari – assicurazioni obbligatorie

L’INAIL informa che le retribuzioni convenzionali mensili da prendere a base per il calcolo dei contributi 2013, dovuti per i lavoratori operanti all’estero in Paesi extracomunitari, sono fissate nella misura risultante, per ciascun settore, dalle tabelle contenute nella “Tabella delle retribuzioni convenzionali 2013”.

 

24-01 Istituti di Vigilanza Privata: siglata l’ipotesi di accordo per il CCNL

E’ stato siglato, in data 23 gennaio 2013, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL per il personale del degli Istituti di Vigilanza Privata.

 

22-01 Min.Lavoro: salvaguardia dei lavoratori dall’incremento dei requisiti pensionistici

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato il Decreto 8 ottobre 2012 relativo alla   salvaguardia dei lavoratori dall’incremento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico.

 

21-01 Min.Lavoro: cir.5 – i chiarimenti in materia ispettiva nei rapporti di Apprendistato

Il Ministero del Lavoro ha fornito le indicazioni operative, al proprio personale ispettivo, circa il corretto svolgimento dell’attività ispettiva nell’ambito del rapporto di Apprendistato.

 

21-01 INPS: mes.1114 – percentuale di erogazione nei contratti di solidarietà

L’INPS ha affermato che per effetto della disposizione di proroga contenuta nella legge n. 228/2012 l’ammontare dell’indennità per i contratti di solidarietà ex art. 1, comma 1, della legge n. 863/1984, anche nel 2013 sarà pari all’80%.

 

21-01 INPS: mes.1060 – istituzione PEC per trasmissione denunce tracciato DMA – competenze fino 09/2012

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la circolare n. 4 del 18 gennaio 2013, ha fornito i primi chiarimenti operativi, al proprio personale ispettivo, circa il corretto svolgimento dell’attività ispettiva nell’ambito del lavoro occasionale accessorio .

 

21-01 INPS: mes.1051 – trattamenti di CIG in deroga e mancate anticipazioni

L’INPS ha affermato che la mancata proroga per il 2013 della disposizione che consente all’Istituto di anticipare le mensilità di CIG in deroga,  non consente l’erogazione delle prestazioni fino a quando non sia stato emanato il decreto di concessione della Regione o, in alternativa, della Direzione Regionale del Lavoro, se competente.

 

18-01 Min.Lavoro: cir.4 – i chiarimenti sul Lavoro Occasionale Accessorio

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la circolare n. 4 del 18 gennaio 2013, ha fornito i primi chiarimenti operativi, al proprio personale ispettivo, circa il corretto svolgimento dell’attività ispettiva nell’ambito del lavoro occasionale accessorio .

 

18-01 DTL Modena: le retribuzioni contrattuali per gli operai agricoli nella provincia di Modena

La Direzione Territoriale del Lavoro di Modena pubblica la retribuzione contrattuale degli operai agricoli a tempo indeterminato e degli operai agricoli a tempo determinato.

 

18-01 INPS: cir.10 – chiarimenti sulla domanda di emersione prevista dal D.L.vo n. 109/2012

L’INPS ha fornito le istruzioni operative per la trasmissione della documentazione relativa alla sanatoria, prevista dal decreto legislativo 16 luglio 2012, n. 109, per quei datori di lavoro che hanno versato il contributo forfetario di 1.000 euro ma non hanno completare la procedura di regolarizzazione inviando la domanda telematica.

per accedere alle notizie               

  Le Sentenze della Corte di Cassazione                         

> Invio a terzi di dati riservati dell’azienda e licenziamento

> Licenziamento per giusta causa ed incarico sindacale

per accedere alle notizie            

  Gli Eventi                                                                   

> Università di Firenze: corso – “La Riforma Fornero del mercato del Lavoro”

per accedere alle notizie 

INPS: circolari e messaggi

 

Gentile Cliente, 
Le inviamo gli ultimi Messaggi Hermes pubblicati sul sito www.INPS.it > Informazioni >INPS comunica > normativa INPS: circolari e messaggi

>>> Titolo:  Circolare numero numero 12 del 25-01-2013
  Contenuto:  Gestione ex Inpdap. Determinazione Presidenziale del 30 maggio 2012n. 95. ?Presentazione e consultazione telematica in via esclusiva – Decorrenza?. Nuove modalità di presentazione delle istanze per il riconoscimento del servizio militare, per l?accredito figurativo dei periodi di congedo di maternità, per l?autorizzazione della prosecuzione volontaria,per i riscatti di periodi o servizi ai fini pensionisticie per il computo dei servizi.
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Messaggio numero numero 1500 del 24-01-2013
  Contenuto:  Salvaguardia ai sensi dell?art. 24, commi 14 e 15, della Legge 22 dicembre 2011, n. 214 – Monitoraggio 65.000. Ulteriori istruzioni
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Circolare numero numero 11 del 24-01-2013
  Contenuto:  Calcolo automatizzato delle retribuzioni figurative da attribuire agli eventi registrati negli estratti conto. Nuove modalità di esercizio del diritto di accredito figurativo. Ridefinizione dei criteri di calcolo della retribuzione figurativa e risoluzione di alcune problematiche connesse alle modalità di calcolo fissate dall?art. 8 della legge 23 aprile 1981, n. 155.
Tipologia:  CIRCOLARE

Lo staff di NewsLetter Hermes

Il messaggio di Martin Schulz

Il messaggio di Martin Schulz, alla Conferenza di Programma della Cgil

 

Gentile Segretario generale, cara Susanna Camusso,
Gentile segreteria confederale,
Cari ospiti,

Mi dispiace non essere con voi in questa occasione, la Conferenza di programma della CGIL. E’ un’iniziativa che si svolge in un momento chiave per l’Italia e per tutta l’Europa.

Il “Piano per il lavoro” che presentate oggi è un contributo importante da parte di uno dei sindacati più rappresentativi d’Europa, a favore di un cambiamento di rotta, cambiamento indispensabile per il nostro continente. Un cambiamento di rotta che l’istituzione che rappresento, il Parlamento europeo, chiede da molto tempo.

Signore e signori, nel 2013 siamo entrati nel quinto anno consecutivo di crisi. Fortunatamente iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel, per quanto riguarda la stabilità della nostra moneta. Ciò che resta preoccupante sono gli squilibri sociali che questa crisi ci lascia.

Più di 5 milioni e mezzo di giovani, in Europa, sono senza lavoro. In Italia la disoccupazione raggiunge livelli senza precedenti, con il 37% di giovani senza lavoro, quasi 3 milioni di persone disoccupate e 3 milioni con lavoro precario.

Trovo queste cifre spaventose. Permettetemi di citare il vostro Presidente della Repubblica, mio grande amico, Giorgio Napolitano:”E’ una situazione grave che deve essere sentita nel profondo delle nostre coscienze e della quale dobbiamo essere partecipi. La politica non può affermare il suo ruolo senza questo sentimento, questa capacità di condivisione umana e morale”.

Il Parlamento europeo, già da tre anni a tutt’oggi, ha messo in guardia i governi dell’Europa contro una politica orientata unicamente all’austerità e al rigore. Certo, è necessario risanare i bilanci, non fosse altro che per il rispetto della giustizia generazionale. Ma senza investimenti sull’occupazione e la crescita, questa è una politica distruttrice.

Non è necessario essere economisti per capire che, se l’economia di un paese non cresce, anche tagliando la spesa pubblica sarà molto difficile ridurre il debito! Malgrado questa evidenza, i governi europei hanno creduto che i programmi di austerità fossero la giusta punizione per i peccati del passato e che, taglio dopo taglio, la fiducia dei mercati e la competitività ritorneranno: ma la realtà davanti ai nostri occhi ci mostra che queste ricette non funzionano!

Qualche giorno fa ero in Portogallo, l’allievo modello della Troika, che ha fatto più riforme di quanto richiesto. I risultati? La gente non arriva a pagare i propri conti alla fine del mese e la disoccupazione è in aumento. La crisi non può essere la scusa per smantellare il nostro modello sociale, un modello che tutto il mondo ci invidia e che ha contribuito a garantire la pace, la coesione, la prosperità e un livello di giustizia sociale senza precedenti per 60 anni.

Il lavoro è la pietra angolare di questo modello.
E’ per questo che la soluzione alla crisi – condivido pienamente l’obiettivo del vostro programma – è creare occupazione dignitosa e sostenibile. Soltanto così potremo restituire speranza.

Il lavoro è la realizzazione dell’individuo nella società. Come tale, esso è sinonimo di stabilità, di libertà interiore e di dignità. Permettetemi di citare un altro grande italiano, Roberto Benigni: “Quando riceviamo la nostra busta paga, non troviamo solamente i soldi, noi ritroviamo noi stessi – quella busta non è avere, ma essere! Quando la riceviamo, il nutrimento non è soltanto del corpo, ma dell’anima. E’ per questo che senza il lavoro tutto crolla. Crollano la Repubblica e la democrazia, che sono il corpo e l’anima delle nostre istituzioni!”.

In questo quadro il ruolo dei sindacati è essenziale. Chi vede i sindacati come elemento accessorio o come elemento di disturbo, non capisce il loro contributo a favore della coesione sociale.
I sindacati non sono una “lobby”, una rappresentanza di interessi come le altre: essi difendono un diritto fondamentale, il lavoro. La loro assunzione di responsabilità verso i lavoratori e anche verso chi il lavoro non ce l’ha, come il “Piano” della CGIL dimostra, è ancor più preziosa in un periodo di crisi.

Quando austerità e sacrifici colpiscono i più deboli, quelli che più degli altri hanno bisogno di uno stato sociale forte, è allora che i sindacati danno loro una voce. Signore e signori, non voglio che i miei figli, domani, siano obbligati a lavorare senza orario, senza regole e senza protezione, perché così le nostre economie saranno competitive con la Cina. Ciò che voglio è che i bambini cinesi, domani, possano avere diritti e standard come quelli dei miei stessi figli. Per far si che questo si realizzi, ci serve un’Europa forte.

Soltanto con una maggiore integrazione e solidarietà tra i paesi europei possiamo affermare la nostra competitività e i nostri standard nel contesto della globalizzazione. Potremo affrontare le sfide economiche, sociali e ambientali del ventunesimo secolo soltanto su scala europea: è una sfida che ci riguarda tutti; o la vinciamo insieme o la perdiamo insieme. Grazie e vi auguro un proficuo svolgimento dei lavori.

“Riforma sempre più parola malata”

Camusso: “Riforma sempre più parola malata”

 

“Riforma è sempre più parola malata: lo abbiamo visto con quelle realizzate in questi anni, che non miglioravano le condizioni di molti determinando un compromesso più avanzato, ma hanno tagliato risorse, condizioni e prerogative, in qualche caso alterando persino il patto di cittadinanza”. Lo ha detto la leader Cgil, Susanna Camusso, alla Conferenza di programma.

“Per noi riforma torna al senso della parola, cioè cambiare per ridurre diseguaglianze, per dare risposte eque ed efficaci, per traguardare lo sviluppo, non per ridurre lo spazio pubblico e di cittadinanza.”

Secondo Camusso bisogna ricondurre l’intervento pubblico alla sua natura e, perché no, occorre  riabilitare la parola stessa”. Cosi’ la leader della Cgil, Susanna Camusso, si è espressa dal palco dell’Eur dove è in corso la Conferenza di Programma, sottolineando la necessità di una programmazione e il coinvolgimento di tutti i soggetti verso il “bene collettivo” che è il Paese.

“Se si ha un’idea positiva di futuro bisogna misurarsi con l’intervento pubblico in tutte le sue caratteristiche – ha proseguito Camusso – da datore di lavoro a costruttore di domanda, a sostenitore di scelte, ad effettivo conduttore delle imprese partecipate, a generatore e gestore di servizi e, quindi, di welfare”.

Per Camusso, “la traduzione italiana delle scelte europee, che hanno aggravato la crisi, non ha posto le premesse per uscirne. Perché è stata sbagliata la premessa: quella del rigore e l’ossessione del debito pubblico. Pensare ad un intervento pubblico nell’economia non è una bestemmia né un pericolo sovversivo”.

Lavoratori stranieri

Bruxelles – Manifestazione contro lo sfruttamento dei lavoratori stranieri

In una manifestazione che si è tenuta a Bruxelles il 23 u.s., 4.000 lavoratori provenienti dai settori dell’edilizia, dei trasporti e dell’agricoltura hanno espresso tutta la loro rabbia per lo sfruttamento e il dumping sociale subito da molti lavoratori stranieri nei luoghi di lavoro. Ogni giorno migliaia di lavoratori sono sfruttati e messi gli uni contro gli altri da imprenditori e intermediari disonesti che, individuate le lacune sul piano legislativo e sul piano operativo, se ne avvalgono per sfruttare i lavoratori come se fossero merce.

Il sindacato europeo denuncia così un sistema in cui “si attirano i lavoratori stranieri con promesse allettanti, si costituiscono società di comodo, si redigono contratti di lavoro e documenti falsi, senza fornire ai lavoratori alcuna tutela sociale e senza pagare gli straordinari e concedere i giorni di ferie spettanti, applicando sui salari trattenute elevate per spese di trasporto, alloggio, vitto”.

 “In ultima analisi le vittime sono i lavoratori stranieri – continua il sindacato – che per il proprio lavoro percepiscono una minima parte di quanto, di norma, spetterebbe loro. Le forme di abuso in essere sono ben note da molti anni, tuttavia i politici europei (e in particolare la Commissione) non hanno alcuna volontà di affrontare efficacemente questi problemi. La Commissione europea continua a proclamare il dogma del mercato interno (costituito da imprenditorialità, riduzione degli oneri amministrativi, libera concorrenza) come strumento miracoloso per rendere l’Europa più competitiva e risolvere il problema della disoccupazione. Allo stato attuale, in Europa, la politica ortodossa in materia di lavoro – contesta ancora il sindacato – rimette in discussione e mina alla base la credibilità del progetto europeo. Invece della cittadinanza europea, sono discriminazione e razzismo a crescere”.

“Affinché sia esercitato un controllo migliore sul mercato europeo del lavoro – spiega ancora il sindacato – le federazioni sindacali chiedono l’istituzione di un Europol sociale e di una carta d’identità sociale valida sul territorio europeo, il riconoscimento a livello europeo della responsabilità sociale in capo ai committenti e agli appaltatori principali, la formulazione di definizioni più chiare, tali da operare una netta distinzione fra lavoratori autonomi effettivi e lavoratori dipendenti, nonché controlli severi a livello nazionale svolti in base a obiettivi ben definiti. Per adottare le misure sopra descritte – conclude la nota – occorrono, da parte dei nostri politici europei, coraggio e risolutezza”.

Anticipazione Rapporto Italia 2013

 

L’Eurispes, anticipando la presentazione del suo Rapporto Italia 2013, prevista per il prossimo 31 gennaio a Roma, fornisce i primi dati relativi alla misurazione del livello di fiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni, rilevata attraverso un questionario che ha riguardato 1.500 cittadini e che è stata conclusa a metà gennaio 2013.

Il 2013 – secondo l’Eurispe – segnala un ulteriore peggioramento del giudizio degli italiani nei confronti delle Istituzioni e un grado di sfiducia che sale dal 71,6% del 2012 al 73,2% di quest’anno.

Il dato sicuramente più preoccupante è quello sulla fiducia degli italiani nel Capo dello Stato, da sempre considerato punto di riferimento, soprattutto nei momenti più difficili e confusi come quello attuale. La fiducia degli italiani nei confronti del Presidente della Repubblica è in netto calo e fa registrare quest’anno il 44,7% di fiduciosi (il 19,3% “molto” e il 25,4% “abbastanza”), contro il 62,1% dello scorso anno.

Ai provvedimenti “lacrime e sangue” del Governo gli italiani hanno risposto con un aumento di sfiducia, che passa dal 76,4% dello scorso anno all’82,8% (+6,4%) e segna un ritorno ai livelli del 2011 (84,2%). In parallelo cala anche il dato del consenso che passa dal 21,1% del 2012 all’attuale 15,9%. Il trend di sfiducia nei confronti dei governi che si sono susseguiti dal 2004 all’ultimo anno non si è d’altronde mai invertito e il grado di fiducia è rimasto sempre al di sotto del 35%.

Come registrato per il Governo, la fiducia degli italiani nei confronti del Parlamento mantiene un andamento in negativo raccogliendo l’89,7% degli sfiduciati, in costante aumento rispetto agli anni scorsi: erano l’88,2% degli intervistati nel 2012 e l’83,4% nel 2011. Stesso andamento per la quota, assolutamente minoritaria, di quanti si dichiarano invece fiduciosi: quest’anno sono il 9%, nel 2012 erano il 9,5% e nel 2011 invece arrivavano al 15%.

Dopo il calo dei consensi dello scorso anno, il livello di fiducia nei confronti della Magistratura torna a crescere. Più di 4 cittadini italiani su 10, il 42%, mostra fiducia nell’operato di questa Istituzione (12,5% molta fiducia; 29,5% abbastanza fiducia). Era al 36,8% nel 2012.

«Siamo di fronte ad una insoddisfazione che non ha precedenti nella storia recente italiana – commenta Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes – l’aver voluto delegare ad un Governo tecnico la guida del Paese sembrerebbe aver messo in discussione la fiducia nella Presidenza della Repubblica che ha ispirato e gestito l’operazione, e nella politica in generale, alla quale, probabilmente,  viene imputata una fuga dalle responsabilità di fronte alla crisi».

«Da una parte, registriamo una distanza quasi incolmabile dei cittadini dalle Istituzioni dall’altra, il riconoscimento pressoché unanime nei confronti delle Forze dell’ordine e del volontariato. Sono le Istituzioni con le quali i cittadini quotidianamente si confrontano e dalle quali ottengono in cambio sicurezza, aiuto e solidarietà nei momenti difficili: ci assicurano insomma il presente».

34 anni fa le Br uccidevano Guido Rossa, un eroe civile

Terrorismo: Camusso, 34 anni fa le Br uccidevano Guido Rossa, un eroe civile

 

“Il 24 gennaio del 1979, esattamente trentaquattro anni fa, le Brigate Rosse assassinavano Guido Rossa, operaio Italsider e sindacalista della Cgil. Un uomo che non ha esitato a denunciare pubblicamente il terrorismo, e le sue infiltrazioni nelle fabbriche, in un momento straordinariamente difficile per la storia del Paese, quando il fenomeno terrorista era invasivo e pervasivo. Un uomo, un padre, un eroe civile che con il suo sacrificio ha segnato una svolta decisiva nella battaglia contro il terrorismo”. A ricordare la ricorrenza in una nota è il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.

“Trucidato per aver denunciato un brigatista infiltrato in fabbrica – prosegue il leader della Cgil -, la morte di Rossa è stata uno spartiacque nella lotta contro il terrorismo. Il suo atto consapevole bruciò ogni possibile zona grigia, collusiva o compiacente, rendendo esplicita e trasparente la scelta di assumere il terrorismo come il nemico dei lavoratori, della classe operaia e della democrazia. Un atto lucido, chiaro e coerente, che portò ad una conseguenza cruciale e fondamentale nel Paese: individuare nel terrorismo il nemico e che questo andava combattuto senza alcuna ambiguità”.

Ma il suo, aggiunge Camusso, “fu soprattutto un gesto altamente politico. La vicenda di Guido Rossa ci insegna ancora oggi quanto è importante l’esercizio della responsabilità individuale nello svolgimento del proprio ruolo e delle proprie funzioni, in un Paese, allora come ora, in cui spesso ciò non accade. La scelta di Guido Rossa va compresa da questo punto di vista: era mosso e animato dal rapporto tra il senso della propria vita e l’interazione con un mondo che riteneva ingiusto e che andava cambiato. Combatteva le diseguaglianze, difendeva gli ultimi e più deboli, individuando nell’altro il centro della sua vita: un esempio – conclude – valido soprattutto oggi nei confronti di chi ha, o mira ad avere, responsabilità pubbliche e che spesso non si comporta con lo stesso metro di misura”.

Lavoro: L’UE mette in mora l’Italia per contratti a termine

 

Due mesi di tempo per adeguare le norme su rappresentanza sindacale, secondo passo della Commissione europea nella procedura di infrazione contro l’Italia per la mancata applicazione della direttiva Ue sulla rappresentanza sindacale per i contratti di lavoro a tempo determinato.

L’esecutivo di Bruxelles ha inviato un “avviso motivato” che dà due mesi di tempo per comunicare le misure adottate per la trasposizione integrale della legge europea del 1999.

La direttiva prevede che i lavoratori con contratto a termine siano presi in considerazione per il calcolo dei rappresentanti sindacali. Le norme italiane prevedono che si tenga conto solo dei contratti con durata superiore a nove mesi.

Secondo una nota della Commissione “ciò implica che i lavoratori con contratti di durata inferiore non sono presi in considerazione nel calcolo necessario a determinare se un’impresa è sufficientemente grande per dover avere organi di rappresentanza sindacale”.

Se l’Italia non rispetterà i due mesi concessi “la Commissione potrebbe decidere di deferire il nostro Paese davanti alla Corte di Giustizia Ue”.

(ANSA).

Scuola

Scuola: Prorogata la scadenza per le domande di pensione

 

Con l’avviso del 22 gennaio 2013, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca informa che il termine finale di presentazione delle domande di cessazione dal servizio del personale scolastico per l’anno 2013 è prorogato al 5 febbraio 2013.

Voucher in agricoltura

Lavoro: Flai Cgil, bene valore orario dei voucher in agricoltura

“Accogliamo con estrema soddisfazione l’emanazione della circolare 4/2013 del ministero del Lavoro che stabilisce il vincolo orario di 10 euro per i voucher in agricoltura”. Lo dichiara Stefania Crogi, Segretario Generale della Flai Cgil.
 
“Si tratta di un ottimo risultato conseguito grazie anche all’impegno di esponenti politici, tra i quali la senatrice Mongiello, che hanno saputo ascoltare le richieste del mondo del lavoro agricolo. Ricordiamo – conclude Stefania Crogi – che il valore orario è stata una delle rivendicazioni che la mobilitazione dei lavoratori, insieme alle organizzazioni sindacali, è riuscita ad ottenere per limitare e regolamentare l’uso dei voucher”.