Archivi giornalieri: 20 dicembre 2012

Cgil, Cisl, Uil, Federconsumatori, Adiconsum, Adoc su legge professioni non regolamentate

 

Oggi la Commissione Attività Produttive della Camera in sede legislativa ha approvato in via definitiva il disegno di legge sulle professioni non regolamentate in ordini o collegi. 

Si tratta di un momento di particolare importanza nell’evoluzione del sistema professionale italiano poiché il provvedimento, attraverso la regolamentazione delle associazioni professionali, può offrire, dopo oltre un decennio di discussioni, un primo significativo contributo alla tutela del consumatore e di tutti cittadini che, quotidianamente, usufruiscono delle prestazioni di tali professionisti.

L’impatto della legge riguarda, infatti, più di tre milioni di persone che si occupano di design, pubblicità, grafica, traduzioni, consulenza aziendale, archeologia, formazione, ma anche di periti assicurativi, consulenti di investimento, counselor, tributaristi, biotecnologi, pedagogisti, mediatori familiari, optometristi, enologi ed enotecnici, guide turistiche e ambientali eccetera.

Cgil, Cisl e Uil, che unitariamente a Adoc, Adiconsum e Federconsumatori si sono attivate in questi mesi per migliorare il testo di legge, auspicano innanzitutto che il Ministero dello Sviluppo Economico attivi velocemente i meccanismi previsti dalla legge per la selezione delle associazioni e la conseguente tutela dei consumatori, e faccia chiarezza sulla piena volontarietà in merito alla adozione delle Norme UNI.

Cgil, Cisl e Uil e le Associazioni dei Consumatori si impegnano fin da ora a sollecitare le associazioni degli imprenditori al fine di avviare il percorso di costituzione dei Comitati di Indirizzo e Sorveglianza previsti dall’articolo 4 della legge stessa e di definizione dei principali criteri di valutazione e rilascio dei sistemi di qualificazione e competenza, che coinvolgono le Associazioni Professionali non organizzate in ordini e collegi.

Non c’è dubbio, affinché il processo di autoregolamentazione dei liberi servizi professionali sia autenticamente imparziale e trasparente, che l’attenzione si sposta ora dalla sfera legislativa al terreno delle regole, dei criteri e delle procedure.

Tale passaggio, necessario poiché la legge prevede processi di attestazione e certificazione volontaria delle effettive competenze professionali delle associazioni e dei professionisti iscritti e non, dovrà implicare l’applicazione rigorosa dei principi e dei requisiti in materia di linee guida, di accreditamento e certificazione, secondo quanto stabilito dalle normative europee e nazionali.

D’altra parte, nell’era della conoscenza e dei saperi, questa è la via maestra per garantire i cittadini/consumatori e, nel contempo, dare dignità ai più di 3 milioni di professionisti che fino ad oggi hanno esercitato la loro attività professionale privi di tutela, pur rappresentando il 14% del bacino occupazionale del nostro territorio e producendo il 4% del Pil nazionale.

Ricongiunzioni onerose

  • On. Maria Luisa GNECCHI

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C

11.304 – Dopo il comma 6, aggiungere i seguenti: 6-bis. Il termine del 31 dicembre 2010, di cui all’articolo 8-duodecies, comma 2-bis, del decreto-legge 8 aprile 2008, n. 59, convertito, con modificazioni,…

25/01/2012

Presentato

C.4865

C

0.6.55.2 – All’emendamento 6.55 dei Relatori, comma 2-bis, dopo le parole: legge 22 dicembre 2011, n. 214, aggiungere le seguenti:, da adottarsi, sentite le organizzazioni sindacali comparativamente più…

18/01/2012

Presentato

C.4865

C

1.30 – Al comma 4, primo periodo, sostituire le parole: 31 dicembre 2005 con le seguenti: 30 settembre 2003.

17/01/2012

Presentato

C.4865

C

1.25 – Dopo il comma 6, aggiungere il seguente: 6-bis. L’INPS, prima di avvalersi delle proroghe di cui ai commi 1, 2 e 4 del presente articolo deve procedere al riassetto organizzativo e funzionale…

17/01/2012

Presentato

C.4865

C

1.31 – Dopo il comma 6, aggiungere il seguente: «6-bis. I termini e le modalità previsti per l’attuazione delle disposizioni di cui all’articolo 1, commi 3 e 4 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138,…

17/01/2012

Presentato

C.4865

C

6.17 – Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: La proroga del regime previdenziale prevista dall’articolo 24, comma del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge, con modificazioni,…

17/01/2012

Inammissibile

C.4865

C

6.18 – Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. All’articolo 24, comma 14, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, legge 22…

17/01/2012

Presentato

C.4865

P

6.51 – Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. All’articolo 24, comma 14, lettera e) del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1,…

17/01/2012

Presentato

C.4865

C

6.19 – Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. All’articolo 24, comma 14, alinea, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011,…

17/01/2012

Presentato

C.4865

C

6.20 – Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. Per i lavoratori che abbiano già risolto il rapporto di lavoro in ragione di accordi individuali o collettivi di incentivo all’esodo stipulati…

17/01/2012

Presentato

C.4865

C

6.21 – Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. Le disposizioni di cui all’articolo 44, comma 2, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 22…

17/01/2012

Inammissibile

C.4865

C

6.22 – Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. Le disposizioni di cui all’articolo 24, comma 17, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 22…

17/01/2012

Presentato

C.4865

C

6.25 – Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. Le disposizioni di cui al terzo e quarto periodo del comma 10, dell’articolo 24, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge, con…

17/01/2012

Presentato

C.4865

C

6.23 – Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. Per i lavoratori che beneficiano delle disposizioni di cui all’articolo 13, della legge 27 marzo 1992, n. 257, le disposizioni di cui al terzo e…

17/01/2012

Presentato

C.4865

C

6.24 – Dopo il comma 2, aggiungere il seguente: 2-bis. All’articolo 24, comma 6, alinea, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, legge…

 

Tornano le ricongiunzioni gratuite

Pensioni: chi godrà del nuovo regime e a quali condizioni

“Partivamo da una legge sbagliata fatta dal governo precedente e per giunta interpretata male […]. Abbiamo ritenuto che la via migliore fosse una correzione della norma del 2010, anziché una sua reinterpretazione per via amministrativa”. Con queste parole pronunciate nel corso di un’intervista per La Stampa, il Ministro Fornero ha presentato la soluzione temporanea data dal Governo al problema delle ricongiunzioni eccessivamente onerose. Con un emendamento alla Legge di Stabilità, infatti, sono state introdotte delle alternative praticabili da coloro che, nel corso della propria carriera, hanno versato contributi in diversi fondi previdenziali. Vediamo cosa cambierà, salvo modifiche dell’ultimo minuto.

Occorre innanzitutto premettere che con la Legge n. 122/2010 dal 1° luglio 2010 le ricongiunzioni contributive da gratuite sono diventate a pagamento, con notevole aggravio per gli italiani intenzionati a trasferire quanto versato nelle varie gestioni pensionistiche. L’unica altra via praticabile era dunque la totalizzazione che, tuttavia, si basa sull’applicazione del metodo contributivo puro che, essendo legato all’aspettativa di vita e ai versamenti effettuati, garantisce un assegno pensionistico più sfavorevole rispetto a quello retributivo adottabile per le ricongiunzioni (almeno per l’anzianità maturata fino al 31 dicembre 2011).

E veniamo dunque alle novità previste dall’emendamento ad hoc apportato alla Manovra finanziaria.

Le ricongiunzioni torneranno a essere gratuite per coloro che sono passati dal pubblico impiego, o da un fondo sostitutivo ed esonerativo, all’INPS prima del 30 luglio 2010. Per chi ha effettuato il passaggio successivamente a questa data, invece, il problema è stato “parzialmente risolto”, nel senso che la non onerosità è ammessa solo per la pensione di vecchiaia e non anche per quella di anzianità, e unicamente se sono stati maturati i requisiti restrittivi introdotti con la Riforma Fornero. Qualora poi fossero state già versate delle somme dal 1° luglio 2010 ai fini della ricongiunzione onerosa, potrà essere richiesta la restituzione delle stesse entro un anno, fino al 31 dicembre 2013.

Analizzando più nello specifico la novità contenuta nell’emendamento, non si tratta di un vero e proprio ritorno al passato, quanto piuttosto di una variante della totalizzazione che diventa “retributiva”, nel senso che i contributi potranno essere cumulati senza però perdere il beneficio del calcolo fondato sulle retribuzioni. In particolare, ciascun ente coinvolto calcolerà le proprie quote di pensione “sulla base delle rispettive retribuzioni di riferimento”, diversamente da quanto accade con la ricongiunzione onerosa vera e propria, dove l’assegno finale è legato alla media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni.

Sanità

Sanità: Comitato StopOpg, ok sequestro ospedali, strutture indegne

“Il sequestro degli ospedali psichiatrici giudiziari a Montelupo Fiorentino e a Barcellona di Pozzo di Gotto, disposto dalla commissione d’inchiesta presieduta dall’onorevole Marini conferma la drammatica situazione in cui sono tuttora costretti a vivere nostri concittadini all’interno degli ultimi residui manicomiali”. E’ quanto afferma in una nota il comitato ‘Stop Opg’ per l’abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari, costituito da un vasto cartello di associazioni tra cui la Cgil e la Fp Cgil.

“Sequestri  – spiega Stefano Cecconi del comitato ‘Stop Opg’-  che sottolineano anche “la denuncia dei ritardi e delle inadempienze del governo e di molte regioni e Asl nell’attuare la chiusura degli Opg, previsti dalle leggi del nostro Paese. Gli Opg, com’erano i manicomi, sono incompatibili per loro natura con le cure e la riabilitazione cui hanno diritto tutti cittadini”. 

Per l’esponente del comitato ‘Stop Opg’ si tratta di “persone e non pacchi da trasferire che hanno diritto di essere riportate nella regione di appartenenza per ricevere un’assistenza individuale: con progetti terapeutico riabilitativi, differenziati a seconda del bisogno assistenziale, a cura del Dipartimento di Salute Mentale di residenza. 

Percorsi che permettono le dimissioni, il ricovero, se necessario, in piccole strutture o comunità, e anche l’esecuzione della misura di sicurezza alternativa all’Opg; come prevedono due sentenze della Corte Costituzionale e le leggi ancora non applicate”.

” Le stesse leggi – conclude Cecconi -“che assegnano finanziamenti speciali e aggiuntivi per chiudere gli Opg (38 milioni di euro per spese correnti quest’anno e 55 milioni dall’anno prossimo) e che non sono ancora stati utilizzati”.

Infortuni e malattie professionali

Infortuni e malattie professionali: rivalutate le prestazioni economiche Inail

Da gennaio 2012, sono state rivalutate le prestazioni economiche riconosciute ai lavoratori infortunati e tecnopatici.  Il minimale e il massimale, in base ai quali saranno calcolate le rendite, sono di  15.514,80 euro e di 28.813,20 euro.

I patronati del Ce.Pa (Acli, Inas, Inca e Ital) segnalano a tutti i lavoratori che debbano effettuare verifiche in materia, che tali complessi controlli richiedono l’intervento di personale competente e professionale. 

Il Ce.Pa invita, quindi, gli interessati a rivolgersi al Patronato di fiducia per controllare la correttezza dell’applicazione dei nuovi importi delle prestazioni.

Si suggerisce, tuttavia, di fare attenzione alle comunicazioni di alcune associazioni che  invitano gli assicurati a presentarsi presso le loro sedi, per espletare i controlli. Sono, infatti, pervenute diverse segnalazioni circa inviti recapitati ai nostri patrocinati senza che questi abbiano mai conferito delega a  tali associazioni

A seguito di tale situazione il Ce.Pa ha provveduto a interessare immediatamente sia il  Ministero che gli  enti preposti, affinché vigilino e verifichino quanto accaduto.

Ricongiunzioni onerose

Ricongiunzioni onerose – Le novità nella legge di stabilità

La Commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento al ddl di stabilità che introduce alcune modifiche in materia di costituzione della posizione assicurativa all’Inps e di utilizzo della contribuzione accreditata in diverse gestioni previdenziali. Il provvedimento  per diventare legge, deve essere approvato sia dalla Camera che dal Senato.

In sintesi, rispetto all’attuale quadro normativo ed interpretativo, l’emendamento introduce  due principali novità:

1. gli iscritti alle ex Casse degli IIPP (Cpdel, Cps, Cpi e Cpug) cessati dal servizio entro il 30 luglio 2010 senza diritto a pensione possono trasferire gratuitamente la posizione assicurativa all’Ago-Inps (art. 2, comma 22-bis del provvedimento);

2. i soggetti titolari di due o più posizioni assicurative (Fpld, Gsla, Gestione separata, Fondi esclusivi, Fondi sostitutivi) possono cumulare i vari periodi di contribuzione per ottenere un’unica pensione (art. 2, comma 22-ter del provvedimento).

In pratica con il comma 22-bis si dovrebbe superare la rigidità interpretativa degli istituti previdenziali (Inpdap/Inps) che negavano agli iscritti alle ex Casse degli IIPP (Cpdel, Cpi, Cps, Cpug) cessati dal servizio senza diritto a pensione entro il 30.7.2010 la possibilità di costituire la posizione assicurativa all’Inps tramite la legge 322/58, se non avevano presentato entro la medesima data la specifica domanda.

Il Centro Patronati Inas/Cisl, Inca/Cgil, Ital/Uil e Acli, aveva chiesto all’Istituto previdenziale di risolvere la questione in via amministrativa, come già avvenuto per gli iscritti agli ex fondi elettrico e telefonico ed al fondo volo. Se l’emendamento verrà approvato gli iscritti all’ex Cpdel, Cpi, Cps e Cpug cessati entro il 30.7.2011 senza diritto a pensione potranno chiedere il trasferimento della posizione assicurativa all’Ago-Inps in modo gratuito, come già avviene per gli ex Statali e per gli ex iscritti ai fondi sostitutivi  che si trovano nelle medesime condizioni.

Tuttavia, l’emendamento  non risolve i casi dei dipendenti già iscritti o iscritti all’ex Inpdap successivamente al 30.7.2010, anche se precari e occupati per brevi periodi (anche per un solo giorno) dopo la predetta data. Vengono, infatti, confermate le normative che prevedono l’annullamento della costituzione della posizione assicurativa all’Ago-Inps. 
Non vengono, inoltre, risolti  i casi di lavoratrici e lavoratori, in particolare di quelli della scuola, cessati dopo il 30/7/2010 senza diritto a pensione in Inpdap, anche se a quella data avevano in corso il periodo di preavviso. Per tutti i lavoratori con periodi di iscrizione all’Inpdap successivi al 30.7.2010, infatti, rimane preclusa la possibilità di trasferire gratuitamente la contribuzione all’Inps.

Con il comma 22-ter viene introdotta invece la possibilità di cumulare tutti i periodi di iscrizione alle diverse forme previdenziali (ad eccezione delle casse professionali), al fine di ottenere un’unica pensione. Tale possibilità è comunque molto limitata in quanto non può essere richiesta dai lavoratori che hanno maturato un diritto a pensione autonoma in una singola gestione ed, inoltre, tale possibilità è ammessa esclusivamente per ottenere la pensione di vecchiaia e i trattamenti di inabilità ed ai superstiti.

La facoltà di chiedere la pensione di vecchiaia con il cumulo dei contributi è consentita, ovviamente, solo al compimento dell’età pensionabile e solo ai soggetti che non hanno maturato il diritto a pensione in nessuna gestione previdenziale. Per quanto riguarda l’età pensionabile, il  comma 22-quinquies dispone che il diritto è conseguibile in presenza dei requisiti anagrafici più elevati tra quelli previsti tra i vari ordinamenti.

Con questo emendamento non vengono risolti i casi dei lavoratori precoci che possiedono anche 42 anni e più di contribuzione complessiva accreditata, ad esempio, in Inps e in Inpdap. Tali lavoratori, infatti potranno accedere a pensione con il cumulo solo al compimento dell’età pensionabile, non prima, quindi, di 66 anni e 3 mesi nel periodo 2013/2015, e solo se non hanno raggiunto 20 anni di contributi in nessuna gestione. 
Non vengono risolti i problemi dei dipendenti pubblici che cessano dal servizio senza diritto a pensione in Inpdap ma con diritto in Inps (almeno 20 anni di contributi). In tali  casi infatti non è possibile chiedere la pensione di vecchiaia con il cumulo, non è possibile trasferire gratuitamente la contribuzione all’Inps  né ottenere la pensione supplementare Inpdap.

In sostanza, per questi lavoratori non cambia nulla, e se vorranno ricongiungere lo dovranno fare onerosamente oppure totalizzando i contributi ai sensi del Dlgs n. 42/2006.

Rapporto coesione sociale

Rapporto coesione sociale – Retribuzioni donne inferiori del 28% a quelle degli uomini e cresce il rischio povertà

Le retribuzioni medie giornaliere in Italia, escluse quelle dei lavoratori domestici, sono di 85,80 euro (+1,7% sul 2010) ma permane un divario consistente tra donne e uomini. Se per gli uomini la retribuzione media e’ di 96,90 euro al giorno, le donne possono far conto su una media di appena 69,50 euro (il 28% in meno). E’ quanto emerge dal Rapporto sulla coesione sociale di Istat, Inps e ministero del lavoro presentato oggi.

Il livello medio piu’ alto delle retribuzioni giornaliere e’ nel Nord-ovest con 93,9 euro (e un picco di 97,20 euro in Lombardia). I valori piu’ bassi sono quelli delle Isole (71,90 euro) e del Sud (73,20 euro) con la Calabria fanalino di coda (68,7 euro).

Le retribuzioni medie giornaliere risultano differenziate in base all’eta’ dei lavoratori. I valori sono inferiori ai 60 euro al giorno per i dipendenti sotto i 20 anni (45,30 euro) e per quelli 20-24enni (55,30 euro), mentre superano i 100 euro giornalieri per i 50-54enni (102,60 euro) e per i lavoratori fra i 55 e i 59 anni (109,20 euro). La retribuzione dipende molto dalla qualifica lavorativa (escludendo quelle dirigenziali e particolari); gli apprendisti guadagnano in media 52,40 euro al giorno, gli operai 68,80 euro, gli impiegati 90,90 euro, i quadri raggiungono una quota media di 196,40 euro.

Ma nel Rapporto viene anche fotografata un’Italia affaticata che combatte la crisi economica ma che non riesce a fronteggiare il “rischio povertà” che è cresciuto dal 26,3% del 2010 al 29,9% del 2011.

Sono 2,782 milioni di famiglie che nel nostro Paese sono in una condizione di povertà relativa . Per quanto riguarda invece i dati relativi alla povertà assoluta siamo passati dal 3,5% del 2005 al 5,3% del 2011. Un dato che è più pesante nelal fascia d’età degli ultra65enni….

Dal 2013 arriva ASpI

Circolare Inps – Addio sussidio di disoccupazione, dal 2013 arriva ASpI

Conto alla rovescia per il debutto dell’Aspi, la nuova assicurazione per l’impiego che sostituirà dal 2013 l’indennità contro la disoccupazione involontaria e a regime dal 2017 anche l’indennità di mobilità. La nuova assicurazione, chiarisce l’Inps in una circolare, si caratterizza per l’ampliamento della platea dei soggetti tutelati, per l’aumento della misura e della durata delle indennità erogabili agli aventi diritto, e per un sistema di finanziamento alimentato da un contributo ordinario nonchè da maggiorazioni contributive.

Avranno la nuova assicurazione tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, compresi gli apprendisti e i soci lavoratori di cooperativa. Sono esclusi i giornalisti e il clero.

Per le retribuzioni mensili fino a 1180 euro mensili (valore 2013) l’ASpI sarà il 75% (dal 60% attuale per l’indennità di disoccupazione). In ogni caso non si può superare l’importo per il 2013 di 1.119,32 euro. Per beneficiarne dell’Aspi è necessaria un’anzianità assicurativa pari a due anni, e almeno un anno di contribuzione nel biennio precedente. La prestazione potrà essere per 12 mesi se si hanno meno di 55 anni e per 18 mesi per gli over 55. Dopo i primi sei mesi è prevista una riduzione del 15% dell’importo e di un altro 15% dopo ulteriori sei mesi.

L’Aspi sarà finanziata da una contribuzione fissa, a carico del datore di lavoro, pari al 1,31% (lo stesso versato oggi per la disoccupazione nei rapporti di lavoro dipendente) ma è prevista una contribuzione aggiuntiva dei datori di lavoro per i contratti a termine dell’1,4%. Sarà possibile trasformare l’indennita’ Aspi in liquidazione per poter così avere un capitale e avviare un’impresa. Il lavoratore che però rifiuta un impiego con una retribuzione superiore almeno del 20% rispetto all’indennità che percepisce perde il sussidio.

ansa

Ires Cgil

Ires Cgil – Oltre 4 milioni in area sofferenza occupazionale

Si espande l’area di sofferenza occupazionale in Italia. Nel terzo trimestre 2012, ha superato, infatti, quota 4 milioni il numero di disoccupati, scoraggiati disponibili a lavorare e occupati in cassa integrazione guardagni, con un incremento del 64%, +1 milione 574 mila, rispetto al terzo trimestre del 2007 quando quest’area, prima della grande crisi, contava ”solo” 2 milioni e 459 mila persone. La crescita del numero dei disoccupati osservata in Italia da novembre 2011 ad ottobre 2012 (+ 506 mila) rappresenta piu’ di un quarto (il 27,4%) dell’incremento complessivo dell’Unione Europea a 27 (+ 1 milione 848 mila) nello stesso periodo.

Sono questi i dati piu’ significativi contenuti nel secondo rapporto sull’area della vera sofferenza occupazionale elaborato dall’Ires Cgil sulla base dei dati trimestrali Istat che confermano la drammaticita’ della condizione del lavoro in Italia. Lo studio mette anzitutto a confronto la dinamica della disoccupazione in Italia e in Europa. Si e’ a lungo sostenuto, basandosi solo sui dati dei disoccupati ”formalmente riconosciuti” e non tenendo in alcun conto l’enorme area della inattivita’, che l’Italia si trovava in una situazione di vantaggio rispetto all’Europa. Non è cosi’, evidenzia l’Ires. Nel 2012 non solo il tasso di disoccupazione italiano è più alto di quello della UE a 27, ma nell’ultimo anno la situazione è precipitata a tal punto che la crescita della nostra disoccupazione rappresenta piu’ di un quarto dell’incremento complessivo europeo nello stesso periodo.

”Risulta cosi’ evidente – commentano il presidente della Fondazione Di Vittorio, Fulvio Fammoni e il segretario nazionale della Cgil, con delega sul mercato del lavoro, Serena Sorrentino – come l’andamento della crisi e le scelte fatte per contrastarla producano in Italia un netto peggioramento per l’occupazione e questo comporta un giudizio negativo sull’operato del governo”. 

Ansa