Archivi giornalieri: 9 dicembre 2012

Dentro la Sardegna. I puntata. Una comunità spinta ai margini

Titolo: Dentro la Sardegna. I puntata. Una comunità spinta ai margini
Autore: Lisi Giuseppe
Regia: Lisi Giuseppe
Montaggio: Benedetti Luciano
Musiche: Montinori Bruno
Editore: RAI
Data di registrazione: 1968
Data di trasmissione: 1969
Data di pubblicazione: 2005
Tipologia: documentari
Argomento: Ambiente e territorioStoria e tradizioni
Lingua: italiano
Soggetto: Pastorizia
Descrizione: Dentro la Sardegna rappresenta un interessante documento, ideato e realizzato da Giuseppe Lisi nel 1968, dove la Sardegna è presentata soprattutto in funzione delle ampie problematiche che hanno caratterizzato la fine degli anni Sessanta. Quello dell’autore è uno sguardo attento e discreto, che non giudica mai i guai e le sofferenze dell’Isola, ma ne propone una panoramica calma e senza pregiudizi. In particolare, la prima parte del filmato è dedicato ad una Sardegna che ancora tenta di risollevarsi dalle atrocità della guerra e riprende il suo lento cammino verso la modernizzazione. Protagonista è il mondo della tradizione, quello dei pastori soprattutto che ancora restano legati a metodologie e lavori del passato.
Note: restauro realizzato con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato alla Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport

La Sardegna nei filmati dell’Istituto Luce

Titolo: La Sardegna nei filmati dell’Istituto Luce
Descrizione: Il documento è un montaggio di diversi filmati, realizzati dall’ Istituto Luce tra il 1935 e il 1974, che raccontano alcuni aspetti della storia, identità, folklore e cultura sarda: dalla visita di Mussolini nell’isola alle parate fasciste, dai documentari sulla cinesica agli speciali su banditismo.

Un’altra Sardegna

Titolo:
Regia: Loi Marco
Musiche: Pinna Massimo
Tipologia: documentari
Argomento: Ambiente e territorio
Lingua: italiano
Proprietario della risorsa: Regione Autonoma della Sardegna
Diritti: © Regione Autonoma della Sardegna
Condizioni di utilizzo: Tutti i diritti riservati
Descrizione: La Sardegna del documentario è una Sardegna diversa da quella che si è soliti vedere nella pubblicità o nelle cartoline turistiche. Lontano dalle località più rinomate, il filmato accompagna in una terra più autentica, sconosciuta anche a gran parte dei sardi. L’itinerario parte da Santa Margherita di Pula per vivere una piacevole giornata a cavallo lungo le coste di Chia, nella Sardegna meridionale, per poi proseguire nella penisola del Sinis, lungo la costa occidentale della Sardegna, alla scoperta di testimonianze archeologiche e di meraviglie naturali. L’ultima tappa prevede inoltre un interessante percorso lungo i tortuosi sentieri del Supramonte di Orgosolo, dove tradizione e suggestione diventano una cosa sola, e nella costa orientale, nelle cave del golfo di Orosei.
Note: Commento Ricco Lucia, Film promosso dall’Assessorato al Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna, Si ringrazia l’organizzazione “Sardegna da scoprire”; maneggio di Santa Margherita di Pula

Rapimento in Barbagia

Titolo: Rapimento in Barbagia
Autore: Sanna Emilio
Regia: Sanna Emilio
Montaggio: De Muschietti Alfredo
Musiche: Potenza Franco
Fotografia: Sanga Mario
Editore: RAI
Data di trasmissione: 1968/12/03
Raccolta: Archivio Rai
Tipologia: documentari
Argomento: Storia e tradizioni
Lingua: italiano
Descrizione: Argomento principale del filmato è l’approfondita inchiesta sul rapimento di Daniele Mureddu, possidente di Fonni. Argomenti correlati sono l’abigeato e l’omertà. Un’indagine giornalistica di forte impatto che, tramite la narrazione dei fatti e la voce dei protagonisti, indaga sulle ragioni passate del banditismo e sugli ultimi fatti di cronaca che hanno portato alla ribalta delle cronache un’isola che è anche altra cosa da essi.
Note: “Premio dei Colli 1968” di Este per la migliore inchiesta filmata

Istantanee da Gavoi – festival letterario

Produzione: Centro documentazione Regione Autonoma della Sardegna
Data di registrazione: 2009/07
Comune: Gavoi
Tipologia: documentari
Argomento: Letteratura
Proprietario della risorsa: Regione Autonoma della Sardegna
Diritti: © Regione Autonoma della Sardegna
Condizioni di utilizzo: Tutti i diritti riservati
Descrizione: Il VI festival letterario di Gavoi, presieduto da Marcello Fois, ritrova le suggestioni delle precedenti edizioni. Gavoi apre le porte ai tanti ospiti per vivere insieme le infinite proposte previste dal programma. Dibattiti, presentazioni, approfondimenti, provocazioni, musica, volti noti e meno noti del panorama letterario, anche internazionale, illuminano il piccolo centro barbaricino. In una cornice gradevolmente restaurata ognuno trova il senso della propria presenza lasciandosi trasportare dalle note, le parole, i volti degli amici di Gavoi sapientemente fotografati da Daniela Zedda e collocati sui muri del paese secondo il suggestivo percorso Istranzadura. Il documentario propone alcune istantanee del festival e cerca di ricreare quella atmosfera magica che fa di Gavoi un contesto culturale e sociale di confronto particolarmente apprezzato nel mondo letterario.

Colonganos

 



Monti accelera le dimissioni

OLITICA
09/12/2012

Monti accelera le dimissioni

Il presidente del Consiglio Mario Monti in auto lascia il Quirinale, dove si è recato per incontrare il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

 
Il premier al Quirinale:
subito la legge di stabilità,
poi lascio. Ipotesi voto a febbraio
PAOLO BARONI
ROMA

Alle tre del pomeriggio da Cannes si diceva sereno. Lo strappo del Pdl? «Non sono preoccupato, mi sembra una situazione gestibile nella normalità della vita democratica di un Paese». Arrivato a Roma, per incontrare il capo dello Stato, dopo oltre due ore di analisi e ragionamenti sulle posizioni espresse dai partiti che sorreggono il governo e che venerdì erano saliti al Colle nel corso di un vero e proprio giro di consultazioni, Mario Monti ha deciso di gettare la spugna: prima cercherà di far approvare la legge di stabilità e poi presenterà le sue dimissioni «irrevocabili». E a questo punto è scontato che si vada al voto ben prima di quel 10 marzo che tutti ipotizzavano sino a ieri.  

 

Nel corso dell’incontro al Quirinale, riferisce la nota diffusa al termine dell’incontro, il presidente della Repubblica «ha prospettato al Presidente del Consiglio l’esito dei colloqui avuti con i rappresentanti delle forze politiche che avevano dall’inizio sostenuto il Governo e con i presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati». E la risposta del premier? A pesare sulla sua decisione sarebbe stato l’ultimo affondo di Alfano, che venerdì alla Camera, ha pubblicamente dichiarato di «considerare conclusa l’esperienza del governo Monti». E l’attacco al lavoro del governo, architettato da Renato Brunetta con tanto di grafici e dati, sull’anno «perso» dal suo governo: con tasse alle stelle, pil, consumi e occupazione in picchiata. Riferisce ancora la nota diffusa ieri sera: per il presidente del Consiglio «la dichiarazione resa in Parlamento dal segretario del Pdl on. Angelino Alfano costituisce, nella sostanza, un giudizio di categorica sfiducia nei confronti del Governo e della sua linea di azione». Ergo, il presidente del Consiglio «non ritiene pertanto possibile l’ulteriore espletamento del suo mandato e ha di conseguenza manifestato il suo intento di rassegnare le dimissioni».  

 

Da parte del presidente Napolitano c’è stata così l’inevitabile ma soprattutto «doverosa» «presa d’atto della decisione del presidente del Consiglio» e la «comprensione per le sue motivazioni». 

Ora come si procede? Il presidente del Consiglio, come prima cosa «accerterà quanto prima se le forze politiche che non intendono assumersi la responsabilità di provocare l’esercizio provvisorio – rendendo ancora più gravi le conseguenze di una crisi di governo, anche a livello europeo – siano pronte a concorrere all’approvazione in tempi brevi delle leggi di stabilità e di bilancio». «Subito dopo» Monti, sentito il consiglio dei Ministri, provvederà «a formalizzare le sue irrevocabili dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica». E per il governo dei tecnici la partita, a questo punto, sarà chiusa. 

 

Salvo stravolgimenti del calendario ed altre sorprese che potrebbero verificarsi in Parlamento, la legge di stabilità dovrebbe venire approvata entro fine anno, attorno al giorno 28. Ma governo e forze politiche potrebbero decidere anche di accelerare e chiudere già prima di Natale. Ed in questo caso si aprirebbe uno spiraglio per votare verso metà-fine febbraio, posto che per organizzare le elezioni in media occorrono almeno una sessantina di giorni. 

 

Stando alle dichiarazioni dei partiti dei giorni scorsi e a quelle ripetute ancora ieri la legge di stabilità non dovrebbe avere problemi ad essere approvata. L’hanno confermato sia Bersani che Berlusconi. Il resto dei provvedimenti invece rischia di entrare nel limbo ed in alcuni casi (come il decreto Ilva) potrebbero essere guai seri.  

 

Sereno a Cannes ieri il premier lo era stato fino ad un certo punto: aveva infatti parlato di «increspature», riferendosi allo spread schizzato a quota 330 dopo lo strappo di Alfano, ed aveva messo in guardia contro populismi e promesse illusorie. Frasi che facevano già intuire una irritazione crescente del premier per gli attacchi arrivati dal Pdl. 

POLITICA

09/12/2012

La corsa contro il tempo delle riforme

 

 
 
Legge elettorale, semplificazioni, decreto sviluppo e caso Ilva:
ecco tutte le norme a rischio
PAOLO BARONI
ROMA

È una corsa contro il tempo, un percorso accidentato, tutto in salita quello che attende il governo ed il Parlamento da lunedì al giorno del presumibile scioglimento delle camere, che potrebbe avvenire anche prima di Natale anziché a metà gennaio come si ipotizzava sino a ieri. Nell’agenda sulle cose da fare concordata venerdì scorso da Pdl, Pd e Udc con presidente della Repubblica c’erano alcuni punti fermi e diverse variabili. Ora l’annuncio delle dimissioni di Monti ed il precipitare della crisi rischia di cambiare l’agenda in maniera significativa. L’ingorgo parlamentare è garantito, perché ci sono tanti provvedimenti da approvare e diversi decreti sul filo della scadenza. Ora, posto che Montecitorio lavora dal martedì al venerdì e palazzo Madama dal martedì a giovedì, sarà inevitabile il ricorso a sedute notturne e votazioni anche nei fine settimana, sette giorni su sette.  

 

 

Legge stabilità  

La priorità assoluta («per evitare l’abisso dell’esercizio provvisorio» come ha detto Alfano) verrà data alla legge di stabilità, la vecchia finanziaria che però – stando al vecchio calendario – dovrebbe approdare in Senato solo il 18 per essere approvata in settimana e quindi passare negli ultimi giorni dell’anno (il 27) di nuovo alla Camera per il via libera finale. I 1500 emendamenti presentati in questi giorni non dovrebbero rappresentare un problema eccessivo, ma essendo questo l’unico provvedimento «blindato» dovrà farsi carico di alcune questioni rimaste aperte. Poche ma selezionate, per evitare di trasformare in dl in un provvedimento omnibus. Anche se venerdì il relatori non escludevano di infilarci dentro pure il milleproroghe di fine anno. Come prima cosa dovrà dare una risposta alla questione dei 260 mila precari della pubblica amministrazione i cui contratti scadono a fine anno (si ipotizza una proroga sino a metà 2013), quindi verranno rifinanziati gli ammortizzatori in deroga, e trasferita tutta l’Imu ai comuni. Poi andrà riformulata la Tobin tax (escludendo i derivati dalla nuova tassa), previste nuove misure a favore dei terremotati dell’Emilia e sulle cartelle pazze.  


Lavoro e catene neve
  

Il Pdl però insiste anche (con Sacconi e Castro) per cancellare le norme della riforma Fornero che riducono la flessibilità in entrata. E poi, per evitare di toccare il decreto sviluppo si dovrebbe correggere la norma che introduce l’obbligo per tutti dei pneumatici da neve, come pure lo scivolo verso la pensione concesso ai manager e la deroga alla precedenza nelle assunzioni assicurata ai lavoratori in mobilità, come chiede a gran voce il Pd 


Decreto Ilva
  

Il decreto per l’Ilva che ha disposto il dissequestro degli impianti di Taranto e ripristinato la possibilità di continuare l’attività produttiva ed al tempo stesso avviare il risanamento del sito produttivo dovrebbe essere un’altra provvedimento prioritario. Ma non è detto che resti in agenda


Pareggio bilancio
  

Altra priorità «irrinunciabile» per il Capo dello Stato è il ddl costituzionale per l’attuazione del pareggio di bilancio. Il provvedimento verrà votato martedì alla Camera e poi passerà al Senato. Assieme al dl Stabilità è l’unico menzionato nella nota in cui Monti annuncia le sue dimissioni.  


Decreto sviluppo
  

A chiedere pista libera però è soprattutto il decreto sviluppo che va convertito il legge entro il 18 dicembre pena la decadenza. Il Senato lo ha approvato nei giorni scorsi ora la Camera ha appena sei giorni utili per ratificarlo.  


Taglio province
  

L’ingorgo delle leggi in scadenza, obbligate o già incardinate e quindi più avanti nell’iter parlamentare, più una serie evidente di difficoltà lascerà inevitabilmente sul campo un’altra serie di provvedimenti. La riforma delle province (dl 188), tra mille difficoltà e contrasti è di fatto arenato in commissione al Senato, già molto depotenziato e bloccato da veri contrapposti. Dovrebbe arrivare il aula martedì e poi passare al Senato. Scade il 15 gennaio. Il Pdl ieri ha già annunciato che farà le barricate.  


Riforma elettorale
  

La legge che modifica il Porcellum è ancora in commissione affari costituzionali e teoricamente dovrebbe anche questa arrivare in aula martedì. Ancora venerdì al Quirinale il presidente Schifani non ha escluso la possibilità di apportare qualche ritocco. Idem ieri Berlusconi, ma si tratta di uan pia illusione: la sua strada è infatti tutta il salita, dovrebbe passare ancora alla Camera ma a questo punto siamo già fuori tempo massimo. 

 

Delega fiscale  

È il provvedimento che dovrebbe dettare le linee di quella riforma fiscale da anni attesa da imprese e contribuenti: la Camera l’ha già approvata, ora si trova ferma in Commissione finanze del Senato dopo che l’aula durante la sessione di bilancio l’ha rispedita indietro. Scarsissime possibilità di approvazione, anche per la contrarietà del governo ad alcune modifiche introdotte. 

 

Ddl semplificazione  

È rimasto al palo: trasmesso alla Camera non è nemmeno mai stato assegnato alle commissioni. Alcune misure potrebbe venire recuperate nella legge stabilità.  


Salva infrazioni Ue
  

Il decreto salva-infrazioni Ue, un provvedimento omnibus che recepisce una serie di direttive europee che l’Italia aveva dimenticato (libera circolazione persone, parità di trattamento, concorrenza e aiuti di Stato, fiscalità e dogane, lavoro e politica sociale, sanità e ambiente) è stato approvato giovedì dal consiglio dei ministri. Il presidente della Repubblica aveva messo anche queste norme tra i preferiti del suo menù. Possibile che anche questo provvedimento venga salvato con la legge di stabilità. Che per marciare spedita dovrà però trovare il più possibile pista libera: si rende necessario ridefinire quanto prima i calendari dei lavori di Camera e Senato per chiudere tutti i giochi magari prima di Natale. 

Prime pagini

Monti al Colle: «Mi dimetto».
Elezioni il 17 o 24 febbraio

Monti al Colle: «Mi dimetto».<br />Elezioni il 17 o 24 febbraio

Se Mario Monti vuole decidere da solo quando chiudere la sua esperienza di governo. Le agenzie ieri sera hanno ribattuto uno dopo l’altro i lanci che annunciavano che il premier è pronto a dimettersi dopo l’ok alla legge di stabilità. Se aprile è la data di scadenza naturale della legislatura, quando andranno gli italiani alle urne? Il 17 o il 24 febbraio. Napolitano dovrebbe così sciogliere le Camere tra Natale e Capodanno. Quindi la prima data utile sarebbe il 17 febbraio o ancora il fine settimana successivo.

L’ANNUNCIO DI MONTI Fonti ministeriali riferiscono che Mario Monti avrebbe spiegato al Capo dello Stato le sue intenzioni di procedere alle dimissioni per l’atteggiamento assunto dal Pdl.

Monti non vuole essere strumento del Pdl, un partito che ha votato i provvedimenti per un anno e all’improvviso prende una posizione opposta ai suoi comportamenti. Ed ancora: non ci sto a considerare che quanto successo non comporta delle conseguenze, la decisione del Pdl lede la mia persona e il mio governo. E’ un duro j’accuse quello del presidente del Consiglio al partito di via dell’Umilta’, sempre secondo quanto riferiscono fonti ministeriali. Uno sfogo che il Professore avrebbe fatto al Capo dello Stato che ha provato, sempre secondo quanto viene riferito, a frenarlo ma comprendendone poi tutte le ragioni. Un ragionamento che Mario Monti ora avrebbe intenzione di riferire direttamente agli italiani.

Il premier avrebbe preso la decisione di dimettersi anche per avere una maggiore agibilità politica, ‘mani libere’ per poter dire cosa pensa e salvaguardare la sua ‘agenda’ e il suo credo legato ai tempi europei e all’antipopulismo. Monti sta seriamente valutando, spiegano le stesse fonti, la possibilità di scendere in campo. Ad alcuni dei cosiddetti ‘filomontiani’ del Pdl ha dato appuntamento la settimana prossimo per un incontro decisivo. A diversi ministri il presidente del Consiglio avrebbe già avanzato l’intenzione di voler accelerare su una sua possibile candidatura.

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