Archivi giornalieri: 24 luglio 2012

Sottoscritto protocollo d’intesa tra Patronati e Inail

Soddisfazione di Inca, Inas, Ital e Acli

I patronati aderenti al Ce.Pa (Inca, Inas, Ital e Acli) esprimono soddisfazione per la sottoscrizione del protocollo d’intesa che rafforzerà la collaborazione tra l’attività di tutela dei patronati e quella dell’Istituto assicuratore.

Si tratta di un risultato importante – sottolinea il Ce.Pa – che rinnova l’impegno congiunto dei Patronati e dell’Inail già ampiamente sperimentato con il precedente protocollo sottoscritto nel 2002, al fine di garantire un’azione più incisiva sulla prevenzione, la formazione e la tutela contro gli infortuni e le malattie professionali, considerate priorità indispensabili per fronteggiare le sfide del futuro.

Affinché il protocollo raggiunto venga applicato in ogni sua articolazione – precisa il Ce.Pa – è importante che lo spirito di collaborazione sia garantito non soltanto a livello nazionale, ma anche territorialmente e che la stessa pubblica amministrazione sia messa in condizione di poter funzionare al meglio.

Nell’apprezzare il riconoscimento del ruolo dei Patronati contenuto nel protocollo – avverte  il Ce.Pa – è importante che i provvedimenti di revisione della spesa pubblica in via di approvazione al Parlamento, che investono la pubblica amministrazione, siano effettivamente finalizzati ad eliminare sprechi e disservizi e non a vanificare l’impegno per rendere più efficiente ed efficace l’azione di tutela e salvaguardia della salute delle lavoratrici e dei lavoratori.

“La fede religiosa non c’entra niente con le discriminazioni” Morena Piccinini interviene sulle dimissioni del lavoratore egiziano

 

“Non poter lavorare agli ordini di una donna perchè musulmano”. Sarebbe questa la giustificazione alle dimissioni presentate da un facchino egiziano alle dipendenze di un noto hotel veneziano, che avrebbe affiancato alla superiore un vice-capo maschio.

“Si tratta di una notizia che se confermata -spiega all’Adn Kronos, Morena Piccinini, presidente dell’Inca Cgil – ci giunge come una novità assoluta. Nelle sedi del nostro Patronato incontriamo e diamo assistenza a molti cittadini musulmani che non hanno mai assolutamente rilevato un problema religioso per cui non possano lavorare con responsabili donne”.

“Proprio qui nei nostri uffici -a ggiunge la presidente del patronato della Cgil – abbiamo tanti colleghi di fede musulmana, religiosissimi, che non hanno alcun problema a lavorare con le donne.

Semmai – avverte Piccinini – è accaduto, sui luoghi di lavoro, che tanti uomini, di fedi diverse, non abbiano tollerato, per tanti motivi, di avere come superiore una donna. Si tratta di motivi svariati, ma tutti – rimarca Piccinini – inaccettabili”.

E la risposta data dall’hotel, di affiancare un uomo alla superiore “è una risposta sbagliata”, aggiunge Piccinini. “Costruire una figura che funga da collegamento tra la donna superiore e il capo – sottolinea – è peggio del male. Qui non siamo nell’ambito religioso, tema sul quale bisogna avere il massimo rispetto, ma più semplicemente in un contesto che sminuisce la donna. A questo punto io penso che sia più discriminata la sovraordinata che non il sottoordinato”, conclude il presidente dell’Inca.

Adnkronos

Addio ai boschi!

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del 24/7/2012


COSE DI SARDEGNA

ADDIO AI BOSCHI

MA C’È SOLO

GRAN SILENZIO

di FRANCESCO CASULA

L’Isola del «grande

verde», che fra il XIV e

XII secolo a.C. fonti

egizie, accadiche e

ittite dipingevano

come patria dei sardi Shardana è

sempre più solo un ricordo. La

storia documenta che l’Isola verde,

densa di vegetazione, foreste e

boschi, nel giro di un paio di secoli

fu drasticamente rasata, per fornire

carbone alla industrie e traversine

alle strade ferrate, specie del Nord

d’Italia. Certo, il dissipamento era

iniziato già con Fenici, Cartaginesi e

Romani, che abbatterono le foreste

nelle pianure per rubare il legname

e per dedicare il terreno alle

piantagioni di grano e nei monti le

bruciarono per stanare ribelli e

fuggitivi, ma è con i Piemontesi che

il ritmo distruttivo viene accelerato.

Essi infatti bruciarono persino i

boschi della piana di Oristano per

incenerire i covi dei banditi mentre

i toscani li bruciarono per fare

carbone e amici e parenti di Cavour,

come quel tal conte Beltrami

«devastatore di boschi quale mai

ebbe la Sardegna», mandò in fumo

il patrimonio silvano di

Fluminimaggiore e dell’Iglesiente.

Con l’Unità d’Italia infine si chiude

la partita con una mostruosa

accelerazione del ritmo delle

distruzioni: lo stato italiano

promosse e autorizzò nel

cinquantennio tra il 1863 e il 1910 la

distruzione di splendide e

primordiali foreste per l’estensione

incredibile di ben 586.000 ettari,

circa un quarto dell’intera

superficie della Sardegna, città

comprese.

Così, mentre ancora ai tempi di La

Marmora la Sardegna aveva dei

boschi fitti che potevano ricoprire

un quinto dell’Isola, è certo – come

scrive anche Le Lannou – che dal

1850 al 1925 il patrimonio forestale

dell’Isola s’è notevolmente e

ulteriormente assottigliato grazie

all’opera “criminale” di italiani,

inglesi, francesi e belgi che

trasformarono intere distese di

alberi secolari in traversine per le

ferrovie e travature per le miniere e

per far legna con cui fondere i

minerali. Oggi si vuole di

continuare a tagliare gli alberi:

grazie al governo Monti. Una nuova

legge (la n.35 del 4 aprile 2012)

riduce i vincoli di salvaguardia delle

aree boschive, così 700.000 ettari

rischiano di non essere più protetti.

I media sardi tacciono su

quest ’obbrobrio legislativo. Ne ha

dato conto solo questo Quotidiano,

con un bel servizio di Maddalena

Brunetti, il 17 luglio scorso. Ma

dove stanno gli ambientalisti? E

che dicono i nostri politici?

Invisibili campagne di raccolta

Invisibili campagne di raccolta – Il presidente dell’Inca, Morena Piccinini parteciperà all’iniziativa di Foggia il 26 luglio p.v.

 

Come ogni anno, è stata programmata un’iniziativa estiva denominata “Gli invisibili delle campagne di raccolta” che si colloca all’interno di una campagna nazionale Cgil-Inca-Flai.

L’intento è quello di essere presenti nelle campagne della provincia di Foggia per incontrare i lavoratori impegnati nelle raccolte agricole stagionali e svolgere un’azione di tutela a tutto campo oltre ad interagire con le Istituzioni locali sul versante delle politiche di accoglienza.

Il prossimo 26 luglio alle 17.30 , in piazza Cesare Battisti a Foggia, si terrà un dibattito pubblico su “Caporalato, riduzione in schiavitù, negazione diritti di cittadinanza”.

Parteciperanno: Morena Piccinini, presidente dell’Inca Cgil, Stefania Crogi, segretaria generale Flai, Michelangelo Debenedictis, Confagricoltura Puglia, Gianni Forte, segretario generale Cgil Puglia , la sen. Colomba Mongiello, Commissione agricoltura Senato. Concluderà Vera Lamonica, segretaria confederale  Cgil.