Archivi giornalieri: 5 luglio 2012

Bilancio sociale Inca 2011

03-07-2012

NEWS

La tutela in tempi di crisi

“Non è la prima volta che si tagliano risorse per i patronati e per il sistema servizi. E’ già successo con i governi precedenti e noi siamo stati silenziosi per senso di responsabilità. Ora però la scena rischia di ripetersi e noi non rimarremo zitti. Se ci dovessero essere tagli al sistema dei patronati, saremmo costretti a ridurre i servizi a favore dei cittadini e nello stesso tempo a ridurre l’occupazione. Non è per nulla una scelta saggia”. Così oggi Susanna Camusso, Segretario Generale della CGIL durante la presentazione del Bilancio Sociale dell’INCA.

Il Segretario Generale, che ha parlato anche di spending review e delle scelte da evitare nel campo della pubblica amministrazione, ha spiegato che i patronati e il sistema dei servizi offerti dal sindacato sono diventati un servizio per tutti i cittadini. “Noi abbiamo anche sostituito lo Stato – dice Camusso – nell’assistenza delle persone più deboli sulla base di leggi e convenzioni precise”.

Nel frattempo la crisi ha ampliato il problema. I dati del Bilancio Sociale dell’Inca parlano chiaro. Gli italiani fanno sempre più ricorso al patronato. Con la crisi “sono cresciute le domande di cassa integrazione straordinaria e ordinaria, le domande di disoccupazione e di mobilità”. Basti pensare che ogni anno l’Inca “conta circa 5 milioni di contatti, cui corrispondono oltre 2milioni di pratiche avviate”.
 
“Cambia anche la tipologia di chi si rivolge al patronato per avere consulenza personalizzata e sostegno nell’accesso ai diritti”. Infatti, si legge sempre nel Bilancio sociale, “negli ultimi tre anni, alla tradizionale platea si sono aggiunti molti giovani alla ricerca di lavoro o con contratti precari, e i pensionandi che devono fare i conti con le nuove norme in materia pensionistica”.
 
Secondo l’Inca il ricorso al patronato in Italia e all’estero è “aumentato, in questi ultimi anni, anche per le scelte compiute dagli enti di previdenza, con la chiusura di molti sportelli al pubblico e contemporaneamente con l’obbligo dell’invio telematico delle domande per ottenere le prestazioni previdenziali e assistenziali, senza tener conto del basso tasso di alfabetizzazione informatica degli italiani”.

Non deve sorprendere perciò, se in questo contesto il Patronato è vissuto come un punto di riferimento importante che, accorciando le distanze tra la pubblica amministrazione e la società civile, consente, nonostante la crisi e le numerose modifiche apportate al mercato del lavoro e al sistema di welfare, di rendere esigibili i diritti previdenziali e assistenziali.

“L’INCA, confermandosi come il primo patronato per volume di attività – spiega il presidente Morena Piccinini – rappresenta uno specchio di questa realtà difficile, fatta di donne e uomini ai quali vengono a mancare certezze finora date per acquisite”.

“Negli ultimi tre anni, il Bilancio sociale dell’Inca registra un forte sbilanciamento della propria attività verso richieste di prestazioni socio assistenziali, comprensive di quelle di sostegno al reddito, in gran parte con punteggio pari a 0, o non rientranti nel paniere ministeriale delle prestazioni, per le quali non è riconosciuto alcun rimborso pubblico. Se si guarda complessivamente a questi ambiti di intervento, ci si accorge che l’attività dell’Inca è cresciuta in modo significativo: dal 2009, il dato complessivo, che sfiorava 1.100.000 pratiche, è passato nel 2011 a circa 1.500.000. In questo contesto, la consulenza gratuita e professionale dell’Inca ha rappresentato, quindi, un ingresso indispensabile per impedire che i diritti si trasformassero soltanto in una semplice variabile dipendente dalla crisi”.