Archivi giornalieri: 18 novembre 2010

n. 440 del 18 novembre 2010

                                                                                                                                                                                         

NEWSLETTER LAVORO

n. 440 del 18 novembre 2010

 

 newsletter settimanale per gli operatori del mercato del lavoro

 

   Le Novità in materia di Lavoro                                               

>    INPS: validità temporale del DURC

L’INPS, riprendendo quanto ha affermato il Ministero del Lavoro con la circolare n. 35/2010, ha previsto che nelle procedure di appalti di opere, servizi e forniture pubbliche, ai fini dell’iscrizione all’Albo fornitori e per le attestazioni SOA, il DURC ha validità trimestrale.

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>    INPS: progetti di formazione che includono e attività produttiva e UniEmens

L’Inps ha fornito le istruzioni cui i datori di lavoro dovranno attenersi al fine della esposizione nel flusso UniEmens Individuale dei lavoratori coinvolti nei progetti di formazione o riqualificazione che possono includere attività produttiva connessa all’apprendimento.

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>    TFR: aggiornato il coefficiente di rivalutazione per il mese di novembre 2010

A Ottobre, il coefficiente per rivalutare le quote di trattamento di fine rapporto (TFR), accantonate al 31 dicembre 2009, è: 2,354566%.

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>    Min.Lavoro: indicazioni operative sulla maxisanzione contro il sommerso

Il Ministero del Lavoro ha emanato la circolare n. 38 del 12 novembre 2010, con la quale vengono fornite le indicazioni operative al proprio personale ispettivo sulla maxisanzione contro il sommerso dopo l’art. 4 della Legge n. 183/2010.

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>    Governo: misure urgenti in materia di sicurezza

Il Consiglio dei Ministri ha pubblicato il Decreto Legge n. 12 novembre 2010, n. 187, contenente misure urgenti in materia di sicurezza.

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>     Min.Lavoro: Collegato Lavoro – Schede e Tabelle riepilogative

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato, sul proprio sito internet, le Schede e le Tabelle riepilogative sul Collegato Lavoro.

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>    INPS: rimborso dei maggiori oneri sostenuti dalle aziende del settore del trasporto pubblico

L’INPS fornisce le istruzioni con le quali le aziende di trasporto pubblico, interessate dal decreto ministeriale 17 maggio 2010, potranno effettuare il recupero delle somme anticipate per le integrazioni delle indennità di malattia relative all’anno 2007.

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   Gli Approfondimenti della DPL di Modena                               

>    Lavoro accessorio: quali limiti all’applicazione? (dr. G. Anastasio)

>    Accesso ispettivo, potere di diffida e verbalizzazione unica. Le novità del Collegato Lavoro (dr. M. Pala)

>    Misure contro il lavoro sommerso la nuova maxisanzione del collegato lavoro (dr. M. Pagano)

>    Aziende, sospensioni motivate (dr. V. Lippolis)

>    I tentativi di conciliazione in materia di lavoro dopo il Collegato Lavoro (dr. R. Camera)

>    Carabinieri e Dpl a tutela del lavoro (dr. A. Del Torto)

>    Maxi-sanzione per lavoro sommerso e termini di prescrizione dell’illecito (dr. I. V. Romano)

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   Le Sentenze della Corte di Cassazione in materia di Lavoro   

>     Affitto pagato dal datore di lavoro e contribuzione Inps

>     Assistenza del disabile e trasferimento

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   Gli Eventi                                                                              

>     Roma: incontro – Ciclo di 7 seminari sul Collegato lavoro

>     Roma: incontro – La contrattazione collettiva “dopo” Pomigliano

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Immigrazione – La metà delle badanti occupate nel nostro Paese lavora in nero

Page > News > 17-11-2010

NEWS

Due milioni gli stranieri occupati in Italia e trenta mila i circolari

 

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Sono circa un milione e 400 mila le badanti straniere impiegate nelle famiglie italiane e la metà di loro lavorerebbe in nero. Lo rileva il ”Terzo Rapporto European Migration Network Italia – Mercato occupazionale e immigrazione” a cura del Ministero dell’Interno e del Dossier statistico immigrazione, che analizza, tra le altre cose, le condizioni di lavoro degli stranieri in Italia, a partire dai permessi di soggiorno scaduti e non rinnovati per motivi di lavoro (è accaduto nel 70% degli oltre 154 mila casi), fino alla ”migrazione circolare” (per lavori temporanei e ripetuti che nel 2009 ha riguardato oltre 31 mila persone) o all’occupazione più stabile.

In tutto in Italia sono circa 2 milioni gli stranieri occupati e hanno un maggiore tasso di attività rispetto agli italiani (72,7%; 8,3 punti in più), anche perchè ”gli impieghi di bassa qualifica hanno resistito di più alla crisi”.

Per quanto riguarda il lavoro di badante, nel rapporto, che sarà presentato oggi a Roma, si osserva come l’Inps abbia ”registrato poco piu’ di 700 mila persone” che si dedicano all’assistenza delle famiglie, per cui 4 donne immigrate lavoratrici su 10 sono inserite nel settore; ”invece, secondo diverse indagini, il mondo delle colf avrebbe estensione doppia e coinvolgerebbe milioni di famiglie italiane.

E’ risaputo che questo comparto si caratterizza per la notevole diffusione del lavoro sommerso e, in effetti, l’ultima regolarizzazione, destinata ad assicurare all’Inps un gettito contributivo ulteriore di oltre 400 milioni di euro, si è chiusa con 295.000 domande di assunzione”.  Migliaia di migranti vengono impiegati per lavori stagionali o periodici.

L’Italia, fa notare il rapporto, ”si sta avvicinando” al concetto di migrazione circolare (il decreto flussi 2010 riserva alla migrazione circolare 4 mila ingressi sugli 80 mila totali stabiliti per il lavoro stagionale): ”dall’archivio visti del Ministero degli Affari Esteri, si ricava che gli immigrati venuti nel 2009 per un periodo di tre mesi, e quindi non per un inserimento lavorativo o per un lavoro stagionale, sono stati 31.394. I motivi principali: lavoro dipendente (5.278), motivi religiosi (4.361, assimilabile spesso al lavoro), lavoro autonomo (3.665) e studio (17.880, componibile parzialmente, anche se non formalmente, con attività lavorative)”.

E a migliaia, una volta terminato il rapporto di lavoro, hanno lasciato il paese o hanno continuato a viverci in clandestinità: sono 154.026 i permessi di soggiorno scaduti l’1 luglio 2010 e mai rinnovati. In 7 casi su 10 le cause sono da ricercare nel lavoro (100.632 lavoro subordinato; 10.256 autonomo). Anche le anagrafi forniscono dati sui ”ritorni” in patria: ”tra il 2003 e il 2008 – osserva il rapporto – le cancellazioni anagrafiche effettuate da cittadini stranieri sono passate da 12.886 a 32.270, quasi triplicate, ma riguardano appena 1 su 17 rispetto ai 469.526 iscritti in anagrafe come cittadini esteri”. 

(ANSA).

Cassazione – Contributi figurativi per le lavoratrici non assunte durante il congedo di maternità

…..semprechè al 27 aprile 2001 risultino iscritte all’AGO da almeno 5 anni

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Hanno diritto ai contributi figurativi per il periodo di maternità le lavoratrici che, pur non assunte al momento del congedo, al 27 aprile 2001 risultano iscritte all’Assicurazione Generale Obbligatoria da almeno cinque anni.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 23037 del 12 novembre scorso affermando che “La contribuzione figurativa spetta, a domanda, anche per i congedi per maternità non in costanza del rapporto di lavoro subordinato (quale che fosse, all’epoca, la gestione assicurativa di iscrizione ed anche in caso di lavoratrice inoccupata) a condizione che la lavoratrice sia in possesso di cinque anni di contribuzione AGO in costanza di rapporto di lavoro e alla data del 27 aprile 2001 non sia pensionata e sia iscritta all’AGO”.

Diversabilità – Verso un’Europa senza barriere

Una nuova possibilita per esercitare i propri diritti

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La Commissione Europea ha adottato una strategia per abbattere le barriere che ostacolano la vita degli 80 milioni di cittadini europei con disabilità.

Nell’Unione Europea una persona su sei presenta una disabilità da leggera a grave, e più di un terzo dei cittadini oltre i 75 anni sono portatori di disabilità che li limitano parzialmente. Si tratta di persone che non riescono, quindi, a partecipare pienamente alla vita sociale ed economica a causa di barriere fisiche o di altro tipo. Abbattere queste barriere è un dovere sociale, ed anche un’opportunità di mercato.

Uno studio realizzato dal Royal National Institute of the Blind del Regno Unito ha dimostrato che una catena di supermercati, dopo aver investito 35.000 sterline per rendere accessibile il proprio sito internet, ha registrato entrate supplementari di oltre 13 milioni di sterline all’anno. In Germania, un altro studio ha dimostrato che una maggiore offerta di strutture accessibili aumenterebbe gli spostamenti dei disabili, garantendo al settore turistico tedesco un aumento del fatturato compreso tra 620 milioni e 1,9 miliardi di euro.

La strategia adottata dalla Commissione punta ad offrire ai disabili la possibilità di esercitare i propri diritti in condizioni di parità rispetto agli altri cittadini e a rimuovere gli ostacoli che essi incontrano nella vita quotidiana. Le principali azioni previste sono:

•l’iniziativa per l’accessibilità: applicare la standardizzazione e le norme in materia di appalti pubblici e aiuti di Stato per rendere accessibili alle persone con disabilità tutti i beni e i servizi, incoraggiando un mercato dell’UE per i dispositivi assistiti (“Atto europeo per l’accessibilità”); sulla base di quanto è accaduto negli Stati Uniti, si prevede una notevole espansione di questo mercato nel prossimi anni;

•la partecipazione: garantire che le persone con disabilità e le loro famiglie possano esercitare i diritti relativi alla cittadinanza europea in condizioni di parità grazie al riconoscimento reciproco delle tessere di invalidità e dei relativi diritti; facilitare l’impiego del linguaggio dei segni e del Braille per i cittadini dell’UE che esercitino i propri diritti elettorali o che entrino in contatto con le istituzioni dell’UE; promuovere la realizzazione in formato accessibile di siti web e materiale protetto da diritti d’autore, come ad esempio i libri;

•il finanziamento: assicurare che i programmi dell’UE in settori che interessano le persone con disabilità prevedano la promozione di condizioni eque di lavoro per gli operatori sanitari professionisti e non professionisti, nonché lo sviluppo di piani per l’assistenza personale;

•una maggiore cooperazione tra gli Stati membri e la società civile: promuovere un forum per lo scambio di dati e il coordinamento delle politiche, soprattutto per quanto concerne la trasferibilità dei diritti, come ad esempio il diritto all’assistenza personale;

•la sensibilizzazione: accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica in materia di disabilità e accessibilità, ad esempio attraverso l’istituzione di un premio europeo per le città accessibili;

•la raccolta e l’analisi di informazioni: migliorare le conoscenze sulle condizioni delle persone con disabilità in Europa e sulle barriere che esse incontrano nella vita di tutti i giorni, identificando e promuovendo al contempo le strutture di sostegno realizzate con successo dagli Stati membri a livello nazionale.

Tale strategia prevede una lista di azioni concrete e un calendario, e la Commissione presenterà periodicamente relazioni sull’andamento del progetto e sui progressi compiuti al fine di rispettare gli obblighi imposti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, di cui è firmataria.

Ilo: protezione sociale, diritto negato

Il primo rapporto sul welfare nel mondo

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Le coperture minime di welfare per cure mediche, pensioni, assistenza sociale e indennità di disoccupazione sono fuori dalla portata della maggior parte delle persone nel mondo, sopratutto nei paesi a basso reddito. Eppure avrebbero un ruolo determinante per ridurre l’impatto sociale della crisi. Più in generale, la maggior parte delle persone in età lavorativa, insieme alle loro famiglie, non gode di un accesso effettivo a sistemi di protezione sociale universali. È quanto afferma il nuovo rapporto dell’Ilo, l’agenzia dell’Onu per il lavoro. Si tratta del primo di una serie di dossier che saranno pubblicati ogni due anni per analizzare i divari nell’accesso ai programmi di sicurezza sociale.

“L’attuale crisi – afferma il direttore generale dell’Ilo, Juan Somavia – ha evidenziato l’importanza di poter contare su un pacchetto minimo di prestazioni di sicurezza sociale per tutti. Per questo motivo promuoviamo la sicurezza sociale e l’introduzione di una protezione sociale di base a livello mondiale. Il rapporto mostra come, oggi più che mai, sia urgente garantire un’adeguata copertura sociale a tutti, a partire da un sistema di protezione sociale di base, così come definito nel patto globale per l’occupazione dell’Ilo”.

Prendendo in considerazione coloro che non sono economicamente attivi, si stima che nel mondo solo il 20 per cento delle persone in età lavorativa, insieme alle loro famiglie, gode di un effettivo accesso a sistemi di protezione sociale universali. In media, il 17,2 per cento del Pil mondiale è dedicato alla sicurezza sociale, spesa che si concentra principalmente nei paesi ad alto reddito dove il 75 per cento della popolazione dai 65 anni in su riceve una qualche forma di pensione. Al contrario, nei paesi più poveri meno di due anziani su dieci godono di prestazioni pensionistiche.

Solo nel 42 per cento dei 184 paesi analizzati dal rapporto sono previsti per legge degli schemi di sicurezza sociale a favore dei disoccupati, e spesso si tratta di soluzioni che coprono solo una minoranza della forza lavoro. Nei paesi più ricchi, quelli dell’area Ocse, le fonti finanziarie private rappresentano in media un quinto dei redditi pensionistici, ma raggiungono oltre il 40 per cento in cinque paesi: Australia, Canada, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti. Dall’altra parte, rappresentano meno del 5 per cento in Austria, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Repubblica Ceca.

Meno del 30 per cento della popolazione in età lavorativa mondiale è coperta per legge da un’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, con grandi differenze a livello regionale in termini di copertura legale. Nei paesi a basso reddito e nelle aree rurali non più del 35 per cento delle donne ha accesso a servizi sanitari professionali, mentre nelle zoburbane il tasso di accesso raggiunge circa il 70 per cento. Tuttavia, si tratta comunque di oltre 20 punti percentuali in meno rispetto al tasso dei paesi più agiati.

In conclusione, il rapporto afferma che gli schemi di sicurezza sociale dovrebbero tenere conto degli insegnamenti tratti dalle crisi economiche passate e di altri criteri, come la crescente aspettativa di vita e la necessità di preservare un’adeguata sicurezza economica. “La crisi e la conseguente riduzione dei fondi pensione – si legge – hanno chiaramente dimostrato la vulnerabilità dei livelli pensionistici, e quindi della sicurezza economica degli anziani, di fronte ai risultati dei mercati finanziari e ad altre fluttuazioni economiche”.

Rassegna.it

Lecce – Infortuni nei cantieri e Sicurezza sul lavoro

Al via una “contro campagna” di comunicazione di FILLEA CGIL e del Patronato INCA

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Il 10 novembre u.s. presso la sede della Cgil di Lecce si è tenuta una conferenza stampa per presentare la nuova campagna di comunicazione  della Fillea e del Patronato Inca per la sicurezza sul lavoro.

Quella che è stata presentata in realtà è una vera e propria “contro campagna” realizzata, a livello nazionale, per rispondere al messaggio lanciato nello spot del governo nazionale che scarica tutta la responsabilità degli infortuni sul lavoratore.
“Sicurezza, la pretende chi si vuole bene”, dice lo spot della campagna istituzionale, costata allo Stato 9 milioni di euro.

“Magari!” aggiunge il Sindacato che  nei manifesti spiega che “la realtà è tutta un’altra cosa”, soprattutto “quando il datore di lavoro non rispetta le leggi e il governo  riduce regole e controlli”. Dai dati forniti dalla Fillea Cgil risulta infatti che, da gennaio a novembre 2010, sono stati ben 145 i morti nei cantieri in Italia, di cui 10 in Puglia e 2 a Lecce. Secondo l’Inail le morti sono diminuite dell’1,4%: i decessi sono in realtà aumentati del 15,8% rispetto alle ore lavorate e dell’11,8 rispetto al numero di addetti.

Nel corso della conferenza stampa inoltre è stato ribadito come il depotenziamento del DURC (Documento unico di regolarità contributiva) rappresenti un notevole passo indietro sulla cultura della prevenzione degli incidenti sul lavoro perchè è proprio tramite il sistema delle  Casse Edili che sono emerse dal nero, in edilizia, circa 200 mila lavoratori.

La Fillea Cgil e il patronato Inca di Lecce chiedono che il piano straordinario di ispezioni annunciato dal Governo in estate diventi ordinario: a Lecce, in sole 6 settimane, la Guardia di Finanza ha fato emergere dati allarmanti in edilizia: su 264 aziende, 178 sono risultate irregolari; su 577 lavoratori, 105 in nero e 105 irregolari. 206 le violazioni accertate in materia di sicurezza e salute.

L’iniziativa ha dato il via anche a una serie di manifestazioni per far crescere la cultura della sicurezza sul lavoro attraverso volantinaggi davanti alle fabbriche e la distribuzione gratuita del Vademecum “Leggi bene per non farti male” prodotto dall’Inca Cgil che con la sua massiccia presenza  sul territorio e l’alta professionalità dei suoi operatori, garantisce un’attività di informazione, consulenza, tutela dei diritti previdenziali, sociali, assistenziali a tutti i cittadini.

La Fillea e l’Inca inoltre promuoveranno assemblee nei luoghi di lavoro per informare i lavoratori e le lavoratrici sulle modifiche legislative dell recente riforma previdenziale.

Valutazione del rischio. Lo strumento virtuoso della prevenzione integrata

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Per costruire la prevenzione nei luoghi di lavoro

 

Il 22 novembre p.v. si terrà a Pollenza (MC) presso il Parco Hotel – Via Dante 41 un convegno organizzato dal SIMLII (Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale) e l’Associazione Ambinete Lavoro, dal titolo: “La valutazione del rischio. Lo strumento virtuoso della prevenzione integrata”.

La valutazione dei rischi rappresenta il momento fondamentale per progettare e costruire la prevenzione nei luoghi di lavoro. Attraverso di essa, grazie alla collaborazione tra il Medico competente e il Consulente tecnico e alla presenza del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, è possibile tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori e migliorarne la qualità di vita. Questo Convegno si pone dunque l’obiettivo di porre al centro dell’attenzione la valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro, indicando le responsabilità, i compiti individuali e gli spazi da condividere del medico competente, del consulente tecnico e del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e sottolineando le principali questioni tecniche ed operative da affrontare in presenza dei fattori di rischio chimico e fisico.

Al Convegno parteciperanno docenti universitari, responsabili degli enti previdenziali e assistenziali, rappresentanti degli Enti locali e il patronato Inca Cgil con la sua consulenza medico legale.