Archivi giornalieri: 30 novembre 2010

Concorso pubblico per titoli ed esami riguardante l’assunzione a tempo determinato di durata non superiore ad un anno, ulteriormente prorogabile per eccezionali esigenze, di n. 150 unità per l’area B, livello economico B1, profilo professionale amministrativo.

Scadenza: 3 Dicembre 2009      Ore: 23:59
Pubblicazione su GURI: numero 85 del 03/11/2009
Invio a GUCE:
Materia: Concorsi
Ufficio competente: Inpdap – Direzione Centrale Risorse Umane – Ufficio I
Responsabile di procedimento: Dott. Mannucci Ivano
Riferimenti per ulteriori informazioni: tel1: 800 105000 
Avviso:

Censis – Colf e badanti in aumento del 42% rispetto al 2001.

NEWS

Dare casa alla sicurezza

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Sono 1,5 milioni i lavoratori domestici in Italia. E’ quanto emerge dall’Indagine “Dare casa alla sicurezza”, curata dal Censis con il contributo del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. I dati sulla presenza di colf e badanti sono stati resi noti  nel corso dell’iniziativa “Badanti informate, famiglie protette ”, promossa da Adiconsum e Movimento Difesa del Cittadino, con il finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Sono 2 milioni 412 mila le famiglie italiane che ricorrono ai servizi di collaboratori domestici (una su dieci), che nel 2009 hanno raggiunto come detto la cifra record di 1 milione 538 mila (+42% rispetto al 2001,quando erano 1 milione e 83 mila).
 
La maggior parte è straniera (71,6%) e proviene dall’Europa dell’Est. Il 51,4% ha meno di 40 anni (il 57,3% tra gli stranieri). Quanto al livello di istruzione, quello di colf e badanti straniere è più alto delle loro colleghe italiane: il 37,6% possiede un diploma di scuola superiore e il 6,8% una laurea, contro rispettivamente il 23,2% e il 2,5% dei collaboratori domestici italiani.
 
La maggioranza guadagna meno di 1.000 euro netti al mese. Da una precedente indagine Censis risultava inoltre che il 62% di colf e badanti lavora “in nero” o con “un’evasione contributiva parziale”.

da Redattore sociale

E’ solo una questione di civiltà ….

Cura un immigrato, medico rischia denuncia

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Tra sabato 27 e domenica 28 novembre hanno curato e dimesso uno degli immigrati saliti lo scorso 5 novembre sulla torre ex Carlo Erba, in via Imbonati, lassù da più di tre settimane per chiedere la sanatoria e protestare contro lo sfruttamento degli stranieri.

Ora quei medici, sanitari dell’ospedale San Paolo di Milano e altre persone esterne alla struttura, rischiano la denuncia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Lo ha reso noto la Questura secondo quanto riferito dall’Ansa. Su quella torre erano saliti cinque immigrati: due erano scesi dopo diversi giorni riuscendo a confondersi nel presidio di solidarietà attuato dal Comitato immigrati. Il terzo è appunto sceso ieri e quindi rimangono ancora due persone, che hanno spiegato di essere “motivati a resistere”, ma oggettivamente stremati.

L’ultimo episodio riguarda un egiziano di 23 anni, che si era sentito male già sabato sera ed era stato prima curato direttamente sulla torre dal medico Andrea Crosignani e poi trasportato nel nosocomio per praticargli ulteriori cure, anche per l’ipotermia causata dal freddo. Da si quanto appreso, non è stato facile convincere il giovane a terminare la protesta, visto il rischio di espulsione. Il nordafricano è stato comunque ritenuto in condizioni di lasciare l’ospedale, ma è proprio sulle modalità della dimissione sanitaria che la polizia ha avviato le indagini.

La Questura ha emesso un comunicato in cui spiega che “l’attività investigativa è volta ad accertare le responsabilità individuali del personale medico e di altre persone, non appartenenti alla struttura sanitaria, che avrebbero aiutato lo straniero a lasciare l’ospedale, al momento della sua dimissione, eludendo anche la sorveglianza degli organi di polizia”. Da qui, quindi, l’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Della eventuale denuncia “l’ho saputo leggendo i giornali, non ho niente di ufficiale in mano”. Andrea Crosignani, il medico che ha curato uno dei migranti sulla torre di via Imbonati a Milano, racconta a RadioArticolo1 come sono andati i fatti. Lui lavora nell’ambulatorio di via dei Transiti, nei pressi via Padova, dove insieme ai suoi colleghi cura chiunque si presenti bisognoso di un intervento sanitario. “Tutte le procedure sono state rispettate – prosegue –  ho trattato questa persona come un paziente, forse con un po’ più di emozione del solito, perché fare un intervento a trenta metri d’altezza, con mezzo metro di spazio e la neve che cominciava a scendere copiosamente, faceva un po’ d’impressione. Ho fatto il mio lavoro come faccio sempre – prosegue – indipendentemente dal colore della sua pelle e dallo spessore del suo portafoglio. Sabato ero in giro quando ho saputo che c’era bisogno di un intervento sulla torre. Siccome non riuscivo a essere lì immediatamente, all’inizio ho provato ad attivare altri contatti, poi ho saputo che la situazione si aggravava e ho visto che, anche se non c’era una situazione di emergenza immediata, questa persona non poteva restare lì per un’altra notte”. Sull’ipotesi di subire una denuncia, conclude, “dico solo che questo è un paese triste per varie cose, come l’abomonio dei Cie e la legislazione in materia d’immigrazione”.

“Presenteremo oggi stesso al ministro dell’Interno Maroni e al ministro della Salute Fazio un’interrogazione urgente per chiedere conto dell’ipotesi di reato di favoreggiamento di cui è stato fatto oggetto il medico”. Lo afferma di Emanuele Fiano, presidente forum Sicurezza del Pd. “L’immigrato era stato colto da malore a causa del freddo, come del resto hanno verificato le strutture dell’ospedale San Paolo dove l’uomo è stato accolto. L’idea – prosegue Fiano – che un’opera di soccorso sanitario, anche eventualmente prestata a favore di una persona non in possesso di diritto di permanenza nel nostro Paese, possa diventare reato, è estraneo ai nostri principi di civiltà. Così come anche l’idea che un medico, che ha l’obbligo di curare il corpo degli esseri umani, debba invece occuparsi della condizione giuridica della persona che sta soccorrendo in condizioni di emergenza”.

da rassegna.it in collaborazione con RadioArticolo1