Per Inca “No ad aumento età pensionabile”

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Il contributo dell’Inca al libro verde sulle pensioni della Commissione europea 

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Con il Libro verde “Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa”, la Commissione europea ha lanciato un’utile consultazione sociale per ricevere contributi da organizzazioni  sociali, centri studi, fondi pensione ecc.. dei 27 paesi membri  interessati a contribuire alla definizione di obiettivi comuni in materia di trattamenti  pensionistici sia pubblici  che erogati dai Fondi pensione.

L’Inca ha preso parte alla consultazione, così come ha fatto  la Cgil, per far sentire  la voce di chi difende la previdenza pubblica e la solidarietà tra le generazioni; auspica un adeguamento  dei sistemi pensionistici alle nuove esigenze per garantire diritti certi ai giovani; chiede la copertura della contribuzione figurativa dei periodi di disoccupazione e di cura; pretende la lotta ad ogni forma  di sottocontribuzione e di lavoro nero.
Nel documento inviato alla Commissione europea  l’Inca sottolinea l’importanza della previdenza complementare, di cui  ribadisce la natura integrativa,  sottolineando l’esigenza di una tutela reale degli interessi dei lavoratori nel caso di aziende inadempienti nel versamento dei contributi ai Fondi ed interessate da procedure di fallimento.

L’Unione europea deve promuovere un quadro di regole e garanzie condivise tra i 27 paesi , ad esempio sulla trasparenza nella gestione dei fondi  e sull’informazione da garantire al lavoratore o alla lavoratrice iscritti .

I Paesi dell’Unione  devono fronteggiare sfide comuni , a partire dal governo del positivo aumento della vita media e dal superamento degli effetti prodotti dalla crisi  sui lavoratori, sulle imprese e sulle  economie nazionali.

La forza dell’Unione è stata ed è quella di saper progredire insieme, anche in materie di competenza nazionale, per le quali il “ metodo aperto di coordinamento”, con la definizione di obiettivi comuni e lo scambio di buone esperienze, si è rivelato uno strumento efficace. Questo metodo va applicato anche alla previdenza complementare.

Una migliore conoscenza di quanto avviene negli altri Paesi può contribuire nel valutare la gravosità del lavoro o gli effetti positivi indotti dalla flessibilità dell’età pensionabile, introdotta in Italia già 15 anni fa ( con la legge n.335/1995)  e colpevolmente cancellata dal governo di centro-destra.

Nel suo documento l’Inca esprime opinioni chiare: d’accordo con la Commissione sul fatto che “la solidarietà tra generazioni e la solidarietà nazionale sono fondamentali”, “per i cittadini  e per la coesione sociale sono essenziali sistemi pensionistici solidi e adeguati, che permettano alle persone di mantenere … il loro tenore di vita”.
Occorre un approccio integrato per considerare “gli aspetti economici, sociali e finanziari e riconoscere i legami e le sinergie tra pensioni, occupazione e  crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”.

Le pensioni insufficienti possono essere una delle  principali cause  di povertà tra le persone anziane, ma in disaccordo con la Commissione quando questa sembra suggerire l’aumento dell’età pensionabile per tutti come soluzione per fronteggiare l’aumento della vita media.

L’aumento non produrrebbe risultati positivi, a giudizio dell’Inca, perché in tutta Europa la gran parte dei lavoratori “anziani”, tra 55 e 65 anni, viene espulsa dai processi produttivi nei periodi di crisi ed è costretta a vivere lunghi periodi di disoccupazione e di disagio sociale ed economico. 

Un aumento indifferenziato dell’età legale di pensione, tra l’altro, cancellerebbe le differenze di fondo che esistono tra lavori in termini di gravosità e di logoramento psicofisico.

L’allungamento della vita attiva è legato allo sviluppo della qualità del lavoro e alla formazione continua, che consentono di passare da un lavoro all’altro con maggiore facilità. Su questo terreno  si procede con troppa lentezza e con l’esclusione, sostanziale, dei lavoratori a bassa scolarità e delle donne.

Occorrono, dunque, politiche innovative in campo formativo ed informativo, in quanto l’adeguata conoscenza dei propri diritti pensionistici da parte di lavoratori e lavoratrici è un elemento centrale per un futuro sereno e per favorire scelte consapevoli.

L’Unione europea deve  operare per stimolare la crescita dell’occupazione in termini di quantità e qualità, per eliminare discriminazioni e segregazioni professionali, in particolare delle donne, ribadendo la centralità del rapporto di lavoro a tempo indeterminato come tipologia di lavoro “standard” in Europa. 

Luigina De Santis, della presidenza Inca

Per Inca “No ad aumento età pensionabile”ultima modifica: 2010-11-15T12:49:00+01:00da vitegabry
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