Con la soppressione dell’Enam (Ente nazionale di assistenza magistrale) e il trasferimento delle sue funzioni assistenziali all’Inpdap non si sopprime un ente inutile “poichè le sue funzioni altamente meritorie sono da tutti riconosciute”, ma si tratta di una semplificazione burocratica che comporta risparmi gestionali perchè l’Inpdap continuerà a svolgere verso gli insegnanti delle scuole elementari e primarie le stesse funzioni fin qui svolte dall’Enam. Questa l’assicurazione fornita dall’Inpdap alla vigilia della conversione in legge del decreto n. 78/2010 che porta la norma che sopprime l’Enam e trasferisce le funzioni all’Inpdap.
“Questa disposizione sta provocando alcune perplessità tra gli organi e le parti sociali – spiega la nota Inpdap – che rappresentano le categorie dei dipendenti e degli iscritti all’Enam, che non ne vedono, apparentemente, né l’utilità né le ragioni”. “‘Anche con Inpdap – conclude la nota – le funzioni fn qui svolte dall’Ente rimarranno ad esclusivo vantaggio della categoria che versa il contributo previsto e cioè a favore degli insegnanti e dei dirigenti scolastici delle scuola dell’infanzia e primaria e dei loro familiari e, occorre esserne certi, l’Inpdap proseguirà, anche attraverso il suo riconosciuto know-how nel campo socio assistenziale, a fornire garanzie e supporti necessari a tutti coloro che si trovano in situazione di necessità”.
Per quanto riguarda il patrimonio Enam, infine, la nota Inpdap spiega che il suo trasferimento “non comporterà un “esproprio” verso tutti quegli insegnati e dirigenti della scuola dell’infanzia e primaria ma continuerà, con strutture ad esso dedicate, ad essere al loro servizio, sia in attività che in quiescenza. Non esproprio dunque, ma razionalizzazione e risparmi gestionali e quindi maggiori risorse da dedicare alla categoria”.
(ANSA).