Archivi giornalieri: 13 luglio 2010

Sommerso e con poche tutele

Il lato oscuro del lavoro domestico

infortunidomestici2.jpg

Presentata oggi presso il Cnel, la ricerca del Censis “Dare casa alla sicurezza”.
A dispetto di quanto potrebbe suggerire il senso comune, quello domestico infatti è un lavoro pericoloso: dietro l’apparente senso di sicurezza trasmesso dall’ambiente casalingo si cela una molteplicità di rischi, grandi e piccoli, che distrazioni e imperizie possono tramutare in danni fisici anche seri. La sicurezza dei lavoratori domestici continua a rappresentare uno dei coni d’ombra più rilevanti dell’attuale sistema di organizzazione della sicurezza sul lavoro. La ricerca, realizzata dal Censis con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, oltre a tratteggiare il profilo di questo segmento di occupazione sempre più centrale per la nostra società, approfondisce il livello della sicurezza sul lavoro di colf e badanti, in prevalenza straniere, fornendo un’analisi dettagliata della frequenza e della tipologia degli eventi infortunistici in cui sono coinvolte e del loro orientamento alla prevenzione.

Sono 1 milione e mezzo le colf e le badanti nelle case degli italiani: +42% dal 2001. Sono 2 milioni 412 mila le famiglie italiane che ricorrono ai servizi di collaboratori domestici (una su dieci), che nel 2009 hanno raggiunto la cifra record di 1 milione 538 mila (+42% rispetto al 2001, quando erano 1 milione 83 mila). Figura sempre più centrale del tessuto sociale del nostro Paese, spina dorsale del welfare «fai da te» e sostegno indispensabile per una popolazione che invecchia, ma anche componente sempre più integrata del nucleo familiare, il collaboratore domestico costituisce ormai una presenza stabile in moltissime case italiane.

Ma dietro l’apparente senso di sicurezza trasmesso dall’ambiente casalingo si nascondono molti rischi per i lavoratori domestici. Le statistiche ufficiali colgono con difficoltà l’effettiva portata del fenomeno. Nel 2008 sono stati registrati 3.576 infortuni riguardanti il personale domestico, di cui 2 mortali. Ma l’indagine del Censis rivela cifre molto più preoccupanti. Il 44,3% dei lavoratori intervistati dichiara di avere avuto almeno un incidente sul lavoro nell’ultimo anno. E tra gli stranieri l’incidentalità è più alta: ha riguardato il 46,3% contro il 39,6% degli italiani.

Così come ancora molto diffuso è il lavoro in nero. Se il 38,2% del campione dichiara di svolgere un lavoro totalmente in regola, l’irregolarità contrattuale continua a rappresentare una condizione molto diffusa, che riguarda il restante 61,8% di colf e badanti. Sebbene la regolarizzazione del settembre 2009 abbia fatto emergere circa 300 mila lavoratori sommersi, il 39,8% degli intervistati dichiara di essere totalmente irregolare e il 22% si districa in una giungla di rapporti a volte regolari, altre volte no, o rispetto ai quali vengono versati contributi per un orario inferiore a quello effettivamente lavorato. A lavorare completamente in nero sono il 53,9% dei collaboratori domestici italiani e il 34,7% degli stranieri, interessati ad avere un contratto per ottenere il permesso di soggiorno. Al Sud il livello di irregolarità sale al 72,7%, con il 58,8% dei collaboratori domestici che dichiarano di essere totalmente irregolari e il 13,9% parzialmente irregolari. In termini di evasione contributiva, su 100 ore lavorate sono soltanto 42,4 quelle per cui vengono effettivamente versati i contributi. Quasi 6 ore di lavoro su 10 risultano quindi prive di qualsiasi forma di copertura previdenziale, al di fuori del quadro di regole, tutele e garanzie previste dalla legge.

Una bella vittoria per le neo mamme

NEWS

Inca: per un pieno riconoscimento dei diritti

mamma1.jpg

Una bella vittoria quella dell’avvocato Gabriella Del Rosso, legale dell’Inca Cgil Toscana, che ha vinto la causa promossa contro l’Inps, per tutelare i diritti di una giovane donna alla quale era stato negato il prolungamento del congedo di maternità (successivo al periodo obbligatorio), dopo un parto prematuro di  tre mesi e mezzo di anticipo rispetto alla data naturale, per assistere il proprio bambino rimasto in  terapia intensiva neonatale per 146 giorni.
La sentenza n.1793 del Tribunale di Firenze ha stabilito che il congedo di maternità deve partire dal giorno di dimissione dall’ospedale del neonato e non dalla data del parto prematuro. La giovane, dipendente di un’azienda privata, aveva chiesto all’Inps e al suo datore di lavoro il prolungamento dell’astensione obbligatoria (cinque mesi) fino a comprendere la permanenza in ospedale del neonato.
Le cose però sono andate diversamente. Per poter assistere il bimbo, che tre volte a settimana doveva essere sottoposto alle visite di controllo, la donna ha utilizzato sei mesi di congedo parentale con uno stipendio ridotto al 30 per cento e successivamente è stata costretta a licenziarsi perché il datore di lavoro non le ha voluto concedere il part-time. La neo mamma, nonostante l’amarezza per la perdita del lavoro, si è dichiarata comunque soddisfatta della sentenza che rappresenta un risultato importante per tutte le altre donne in analoghe situazioni.
L’avvocato Gabriella Del Rosso, nel commentare la decisione del Tribunale di Firenze, ha sottolineato che “ anche se l’Istituto previdenziale pubblico dovesse fare ricorso, questo pronunciamento segna un passo in avanti importante che certamente farà giurisprudenza, colmando un vuoto legislativo, ma anche sociale, vista la totale assenza di associazioni per la tutela delle donne che partoriscono prematuramente. Una sentenza che contribuisce a sottolineare, ancora una volta, come sia necessario abbattere le barriere che impediscono il pieno riconoscimento dei diritti”.

Inps – Contribuzione volontaria

La prosecuzione volontaria dei dipendenti non agricoli

inps4.jpg

L’INPS ha stabilito i contributi volontari dovuti dai lavoratori dipendenti non agricoli, da versare per l’anno 2010.

Sulla base della variazione dell’indice ISTAT dell’ 0,70% per l’anno 2010:

– la retribuzione minima settimanale è pari a € 184,39;

– la prima fascia di retribuzione annuale oltre la quale è prevista l’applicazione dell’aliquota aggiuntiva del 1% (art. 3 L. 438/92) è di € 42.364,00;

– il massimale di cui all’art. 2, comma 18, della Legge 335/1995, da applicare ai prosecutori volontari titolari di contribuzione non anteriore al 1° gennaio 1996 o che, avendone il requisito, esercitino l’opzione per il sistema contributivo è di € 92.147,00.

Per l’anno 2010 non si è verificata alcuna variazione dell’aliquota IVS (invalidità, vecchiaia, superstiti) dovuta al Fondo pensioni lavoratori dipendenti rispetto all’anno 2009. Conseguentemente, non sono variati i coefficienti di ripartizione dei contributi versati.

L’INPS fa presente che non si ravvisa incompatibilità tra prosecuzione volontaria e contribuzione proveniente da lavoro occasionale accessorio, affluita alla Gestione Separata o al Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti.

(Circ.INPS 91/10)

-Protocollo d’intesa tra il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione e l’Inpdap

Protocollo d’intesa tra il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione e l’Inpdap

In data 7 luglio 2010 è stato firmato nella Sede Inpdap di Via Ballarin il Protocollo d’intesa tra il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta e il Presidente Commissario Paolo Crescimbeni, per l’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e la realizzazione di programmi d’innovazione digitale.

Scopo dell’accordo è rafforzare la collaborazione tra le parti ed estendere il programma di interventi già in atto presso l’Inpdap, volto a sviluppare l’innovazione digitale e incrementare l’accessibilità dei sistemi di e-government al fine di facilitare le relazioni amministrative e semplificare le modalità di svolgimento dei servizi erogati dall’Istituto.

La collaborazione riguarderà principalmente i seguenti ambiti di intervento:

Attuazione delle disposizioni di cui al decreto legislativo n. 150/2009

  • Misurazione e valutazione della performance individuale e organizzativa al fine di migliorare gli standards qualitativi nell’offerta istituzionale dei servizi garantendone il buon andamento, l’efficienza, l’efficacia e l’economicità
  • Valorizzazione del merito e della produttività

Servizi ai cittadini e alle imprese

  • Misurazione della soddisfazione degli utenti
  • Linea Amica
  • Reti amiche

Attuazione del Codice dell’Amministrazione Digitale

  • Dematerializzazione
  • Utilizzo della Posta Elettronica Certificata per le comunicazioni con le altre amministrazioni e con i cittadini
  • Cooperazione ai fini della integrazione e dell’interscambio delle banche dati della Pubblica Amministrazione

Controllo di gestione

Operazione trasparenza

Valorizzazione della base dati sul pubblico impiego dell’Inpdap ai fini della predisposizione della Relazione al Parlamento sullo stato della Pubblica Amministrazione.

Nel corso dell’incontro il Direttore Generale Massimo Pianese ha presentato al Ministro e ai presenti i Servizi al cittadino realizzati dall’Istituto.

Hanno partecipato all’evento il Capo del Dipartimento Funzione Pubblica Antonio Naddeo e il Presidente del Formez Carlo Flamment e per l’Inpdap oltre al Direttore Generale, il Presidente del Civ Carlo Borio, il Presidente del Collegio dei Sindaci Elisabetta Moffa, i componenti l’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV), i Dirigenti Generali Centrali.



Documentazione

protocollo_intesa.pdf

Sezione di riferimento

Inpdap Comunica – Galleria fotografica

Eternit: Al processo con la fascia nera al braccio

NEWS

amianto1.jpg

 

Si sono presentati in tribunale con una fascia nera legata al braccio, in segno di lutto, decine di cittadini di Casale Monferrato (Alessandria) che seguono tra il pubblico il processo Eternit.

Con questa iniziativa i casalesi hanno voluto ricordare l’ultima loro concittadina uccisa dal mesotelioma, il tumore provocato dall’amianto, la signora Luisa Minazzi, deceduta la scorsa settimana.

Fra i testi ascoltati oggi, il giornalista casalese Giovanni Turino, autore del libro “Eravamo tutti ricchi di sogni, che nella sua deposizione ha ricordato come già nel 1964,  il giornalista dell’Unità, Davide Lajolo, denunciava i pericoli incombenti sui casalesi, parlando esplicitamente di mesotelioma e non solo di asbestosi.

“Pensavo  che succedesse il finimondo”, ha detto Turino riferendosi al sorgere di polemiche e all’adozione di misure di tutela  della salute, “e invece non successe nulla”.

(ANSA