Archivi giornalieri: 21 luglio 2010

Rapporto Inail: in aumento (+15,7%) le malattie professionali

Nonostante la crescita Sartori rileva una”cronica forma di sottodenuncia” e riconosce l’importanza del ruolo dei patronati

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Il 2009 è stato un anno record per le malattie professionali. Le denunce complessive sono state 34.646: il valore più alto degli ultimi 15 anni, con un aumento pari al 15,7% rispetto ai quasi 30 mila casi del 2008 e al 29,3% in 5 anni (meno di 27 mila nel 2005). E’ quanto emerge dai dati presentati dall’Inail in occasione del bilancio annuale.

L’agricoltura è il comparto più colpito: le segnalazioni pervenute all’Inail sono, infatti, più che raddoppiate in un solo anno, passando dalle 1.834 del 2008 alle 3.914 del 2009 con un incremento del 113,4%; triplicate nell’ultimo quinquennio.

A registrare un’impennata sono le malattie dell’apparato muscolo-scheletrico, come le tendiniti e la sindrome del tunnel carpale, dovute a sovraccarico biomeccanico: quasi 18 mila i casi denunciati, con un aumento del 36% rispetto al 2008; raddoppiati in cinque anni (erano poco meno di 9 mila nel 2005).

Nel commentare il “boom” dell’andamento, il presidente dell’Inail, Marco Fabio Sartori, indica una serie di fattori che da alcuni anni stanno “finalmente portando all’emersione di tante patologie fino a ieri nascoste o non denunciate”.

Anche l’Inail “da tempo segnala come questo fenomeno soffra di una cronica forma di sottodenuncia”, rileva ancora Sartori sottolineando “la positività dell’opera di sensibilizzazione e di informazione messa in atto dall’Istituto” così come da sindacati, associazioni di categoria e patronati.

A ciò, prosegue il presidente, si aggiunge l’entrata a regime delle nuove tabelle, in base al decreto ministeriale del 9 aprile 2008 che ha incluso alcune malattie, prima escluse, tra cui anche quelle da sovraccarico biomeccanico e da vibrazioni meccaniche, che nel 2009 hanno registrato un “sensibile aumento”, appunto.

Peraltro, viene ricordato che, in passato, per queste patologie era necessario provare il nesso con la causa professionale; adesso beneficiano della presunzione legale di origine.

(ANSA).

Rapporto Inail: riduzione degli infortuni (-9,7%) per effetto della crisi

Oltre mille le morti sul lavoro nel 2009

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Continua a calare il numero degli incidenti mortali sul lavoro, che tocca il minimo storico. Nel 2009 sono stati 1.050 i decessi, in flessione del 6,3% sul 2008 (quando erano stati 1.120), il numero più basso mai registrato dall’inizio delle relative rilevazioni statistiche nel 1951.

Nel complesso diminuiscono gli infortuni in generale, scesi a 790.000  (85 mila in meno degli 875.144 del 2008) con un calo annuo del 9,7%, che segna la flessione più alta dal 1993.

Sono i dati del bilancio annuale presentato dall’Inail. Sulla riduzione dei casi registrati e denunciati all’Istituto incide,in parte, anche la crisi del 2009, con il calo degli occupati (-1,6% per l’Istat) e delle ore effettivamente lavorate, dai tagli di straordinario al ricorso alla cassa integrazione.    

“E’ dal 1993, quando c’è stato un calo dell’11,7% degli incidenti rispetto al 1992, che nell’andamento complessivo degli infortuni non si registrava una flessione di questo livello”- ha sottolineato il presidente dell’Inail, Marco Fabio Sartori -. Nel 2008, anno pure molto positivo, la riduzione si era attestata invece intorno al 4,1%”.
Per quanto riguarda, invece, la diminuzione dei casi mortali, il margine di contenimento di per sé è minore, trattandosi di cifre già sensibilmente ridotte nel corso di questi ultimi anni: basti pensare che, nel 2001, i decessi erano stati 1.546.

Tuttavia sui dati del 2009 pesa, in parte, anche la crisi con i suoi riflessi sul piano produttivo e occupazionale. Secondo l’Inail si stima che la quantità di lavoro e quindi di esposizione al rischio di infortuni abbia subito nell’anno una contrazione media del 3%. Una percentuale che porterebbe la riduzione reale al 7% per gli infortuni in generale e al 3,4% per quelli mortali.

“L’effetto della crisi in termini di riduzione degli infortuni sul lavoro di sicuro c’è stato, ma ha riguardato solo una componente minoritaria del fenomeno – valuta Sartori -. Le riduzioni più significative in termini numerici sono, invece,da attribuire all’effettivo miglioramento dei livelli di sicurezza in atto ormai da molti anni nel Paese e vanno interpretate, pertanto, come il risultato delle politiche messe in atto da governi, parti sociali, aziende e sindacati, e da tutti i soggetti che agiscono in materia di prevenzione, a partire dall’Inail”.

Sartori sottolinea quindi che si tratta “di un dato in linea con un trend storico consolidato, visto che l’andamento infortunistico dal 2002 al 2009 ha registrato una riduzione del 20,4% e i casi mortali del 29%”.