Archivi giornalieri: 25 luglio 2023

Riforma pensioni, novità importanti. Chi andrà in pensione prima (e chi no)

Pensioni, ultime notiizie sulla riforma 2024

Pensioni, verso la riforma. Che novità ci sono? Ecco che cosa scrive il sito www.investireoggi.it.
Perché la pensione in Italia è un miraggio lo sanno tutti. Dipende da quello che fu fatto nel 2011 con la riforma Fornero. Le pensioni diventarono difficili da centrare e quindi si allontanarono di colpo dai lavoratori. A tal punto che adesso l’attuale Governo è chiamato a varare una riforma delle pensioni degna di questo nome con nuove misure e nuovi strumenti previdenziali. Nulla di nuovo perché in passato anche altri Governi sono stati chiamati allo stesso obbiettivo. Ma se ancora oggi siamo al punto di partenza significa che nulla è stato fatto. E in effetti negli ultimi anni molte sono state le misure introdotte in materia pensionistica, ma nessuna vera riforma. Nella stragrande maggioranza dei casi si è trattato solo di misure tampone, che hanno prodotto solo piccoli interventi correttivi ma non hanno certo cancellato le problematiche che la riforma Fornero ha causato.

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Le difficoltà restano tante, ma sono tante anche le possibilità che entro la fine della legislatura la riforma delle pensioni veda finalmente i natali per davvero.
“Buongiorno, sono Davide, lavoratore di 55 anni di età che sta pensando alla sua pensione futura. Lo so che sono ancora giovane per andare in pensione, ma programmare è sempre una cosa giusta da fare. E allora ecco che vi chiedo se avete notizie riguardo a qualche nuova misura pensionistica che potrebbe fare capolino nel prossimo futuro. Perché so che potrebbe nascere una vera riforma delle pensioni, almeno stando alle indiscrezioni che trapelano. Davvero qualcosa cambierà e noi potremo andare in pensione prima del previsto?”

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Svolta per i Pensionati classe '41-’59 grazie alla legge che in pochi conoscono

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Uno dei nodi più intricati da sciogliere per chi intende portare a compimento la riforma delle pensioni è senza dubbio il restyling delle pensioni anticipate.

Perché dal 2012 questi strumenti sono quelli che hanno sostituito le pensioni di anzianità. E fu proprio la riforma delle pensioni di Elsa Fornero a determinare questo cambiamento epocale. In primo luogo infatti le pensioni distaccate dai limiti anagrafici, come proprio le pensioni di anzianità permettevano, sono diventate pensioni anticipate.

L‘unico requisito valido da centrare, che è quello contributivo, è passato dai 40 anni fino al 2011, ai 42 anni e 10 mesi di oggi. Parliamo delle pensioni anticipate per gli uomini, perché alle donne è ammessa l’uscita con 41 anni e 10 mesi di contributi. Ma come sarà possibile correggere questo evidente peggioramento dei requisiti? La soluzione da tempo individuata è quella della quota 41 per tutti. Una misura che resta talmente difficile da varare nonostante tutti ne parlino da tempo

Settore agricolo: versamenti dei contributi volontari 2023

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Settore agricolo: versamenti dei contributi volontari 2023

Le modalità di calcolo dei contributi volontari relativi alle varie categorie di lavoratori agricoli.

Pubblicazione: 25 luglio 2023

La circolare INPS 24 luglio 2023, n. 69 illustra le modalità di calcolo, per il 2023, dei contributi volontari e dei contributi integrativi volontari relativi alle varie categorie di lavoratori agricoli, diversificate in base alla tipologia e alla gestione di appartenenza:

  • lavoratori agricoli dipendenti;
  • coltivatori diretti, mezzadri, coloni e imprenditori agricoli professionali;
  • operai agricoli a tempo determinato e indeterminato;
  • piccoli coloni e compartecipanti familiari;
  • coloni e mezzadri reinseriti nell’Assicurazione Generale Obbligatoria.

L’influenza del presidente della repubblica sul processo legislativo

L’influenza del presidente della repubblica sul processo legislativo

Oltre al potere di rinviare una legge alle camere, il presidente della repubblica può ricorrere alla moral suasion per incidere sulle scelte del governo e della maggioranza.

Definizione

La firma del presidente della repubblica su un disegno di legge approvato dal parlamento rappresenta il passaggio finale dell’iter legislativo. In base all’articolo 73 della costituzione infatti le disposizioni contenute in una legge entrano effettivamente in vigore dopo la promulgazione da parte del Quirinale e la conseguente pubblicazione in gazzetta ufficiale.

Questo atto presidenziale tuttavia non rappresenta una mera formalità e non può essere dato per scontato. Stando ai poteri che gli sono formalmente attribuiti dalla costituzione infatti, il presidente può rifiutarsi di firmare un Ddl e rinviarlo alle camere.

1. Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione.
2. Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata.

Tale prerogativa però non può essere reiterata. Infatti se il parlamento decide di riapprovare il testo senza modifiche il presidente della repubblica è tenuto a firmare e promulgare il Ddl.

Il capo dello stato inoltre può intervenire sui decreti legge (Dl). La costituzione infatti prevede che il governo possa emanare questo tipo di atti solo in casi di necessità e urgenza. Nel caso in cui il decreto del governo non risponda a questi requisiti quindi il presidente della repubblica può rifiutarsi di firmare.

Il Quirinale può esercitare la propria influenza anche attraverso messaggi informali.

Ma l’influenza del Quirinale sul processo legislativo può avvenire anche attraverso strumenti cosiddetti di moral suasion, sia formali che informali. In base all’articolo 87 della costituzione infatti il capo dello stato può inviare messaggi alle camere. Inoltre, almeno a partire dal settennato di Pertini, è diventata prassi comune (ormai generalmente accettata) che il presidente della repubblica ricorra alle cosiddette “esternazioni“. Ovvero dichiarazioni pubbliche con cui il capo dello stato esprime la sua posizione.

Le esternazioni del capo dello stato.

A queste poi si deve aggiungere il dialogo riservato tra il presidente e gli altri attori istituzionali. D’altronde il capo dello stato è il garante della costituzione ed è quindi suo dovere esercitare una funzione di equilibrio. In particolare se questo è utile a ridurre le tensioni tra poteri e organi dello stato.

Dati

Analizzando i dati delle ultime 7 legislature possiamo osservare che i 4 presidenti della repubblica che si sono succeduti (Scalfaro, Ciampi, Napolitano, Mattarella) hanno rinviato alle camere complessivamente 12 disegni di legge. Il picco si è registrato nella XIV legislatura (2001-2006) con 7 Ddl rinviati. Nella scorsa legislatura invece non si sono registrati casi di questo tipo, così come nei primi mesi di quella attuale.

Nello stesso periodo invece non è mai successo che un presidente della repubblica si rifiutasse di firmare un decreto legge. Tuttavia è accaduto in più di un’occasione che esecutivo e parlamento venissero “richiamati” all’ordine su questo tema. Anche tramite lettere pubbliche che anticipavano un eventuale rinvio nel caso in cui il governo non si fosse persuaso ad accogliere le osservazioni del colle.

Analisi

La costituzione non prevede limiti specifici al potere di intervento del presidente della repubblica sul processo legislativo. Data la struttura del nostro ordinamento però è generalmente ritenuto che il rinvio di un Ddl alle camere non possa essere motivato da “ragioni politiche”. Una parte della dottrina infatti definisce il ruolo del presidente della repubblica come di “estrema garanzia”. In base a questa impostazione le fattispecie in cui il capo dello stato può esercitare le sue prerogative sarebbero nel caso in cui una legge non abbia le necessarie coperture di bilancio oppure risulti manifestamente incostituzionale. Questa interpretazione è stata esplicitamente teorizza dal presidente Ciampi.

[…] secondo la Costituzione, la decisione, la valutazione, il giudizio sulla rispondenza alla stessa da parte delle leggi compete alla Corte costituzionale. Il Presidente della Repubblica, solo in caso di manifesta non costituzionalità delle leggi, rinvia quelle leggi al parlamento, che può riapprovarle e in quel caso il capo dello Stato è tenuto a promulgarle.

Questa dottrina sembra essere stata accolta anche dai successori Ciampi (Napolitano e Mattarella). Sempre durante la presidenza Ciampi si sono poi intensificati gli interventi informali del presidente su alcuni aspetti dei Ddl ancora in discussione in parlamentoUna prassi con cui si cerca di evitare un rinvio formale alle camere, che rappresenta un passaggio comunque traumatico da un punto di vista istituzionale.

Talvolta il capo dello stato ha anche tenuto a motivare la decisione di promulgare una legge. Un passaggio non richiesto dalla costituzione legato alla volontà di spiegare all’opinione pubblica le motivazioni di questa decisione.

Esternazioni di questo tipo però presentano anche dei rischi e per questo, in alcune occasioni, sono state criticate da ampia parte della dottrina. È il caso ad esempio del messaggio con il quale il presidente Napolitano ha accompagnato la promulgazione del cosiddetto lodo Alfano. In quell’occasione infatti il capo dello stato precisò che, a suo parere, la norma avrebbe rispettato i limiti posti in precedenza dalla corte costituzionale. Un’affermazione che secondo molti rappresenta un’indebita influenza nei confronti dei giudici delle leggi.

Il presidente deve bilanciare attentamente la sua azione a seconda dei casi e del contesto politico.

Le varie forme di moral suasion, formali o informali, sono state quindi utilizzate in modo diverso, dai vari presidenti, a seconda della fase politica. Insomma, come per le altre funzioni presidenziali, anche questo potere può estendersi o restringersi a seconda della fase politica e di come il capo dello stato ritiene di doverla gestire.

Una rinuncia a interventi di questo tipo, in momenti di particolare frizione istituzionale, può portare infatti a un peggioramento della situazione. Inoltre l’azione del presidente può evitare che leggi manifestamente incostituzionali entrino e restino in vigore fino a un’eventuale intervento della consulta.

Al contrario un interventismo eccessivo da parte del capo dello stato può esso stesso produrre una crisi istituzionale tra il Quirinale e la maggioranza. Una situazione che produrrebbe l’effetto indesiderato di rendere meno efficaci le pratiche di moral suasion. Oppure, come abbiamo visto, comportamenti di questo tipo potrebbero porre la corte costituzionale nella spiacevole situazione di dover contraddire il capo dello stato. Una situazione che avrebbe inevitabilmente l’effetto di screditare il ruolo del presidente.

 

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3-i SpA: avviso pubblico di selezione del Direttore Generale

La domanda di partecipazione alla selezione deve essere presentata entro il 20 agosto 2023.

Indetta la procedura selettiva volta a individuare, con incarico a tempo determinato di durata quadriennale, il Direttore Generale di 3-I SpA.

Gli interessati devono presentare apposita domanda di partecipazione, corredata della documentazione richiesta e nel rispetto delle modalità indicate, entro le 12 del 20 agosto 2023, mediante Pec all’indirizzo comunicazioni@postacert.3-i.gov.it, con il seguente oggetto: “Incarico di Direttore Generale di 3-I S.p.A.”.

Non sono ammesse altre modalità di trasmissione della domanda di partecipazione, a pena di irricevibilità della stessa. 

Consulta l’avviso pubblico di selezione (PDF 236KB)

San Giacomo il Maggiore

 

San Giacomo il Maggiore


Nome: San Giacomo il Maggiore
Titolo: Apostolo
Nascita: Betsaida
Morte: 43 circa, Gerusalemme
Ricorrenza: 25 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione

S. Giacomo il Maggiore fu uno dei dodici Apostoli. Perchè i Samaritani non avevano voluto ricevere i discepoli mandati da Gesù, Giacomo, col fratello Giovanni, si accostò al Divino Maestro e gli disse: « Signore, vuoi che diciamo al fuoco di discendere dal cielo a consumarli? ».

Ma Gesù benignamente rispose: « Non sapete di che spirito siete. Il Figlio dell’uomo non è venuto a perder le anime, ma a salvarle ». E S. Giacomo mostrò poi d’aver fatto frutto dell’eloquente lezione.

Nacque in Galilea circa dodici anni prima di Gesù. Era fratello di S. Giovanni, figlio di Zebedeo pescatore in Betsaida, sul lago di Tiberiade e di Salome, discepola di Gesù. L’appellativo « maggiore » gli venne dal fatto che la sua chiamata fu antecedente a quella dell’altro S. Giacomo, figlio di Alfeo, che fu detto perciò « minore ».

Chiamato all’apostolato da Gesù stesso, lo segui generosamente, abbandonando le reti e la barca del padre. Questa generosità gli fruttò una speciale benevolenza da parte del Divin Maestro sì da aver parte alle più intime confidenze di Lui: assistette con S. Pietro e S. Giovanni alla risurrezione della figlia di Giàiro, alla tua Trasfigurazione, partecipando pure molto da vicino all’agonia di Gesù nell’orto del Getsemani.

Essendo anch’egli uomo soggetto alle miserie, con S. Giovanni, come narra il Vangelo, consigliò sua madre Salome di domandare a Gesù che essi potessero entrare nel suo regno, e sedere alla destra e alla sinistra di Lui. Ed il Divin Maestro volto a loro disse: « Potete voi bere il calice che sto per bere, ed essere battezzati col battesimo col quale io sarò battezzato? ».

« Si, lo possiamo », risposero in fretta i due Apostoli. Ma Gesù replicò che in effetto essi avrebbero bevuto il suo calice, ma quanto all’essere collocati nei primi posti nel regno dei cieli era cosa spettante al Padre suo.

Disceso lo Spirito Santo nella Pentecoste, S. Giacomo fu uno dei più zelanti predicatori del Vangelo. tanto da spingersi fino in Spagna. Quivi lasciò un’impronta tale che molti secoli dopo, quando i Mori invasero quella terra mettendola a ferro e a fuoco, S. Giacomo era universalmente invocato e più di una volta fu veduto un guerriero celeste su di un cavallo bianco che faceva terribile strage degli infedeli.

Dalla Spagna tornato in Gerusalemme verso il 43, per ordine del re Erode Agrippa che voleva rendersi grato ai Giudei, fu fatto incarcerare e poi decapitare.

L’eroica confessione della sua fede convertì il soldato che l’aveva condotto ai giudici, il quale perciò ebbe anch’egli la grazia di morire martire. Il suo corpo, mèta di continui pellegrinaggi, riposa nella basilica di Compostela in Spagna.

Il Cammino di Santiago di Compostela è legato alla presenza della tomba di Giacomo e al suo ritrovamento, che risale al IX secolo. Sebbene l’Apostolo venne decapitato in Palestina nell’anno 44 d.C. dal re Erode Agrippa I, la Legenda Aurea racconta che i suoi discepoli, con una barca guidata da un angelo, ne trasportarono il corpo in Galizia, regione dove Giacomo si spinse per evangelizzare le popolazioni di cultura celtica, per poi seppellirlo in un bosco vicino a Iria Flavia, il porto romano più importante della zona.

PRATICA. In ogni sventura vediamo noi pure la mano di Dio che ci porge il calice, e diciamo prontamente: «O Signore, sia fatta sempre la tua santa volontà».

PREGHIERA. O Signore, santifica e custodisci il tuo popolo, affinchè, muniti dell’assistenza del tuo apostolo Giacomo, possiamo piacerti con una degna vita, e servirTi con tranquillità di spirito.

MARTIROLOGIO ROMANO Festa di san Giacomo, Apostolo, che, figlio di Zebedeo e fratello di san Giovanni evangelista, fu insieme a Pietro e Giovanni testimone della trasfigurazione del Signore e della sua agonia. Decapitato da Erode Agrippa in prossimità della festa di Pasqua, ricevette, primo tra gli Apostoli, la corona del martirio.

ICONOGRAFIA

San Giacomo viene raffigurato come un uomo maturo e severo, spesso vestito come un pellegrino, con una semplice tunica, con il bordone che rappresenta la fede e la bisaccia per le provviste.

San Giacomo il Maggiore

titolo San Giacomo il Maggiore
autore Lorenzo Lotto anno 1512

Ma il suo attributo principale, come pellegrino, è la conchiglia, simbolo stesso del pellegrinaggio a Santiago di Compostela. Veniva usata per raccogliere le offerte e i pellegrini l’appuntavano sulla veste per attestare di essere stati a Santiago.

San Giacomo il Maggiore

titolo San Giacomo il Maggiore
autore Giuseppe Vermiglio anno ca. 1620

Altre volte è rappresentato con un libro, simbolo della predicazione del Vangelo e la spada, che fu lo strumento del suo martirio a Gerusalemme.

San Giacomo il Maggiore

titolo San Giacomo il Maggiore
autore Jusepe de Ribera anno 1634

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Domande Frequenti

  • Quando si festeggia San Giacomo il Maggiore?

     

  • Chi è il santo protettore dei pellegrini?

     

  • Dove nacque San Giacomo il Maggiore?

     

  • Quando morì San Giacomo il Maggiore?

     

  • Dove morì San Giacomo il Maggiore?

     

  • Di quali comuni è patrono San Giacomo il Maggiore?

     

  • Chi erano gli apostoli?

     

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