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Riforma Pensioni

RIFORMA PENSIONI/ La speranza dopo la stop al Patto di stabilità

Pubblicazione: 21.03.2020 Ultimo aggiornamento: 17:38 – Lorenzo Torrisi

La notizia dello stop al Patto di stabilità europeo riaccende le possibilità di misure di riforma pensioni con intesa tra Governo e sindacati

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La sede della Commissione Ue a Bruxelles (Lapresse)
 

STOP A PATTO DI STABILITÀ E CONFRONTO GOVERNO-SINDACATI

La notizia dello stop al Patto di stabilità da parte della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen riaccende le speranze di alcuni italiani non solo di poter mettere in campo più risorse per fronteggiare l’emergenza coronavirus, ma anche di portare avanti il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni avendo la possibilità di poter finanziare anche quegli interventi di flessibilità che risultano particolarmente onerosi. Tuttavia è difficile pensare che si possa avere mano libera per poter spendere tutto quel che si vuole in tutti i campi. La decisione di Bruxelles, infatti, è dettata dall’emergenza Covid-19 e non è certo aumentando la possibilità di accedere alla pensione che si può pensare di contrastare gli effetti sulla salute e sull’economia del virus. La mossa della Commissione europea, al più, rende possibile poter riprendere il confronto una volta terminata l’emergenza e non vederlo invece “superato” dall’indisponibilità totale di risorse a causa dei vincoli di bilancio. Insomma, si potrà continuare a ipotizzare qualche misura di flessibilità, purché non eccessivamente costosa.

INCONTRO ANIEF-USR CAMPANIA

In tema di riforma pensioni val la pena segnalare quanto riportato da orizzontescuola.it circa l’incontro tra l’Ufficio scolastico regionale della Campania e i delegati dell’Anief, che ha toccato anche i temi previdenziali. “Nonostante il momento gravissimo e così difficile per tutti noi, ci siamo impegnati in un confronto con l’Amministrazione che si è rivelato proficuo”, ha detto Stefano Cavallini, Presidente di Anief Campania. Siamo stati rassicurati, ha spiegato il sindacalista, “sul rispetto delle tempistiche e sulla disponibilità dei posti lasciati liberi dai pensionamenti alle procedure di mobilità e immissioni in ruolo”. Cavallini ha fatto anche sapere che il sindacato autonomo ha “potenziato le consulenze telefoniche con la possibilità di chiamate via Skype per assicurare un contatto più diretto tra lavoratori e sindacato. In un momento così delicato farci sentire vicini ai lavoratori e farli sentire rappresentati al meglio costituisce un nostro impegno personale, morale oltre che sindacale”.

SCAGLIONI PER COGNOMI PER IL RITIRO IN POSTA

Sul sito di Poste Italiane è stato pubblicato l’avviso relativo al pagamento anticipato delle pensioni di aprile, che avverrà per i titolari di un Conto BancoPosta, di un Libretto di Risparmio o di una Postepay Evolution. L’azienda ricorda che se si è in possesso di una carta Postamat, una Carta Libretto o una Postepay Evolution, si potrà prelevare in contanti da oltre 7.000 Postamat, senza recarsi allo sportello. Per scaglionare gli ingressi negli uffici postali per il ritiro delle pensioni è stato deciso di ripartire la distribuzione in base alle lettere dei cognomi: A e B il 26 marzo; C e D il 27; dalla E alla K il 28; dalla L alla O il 30; dalla P alla R il 31; dalla S alla Z il 1° aprile. Poste Italiane invita “a entrare negli uffici postali esclusivamente per il compimento di operazioni essenziali e indifferibili, in ogni caso avendo cura, ove possibile, di indossare dispositivi di protezione personale; di entrare in ufficio solo all’uscita dei clienti precedenti; tenere la distanza di almeno un metro, sia in attesa all’esterno degli uffici che nelle sale aperte al pubblico”.

LE RICHIESTE SUGLI UFFICI POSTALI

Si sta parlando in queste ore del pagamento delle pensioni spalmato su più giorni preso gli sportelli di Poste Italiane, che andrà avanti anche per le mensilità di maggio e giugno. Il Sindaco di Sorano, Pierandrea Vanni, come riporta ilgiunco.net, ha chiesto però alla direttrice provinciale di Poste Italiane di fare in modo che ci sia la possibilità per i residenti di riscuotere la pensione senza doversi spostare dato che lo sportello sul territorio comunale ora è aperto solo tre giorni alla settimana. Oltre al comune del grossetano, anche in provincia di Viterbo un Sindaco, quella di Acquapendente, ha chiesto al Prefetto, come riporta ontuscia.it, che c’è il rischio che restino chiusi gli uffici postali nelle frazioni di Torre Alfina e Trevinano, con l’inevitabile disagio che ciò causerebbe nei pensionati abituati a riscuotere l’assegno agli sportelli. Insomma, occorrerà studiare bene anche l’apertura degli uffici postali sul territorio per evitare disagi in occasione del pagamento delle pensioni per almeno i prossimi tre mesi.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CALENDA

Il Governo sembra intenzionato a non toccare Quota 100, nonostante richieste che arrivano in tal senso, anche dall’interno della maggioranza, per liberare risorse utili ad affrontare l’emergenza coronavirus. Pare invece che il tavolo di confronto con i sindacati sulla riforma pensioni dovrà aspettare ancora qualche settimana per riprendere. Quota 100 diventa però terreno per attacchi a Matteo Salvini. Carlo Calenda, per esempio, rispondendo a un tweet del leader della Lega che chiede di rivedere le regole europee, scrive, rivolto all’ex ministro dell’Interno: “L’Europa ha sempre chiesto + investimenti in sanità e scuola, e – in pensioni. L’opposto di quello che hai fatto. Fregarsene delle regole (peraltro in via di sospensione), in un momento di emergenza è necessario, fregarsene della verità è molto pericoloso. Momento di crescere”.

L’ATTACCO A SALVINI

Parole contro Salvini e Quota 100 si leggono anche gayburg.com, con un’accusa molto pesante al leader leghista: “Salvini dovrebbe smetterla di perdere tempo ad ostentare quanto è adolescente la sua nuova fidanzatina e dovrebbe iniziare a rendere conto agli italiani del perché abbia cercato voti con quella aberrante ‘Quota 100’ che ci costa 8 miliardi all’anno per aver mandato in pensione anzitempo migliaia di medici e infermieri con conoscenza ed esperienza. A causa sua nominiamo medici degli studenti senza esperienza e senza esame professionale dato che lui ha elargito pensioni in cambio di voti. Ed ora ci sono italiani che muoiono a causa sua…”.

il Fatto Quotidiano

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21 Marzo 2020

 

 

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Economia

Il patto di «stabilità e crescita» è stato sospeso nell’Unione Europea

Reazioni a catena. Non ha precedenti la decisione di applicare la “clausola generale di salvaguardia” nell’intera area geo-economica europea a seguito di un evento come la pandemia da corona. La presidente della Commissione Ue Von Der Leyen: “Ora i governi possono spendere tutto quello che serve per fare fronte all’emergenza”. E apre all’ipotesi “Coronabond” avanzata dal presidente del Consiglio Conte, con una riforma del Meccanismo europeo di Stabilità (Mes) “senza condizionalità presente e futura”. Ma per Gentiloni i nodi della trattativa tra governi non sono sciolti

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La presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen

Negli atroci giorni dell’emergenza sanitaria e di quella provocata dalle politiche che cercano di impedire la diffusione del coronavirus bloccando i rapporti sociali e produttivi ieri abbiamo vissuto un momento simbolico nella scienza triste che governa l’economia europea. Per la prima volta la Commissione Europea ha sospeso il «patto di stabilità e crescita» ricorrendo a una «General escape clause» , introdotta nell’ordinamento nove anni fa, nel 2011, in previsione di eventi esterni ed imprevisti rispetto alla logica economica considerata «normale» dei trattati che regolano i rapporti da deficit e Pil e tra debito e Pil. Non è mai stata usata, né discussa prima che fosse proposta il 13 marzo scorso e approvata ieri 20 marzo. Saranno i governi degli stati membri a dare l’ultimo parere su un provvedimento che li autorizza a spendere tutte le risorse necessarie per affrontare l’emergenza sanitaria ed economica in corso.

«NON È MAI ACCADUTO prima, abbiamo attivato la clausola di salvaguardia che permetterà ai governi di pompare nel sistema denaro finché servirà – ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen in un videomessaggio diffuso ieri nel tardo pomeriggio attraverso i social network – La chiusura della vita pubblica è necessaria per rallentare la diffusione del virus, ma rallenta anche in modo grave la nostra economia. La settimana scorsa ho detto che avrei fatto qualsiasi cosa sia necessaria per sostenere gli europei e l’economia europea. Oggi sono lieta di poter dire che abbiamo mantenuto la parola data».

Il commissario Ue all’economia Paolo Gentiloni ha esplicitato il significato della sospensione di una legge a cui è stata attribuita una legittimità superiore a quella delle politiche nazionali, non solo economiche: «Questi non sono tempi normali e non possiamo comportarci come se niente stesse succedendo. Il Coronavirus sta causando dolore in tutta Europa e il conto per le nostre economie sarà estremamente salato» ha detto, rischiando di identificare involontariamente il concetto di vita con quello di costo economico. Gentiloni ha illustrato la direzione che seguirà nei prossimi giorni la complicatissima governance multilivello europea per assumere definitivamente l’orientamento di una politica fiscale espansiva e sostenere l’implosione dell’offerta che sta portando a quella della domanda, uno choc «simmetrico» che rischia a sua volta di fare implodere tanto il sistema industriale quanto quello bancario.

«L’attivazione della clausola – ha detto – apre la strada a una risposta forte e coordinata all’immensa sfida economica che dobbiamo affrontare tutti insieme. Sono fiducioso che il Consiglio Europeo darà il suo rapido accordo».

CON IL «QUANTITATIVE easing disposto dalla Bce per il solo 2020 pari a oltre mille miliardi di euro, l’innesco della clausola valida per tutti i paesi europei – e non «una tantum» solo per l’Italia com’è stato fino a questo momento – è un altro tassello che prepara un possibile coordinamento politico che, per ora, è ancora oggetto di trattativa politica tra i governi. Lo stesso Gentiloni, ieri mattina, aveva riconosciuto che la «dimensione della risposta comune ancora non è adeguata».

Quanto alla proposta avanzata dal presidente del consiglio Conte sui «Coronabond» finanziati da un Meccanismo europeo di Stabilità (Mes) radicalmente ripensato rispetto a quello attuale. Palazzo Chigi ha esplicitato il nesso tra due proposte teoricamente separate fino a un primo tentativo di argomentazione fatto da Conte in un’intervista al Financial Times. Al famigerato «Mes» dovrebbero accedere tutti gli stati colpiti dall’emergenza, i suoi 500 miliardi di euro dovrebbero essere concessi «senza alcuna condizionalità presente o futura» ha precisato una nota.

Un orientamento circolato in questi giorni in un tweet dell’ex capoeconomista dell Fmi Olivier Blanchard ed evocato anche dall’ex premier Enrico Letta. «Stiamo guardando a tutti gli strumenti – ha detto Von Der Leyen – Vale anche per i Coronabonds se saranno strutturati saranno usati».

«LA LOGICA è condivisibile, le modalità attraverso le quali si può fare un’operazione di questo genere sono modalità legate alla discussione sugli Eurobond» ha aggiunto Gentiloni, indicando il problema politico: la proposta, che prevede un salto mortale rispetto a ciò che ancora non esiste oggi, sarà praticabile solo con il via libera della Germania, e degli stati del Nord Europa, fino ad oggi contrari ad ogni mutualizzazione dei debiti pubblici derivanti da una simile operazione.

Nell’attesa che la nebbia si diradi, il patto di stabilità è stato sospeso finché durerà l’emergenza. L’incognita è il dopo. Il ritorno alla normalità implicherà un’altra recessione prodotta dal massacro sociale necessario per rientrare nei parametri «normali». A quel punto si potrà anche invocare un’altra traduzione della clausola attivata ieri: «Clausola generale di fuga» dai trattati spazzati via da questa emergenza.