Lavoro

Lavoro: Per Inca, la nuova legge sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro è utile, ma si poteva fare di più.

Dal 26 giugno è in vigore il Decreto n.80 “Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro” , organicamente inserito nel complesso di Decreti denominati “jobs act” che stanno modificando profondamente, e non in senso positivo, la legislazione a tutela del lavoro. 

Le principali novità sono le seguenti:

• Estensione del congedo parentale fino ai dodici anni del figlio.

• Possibilità di utilizzo del congedo a ore oppure utilizzo del part-time in alternativa al congedo.

• Recepimento nella legge di alcune sentenze della Corte Costituzionale come la possibilità per la madre di rimandare il congedo in caso di ricovero del neonato, la previsione del congedo di paternità in caso di morte o grave malattia della madre, il diritto dei padri di sostituirsi alla madre a determinate condizioni.

• Realizzazione dell’equiparazione della maternità e paternità biologica a quella adottiva e affidataria per incentivarle.

• Possibilità di superare i cinque mesi di astensione obbligatoria in caso di nascita prematura.

• Equiparazione del lavoro subordinato con quello parasubordinato, autonomo e la libera professione su molteplici aspetti della nuova normativa.

• Possibilità di ottenere un congedo fino a tre mesi per donne vittime della violenza di genere, frutto delle lotte e delle denunce del movimento delle donne e del sindacato.

Quelli descritti sono gli aspetti positivi ai quali però se ne deve aggiungere un altro di segno opposto qual è l’introduzione di un massimale per l’accredito dei contributi figurativi che potrà incidere negativamente sulle posizioni previdenziali delle donne, soprattutto quelle che avranno più maternità. 

Ci sono poi le occasioni mancate come non aver reso organica questa nuova legge con il Testo Unico Dlgs n. 151/2001; non aver ricompreso in un unico provvedimento tutte le misure attualmente in vigore come il bonus bebè, rendendo stabili e continuativi nel tempo tutti i provvedimenti; non aver integrato le norme per combattere il conosciuto e purtroppo diffuso fenomeno delle “dimissioni in bianco” , nostro cavallo di battaglia.  

È’ rimasto invariato l’unico giorno di congedo obbligatorio per i padri che risulta assolutamente inadeguato e carente sul piano della genitorialitá condivisa. 

Inoltre, la donna viene indicata, nella legge, come la principale destinataria delle misure di conciliazione trascurando il tema della promozione della paternità e della condivisione dei genitori nell’accudimento.

Su proposta della Cgil e dell’Inca, siamo riusciti  a inserire nella nuova legge la norma che consente alle famiglie meno abbienti di mantenere la possibilità di ottenere che il congedo parentale possa essere retribuito al 30% fino al compimento degli otto anni del bambino. 

Attendiamo ora la circolare applicativa dell’Inps che renderà pienamente applicabili le norme e fugherà gli ultimi dubbi interpretativi. Come sempre il Patronato Inca, con i suoi sportelli diffusi su tutto il territorio nazionale, è a disposizione delle madri e dei padri per accompagnarli e tutelarli nei loro diritti individuali.

Lavoroultima modifica: 2015-07-20T19:47:28+02:00da vitegabry
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