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Rapporto Eurispes: le piaghe del “paziente Italia” sono disoccupazione e sfiducia nel futuro

“La cartella clinica del paziente Italia è piena zeppa di diagnosi gravi, come la disoccupazione e la sfiducia verso le istituzioni e il futuro”. Sono le parole del presidente di Eurispes Gian Maria Fara pronunciate in occasione della presentazione del Rapporto Italia 2015, che traccia un quadro a tinte fosche del nostro paese. 

Secondo lo studio, l’erosione del potere d’acquisto dei redditi delle persone è ormai un dato di fatto per 7 italiani su 10 (71,5%), che hanno visto nell’ultimo anno diminuire nettamente o in parte la capacità di affrontare le spese con le proprie entrate. A mutare non sono solo i modelli di consumo che si esprimono con la contrazione degli acquisti indirizzati al superfluo (tempo libero, pasti fuori casa, parrucchiere, estetista, ecc.) ma anche i modelli di acquisto (e-commerce e mercato dell”usato). Ci si rivolge più spesso a punti vendita economici come grandi magazzini, mercatini, outlet (lo fa l’84,5% contro il 75,3% dello scorso anno) e si rimandando gli acquisti ai saldi (l’88,2% vs l’82,9%).

L’81,7% cambia marca di un prodotto alimentare se più conveniente (+5,8). È aumentata di ben 13 punti la percentuale di chi si è rivolto ai discount (70,9%) per la spesa alimentare. I tagli si riflettono anche sugli articoli tecnologici, l’80,1% (+8,5), quelle per la benzina, con un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici (41,6%), quelle dedicate agli animali domestici (49,5%), per la baby sitter (53,5%) e per i collaboratori domestici (60,8%). 

Il 44,2% dei consumatori fa sempre più riferimento al mercato dell’usato (+18,3%), il 48,8% (+4,8) ha dichiarato di aver effettuato acquisti online per ottenere sconti e aderire ad offerte speciali. Il dato sui tagli sulle spese mediche (32,3%) va di pari passo con l’aumento delle rateizzazioni per coprire i costi per curarsi (46,7%,+24,3%).

L’aumento della povertà viene confermata anche dalla riduzione del numero delle famiglie che si rivolgono ai punti “compro oro” per arrotondare, forse perché non hanno più niente da vendere. In una nota, infatti, Eurispes sottolinea come il progressivo esaurimento dei preziosi in possesso delle famiglie è confermato dall’andamento del dato riferito a quanti si sono rivolti ad un compro-oro: il fenomeno aveva conosciuto un’impennata (passando dall’8,5% del 2012 al 28,1% del 2013) di quanti avevano dichiarato di vendere i propri beni preziosi ai ”compro oro”. Nell’indagine del 2014 la percentuale aveva subìto una contrazione di quasi 10 punti attestandosi al 18,7%, che prosegue nel 2015 fino al 13,9%. In aumento anche il rischio usura e il numero di quanti riferiscono di avere chiesto nell’ultimo anno soldi in prestito da privati (non parenti/amici) non potendo accedere a prestiti bancari: dal 10,1% al 15,5% di quest’anno. Peraltro, va considerato – avverte Eurispes – che una domanda ”sensibile” ha un tasso di risposta atteso più basso di quanto effettivamente non sia la realtà.

Nel rapporto vengono indicati gli impiegati, i liberi professionisti, ma anche i pensionati, tra quelli che si sono rivolti agli strozzini negli ultimi cinque anni: il 52% persone con un reddito fisso, le famiglie della porta accanto, secondo la Federazione delle associazioni antiracket e antiusura. Inquietante il crescente fenomeno dell’usuraio della “scrivania a fianco” – rimarca Eurispes -, cioè  dei cosiddetti colletti bianchi che prestano soldi a strozzo a colleghi in difficoltà.

Se il presente è incerto, il futuro non è roseo, dice lo studio. Quasi 9 italiani su 10 (88,1%) ritengono che la situazione economica del nostro Paese sia peggiorata nel corso dell’ultimo anno e i pessimisti rispetto ad una eventuale ripresa, nel corso di quest’anno continuano ad aumentare (+10,1%: 55,7%, erano il 45,6% nel 2014). Circa un terzo del campione (33,9%) pensa invece che la situazione resterà stabile (36,4% le risposte raccolte lo scorso anno). 

Sono ben pochi, quindi, gli ottimisti: solo per il 4,6% la situazione migliorerà contro l’8,2% di chi lo scorso anno manifestava sicurezza in questo senso. In questo quadro poco edificante, aumentano gli italiani che andrebbero a vivere all”estero (45,4%), un dato in aumento rispetto alle precedenti indagini (40,6% nel 2011 e 37,8% nel 2006). I più propensi a espatriare sono gli studenti (quasi il 65%), ma anche la maggioranza di coloro che sono in cerca di una nuova occupazione (59,8%) e la gran parte di chi è alla ricerca del primo impiego (52,7%).

Secondo il Rapporto, la ricerca di maggiori opportunità di lavoro (32,1%) è la motivazione più sentita per la quale si è disposti a cambiare vita e paese. La seconda ragione è quella che vede nell’espatrio più opportunità per i figli (12,2%), seguita dalla ricerca di maggiori garanzie sul futuro (9,6%). Il 39,5% degli italiani ritiene il vivere in Italia una sfortuna. Nel 2012, di fronte alla stessa domanda, la percentuale dei pessimisti era decisamente più bassa (26%); si delinea, quindi, un aumento del 13,5%.

Complessivamente, i dati appaiono come una conferma del fatto che oggi le condizioni di vita nel nostro Paese sono più difficili rispetto al passato; una situazione che si riflette inevitabilmente nell’aumento della sfiducia verso le istituzioni, il governo e soprattutto il Parlamento (per sette sette italiani su dieci, pari al 69,4%); un buon grado di consenso, il 45,3%, va al presidente della Repubblica uscente Giorgio Napolitano. Il governo raccoglie un tasso di fiducia al 18,9%, mentre il parlamento al 6%.

Eurispesultima modifica: 2015-02-02T17:45:45+01:00da vitegabry
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