Archivi giornalieri: 21 dicembre 2014

dall’Osservatore Romano

​L’abbraccio degli ultimi

 
 

20 dicembre 2014

 
 

 

La testimonianza di pace che, da gennaio, Letizia, Marcello e Carlo porteranno per le strade di Bagdad e l’accoglienza agli ultimi nelle tre nuove case appena aperta in Cameroun, Nepal e Grecia. Ecco i due regali di Natale che la comunità Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, ha presentato a Papa Francesco sabato mattina 20 dicembre durante l’incontro nell’aula Paolo VI.

Ma il vero, grande, dono è stato l’abbraccio di questo «popolo dei poveri e degli ultimi» che vede insieme emarginati, disabili, persone che hanno vissuto sulla loro pelle i drami della prostituzione, del carcere, della droga. E stamani, davanti a Francesco, sono stati Joy, una ragazza nigeriana di ventisei anni che è stata costretta a prostituirsi, e una famiglia rom «a dare voce alle tante storie di dolore che diventano speranza».

Senza giri di parole, Joy ha raccontato di essere stata venduta dal padre e accompagnata, con l’inganno, nella periferia di Torino. Costretta da suoi aguzzini a vendere il suo corpo per strada, «dopo un anno e mezzo sono rimasta incinta e i miei sfruttatori voleva farmi abortire: mi sono opposta con tutta me stessa». Quella bambina, però, è diventata un’ulteriore arma di ricatto nelle mani di chi teneva Joy prigioniera. Ma quando ha capito che anche la piccola era in pericolo, la donna ha deciso di scappare chiedendo aiuto a Luca, un volontario della comunità Giovanni XXIII che da due anni le proponeva di cambiare vita andandola a trovare per strada e pregando con lei il rosario. «Oggi lavoro come assistente a una persona disabile — ha raccontato Joy — e ho una casa dove vivo con mia figlia».

Ed è stata, poi, un pugno allo stomaco alla superficialità anche la testimonianza di Daniele Dragutinovic, accompagnato dalla moglie Mira con i figli Natasha, Walter, Marcela, Miriam e Valeria. Questa famiglia rom ha vissuto in campi di periferia pieni di fango e in mezzo ai topi e ammassati in macchina in un parcheggio. Senza servizi di nessun genere. Daniele non nasconde di essere pure finito in carcere e ammette: «Io andavo a rubare per dare da mangiare ai miei bambini e mia moglie leggeva la mano». Anche per loro, proprio come è accaduto a Joy, è stato l’incontro con un volontario della comunità Giovanni XXIII a segnare la svolta decisiva. Ora questa famiglia ha trovato un posto fisso per vivere nel Villaggio della gioia a Forlì.

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Il Papa ‘silura’ Bertone

Il Papa ‘silura’ Bertone, cardinale Tauran nuovo Camerlengo

Agenzia Giornalistica ItaliaAgenzia Giornalistica Italia – 6 ore fa

 

  • (AGI) - CdV, 21 dic. - Il cardinale Tarcisio Bertone non e' piu' il Camerlengo di Santa Romana Chiesa: Papa Francesco ha nominato la suo posto il cardinale Jean Louis Tauran, storico ministro degli esteri di San Giovanni Paolo II ed attuale presidente del dicastero per il dialogo interreligioso.Visualizza foto(AGI) – CdV, 21 dic. – Il cardinale Tarcisio Bertone non e’ piu’ il Camerlengo …

(AGI) – CdV, 21 dic. – Il cardinale Tarcisio Bertone non e’ piu’ il Camerlengo di Santa Romana Chiesa: Papa Francesco ha nominato la suo posto il cardinale Jean Louis Tauran, storico ministro degli esteri di San Giovanni Paolo II ed attuale presidente del dicastero per il dialogo interreligioso. Bertone ha compiuto 80 anni il 2 dicembre scorso e dunque non potrebbe entrare in un eventuale Conclave. In qualita’ di protodiacono, e’ stato Tauran ad annunciare l’elezione di Papa Francesco il 13 marzo 2013. E negli ultimi mesi e’ stato molto vicino al nuovo Pontefice soprattutto nell’opera di pulizia da lui avviata nel settore finanziario e in particolare dello Ior. Originario di Bordeaux, il cardinale Tauran ha 71 anni. E’ stato obiettore di coscienza al servizio militare e prima di entrare in seminario ha ottemperato all’obbligo della leva come cooperante culturale francese, insegnando in un collegio cattolico in Libano. Ordinato sacerdote nel 1969, Tauran e’ stato viceparroco a Bordeaux mentre frequentava i corsi di Diritto Canonico presso l’Istituto Cattolico di Tolosa. Trasferito a Roma nel 1973, ha frequentato la Pontificia Accademia Ecclesiastica, ove si forma il personale diplomatico della Santa Sede, e la Pontificia Universita’ Gregoriana, ottenendo la laurea in Diritto Canonico. Dal 1975 e’ al servizio della Santa Sede, assegnato da prima alla Nunziatura Apostolica nella Repubblica Domenicana, nella quale ha collaborato fino al 1979, quando e’ stato trasferito alla Nunziatura Apostolica in Libano, dove e’ rimasto fino al luglio del 1983, quando e’ stato chiamato al Consiglio degli Affari Pubblici della Chiesa. Dal 1990 al 2003 e’ stato alla guida della Sezione per i Rapporti con gli Stati: in questi 13 anni il cardinale Tauran ha compiuto molte missioni all’estero e ha guidato la delegazione della Santa Sede in numerose Conferenze Internazionali. Da San Giovanni Paolo II e’ stato creato e pubblicato cardinale nel Concistoro del 21 ottobre 2003, e contemporaneamente lo ha nominato Bibliotecario ed archivista di Santa Romana Chiesa. Benedetto XVI lo ha poi spostato alla guida del dicastero per il dialogo interreligioso nel giugno 2007. Affetto dal morbo di parkinson e’ ammirato da tutti per l’eroismo con il quale – proprio come San Giovanni Paolo II, continua nelle sue attivita’ apostoliche nonostante le ovvie difficolta’.

IL CAMERLENGO CONSERVA BENI CHIESA E GUIDA SEDE VACANTE  – Il cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa ha l’incarico di amministrare i beni temporali della Sede Apostolica durante la Sede Vacante o mentre il Papa e’ assente, ma deve farlo senza prendere iniziative straordinarie, piuttosto conservandoli. Alla morte del Papa deve certificare il decesso dandone poi comunicazione al cardinale vicario di Roma, al quale ufficialmente spettera’ di renderla nota al popolo. Il camerlengo poi ritira l’anello piscatorio provvedendo che con ogni altro sigillo papale venga infranto. Appone quindi i propri sigilli agli appartamenti papali del Palazzo Apostolico Vaticano, del Laterano e e del Palazzo Pontificio di Castelgandolfo. Da quel momento comincia il periodo della Sede vacante: iniziano i preparativi per i funerali ed i nove giorni consecutivi di lutto dello Stato (novendiali); successivamente vengono avviati i lavori del Conclave per eleggere il nuovo Papa, attraverso le Congregazioni Generali che sono pero’ presiedute dal cardinale decano (dal 2005 e’ Angelo Sodano, oggi 87enne). Durante la Sede vacante lo stemma del camerlengo, pur rimanendo con trenta fiocchi rossi (come per tutti i cardinali), e’ sormontato dal gonfalone papale (o basilicale), attraversato dalle chiavi pontificie, sopra il consueto galero (il cappello cardinalizio) Il camerlengo durante questo periodo ha anche facolta’ di battere moneta che, pur avendo corso legale, non si trovera’ mai in circolazione, essendo destinata esclusivamente all’acquisto da parte dei collezionisti; su di essa sono riportati il suo stemma, la dicitura “Sede vacante” e, in latino, l’anno di conio o millesimo. (AGI) 

Rifondanews

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Auguri per un 2015 di lotta

Rifondazione Ccomunista

Tanti auguri di buone feste a tutte/i noi, compagne/i! L’austerità distrugge le vite, nel 2015 distruggeremo l’austerità!  

Sabato 20 dicembre mobilitazione antifascista a Milano

Rifondazione Ccomunistail PRC aderisce al presidio (Sabato 20 dicembre ore 14.00 Piazzale della Camera del lavoro di Milano) e si mobilita a fianco della Camera del Lavoro con tutti gli antifascisti milanesi, per respingere l’ennesima provocazione fascista. Si vieti il raduno di Forza Nuova. I gruppi consigliari del centro sinistra di P.zzo Isimbardi sede della Città Metropolitana,

Il GUE/NGL saluta la fine del gelo tra Usa e Cuba

Rifondazione Ccomunista

di Gabi Zimmer Noi fortemente diamo il benvenuto il rilascio degli altri tre membri dei “Cuban Five”. Questo rappresenta una vittoria per la campagna di solidarietà che si è espressa in tutto il mondo, incluso il Parlamento Europeo, dove il GUE/NGL ha giocato un’importante ruolo. Noi salutiamo anche il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra gli

I Cinque e i primi passi verso la fine del “bloqueo”

Rifondazione Ccomunista

di Maite Mola – Il Partito della Sinistra Europea (EL) accoglie con favore la liberazione dei tre combattenti cubani che facevano parte dei Cinque cubani incarcerati negli Stati Uniti 16 anni fa con l’accusa di spionaggio. Per anni è stata condotta una intensa campagna internazionale per la libertà dei ‘cinque’, nella quale la Sinistra Europea

Per il Partito Comunista USA una giornata da celebrare

Rifondazione Ccomunista

dichiarazione del National Committee del Partito Comunista USA Una giornata da celebrare: gli Stati Uniti annunciano legami normali con Cuba Storico. Sconvolgente. Mozzafiato. Tutte queste parole descrivono l’annuncio del presidente Obama e del presidente cubano Raul Castro di avviare la normalizzazione delle relazioni tra i nostri due Paesi. Questo ha ramificazioni enormi per le relazioni

 
 

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INPS: circolari e messaggi

 


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Le inviamo gli ultimi Messaggi Hermes pubblicati sul sito www.INPS.it > Informazioni > INPS comunica > normativa INPS: circolari e messaggi

 

>>> Titolo:  Circolare numero numero 171 del 18-12-2014
Contenuto:  Riforma ISEE. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 dicembre 2013, n. 159.
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Circolare numero numero 170 del 16-12-2014
Contenuto:  Nuovo assetto organizzativo per la Direzione provinciale ad elevata dimensione di Napoli .
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Circolare numero numero 169 del 16-12-2014
Contenuto:  Corresponsione di voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting, oppure di un contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati in alternativa al congedo parentale (art. 4, comma 24, lett. b) legge 28 giugno 2012, n. 92). Disposizioni per il biennio 2014-2015
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Messaggio numero numero 9675 del 15-12-2014
Contenuto:  obbligo dell?unicità della posizione contributiva aziendale. Differimento del termine.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Messaggio numero numero 9674 del 15-12-2014
Contenuto:  rimborso spese per aggiornamento professionale ai medici iscritti nelle liste speciali istituite presso l?Inps ? articolo 3, comma 5, del decreto ministeriale 8 maggio 2008 ? anno 2014.
Tipologia:  MESSAGGIO

Quarta Domenica di Avvento

Quarta Domenica di Avvento

Nome: Quarta Domenica di Avvento
Ricorrenza: 21 dicembre

La festa della Sacra Famiglia ci ricorda che la nascita del Salvatore avviene in un contesto familiare in cui viene accolto il mistero del Dio fatto uomo. Attraverso il grembo di Maria e le cure di Giuseppe, Gesù diviene membro dell’umana famiglia (Preghiera Colletta) e rivela il senso profondo della vita quale “dono” e “mistero” che ha in Dio la sua sorgente e il suo culmine. La Presentazione di Gesù al Tempio dipinta da Giovanni Bellini e conservata a Venezia, presenta il momento culminante del racconto evangelico in cui si narra che i genitori di Gesù, trascorsi i quaranta giorni dal parto, portarono il bambino al Tempio di Gerusalemme per presentarlo al Signore (cf. Lc 2,22-35). I personaggi sono dipinti su uno sfondo scuro e a mezzobusto, separati dall’osservatore soltanto da una finta cornice di marmo alla quale la Madonna appoggia il gomito destro. Il modello seguito dall’artista sembra essere quello di alcune epigrafi funerarie romane. Questa sensazione è confermata e accentuata dalla figura del bambino Gesù che è avvolto in fasce, simile a un defunto, e che ha il capo coperto da un cappuccio rosso, probabile simbolo della passione. Al centro Bellini dipinge Maria, Giuseppe e il vecchio Simeone. Per conferire profondità alla scena e meglio organizzare lo spazio, l’artista dipinge il Bambino come appoggiato su un davanzale, un possibile riferimento all’altare e al sepolcro. Il silenzio avvolge la scena, fatta di contemplazione e di consapevolezza. Dagli sguardi che si scambiano la Madonna e il vegliardo Simeone si coglie il contenuto del loro dialogo: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace…e anche a te una spada trafiggerà l’anima” (cf. Lc 2,29.35). Maria e Giuseppe partecipano alla passione del Figlio e accogliendolo si fanno essi stessi strumenti docili per la realizzazione della salvezza; con la loro obbedienza, poi, pongono sull’altare del sacrificio le loro esistenze come oblazione santa e gradita a Dio.

I genitori portavano il bambino Gesù al Tempio per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo. Essi adempiono ogni cosa secondo la Legge del Signore perché pienamente coscienti di essere essi stessi parte di una grande storia di salvezza, depositari di un dono e custodi di un mistero più grande di loro. «Maria e Giuseppe – ha detto papa Francesco nell’ottobre del 2013 rivolgendosi alle famiglie venute in pellegrinaggio a san Pietro per l’anno della fede -, sono la Famiglia santificata dalla presenza di Gesù, che è il compimento di tutte le promesse». Le famiglie cristiane, continuava, così come la famiglia di Nazareth, sono inserite nella storia di un popolo e sono custodi di una memoria. Ciascuna famiglia se ha Gesù al centro, mantiene la memoria della sua origine divina, la comunione trinitaria, della sua missione nel mondo, cioè essere sacramento dell’amore di Dio per l’uomo, e della sua destinazione, ovvero la partecipazione escatologica alla vita divina del Padre, del Figlio e dello Spirito.
Bellini, investigando con molte sfumature il tema dell’amore tra la Madre e il Figlio, dipinge Maria la quale tiene stretto a sé quel Figlio che tuttavia consegna alle mani del sacerdote perché si compia la volontà di Dio. Anche Giuseppe, in secondo piano, assiste al passaggio di Gesù dalle mani della Madonna a quelle del sommo sacerdote, in un gesto che esprime la consegna del Figlio da parte del Padre e la consegna del Figlio al Padre e al mondo sulla croce. Lo sfondo scuro favorisce l’assoluta concentrazione dello sguardo sui personaggi raffigurati. Nessun elemento architettonico o paesaggistico può distrarre dall’evento che in quell’istante si sta compiendo. L’artista riesce a rendere la forte umanità che si palesa nei gesti, nella posizione dei volti e soprattutto negli sguardi che si scambiano i diversi personaggi.

Maria e Giuseppe, in particolare, chinano il capo dinanzi al mistero. Sono consapevoli di ciò che Dio chiedeva loro e senza indugio, con la trepidazione del cuore e con l’adesione dello spirito, pronunciano il loro sì a Dio. Tutto ciò riceve nuova luce se rileggiamo il n. 23 della Relatio Synodi della recente assemblea generale del Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia: «La Santa Famiglia di Nazareth ne è il modello mirabile, alla cui scuola noi “comprendiamo perché dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo” (Paolo VI, Discorso a Nazareth, 5 gennaio 1964). Il Vangelo della famiglia, nutre pure quei semi che ancora attendono di maturare, e deve curare quegli alberi che si sono inariditi e necessitano di non essere trascurati

fonte:chiesacattolica.it

Il manifesto


Cubani, festeggiamo la vittoria

—  Luciana Castellina, 18.12.2014

Cuba © Reuters

 

Merito di Fran­ce­sco? Merito di Obama? Merito di Raul? Cer­ta­mente anche di Oli­ver Stone, che ha mostrato col suo film-intervista su Fidel un volto del regime diverso da quello dipinto dall’encomiabile blo­guera Yoani San­chez che diceva di amare il suo paese ma ora è furiosa per­ché dopo più di mezzo secolo si è libe­rato della peg­giore male­di­zione che l’ha col­pito: l’embargo. Ulte­rior­mente ina­sprito nei ’90 pro­prio da un depu­tato di ori­gine ita­liana, il fami­ge­rato pre­si­dente della com­mis­sione esteri del Con­gresso Usa, Tor­ri­celli (della tar­ghetta col suo nome – ora posso con­fes­sarlo — mi impa­dro­nii una volta, men­tre ero in visita uffi­ciale con una dele­ga­zione euro­pea a Washing­ton, e ne feci dono, come fosse uno scalpo, a Fidel!).

Merito, direi — se si è arri­vati a que­sto esito — soprat­tutto del popolo cubano, della sua paziente tenuta, anche se «non è stato, né è tut­tora, facil» (come lì si dice), attra­verso dif­fi­coltà enormi, soprat­tutto quando crollò l’Urss da cui, per via dell’embargo, dipen­deva in tutto e per tutto.

Dico merito per­ché que­sto popolo cubano ha patito, ha bor­bot­tato con­tro il suo regime, parec­chi hanno cer­cato for­tuna scap­pando in Flo­rida, ma alla fin fine non si è mai pre­stato a chi avrebbe voluto insor­gesse per affos­sare quanto era nato dalla sua rivo­lu­zione. Per­ché è bene ricor­dare che nel frat­tempo sono crol­lati tutti i regimi est-europei dell’orbita sovie­tica, che ave­vano poli­zie e ser­vizi segreti ben più potenti di quelli dell’Avana e ave­vano anche alle spalle, quando il Muro è caduto, un’Unione sovie­tica ancora in con­di­zione di fre­nare la con­te­sta­zione, men­tre a Cuba non è accaduto.

Per­ché chiun­que sia stato in quell’isola sa bene che in car­cere c’è pro­por­zio­nal­mente assai meno gente che negli Stati Uniti; che se i tanti, con­sueti, affol­la­tis­simi raduni dell’Avana per un con­certo o per l’arrivo del papa o per i tanti festeg­gia­menti che in un paese così festa­iolo come Cuba sono all’ordine del giorno non si sono tra­sfor­mati in espli­cita pro­te­sta non è per­ché la poli­zia l’ha impe­dito, bensì per via dell’orgoglio per la pro­pria indi­pen­denza dal grande vicino del Nord e per la rivo­lu­zione che ne è stata l’artefice, e anche per il per­du­rante rispetto – e affetto – per Fidel.

Ci sono stati, certo, malu­mori, disaf­fe­zione, enormi disagi, ma il paese in buona sostanza ha tenuto. Nono­stante tutti i suoi difetti, che avremmo certo voluto fos­sero cor­retti e non lo sono stati per errori, rigi­dità, e tutte le male­dette assurde osses­sioni dei socia­li­smi sto­ri­ca­mente rea­liz­zati. Molti, biso­gna ben dirlo, moti­vati da uno sche­ma­tico ma com­pren­si­bile fana­tico per­se­gui­mento dell’eguaglianza a tutti i costi del castri­smo. E per­ciò un monte di divieti per impe­dire che ogni pic­cola libe­ra­liz­za­zione creasse squi­li­bri nel red­dito, che chi opera nel turi­smo gua­da­gnasse con le mance più del grande chirurgo.

Pesante è stata soprat­tutto la con­di­zione degli intel­let­tuali, e però negli ultimi tempi assai meno gra­vosa: dalla grande scuola di cinema cubana, a lungo pre­sie­duta da Gar­cia Mar­quez, sono usciti film straor­di­nari; il migliore scrit­tore del paese, Leo­nardo Padura Fuen­tes, pub­blica volumi non certo orto­dossi e scrive per­sino sul nostro mani­fe­sto. Al festi­val di Vene­zia quest’anno è stato pro­iet­tato un film di Can­tet che rac­conta di un gruppo di amici, intel­let­tuali appunto, che si ritro­vano su una ter­razza all’Avana in occa­sione della visita di un loro amico che molti anni prima aveva scelto di non tor­nare in patria. Una pel­li­cola molto cruda e ine­so­ra­bile verso le per­se­cu­zioni e i divieti impo­sti alla crea­zione arti­stica. E però quando arri­vano i titoli di coda si sco­pre che il film è stato girato con il soste­gno della Icae, l’organismo sta­tale cubano.

«Somos todos ame­ri­ca­nos» – ha detto Obama annun­ciando la fine dell’embargo. Una frase a dop­pio senso: una ripro­po­si­zione degli Stati Uniti come parte inte­grante di un con­ti­nente uni­ta­rio e omo­ge­neo, che vuol nascon­dere i drammi, anti­chi e recenti, pro­dotti dalla «dot­trina Mon­roe» (fra cui i ten­ta­tivi di intro­durre, anche in que­sto momento, in un’area così eco­no­mi­ca­mente squi­li­brata ogni sorta di trat­tato di libero scam­bio ) ma anche una verità: se Cuba ha tenuto in que­sto mezzo secolo è anche pro­prio per via degli altri ame­ri­cani, quelli del Sud, che l’hanno sem­pre amata, così che nem­meno i loro governi più di destra hanno mai osato uni­for­marsi alla poli­tica di Washing­ton verso l’isola.

Troppo popo­lare, infatti, in Ame­rica latina, la rivo­lu­zione cubana. È ben diversa la per­ce­zione di Cuba da quella parte del mondo rispetto a quella che se ne ha nel nostro occi­dente. Da lì Cuba appare il para­diso: pochi beni di con­sumo, è vero, ma un ottimo sistema sani­ta­rio nazio­nale, un’elevatissima, uni­ver­sale e gra­tuita sco­la­riz­za­zione, le città popo­late all’ora di uscita dalle scuole di una mol­ti­tu­dine di bam­bini e ado­le­scenti in divisa verde, simili a quelli che escono dai pri­va­tis­simi isti­tuti lon­di­nesi. Povertà, sì, ma non mise­ria, non fame. Non è poco in quel con­ti­nente delle mise­ra­bili fave­las.

Pro­prio dalla nuova forza rag­giunta da molti paesi del cono Sud è del resto venuta la spinta che ha pro­ba­bil­mente indotto Washing­ton a cam­biare linea. Anche con­cre­ta­mente: a pochi chi­lo­me­tri dall’Avana si sta costruendo, con il mas­sic­cio aiuto del Bra­sile, un immenso porto com­mer­ciale. Ser­virà per acco­gliere le gigan­te­sche navi-container che non pos­sono attrac­care alle sponde meri­dio­nali degli Stati Uniti per­ché que­ste man­cano di fon­dali suf­fi­cien­te­mente pro­fondi. Fino ad oggi dove­vano fare il giro per Panama fino al Paci­fico, ora da Cuba potranno par­tire imbar­ca­zioni più pic­cole per smi­stare il com­mer­cio tran­sa­tlan­tico. Vigente l’embargo, l’America non potrebbe appro­fit­tare del rile­van­tis­simo taglio dei costi che il nuovo porto consentirà.

Non sarà tutto facile ora che l’embargo può finire: la sua­siva inva­sione del mer­cato e il fascino dei beni di con­sumo di cui finora i cubani sono stati privi, i pri­vi­legi che potranno esser facil­mente otte­nuti da chi si farà nell’isola stru­mento di un’aggressione meno vio­lenta ma più peri­co­losa di quella della Baia dei porci, cree­ranno non pochi guai. Non ci resta che spe­rare nell’intelligenza della lea­der­shipcubana.

Per ora però brin­diamo alla vit­to­ria, per­ché di vit­to­ria in una lunga guerra di resi­stenza, si tratta. Imma­gino che a Cuba oggi si fac­cia festa, i cubani sono bra­vis­simi a far festa: ricordo la tri­ste Mosca quando per la prima volta a una con­fe­renza gio­va­nile arrivò la prima dele­ga­zione della rivo­lu­zione e tutti ci dicemmo: final­mente un socia­li­smo alle­gro! Cuba ci ha affa­sci­nato anche per que­sto. Quanto a Obama, lo pre­fe­riamo quando è ana­tra zoppa.