Archivi giornalieri: 1 dicembre 2014

Accesso area riservata Inps – Servizi ex Inpdap

Accesso area riservata Inps – Servizi ex Inpdap

Per accedere all’Area Riservata Inps > Servizi ex Inpdap è necessario essere in possesso di un PIN, cioè un codice segreto di identificazione personale.

Il PIN può essere di tipo “on line” o di tipo “dispositivo”.

Il PIN on line non è sufficiente per completare l’iter procedurale di alcuni servizi telematici, per i quali è invece richiesto l’utilizzo del PIN dispositivo.

Il PIN dispositivo è stato istituito per garantire maggiore sicurezza sull’identità del richiedente; a differenza del PIN on line, il PIN dispositivo viene rilasciato solo dopo che l’utente sia stato identificato o abbia inviato copia di un documento di riconoscimento.

Al fine di semplificare l’accesso ai servizi telematici, a partire dal 1° marzo 2013 il numero di caratteri che compongono il PIN è stato portato da 16 a 8. Il PIN iniziale, fornito in fase di assegnazione di un nuovo PIN o di ripristino per smarrimento, continua ad essere composto da 16 caratteri.
Al primo accesso con tale PIN, l’utente è invitato a generarne un nuovo composto di soli 8 caratteri. Tutti i successivi accessi sono effettuati con PIN di 8 caratteri.
Gli utenti già dotati del PIN di 16 caratteri possono continuare ad utilizzarlo sino alla modifica periodica, allorché saranno guidati per la generazione di uno di 8 caratteri.

Il PIN si può richiedere:

  1. presso gli sportelli delle sedi Inps (PIN dispositivo);
  2. on line, sul sito www.inps.it, attraverso la procedura “PIN online”> “Richiedi PIN”(vedi Collegamenti (solo PIN on line);
  3. tramite Contact Center Inps chiamando il numero verde 803 164; per le chiamate da telefoni cellulari è disponibile il numero 06 164164, a pagamento in base al piano tariffario del gestore telefonico del chiamante;
  4. con l’attivazione del PIN preassegnato da Inps, i cui primi otto caratteri sono trasmessi all’utenza tramite lettera, in occasione di comunicazioni periodiche (solo PIN on line).

1 – Richiesta di PIN dispositivo presso gli sportelli delle sedi Inps

Le sedi Inps rilasciano immediatamente il PIN: l’utente compila e consegna allo sportello il modulo (vedi Documentazione), e l’operatore, effettuate le necessarie verifiche, consegna una busta chiusa contenente il PIN già attivo.
Anche le sedi Inps – Gestione Dipendenti Pubblici (con alcune temporanee eccezioni) rilasciano il PIN.

Il PIN rilasciato presso gli sportelli delle sedi è di tipo dispositivo.

2 – Richiesta di PIN on line attraverso il sito www.inps.it

Attraverso la procedura “PIN online” > “Richiedi PIN” del sito www.inps.it (vedi Collegamenti) è possibile ottenere il PIN on line.

L’utente registra i propri dati, tra cui telefono e mail. La richiesta viene sottoposta a un processo automatico di verifica dell’indirizzo di residenza. Se l’indirizzo è validato, i primi otto caratteri vengono rilasciati via e-mail o Sms, mentre i restanti otto caratteri sono spediti all’indirizzo di residenza attraverso il servizio postale.

Il PIN rilasciato con questa modalità è di tipo on line.

3 – Richiesta di PIN on line attraverso il Contact Center Inps

Il PIN on line può inoltre essere ottenuto telefonando al numero verde 803 164; per le chiamate da telefoni cellulari è disponibile il numero 06 164164, a pagamento in base al piano tariffario del gestore telefonico del chiamante. L’operatore del Contact Center registra i dati forniti dall’utente (identità, residenza, dati della tessera sanitaria) e comunica telefonicamente i primi otto caratteri del PIN; i restanti otto caratteri sono spediti all’indirizzo di residenza attraverso il servizio postale.

Il PIN rilasciato con questa modalità è di tipo on line.

4 – Attivazione di PIN on line preassegnato

Ricevuta una lettera con i primi otto caratteri del PIN, in occasione di comunicazioni periodiche dell’Istituto, l’utente può ottenere i restanti otto caratteri attraverso la procedura “PIN online” > “Attiva PIN” del sito www.inps.it (vedi Collegamenti).

La procedura richiede i dati contenuti nella tessera sanitaria. Terminata la procedura, l’utente riceverà i restanti otto caratteri via e-mail o Sms.

Il PIN rilasciato con questa modalità di tipo on line.

Conversione del PIN on line in PIN dispositivo

A differenza del PIN rilasciato dalla sede, che è di tipo dispositivo, il PIN ottenuto attraverso le altre modalità è di tipo “online”. 

La procedura “PIN online” >“Converti PIN” disponibile sul sito Inps (vedi Collegamenti) consente di convertire il PIN on line in PIN dispositivo: l’utente, sottoscritto il modulo di richiesta e digitalizzato il documento di riconoscimento, li invia all’Inps utilizzando l’apposita procedura “Converti PIN”.

In alternativa, il modulo e la copia del documento possono essere consegnati ad una sede Inps o inviati via fax al Contact Center Inps 800 803 164.

Completate le verifiche, il PIN on line viene convertito in PIN dispositivo.

Amministrazioni, Patronati e Personale Inps – Gestione Dipendenti Pubblici

Nulla è variato per l’accesso all’ Area Riservata dedicata alle Amministrazioni, ai Patronati e al Personale Inps – Gestione Dipendenti Pubblici.

Figli di scritti o di pensionati

I figli e orfani maggiorenni di iscritti e pensionati per presentare domande on line di partecipazione a concorsi i accedono direttamente ai Servizi telematici disponibili nell’Area Riservata. Prima di richiedere il PIN per l’accesso i concorrenti devono innanzitutto richiedere l’iscrizione nella banca dati dell’Istituto. Infatti essere in possesso del PIN senza essere correttamente registrati nella banca dati come figlio di iscritto o pensionato non permette l’accesso alle applicazioni che consentono l’invio delle domande on line.

Informazioni dettagliate nella pagina Servizi in linea > Figli di Iscritti e di Pensionati di questo sito (Vedi Sezione di riferimento).

 


Leggi questo articolo in formato PDFTorna suall’inizio del contenuto.

 

Patronati

Tagli ai patronati – Inps Fermo, una norma irragionevole …

Nell’ordine del giorno approvato dal Comitato provinciale Inps di Ferno  si legge che “… dal confronto tra l’entità dei tagli proposti e i livelli minimi di servizio, richiesti dalla legge, emerge la completa irragionevolezza della norma. Il taglio lineare del finanziamento infatti non è possibile ad invarianza di attività offerte; a maggior ragione in presenza di una richiesta di ampliamento della copertura territoriale del servizio, parte di un processo di riforma avviato ad essere affidato a privati o a richieste a pagamento (…).

“Questa norma – prosegue il documento – avrà un forte impatto sui cittadini in termini di capacità di accesso alle prestazioni nonché sull’Inps stesso per la diminuita capacità di far fronte alle richieste dei cittadini che inevitabilmente si riverseranno sugli sportelli del medesimo, per l’incidenza sul futuro dei lavoratori, sull’organizzazione del lavoro, sulla qualità e sulla tempistica dei servizi e delle prestazioni agli utenti (…) con il rischio di gravare anche economicamente sulla parte più debole della popolazione così provata dalla crisi, e tutto ciò porterà alla creazione di uno stato sociale di censo, in cui chi avrà le possibilità economiche per far valere i propri diritti si troverà in vantaggio rispetto a chi non le ha (..)”.

Patronati

Tagli ai patronati – Cepa Torino, il dimezzamento non è sufficiente …

“Il dimezzamento dei tagli al fondo patronati non è sufficiente e rischia di mettere in ginocchio il sistema della tutela gratuita assicurata dagli stessi”. Così inizia il documento elaborato dal Cepa Acli, Inas, Inca e Ital del Piemonte per comunicare che “la partita non è chiusa, la mobilitazione continua, ci auguriamo che il Parlamento riveda l’orientamento del Governo, cancellandone definitivamente i tagli”.

“Per questo motivo, come patronati Cepa di Torino, congiuntamente alle Confederazioni Cgil Cisl Uil e Acli, – continua il testo del comunicato – abbiamo chiesto un urgente incontro al prefetto di Torino per illustrare le motivazioni della nostra lotta e abbiamo, inoltre deciso di indire una manifestazione con volantinaggio e raccolta firme per mercoledì 3 dicembre dalle ore 10 alle ore 12.30 in piazza Castello davanti alla sede della prefettura”.

Inca Cgil

Diritti sociali, il manuale dell’Inca Cgil

Presentazione il 2 dicembre alle ore 15.00 presso la sala Santi della Cgil nazionale

Si terrà domani 2 dicembre a Roma, alle ore 15 presso la sala Santi della Cgil nazionale, la presentazione del Manuale dei diritti sociali a cura dell’Inca Cgil e dell’Associazione Trentin, pubblicato dalla casa editrice Ediesse. Il dibattito sarà introdotto e coordinato da Morena Piccinini, presidente del Patronato Inca.  Interverranno Massimo Cassano (sottosegretario al ministero del Lavoro), David Natali (professore Università di Bologna), Stefano Giubboni (professore Università di Perugia), Fulvio Fammoni (presidente Associazione Trentin), Vera Lamonica (segretario confederale Cgil), Carlo Caldarini (direttore osservatorio Inca su politiche sociali in Europa), Luigina De Santis (già del collegio di presidenza Inca), Franca Gasparri (già del collegio di presidenza Inca).

“La lunga storia dell’Inca Cgil, 70 anni a febbraio 2015, e il costante impegno nella affermazione dei diritti sociali, previdenziali ed assistenziali, espresso dalle tante generazioni di sindacalisti della tutela che si sono susseguite, ha reso il nostro Patronato un agente di diritto fondamentale al fianco dei cittadini, dei lavoratori e dei pensionati, nell’interpretare i nuovi bisogni derivanti da una società in cambiamento, dalla evoluzione del mercato del lavoro e delle sue condizioni, proponendoci sempre nuove frontiere nella tutela e nella rappresentanza sociale. Tutta la evoluzione del welfare del nostro paese è contrassegnata dalle iniziative, dalle elaborazioni, dal contenzioso, dalle battaglie che l’Inca, insieme alla Cgil, ha prodotto”.

“E’ stato un percorso difficile, spesso anche tortuoso, costellato di grandi conquiste in tutti i campi, dalla previdenza alla sicurezza sul lavoro, alla sanità, alla assistenza, ma anche di grandi battaglie nelle tante, troppe occasioni, nelle quali i governi che si sono avvicendati, hanno tentato, a volte riuscendovi, di risanare i bilanci dello Stato attraverso la compressione dei diritti e delle tutele di lavoratori dipendenti e pensionati, partendo proprio dai diritti sociali faticosamente conquistati appena pochi anni prima”.

“Forti di questo impegno abbiamo voluto realizzare un manuale sui diritti che cogliesse il senso più profondo dell’evoluzione legislativa che ha caratterizzato la storia italiana degli ultimi quasi settant’anni, partendo dall’analisi dell’attualità e ripercorrendo a ritroso le principali tappe che hanno significativamente segnato i diversi e profondi cambiamenti sociali e culturali, senza sottacere, però, i condizionamenti, sia positivi che negativi, che l’unificazione europea ha imposto al nostro paese”.

tratto dalla introduzione di Morena Piccinini, presidente Inca Cgil

Patronati

Tagli ai patronati – Inps Ancona, disposizione da stralciare

Nell’ordine del giorno del Comitato provinciale Inps di Ancona si legge che tenuto conto che la norma della legge di stabilità laddove prevede tagli al fondo patronati “… si traduce in un vero e proprio prelievo fiscale a carico dei lavoratori che hanno versato e versano contributi per le finalità di cui all’art. 28 della Costituzione, considerato che l’insieme delle norme proposte comporterà il sostanziale ridimensionamento non solo dei patronati e delle attività ad essi attribuite dalla legge, ma, aspetto ben più grave, presenta aspetti di incostituzionalità in quanto se il patronato non potrà più garantire la stessa capacità operativa verrà meno anche a garanzia costituzionale alla gratuità nell’accesso alle prestazioni che rendono esigibili i diritti sociali (…). Per questo motivo il Comitato provinciale INPS di Ancona invita la direzione centrale dell’Istituto ad intervenire presso il Governo affinché tale disposizione venga stralciata dal provvedimento mediante cancellazione del comma 10 dell’art. 26 della legge di stabilità 2015”.

Pensione di anzianità

Pensione di anzianità in regime sperimentale donne

Precisazioni in merito alle notizie diffuse dagli organi di stampa

Dopo le notizie diffuse in questi giorni da alcuni organi di stampa relative “alla scadenza del 30.11.2014 prevista per le dipendenti del settore privato di avvalersi della possibilità di esercitare l’ opzione per il contributivo ai fini della presentazione delle domande di pensione di anzianità in regime sperimentale donne (legge 243/2004)”, vi precisiamo che non va presentata nessuna domanda preventiva di opzione.

L’accesso a tale prestazione pensionistica, infatti, non presuppone nessuna facoltà di opzione al sistema contributivo, si tratta di una pensione di anzianità che si perfeziona con 35 anni di contributi e 57 anni e 3 mesi di età per le lavoratrici dipendenti (58 e 3 mesi per le autonome) con calcolo contributivo.

Le scadenze riportate dagli organi di stampa si riferiscono alla data ultima in cui perfezionare il diritto a pensione a cui bisogna aggiungere poi il periodo di attesa previsto dalle cosiddette finestre (12 mesi per le lavoratrici che conseguono la pensione nel FPLD; 18 mesi per le lavoratrici che la conseguono nelle GGSS degli autonomi).

Le lavoratrici che intendono avvalersi di tale pensionamento devono presentare specifica domanda solo al momento del pensionamento, secondo le consuete prassi operative in uso.
Pertanto alle lavoratrici che si rivolgono in questi giorni nei nostri uffici, dopo la consueta consulenza in merito al diritto e alla misura della prestazione, verranno forniti chiarimenti in merito ai 

Consiglio Regionale del Lazio – Atti consiliari

Consiglio Regionale del Lazio – Atti consiliari

Per effettuare la ricerca all’interno dell’archivio degli atti consiliari, selezionare dall’elenco sottostante la banca dati desiderata (ad es., “proposte di legge”) e compilare il form che appare, inserendo numero e\o data dell’atto che si cerca nonché gli ulteriori eventuali elementi di cui si disponga. In alternativa, è possibile optare per la ricerca a testo libero. Per gli atti per i quali è possibile la ricerca per Commissione, va inserita nel campo dedicato almeno una parola contenuta nella denominazione della Commissione.
Per effettuare la ricerca sull’intero archivio selezionare la voce ‘TUTTI’.
Si avvisa che i testi degli atti consiliari contenuti nella presente banca dati hanno valore di mera pubblicità notizia e non hanno alcuna valenza legale ed ufficiale. 
Si rammenta che il testo ufficiale degli atti normativi è pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione mentre per gli altri atti occorre fare riferimento agli originali conservati presso gli uffici del Servizio Giuridico, Istituzionale.

Legge di Stabilità 2015

Legge di Stabilità 2015, una manovra di 36 miliardi

16 Ottobre 2014

Il Consiglio dei Ministri n.33 del 15 ottobre 2014 ha approvato il disegno di legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato.

I punti principali della manovra finanziaria di 36 miliardi di euro:

  • Meno tasse per 18 miliardi;
  • Gli 80 euro diventano una misura definitiva;
  • Via gli alibi per chi deve assumere: zero contributi per i contratti a tempo indeterminato;
  • Investimenti nei settori chiave del Paese: scuola, lavoro, giustizia;
  • Riduzione del 70% del patto di stabilità per i Comuni;
  • Più risorse per ricerca e innovazione;
  • Stop alle spese non coperte;
  • Spending review: taglio di 15 miliardi di euro;
  • Recupero e contrasto dell’evasione per 3,8 miliardi e 1 miliardo dalle slot machines;
  • Libertà per i lavoratori dipendenti di avere il TFR in busta paga con zero costi per le imprese.

La manovra è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan.

Per saperne di più