(Esodate – Mobilitate – Licenziate)

La violenza delle istituzioni sulle donne

Assemblea pubblica Esmol (Esodate – Mobilitate – Licenziate)

Un ministro del Lavoro donna ha varato una riforma del sistema pensionistico che penalizza in modo iniquo proprio le donne, in particolare quelle prossime ai sessant’anni  e prive di un lavoro (perché esodate, mobilitate o licenziate), che in base alla precedente normativa sarebbero andate in pensione nell’arco massimo di uno o due anni e che ora dovranno attenderne anche otto/dieci senza stipendio, senza pensione e senza nessuna possibilità di ricollocarsi sul mercato del lavoro, che le ha già e definitivamente espulse, spesso appunto perché donne.

Assenza di reddito significa subalternità, devastazione di progetti di vita personali e familiari e cancella in un colpo le conquiste di cinquant’anni di lotta delle donne per costruire la propria autonomia a partire dal valore del lavoro.

Il Gruppo ESMOL (Donne esodate, mobilitate, licenziate) denuncia questa inaccettabile violenza delle istituzioni e affronta pubblicamente il tema sotto il profilo politico (Maria Luisa Gnecchi, parlamentare del Partito Democratico, componente della Commissione Lavoro della Camera), tecnico (Luigina De Santis, Collegio di Presidenza INCA CGIL), culturale (Amalia Signorelli, antropologa, docente universitaria), dell’informazione (Mirella Marzoli, GIULIA, Giornaliste Unite Libere Autonome), della partecipazione  delle donne (Rosanna Oliva, fondatrice di Aspettare stanca), della speranza futura (Alessandra Tibaldi, responsabile delle Politiche di Genere per Italia dei Valori).

(Esodate – Mobilitate – Licenziate)ultima modifica: 2012-12-03T16:25:00+01:00da vitegabry
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