Archivio mensile:maggio 2012

A Terra Futura … Cresce il welfare, cresce l’Italia

24-05-2012

NEWS

A Firenze il 26 maggio,  con Rossi e Vendola

Rigore e crescita, obiettivi da perseguire insieme: all’indomani del G8 di Camp David, le 35 organizzazioni sociali che danno vita alla rete “Cresce il welfare, cresce l’Italia” scrivono al presidente del Consiglio Monti e chiedono una netta discontinuità nelle politiche sociali del governo.

La lettera verrà presentata e discussa a Firenze sabato 26 maggio, ore 18, nell’ambito di Terrafutura, che si tiene alla Fortezza da Basso. All’incontro pubblico, dal titolo “Caro governo, è l’ora del sociale- La Rete Cresce il welfare, cresce l’Italia presenta le sue proposte”, interverranno, tra gli altri, Enrico Rossi, presidente Regione Toscana e Nichi Vendola presidente Regione Puglia.

“La nostra rete ha organizzato i giorni 1 e 2 marzo una prima Conferenza nazionale a Roma – si legge nella lettera a Monti – le conseguenze dei continui tagli al welfare si sono avvertite già lo scorso anno, ma oggi gli effetti sono disastrosi con gli enti locali che si trovano costretti a ridurre i servizi o ad aumentare le quote di compartecipazione a carico delle famiglie. Eppure la persistente crisi economica richiederebbe maggiori servizi e minori costi a carico delle famiglie”.

Nella lettera si denuncia che il governo Monti ha “continuato a produrre misure disorganiche e inefficaci, rinunciando a definire un quadro strategico di intervento che avesse come base  la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali”.

“Si sta vivendo una situazione paradossale che non si era mai verificata: al pesante aumento delle tasse corrisponde una diminuzione dei servizi e delle tutele”.

Nella lettera si chiedono “atti concreti che definiscano  i Livelli essenziali delle prestazioni sociali” e il rifinanziamento del Fondo nazionale delle politiche sociali che fino alla attuazione del federalismo fiscale resta l’unico strumento di finanziamento dei diritti soggettivi e delle politiche sociali nelle Regioni e nei Comuni”. Infine le proposte: definizione di un Piano nazionale per la non autosufficienza, un Piano di  attuazione del Programma Nazionale di Riforma (PNR) che contenga misure di sostegno al reddito delle persone e delle famiglie  e programmi di attivazione dei destinatari, un percorso graduale per raggiungere su tutto il territorio nazionale i tassi di copertura dei servizi per l’infanzia previsti dal QSN (12%) e da Lisbona (33%).

Rete Cresce il welfare, cresce l’Italia: Ada, Altramente, Anpas, Antigone, Arci, Arci ragazzi, Associazione Nuovo Welfare, Auser, Campagna I diritti alzano la voce, Cgil, Cilap-Eapn, Cittadinanzattiva, Cnca, Conferenza permanente per la salute mentale nel mondo “Franco Basaglia”, Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali, Coordinamento nazionale nuove droghe, Federconsumatori, Fish, Fondazione Franca e Franco Basaglia, Forum Droghe, Forum nazionale Salute Mentale, Fp-Cgil, Gruppo Abele, Gruppo Solidarietà, Handy Cup onlus, Inca, Ires, Itaca Associazione Europea degli Operatori Professionali delle Tossicodipendenza, Legacoopsociali, Mama Africa onlus, Rivista delle Politiche Sociali, Sos Sanità, Spi-Cgil, Stop Opg, Uisp, Università del Terzo Settore.

 

Ue: firmato accordo per garantire lavoro dignitoso a bordo delle navi

24-05-2012

NEWS

 

L’organizzazione europea dei lavoratori Etf e i rappresentanti dei datori di lavoro di Europêche e Cogeca hanno firmato nei giorni scorsi un accordo dei partner sociali per recepire la convenzione 188 dell’Ilo (Convenzione sul lavoro nella pesca) nella legislazione dell’Unione europea, per dare accesso a delle condizioni di lavoro e di vita dignitose per i pescatori a livello internazionale.

Con la firma di questo accordo, i partner sociali europei contribuiscono alla sistematizzazione dell’acquis sociale nel settore della pesca, incoraggiando gli Stati membri a ratificare la convenzione e ad armonizzare le regole nell’Unione europea e a livello mondiale.

Una volta recepita la convenzione nel diritto comunitario, le infrazioni riscontrate nei porti e nelle acque dell’Unione europea ricadranno tra le competenze della Corte di Giustizia.

L’accordo mostra l’impegno chiaro dei partner sociali europei a favore di condizioni di vita e di lavoro migliori per i pescatori a bordo delle navi da pesca battenti bandiere dell’Unione europea e che operano nei porti europei, indipendentemente dalla loro bandiera o dalla nazionalità del loro equipaggio.

Questo accordo prevede i requisiti minimi per il lavoro a bordo, le condizioni di servizio, di vitto e alloggio, di sicurezza sul lavoro e di protezione in materia di sanità, di cure mediche e di sicurezza sociale così come definite dalla convenzione dell’Ilo sul lavoro nella pesca e contribuirà in particolar modo a rafforzare il quadro giuridico degli Stati membri in cui la legislazione in materia che riguarda gli aspetti sopra citati risulta essere insufficiente.

 

Giustizia lumaca ….

23-05-2012

NEWS

….. ma impennata per le cause lavoro e pensioni

Otto anni e tre mesi la durata media di un processo penale, il doppio rispetto al 2010 e con punte di oltre 15 anni nel 17% dei casi. Ancora peggio in ambito civile dove, ad  esempio, il 20% dei procedimenti si protrae dai 16 ai 20 anni.

E la crisi economica si riflette sulla natura delle cause: nel civile si impennano le controversie in ambito lavorativo e previdenziale e quelle relative ai diritti reali. Nel penale, crescono i reati contro il patrimonio. E’ quanto emerge dal IV Rapporto Pit Giustizia, presentato oggi a Roma, in Senato, da Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva.

E in tempi di crisi, non decolla nemmeno la “giustizia low cost”. Ad esempio – si spiega in una nota – il gratuito patrocinio è accessibile solo al 2% di chi si è rivolto a Cittadinanzattiva (nel 2010 era l’11%), lo stesso ministero della Giustizia conferma che tra 2008 e 2010 le richieste di accesso sono aumentate (da 113.384 a 115.237) ma le persone ammesse sono  diminuite.

In ambito civile prevalgono contenziosi su lavoro e previdenza problemi pensionistici (50%), con un incremento delle segnalazioni del 15% rispetto al 2010 (35%).

Seguono le indennità varie (rendita vitalizia Inail, accompagnamento, etc..) con il 31% delle segnalazioni (30% nel 2010); la malattia (13%, 9% l’anno precedente), l’obbligo contributivo del datore di lavoro (6% nel 2011, nel 2010).

 

Inca – Audizione alla Camera

3-05-2012

NEWS

 

Le Commissioni riunite I Affari costituzionali e II Giustizia hanno svolto l’audizione informale di rappresentanti dell’Istituto nazionale confederale di assistenza (Inca-Cgil) e dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo recante Attuazione della direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative a sanzioni e provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (atto n. 466 – rel. per la I Commissione G. Conte, FLpTP; rel. per la II Commissione Samperi, PD).

Nel corso dell’incontro sono state presentate osservazioni per il miglioramento della norma in tema di sfruttamento dei lavoratori irregolari, di responsabilità delle persone giuridiche e dei benefici per i lavoratori che collaborano all’emersione e alla responsabilità della committenza nella catena degli appalti.

Agenparl

 

COSE DI SARDEGNA

 

 

COSE DI SARDEGNA

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del 23/05/2012


I NOMI DEI PAESI

 E IL CANTONIERE

 CHE SE NE FREGA

 di FRANCESCO CASULA

 Un capo cantoniere

 dell’Anas intima al

 sindaco di Posada (Nu)

 Roberto Tola, di

 rimuovere il cartello

 stradale con la scritta “Pasada”,

 (come si chiama il paese in lingua

 sarda) posizionato all’ingresso del

 paese della Baronia, sulla statale 125

 Orientale sarda, in quanto “non a

 norma”. Giustamente il sindaco

 sardista si oppone. La vicenda è

 comunque stupefacente. Un

 burocrate dell’Anas, ente statale

 ipercentralista, diventato zelante e

 occhiuto, ha tempo e voglia di

 controllare cartelloni a suo dire,

 fuori norma, quando dovrebbe

 invece indirizzare il suo zelo e

 impiegare il suo tempo in ben altre

 direzioni: al controllo, per esempio,

 dei cantieri lumaca, sempre aperti e

 mai chiusi: è paradigmatico ed

 esemplare il caso della 131 con

 lavori iniziati da decenni e decenni.

 Ora si può ammettere che un

 dipendente dell’Anas non conosca

 il valore e il significato altamente

 identitario, civile e culturale, della

 toponomastica in lingua sarda: con i

 nomi dei paesi, delle località, delle

 strade, delle piazze, dei fiumi, dei

 monti ecc. noi riusciamo a entrare

 in contatto con la nostra storia, la

 nostra civiltà, la nostra lingua,

 appunto. Una cosa però dal

 dipendente, ma soprattutto da chi

 gli ha dato l’incarico e l’ordine di

 rimuovere il cartellone “proibito”

 ovvero dall’Anas, occorre

 pretendere: il rispetto delle leggi. Ad

 iniziare dalla normativa europea, da

 quella statale (la 482), da quella

 regionale (la 26). E dallo stesso

 codice della strada che (nell’art. 37,

 comma 2-bis) prevede l’utilizzo “nei

 segnali di localizzazione territoriale

 del confine del comune, lingue

 regionali o idiomi locali presenti

 nella zona di riferimento, in

 aggiunta alla denominazione nella

 lingua italiana”. Commenta a

 questo proposito nel suo blog

 Gianfranco Pintore, giornalista di

 lungo corso e scrittore di gran

 vaglia: «Sarebbe interessante sapere

 come possa venire in mente a

 qualcuno di sbattersene con una

 sola levata di genio della Carta

 dell’Onu, di quella europea delle

 lingue di minoranza, della

 Costituzione italiana, della legge

 dello stato di tutela delle lingue

 minoritarie, di quella della

 Sardegna sullo stesso tema. E,

 soprattutto, del buon senso. Tollera,

 il buontempone, che i cartelli con i

 nomi dei paesi sardi siano ridotti a

 indicazione di pizzerie. C’è

 qualcuno che gli ha dato la dritta o

 è tutto frutto della sua

 intelligenza? » .

 

 

L’Anas contro la lingua sarda:la vicenda di Posada

 

I NOMI DEI PAESI E IL CANTONIERE CHE SE NE FREGA.

di Francesco Casula

Un capo cantoniere dell’Anas intima al sindaco di Posada (Nu) Roberto Tola, di rimuovere il cartello stradale con la scritta “Pasada”, (come si chiama il paese in lingua sarda) posizionato all’ingresso del paese della Baronia, sulla statale 125 Orientale sarda, in quanto “non a norma”. Giustamente il sindaco sardista si oppone. La vicenda è comunque stupefacente. Un burocrate dell’Anas, ente statale ipercentralista, diventato zelante e occhiuto, ha tempo e voglia di controllare cartelloni a suo dire, fuori norma, quando dovrebbe invece indirizzare il suo zelo e impiegare il suo tempo in ben altre direzioni: al controllo, per esempio, dei cantieri lumaca, sempre aperti e mai chiusi: è paradigmatico ed esemplare il caso della 131 con lavori iniziati da decenni e decenni. Ora si può ammettere che un dipendente dell’Anas non conosca il valore e il significato altamente identitario, civile e culturale, della toponomastica in lingua sarda: con i nomi dei paesi, delle località, delle strade, delle piazze, dei fiumi, dei monti ecc. noi riusciamo a entrare in contatto con la nostra storia, la nostra civiltà, la nostra lingua, appunto. Una cosa però dal dipendente, ma soprattutto da chi gli ha dato l’incarico e l’ordine di rimuovere il cartellone “proibito”  ovvero dall’Anas, occorre pretendere: il rispetto delle leggi. Ad iniziare dalla normativa europea, da quella statale (la 482), da quella regionale (la 26). E dallo stesso codice della strada che (nell’art.37, comma 2-bis)  prevede l’utilizzo “nei segnali di localizzazione territoriale del confine del comune, lingue regionali o idiomi locali presenti nella zona di riferimento, in aggiunta alla denominazione nella lingua italiana”. Commenta a questo proposito nel suo blog Gianfranco Pintore, giornalista di lungo corso e scrittore di gran vaglia: “Sarebbe interessante sapere come possa venire in mente a qualcuno di sbattersene con una sola levata di genio della Carta dell’Onu, di quella europea delle lingue di minoranza, della Costituzione italiana, della legge dello stato di tutela delle lingue minoritarie, di quella della Sardegna sullo stesso tema. E, soprattutto, del buon senso. Tollera, il buontempone, che i cartelli con i nomi dei paesi sardi siano ridotti a indicazione di pizzerie. C’è qualcuno che gli ha dato la dritta o è tutto frutto della sua intelligenza?

Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 23-5-2012

 

 

 

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21/05/2012

 

Presentazione libro di Francesco Casula a Sindia

 

 

 

 

Sabato 26 maggio ore 18.00

A Sindia presso la “Corte Pischedda” in Via Garibaldi

presentazione del libro

 “Letteratura e civiltà della Sardegna”

I volume, Edizioni Grafica del Parteolla, Euro 20

di Francesco Casula

 

 

Il volume dedica più del 50% delle pagine a Autori che scrivono in Lingua sarda e ai corrispettivi testi :dai primi documenti in volgare sardo ai  Condaghes, dalla Carta De Logu di Eleonora dArboreaa Antonio Cano, da Gerolamo Araolla e Antonio Maria da Esterzili a Matteo Garipa, da Sa scomunica de Predi Antiogu arrettori de Masuddas a Efisio Pintor Sirigu, da Francesco Ignazio Mannu a Diego Mele e Peppino Mereu ( cui sono state dedicate molte pagine e la foto nella copertina), fino a Antioco Casula (Montanaru) e Pedru Mura.

Fra gli Autori che scrivono in Lingua italiana sono presenti Giambattista Tuveri, Antonio Gramsci, Emilio Lussu, Grazia Deledda, Sebastiano Satta, Salvatore Cambosu, Antonio Pigliaru, Giuseppe Fiori, Giuseppe Dessì e Salvatore Satta.

Vi è anche un Autore bilingue Michelangelo Pira (che ci ha lasciato testi in Sardo e in Italiano) e uno quadrilingue, Sigismondo Arquer, che ha scritto in Sardo, Latino, Castigliano e Catalano.

Il secondo volume dovrebbe uscire, sempre per le Edizioni Grafica del Parteolla a giugno prossimo, con Autori che arriveranno fino ai nostri giorni.

 

 

 

08:51 Scritto da: zicu1 | Link permanente | Commenti (0) | Segnala | OKNOtizie |  Facebook

 

19/05/2012

 

Cos’è l’Identità

 

Una casa aperta che ogni giorno diventa più ricca: si chiama Identità.

di Francesco Casula                            

Da un sondaggio curato dall’Università di Cagliari e da quella di Edimburgo e finanziato dalla Regione sarda circa l’atteggiamento dei Sardi nei confronti della propria identità, dell’Autonomia, delle Istituzioni regionali e del rapporto fra Sardegna, Ue e Italia, emergono umori e giudizi estremamente interessanti: ad iniziare da quello sulla Identità: concepita in modo dinamico e variabile, non immobile e chiusa. Ovvero ferma e ossificata nel passato. Una identità dunque che cammina nella materialità corposa delle vicende e dei processi reali in cui si contamina, e si costruisce-ricostruisce: fatta, di somme e di accumuli e non di sottrazioni successive. L’identità che occorre difendere e rivendicare e far crescere dunque non è quella primigenia o “autentica”: anche perché l’autoctono puro non esiste. Gli uomini – come le piante – hanno certo “radici”, ma insieme viaggiano, cambiano, sono ibridi, multipli, figli di molte generazioni e di molte culture e di infiniti incontri: influenzati dal sangue e dalla storia tanto quanto dal loro libero mutare, abitare, imparare. Non esistono quindi identità blindate.  L’Identità che esiste è invece lo specchio fedele di stratificazioni culturali secolari su un potente sostrato indigeno che fa da coagulo. Ma non si esprime in un isolato e fermo recupero e cernita di semplici memorie e tradizioni. In genere –ha sostenuto il filosofo Searle – noi pensiamo alla memoria e dunque all’identità che su questa basiamo, come a un magazzino di frasi e immagini. Dobbiamo invece pensare alla memoria e dunque all’identità come a un meccanismo che genera atti contemporanei, inclusi pensieri e azioni, certo basati anche sulle esperienze del passato, ma nei termini accrescitivi di un confronto nel tempo perché è in quel confronto, in quello scambio intersoggettivo che trova la ragione la capacità di conservare ma anche di progettare e di accogliere e di proporre, di ricevere e di dare. Ciascuno è figlio della propria terra ma anche figlio del mondo intero. Occorre partire dal “luogo della differenza” per riconoscerci e appartenerci e insieme da quel luogo, dal valore della diversità segnata da una storia dissonante e da arresti anche drammatici ma carica di significati millenari: ripartire, muovere per disegnare nel presente la nostra storia futura. Essa non è dunque mai definitiva o cristallizzata:  ma è da rielaborare continuamente. Un’identità è qualcosa che dà e riceve. L’identità insomma è una casa aperta, che si ingrandisce e si arricchisce ogni giorno. E non è un dato rassicurante e permanente  ma è quella che diventa fatto nuovo, che interroga l’esperienza del tempo attuale, per affrontare il presente nella sua drammatica attualità, per definire un orizzonte di senso, per situarci e per abitare, aperti al suo respiro, il mondo, lottando contro il tempo della dimenticanza. L’identità dunque si vive, nel segno della contaminazione, della creolizzazione e dell’appartenenza. Ma soprattutto: l’identità è quella che si trasforma in questione operativa: che diventa progetto e l’appartenenza diventa storia, caricandosi di vita, suscitando conflitti, impegnandosi con le lotte a trasformare il presente e costruire il futuro.

Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 19-5-2002

Inca – Audizione alla Camera

 

 

  23-05-2012

NEWS

 

Le Commissioni riunite I Affari costituzionali e II Giustizia hanno svolto l’audizione informale di rappresentanti dell’Istituto nazionale confederale di assistenza (Inca-Cgil) e dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo recante Attuazione della direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative a sanzioni e provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (atto n. 466 – rel. per la I Commissione G. Conte, FLpTP; rel. per la II Commissione Samperi, PD).

Nel corso dell’incontro sono state presentate osservazioni per il miglioramento della norma in tema di sfruttamento dei lavoratori irregolari, di responsabilità delle persone giuridiche e dei benefici per i lavoratori che collaborano all’emersione e alla responsabilità della committenza nella catena degli appalti.

Agenparl

Le Commissioni riunite I Affari costituzionali e II Giustizia hanno svolto l’audizione informale di rappresentanti dell’Istituto nazionale confederale di assistenza (Inca-Cgil) e dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo recante Attuazione della direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative a sanzioni e provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (atto n. 466 – rel. per la I Commissione G. Conte, FLpTP; rel. per la II Commissione Samperi, PD).

Nel corso dell’incontro sono state presentate osservazioni per il miglioramento della norma in tema di sfruttamento dei lavoratori irregolari, di responsabilità delle persone giuridiche e dei benefici per i lavoratori che collaborano all’emersione e alla responsabilità della committenza nella catena degli appalti.

Agenparl

 

Notiziario Inca on line

 

 23-05-2012

NEWS

 

Il Notiziario Inca, con i suoi oltre cinquant’anni di storia si rinnova; e lo fa scegliendo il mondo del socialnetwork per essere più tempestivo nel rapporto con i propri lettori.

Una scelta che, oltre a farci risparmiare un bene prezioso, come quello della carta, permette di intercettare un target più eterogeneo e meno specialistico: quello giovanile, per esempio, al quale ci rivolgiamo per fornire un’informazione di servizio su temi importanti , come le pensioni, gli ammortizzatori sociali, le malattie professionali e gli infortuni, nonché sulle prestazioni assistenziali, maternità e invalidità  civile. Ambiti nei quali si estende l’azione di tutela del patronato della Cgil e per i quali è fortemente carente un’informazione puntuale.

In questo primo numero, insieme a tutte le altre notizie, ci occupiamo delle principali criticità contenute nella legge di riforma delle pensioni, a cominciare dalle cosiddette “posizioni silenti” di tante lavoratrici e lavoratori che, dovendo fare i conti con un innalzamento del requisito minino di contribuzione da 15 a 20 anni, potrebbero perdere la possibilità di utilizzare i versamenti effettuati ai fini del diritto della pensione, se dovessero risultare inferiori ai 20 anni.

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Il Notiziario Inca, con i suoi oltre cinquant’anni di storia si rinnova; e lo fa scegliendo il mondo del socialnetwork per essere più tempestivo nel rapporto con i propri lettori.

Una scelta che, oltre a farci risparmiare un bene prezioso, come quello della carta, permette di intercettare un target più eterogeneo e meno specialistico: quello giovanile, per esempio, al quale ci rivolgiamo per fornire un’informazione di servizio su temi importanti , come le pensioni, gli ammortizzatori sociali, le malattie professionali e gli infortuni, nonché sulle prestazioni assistenziali, maternità e invalidità  civile. Ambiti nei quali si estende l’azione di tutela del patronato della Cgil e per i quali è fortemente carente un’informazione puntuale.

In questo primo numero, insieme a tutte le altre notizie, ci occupiamo delle principali criticità contenute nella legge di riforma delle pensioni, a cominciare dalle cosiddette “posizioni silenti” di tante lavoratrici e lavoratori che, dovendo fare i conti con un innalzamento del requisito minino di contribuzione da 15 a 20 anni, potrebbero perdere la possibilità di utilizzare i versamenti effettuati ai fini del diritto della pensione, se dovessero risultare inferiori ai 20 anni.

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Ddl lavoro – Approvato l’allungamento permesso soggiorno ai disoccupati extracomunitari

 

 22-05-2012

NEWS

 

Permessi di soggiorno più lunghi per gli extracomunitari che rimangono senza lavoro. La commissione Lavoro del Senato ha approvato l’articolo 58 del disegno di legge lavoro, che prevede l’allungamento, dagli attuali 6 mesi a 12 mesi, del periodo di permesso di soggiorno per i lavoratori che perdono l’occupazione.

Inoltre, se l’ex lavoratore beneficia degli ammortizzatori sociali per un periodo più lungo, il permesso proseguirà fino alla fine della prestazione di sostegno al reddito.

AdnKronos

 

Permessi di soggiorno più lunghi per gli extracomunitari che rimangono senza lavoro. La commissione Lavoro del Senato ha approvato l’articolo 58 del disegno di legge lavoro, che prevede l’allungamento, dagli attuali 6 mesi a 12 mesi, del periodo di permesso di soggiorno per i lavoratori che perdono l’occupazione.

Inoltre, se l’ex lavoratore beneficia degli ammortizzatori sociali per un periodo più lungo, il permesso proseguirà fino alla fine della prestazione di sostegno al reddito.

AdnKronos

“Gli invisibili delle campagne di raccolta”

 

 22-05-2012

NEWS

 Presentazione del progetto Flai/Inca

 

La Flai e la Cgil che ormai da anni sono in prima linea nella difesa dei diritti dei lavoratori migranti, nella denuncia delle condizioni in cui sono costretti e nel promuovere iniziative per dare risposte legislative di contrasto a tali fenomeni, mercoledì 23 maggio p.v., alle ore 10, presso la sede della Flai nazionale, presenteranno il progetto “Gli invisibili delle campagne di raccolta”.

Il progetto, che vedrà coinvolte diverse aree del paese avrà una durata biennale e, sulla base delle esperienze  maturate in seno alle iniziative legate al sindacato di strada, si propone, attraverso l’utilizzo di un camper itinerante di portare assistenza sindacale, medica e legale direttamente nei luoghi di lavoro e di aggregazione dei lavoratori coinvolti nelle campagne di raccolta.

L’iniziativa si propone anche di avviare un percorso di confronto sulle condizioni di lavoro, ai limiti dello schiavismo e la costrizione al lavoro nero in cui spesso, troppo spesso versano i lavoratori migranti.

Alla presentazione del progetto parteciperanno il presidente dell’Inca Cgil, Morena Piccinini, il segretario generale della Flai, Stefania Crogi, il segretario nazionale Cgil, Vera Lamonica.

La Flai e la Cgil che ormai da anni sono in prima linea nella difesa dei diritti dei lavoratori migranti, nella denuncia delle condizioni in cui sono costretti e nel promuovere iniziative per dare risposte legislative di contrasto a tali fenomeni, mercoledì 23 maggio p.v., alle ore 10, presso la sede della Flai nazionale, presenteranno il progetto “Gli invisibili delle campagne di raccolta”.

Il progetto, che vedrà coinvolte diverse aree del paese avrà una durata biennale e, sulla base delle esperienze  maturate in seno alle iniziative legate al sindacato di strada, si propone, attraverso l’utilizzo di un camper itinerante di portare assistenza sindacale, medica e legale direttamente nei luoghi di lavoro e di aggregazione dei lavoratori coinvolti nelle campagne di raccolta.

L’iniziativa si propone anche di avviare un percorso di confronto sulle condizioni di lavoro, ai limiti dello schiavismo e la costrizione al lavoro nero in cui spesso, troppo spesso versano i lavoratori migranti.

Alla presentazione del progetto parteciperanno il presidente dell’Inca Cgil, Morena Piccinini, il segretario generale della Flai, Stefania Crogi, il segretario nazionale Cgil, Vera Lamonica.

tat – Italia, un paese in grande affanno

 

  22-05-2012

NEWS

 

Nel rapporto annuale, presentato dall’Istat a Montecitorio,  emerge che il nostro Paese è in grande affanno. Circa un quarto degli italiani (circa 15 milioni) «sperimenta il rischio di povertà o di esclusione sociale». Si tratta di un valore del 23,1% superiore alla media Ue. 

La crisi colpisce con durezza i giovani e le donne, i primi hanno perso mezzo milione di posti di lavoro in due anni e sulle donne viene scaricato il welfare in dosi massicce, un carico «sempre più insostenibile». Mentre sempre di più il loro lavoro fuori casa è dequalificato e sottopagato.

Peggiora infatti la qualità del lavoro e la disparità salariale rispetto ai colleghi uomini è del 20%. Ben 800.000 donne, con l’arrivo di un figlio, sono state costrette a lasciare il lavoro, perchè licenziate o messe nelle condizioni di doversi dimettere.

L’occupazione qualificata, tecnica e operaia, è scesa di 170 mila unitá, mentre è aumentata soprattutto quella non qualificata (+108 mila unitá). Si tratta soprattutto di «italiane impiegate nei servizi di pulizia a imprese ed enti e di collaboratrici domestiche e assistenti familiari straniere». Ma ciò che su tutto emerge è il ruolo di «ammortizzatore sociale» svolto dalle donne, un carico di cura e assistenza degli altri che si è fatto «insostenibile»

Ironia della sorte anche lo stesso istituto di statistica non naviga in buone acque. Cogliendo l’occasione della presentazione del Rapporto annuale, infatti il presidente dell’Istat ha sottolineato che “Le risorse rese disponibili, a legislazione vigente, per il 2013 non saranno in grado di assicurare il funzionamento dell’Istat”.

 

Nel rapporto annuale, presentato dall’Istat a Montecitorio,  emerge che il nostro Paese è in grande affanno. Circa un quarto degli italiani (circa 15 milioni) «sperimenta il rischio di povertà o di esclusione sociale». Si tratta di un valore del 23,1% superiore alla media Ue. 

La crisi colpisce con durezza i giovani e le donne, i primi hanno perso mezzo milione di posti di lavoro in due anni e sulle donne viene scaricato il welfare in dosi massicce, un carico «sempre più insostenibile». Mentre sempre di più il loro lavoro fuori casa è dequalificato e sottopagato.

Peggiora infatti la qualità del lavoro e la disparità salariale rispetto ai colleghi uomini è del 20%. Ben 800.000 donne, con l’arrivo di un figlio, sono state costrette a lasciare il lavoro, perchè licenziate o messe nelle condizioni di doversi dimettere.

L’occupazione qualificata, tecnica e operaia, è scesa di 170 mila unitá, mentre è aumentata soprattutto quella non qualificata (+108 mila unitá). Si tratta soprattutto di «italiane impiegate nei servizi di pulizia a imprese ed enti e di collaboratrici domestiche e assistenti familiari straniere». Ma ciò che su tutto emerge è il ruolo di «ammortizzatore sociale» svolto dalle donne, un carico di cura e assistenza degli altri che si è fatto «insostenibile»

Ironia della sorte anche lo stesso istituto di statistica non naviga in buone acque. Cogliendo l’occasione della presentazione del Rapporto annuale, infatti il presidente dell’Istat ha sottolineato che “Le risorse rese disponibili, a legislazione vigente, per il 2013 non saranno in grado di assicurare il funzionamento dell’Istat”.

Ilo – 4 milioni i giovani disoccupati rispetto al 2007

22-05-2012

NEWS

 

 

Il tasso globale della disoccupazione giovanile rimane nel 2012 al suo massimo livello dall’inizio della crisi e non ci si aspetta una diminuzione almeno fino al 2016.

Nel 2012 saranno 75 milioni i giovani disoccupati tra i 15 e i 24 anni, un aumento di circa 4 milioni dal 2007. E’ quanto afferma l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) nel suo rapporto 2012 sulle tendenze mondiali dell’occupazione giovanile, diffuso alla vigilia del Forum globale sull’occupazione giovanile che si terrà a Ginevra dal 23 al 25 maggio, al quale parteciperanno circa 100 giovani attivi nella promozione del lavoro dignitoso.

Il tema della disoccupazione giovanile sarà anche all’ordine del giorno della prossima Conferenza internazionale del lavoro dell’Ilo di giugno.

Secondo le previsioni contenute nel rapporto, il 12,7% della manodopera globale giovanile rimarrà disoccupata quest’anno, dato rimasto invariato rispetto al picco massimo della crisi raggiunto nel 2009 e leggermente superiore a quello dell’anno passato che si attestava al 12,6%. Il tasso sarebbe anche più elevato se venissero considerati pure quelli che, scoraggiati dalla mancanza di prospettive, abbandonano o posticipano la ricerca di un posto di lavoro. In questo caso, il tasso di disoccupazione giovanile raggiungerebbe il 13,6% nel 2011.

Il tasso di disoccupazione subirà un’ulteriore pressione quando i giovani che hanno deciso di prolungare gli studi, a causa delle limitate prospettive occupazionali, entreranno nel mercato del lavoro.

“La crisi della disoccupazione giovanile può essere sconfitta ma solo se la creazione di posti di lavoro per i giovani diventerà una priorità fondamentale nelle strategie e se si aumenteranno in maniera significativa gli investimenti del settore privato”, ha dichiarato Josè Manuel Salazar-Xirinachs, direttore esecutivo dell’Ilo.

“Questo significa – ha aggiunto – adottare misure di alleggerimento fiscale e altri incentivi per le imprese che assumono giovani; sforzi per ridurre la mancanza di competenze tra i giovani; programmi per favorire l’auto-imprenditorialità che integrino la formazione professionale; orientamento e accesso ai capitali; estensione della protezione sociale per i giovani”.

 

Il tasso globale della disoccupazione giovanile rimane nel 2012 al suo massimo livello dall’inizio della crisi e non ci si aspetta una diminuzione almeno fino al 2016.

Nel 2012 saranno 75 milioni i giovani disoccupati tra i 15 e i 24 anni, un aumento di circa 4 milioni dal 2007. E’ quanto afferma l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) nel suo rapporto 2012 sulle tendenze mondiali dell’occupazione giovanile, diffuso alla vigilia del Forum globale sull’occupazione giovanile che si terrà a Ginevra dal 23 al 25 maggio, al quale parteciperanno circa 100 giovani attivi nella promozione del lavoro dignitoso.

Il tema della disoccupazione giovanile sarà anche all’ordine del giorno della prossima Conferenza internazionale del lavoro dell’Ilo di giugno.

Secondo le previsioni contenute nel rapporto, il 12,7% della manodopera globale giovanile rimarrà disoccupata quest’anno, dato rimasto invariato rispetto al picco massimo della crisi raggiunto nel 2009 e leggermente superiore a quello dell’anno passato che si attestava al 12,6%. Il tasso sarebbe anche più elevato se venissero considerati pure quelli che, scoraggiati dalla mancanza di prospettive, abbandonano o posticipano la ricerca di un posto di lavoro. In questo caso, il tasso di disoccupazione giovanile raggiungerebbe il 13,6% nel 2011.

Il tasso di disoccupazione subirà un’ulteriore pressione quando i giovani che hanno deciso di prolungare gli studi, a causa delle limitate prospettive occupazionali, entreranno nel mercato del lavoro.

“La crisi della disoccupazione giovanile può essere sconfitta ma solo se la creazione di posti di lavoro per i giovani diventerà una priorità fondamentale nelle strategie e se si aumenteranno in maniera significativa gli investimenti del settore privato”, ha dichiarato Josè Manuel Salazar-Xirinachs, direttore esecutivo dell’Ilo.

“Questo significa – ha aggiunto – adottare misure di alleggerimento fiscale e altri incentivi per le imprese che assumono giovani; sforzi per ridurre la mancanza di competenze tra i giovani; programmi per favorire l’auto-imprenditorialità che integrino la formazione professionale; orientamento e accesso ai capitali; estensione della protezione sociale per i giovani”.