Archivi giornalieri: 23 maggio 2012

COSE DI SARDEGNA

 

 

COSE DI SARDEGNA

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del 23/05/2012


I NOMI DEI PAESI

 E IL CANTONIERE

 CHE SE NE FREGA

 di FRANCESCO CASULA

 Un capo cantoniere

 dell’Anas intima al

 sindaco di Posada (Nu)

 Roberto Tola, di

 rimuovere il cartello

 stradale con la scritta “Pasada”,

 (come si chiama il paese in lingua

 sarda) posizionato all’ingresso del

 paese della Baronia, sulla statale 125

 Orientale sarda, in quanto “non a

 norma”. Giustamente il sindaco

 sardista si oppone. La vicenda è

 comunque stupefacente. Un

 burocrate dell’Anas, ente statale

 ipercentralista, diventato zelante e

 occhiuto, ha tempo e voglia di

 controllare cartelloni a suo dire,

 fuori norma, quando dovrebbe

 invece indirizzare il suo zelo e

 impiegare il suo tempo in ben altre

 direzioni: al controllo, per esempio,

 dei cantieri lumaca, sempre aperti e

 mai chiusi: è paradigmatico ed

 esemplare il caso della 131 con

 lavori iniziati da decenni e decenni.

 Ora si può ammettere che un

 dipendente dell’Anas non conosca

 il valore e il significato altamente

 identitario, civile e culturale, della

 toponomastica in lingua sarda: con i

 nomi dei paesi, delle località, delle

 strade, delle piazze, dei fiumi, dei

 monti ecc. noi riusciamo a entrare

 in contatto con la nostra storia, la

 nostra civiltà, la nostra lingua,

 appunto. Una cosa però dal

 dipendente, ma soprattutto da chi

 gli ha dato l’incarico e l’ordine di

 rimuovere il cartellone “proibito”

 ovvero dall’Anas, occorre

 pretendere: il rispetto delle leggi. Ad

 iniziare dalla normativa europea, da

 quella statale (la 482), da quella

 regionale (la 26). E dallo stesso

 codice della strada che (nell’art. 37,

 comma 2-bis) prevede l’utilizzo “nei

 segnali di localizzazione territoriale

 del confine del comune, lingue

 regionali o idiomi locali presenti

 nella zona di riferimento, in

 aggiunta alla denominazione nella

 lingua italiana”. Commenta a

 questo proposito nel suo blog

 Gianfranco Pintore, giornalista di

 lungo corso e scrittore di gran

 vaglia: «Sarebbe interessante sapere

 come possa venire in mente a

 qualcuno di sbattersene con una

 sola levata di genio della Carta

 dell’Onu, di quella europea delle

 lingue di minoranza, della

 Costituzione italiana, della legge

 dello stato di tutela delle lingue

 minoritarie, di quella della

 Sardegna sullo stesso tema. E,

 soprattutto, del buon senso. Tollera,

 il buontempone, che i cartelli con i

 nomi dei paesi sardi siano ridotti a

 indicazione di pizzerie. C’è

 qualcuno che gli ha dato la dritta o

 è tutto frutto della sua

 intelligenza? » .

 

 

L’Anas contro la lingua sarda:la vicenda di Posada

 

I NOMI DEI PAESI E IL CANTONIERE CHE SE NE FREGA.

di Francesco Casula

Un capo cantoniere dell’Anas intima al sindaco di Posada (Nu) Roberto Tola, di rimuovere il cartello stradale con la scritta “Pasada”, (come si chiama il paese in lingua sarda) posizionato all’ingresso del paese della Baronia, sulla statale 125 Orientale sarda, in quanto “non a norma”. Giustamente il sindaco sardista si oppone. La vicenda è comunque stupefacente. Un burocrate dell’Anas, ente statale ipercentralista, diventato zelante e occhiuto, ha tempo e voglia di controllare cartelloni a suo dire, fuori norma, quando dovrebbe invece indirizzare il suo zelo e impiegare il suo tempo in ben altre direzioni: al controllo, per esempio, dei cantieri lumaca, sempre aperti e mai chiusi: è paradigmatico ed esemplare il caso della 131 con lavori iniziati da decenni e decenni. Ora si può ammettere che un dipendente dell’Anas non conosca il valore e il significato altamente identitario, civile e culturale, della toponomastica in lingua sarda: con i nomi dei paesi, delle località, delle strade, delle piazze, dei fiumi, dei monti ecc. noi riusciamo a entrare in contatto con la nostra storia, la nostra civiltà, la nostra lingua, appunto. Una cosa però dal dipendente, ma soprattutto da chi gli ha dato l’incarico e l’ordine di rimuovere il cartellone “proibito”  ovvero dall’Anas, occorre pretendere: il rispetto delle leggi. Ad iniziare dalla normativa europea, da quella statale (la 482), da quella regionale (la 26). E dallo stesso codice della strada che (nell’art.37, comma 2-bis)  prevede l’utilizzo “nei segnali di localizzazione territoriale del confine del comune, lingue regionali o idiomi locali presenti nella zona di riferimento, in aggiunta alla denominazione nella lingua italiana”. Commenta a questo proposito nel suo blog Gianfranco Pintore, giornalista di lungo corso e scrittore di gran vaglia: “Sarebbe interessante sapere come possa venire in mente a qualcuno di sbattersene con una sola levata di genio della Carta dell’Onu, di quella europea delle lingue di minoranza, della Costituzione italiana, della legge dello stato di tutela delle lingue minoritarie, di quella della Sardegna sullo stesso tema. E, soprattutto, del buon senso. Tollera, il buontempone, che i cartelli con i nomi dei paesi sardi siano ridotti a indicazione di pizzerie. C’è qualcuno che gli ha dato la dritta o è tutto frutto della sua intelligenza?

Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 23-5-2012

 

 

 

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21/05/2012

 

Presentazione libro di Francesco Casula a Sindia

 

 

 

 

Sabato 26 maggio ore 18.00

A Sindia presso la “Corte Pischedda” in Via Garibaldi

presentazione del libro

 “Letteratura e civiltà della Sardegna”

I volume, Edizioni Grafica del Parteolla, Euro 20

di Francesco Casula

 

 

Il volume dedica più del 50% delle pagine a Autori che scrivono in Lingua sarda e ai corrispettivi testi :dai primi documenti in volgare sardo ai  Condaghes, dalla Carta De Logu di Eleonora dArboreaa Antonio Cano, da Gerolamo Araolla e Antonio Maria da Esterzili a Matteo Garipa, da Sa scomunica de Predi Antiogu arrettori de Masuddas a Efisio Pintor Sirigu, da Francesco Ignazio Mannu a Diego Mele e Peppino Mereu ( cui sono state dedicate molte pagine e la foto nella copertina), fino a Antioco Casula (Montanaru) e Pedru Mura.

Fra gli Autori che scrivono in Lingua italiana sono presenti Giambattista Tuveri, Antonio Gramsci, Emilio Lussu, Grazia Deledda, Sebastiano Satta, Salvatore Cambosu, Antonio Pigliaru, Giuseppe Fiori, Giuseppe Dessì e Salvatore Satta.

Vi è anche un Autore bilingue Michelangelo Pira (che ci ha lasciato testi in Sardo e in Italiano) e uno quadrilingue, Sigismondo Arquer, che ha scritto in Sardo, Latino, Castigliano e Catalano.

Il secondo volume dovrebbe uscire, sempre per le Edizioni Grafica del Parteolla a giugno prossimo, con Autori che arriveranno fino ai nostri giorni.

 

 

 

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19/05/2012

 

Cos’è l’Identità

 

Una casa aperta che ogni giorno diventa più ricca: si chiama Identità.

di Francesco Casula                            

Da un sondaggio curato dall’Università di Cagliari e da quella di Edimburgo e finanziato dalla Regione sarda circa l’atteggiamento dei Sardi nei confronti della propria identità, dell’Autonomia, delle Istituzioni regionali e del rapporto fra Sardegna, Ue e Italia, emergono umori e giudizi estremamente interessanti: ad iniziare da quello sulla Identità: concepita in modo dinamico e variabile, non immobile e chiusa. Ovvero ferma e ossificata nel passato. Una identità dunque che cammina nella materialità corposa delle vicende e dei processi reali in cui si contamina, e si costruisce-ricostruisce: fatta, di somme e di accumuli e non di sottrazioni successive. L’identità che occorre difendere e rivendicare e far crescere dunque non è quella primigenia o “autentica”: anche perché l’autoctono puro non esiste. Gli uomini – come le piante – hanno certo “radici”, ma insieme viaggiano, cambiano, sono ibridi, multipli, figli di molte generazioni e di molte culture e di infiniti incontri: influenzati dal sangue e dalla storia tanto quanto dal loro libero mutare, abitare, imparare. Non esistono quindi identità blindate.  L’Identità che esiste è invece lo specchio fedele di stratificazioni culturali secolari su un potente sostrato indigeno che fa da coagulo. Ma non si esprime in un isolato e fermo recupero e cernita di semplici memorie e tradizioni. In genere –ha sostenuto il filosofo Searle – noi pensiamo alla memoria e dunque all’identità che su questa basiamo, come a un magazzino di frasi e immagini. Dobbiamo invece pensare alla memoria e dunque all’identità come a un meccanismo che genera atti contemporanei, inclusi pensieri e azioni, certo basati anche sulle esperienze del passato, ma nei termini accrescitivi di un confronto nel tempo perché è in quel confronto, in quello scambio intersoggettivo che trova la ragione la capacità di conservare ma anche di progettare e di accogliere e di proporre, di ricevere e di dare. Ciascuno è figlio della propria terra ma anche figlio del mondo intero. Occorre partire dal “luogo della differenza” per riconoscerci e appartenerci e insieme da quel luogo, dal valore della diversità segnata da una storia dissonante e da arresti anche drammatici ma carica di significati millenari: ripartire, muovere per disegnare nel presente la nostra storia futura. Essa non è dunque mai definitiva o cristallizzata:  ma è da rielaborare continuamente. Un’identità è qualcosa che dà e riceve. L’identità insomma è una casa aperta, che si ingrandisce e si arricchisce ogni giorno. E non è un dato rassicurante e permanente  ma è quella che diventa fatto nuovo, che interroga l’esperienza del tempo attuale, per affrontare il presente nella sua drammatica attualità, per definire un orizzonte di senso, per situarci e per abitare, aperti al suo respiro, il mondo, lottando contro il tempo della dimenticanza. L’identità dunque si vive, nel segno della contaminazione, della creolizzazione e dell’appartenenza. Ma soprattutto: l’identità è quella che si trasforma in questione operativa: che diventa progetto e l’appartenenza diventa storia, caricandosi di vita, suscitando conflitti, impegnandosi con le lotte a trasformare il presente e costruire il futuro.

Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 19-5-2002

Inca – Audizione alla Camera

 

 

  23-05-2012

NEWS

 

Le Commissioni riunite I Affari costituzionali e II Giustizia hanno svolto l’audizione informale di rappresentanti dell’Istituto nazionale confederale di assistenza (Inca-Cgil) e dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo recante Attuazione della direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative a sanzioni e provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (atto n. 466 – rel. per la I Commissione G. Conte, FLpTP; rel. per la II Commissione Samperi, PD).

Nel corso dell’incontro sono state presentate osservazioni per il miglioramento della norma in tema di sfruttamento dei lavoratori irregolari, di responsabilità delle persone giuridiche e dei benefici per i lavoratori che collaborano all’emersione e alla responsabilità della committenza nella catena degli appalti.

Agenparl

Le Commissioni riunite I Affari costituzionali e II Giustizia hanno svolto l’audizione informale di rappresentanti dell’Istituto nazionale confederale di assistenza (Inca-Cgil) e dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo recante Attuazione della direttiva 2009/52/CE che introduce norme minime relative a sanzioni e provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare (atto n. 466 – rel. per la I Commissione G. Conte, FLpTP; rel. per la II Commissione Samperi, PD).

Nel corso dell’incontro sono state presentate osservazioni per il miglioramento della norma in tema di sfruttamento dei lavoratori irregolari, di responsabilità delle persone giuridiche e dei benefici per i lavoratori che collaborano all’emersione e alla responsabilità della committenza nella catena degli appalti.

Agenparl

 

Notiziario Inca on line

 

 23-05-2012

NEWS

 

Il Notiziario Inca, con i suoi oltre cinquant’anni di storia si rinnova; e lo fa scegliendo il mondo del socialnetwork per essere più tempestivo nel rapporto con i propri lettori.

Una scelta che, oltre a farci risparmiare un bene prezioso, come quello della carta, permette di intercettare un target più eterogeneo e meno specialistico: quello giovanile, per esempio, al quale ci rivolgiamo per fornire un’informazione di servizio su temi importanti , come le pensioni, gli ammortizzatori sociali, le malattie professionali e gli infortuni, nonché sulle prestazioni assistenziali, maternità e invalidità  civile. Ambiti nei quali si estende l’azione di tutela del patronato della Cgil e per i quali è fortemente carente un’informazione puntuale.

In questo primo numero, insieme a tutte le altre notizie, ci occupiamo delle principali criticità contenute nella legge di riforma delle pensioni, a cominciare dalle cosiddette “posizioni silenti” di tante lavoratrici e lavoratori che, dovendo fare i conti con un innalzamento del requisito minino di contribuzione da 15 a 20 anni, potrebbero perdere la possibilità di utilizzare i versamenti effettuati ai fini del diritto della pensione, se dovessero risultare inferiori ai 20 anni.

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Il Notiziario Inca, con i suoi oltre cinquant’anni di storia si rinnova; e lo fa scegliendo il mondo del socialnetwork per essere più tempestivo nel rapporto con i propri lettori.

Una scelta che, oltre a farci risparmiare un bene prezioso, come quello della carta, permette di intercettare un target più eterogeneo e meno specialistico: quello giovanile, per esempio, al quale ci rivolgiamo per fornire un’informazione di servizio su temi importanti , come le pensioni, gli ammortizzatori sociali, le malattie professionali e gli infortuni, nonché sulle prestazioni assistenziali, maternità e invalidità  civile. Ambiti nei quali si estende l’azione di tutela del patronato della Cgil e per i quali è fortemente carente un’informazione puntuale.

In questo primo numero, insieme a tutte le altre notizie, ci occupiamo delle principali criticità contenute nella legge di riforma delle pensioni, a cominciare dalle cosiddette “posizioni silenti” di tante lavoratrici e lavoratori che, dovendo fare i conti con un innalzamento del requisito minino di contribuzione da 15 a 20 anni, potrebbero perdere la possibilità di utilizzare i versamenti effettuati ai fini del diritto della pensione, se dovessero risultare inferiori ai 20 anni.

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Ddl lavoro – Approvato l’allungamento permesso soggiorno ai disoccupati extracomunitari

 

 22-05-2012

NEWS

 

Permessi di soggiorno più lunghi per gli extracomunitari che rimangono senza lavoro. La commissione Lavoro del Senato ha approvato l’articolo 58 del disegno di legge lavoro, che prevede l’allungamento, dagli attuali 6 mesi a 12 mesi, del periodo di permesso di soggiorno per i lavoratori che perdono l’occupazione.

Inoltre, se l’ex lavoratore beneficia degli ammortizzatori sociali per un periodo più lungo, il permesso proseguirà fino alla fine della prestazione di sostegno al reddito.

AdnKronos

 

Permessi di soggiorno più lunghi per gli extracomunitari che rimangono senza lavoro. La commissione Lavoro del Senato ha approvato l’articolo 58 del disegno di legge lavoro, che prevede l’allungamento, dagli attuali 6 mesi a 12 mesi, del periodo di permesso di soggiorno per i lavoratori che perdono l’occupazione.

Inoltre, se l’ex lavoratore beneficia degli ammortizzatori sociali per un periodo più lungo, il permesso proseguirà fino alla fine della prestazione di sostegno al reddito.

AdnKronos

“Gli invisibili delle campagne di raccolta”

 

 22-05-2012

NEWS

 Presentazione del progetto Flai/Inca

 

La Flai e la Cgil che ormai da anni sono in prima linea nella difesa dei diritti dei lavoratori migranti, nella denuncia delle condizioni in cui sono costretti e nel promuovere iniziative per dare risposte legislative di contrasto a tali fenomeni, mercoledì 23 maggio p.v., alle ore 10, presso la sede della Flai nazionale, presenteranno il progetto “Gli invisibili delle campagne di raccolta”.

Il progetto, che vedrà coinvolte diverse aree del paese avrà una durata biennale e, sulla base delle esperienze  maturate in seno alle iniziative legate al sindacato di strada, si propone, attraverso l’utilizzo di un camper itinerante di portare assistenza sindacale, medica e legale direttamente nei luoghi di lavoro e di aggregazione dei lavoratori coinvolti nelle campagne di raccolta.

L’iniziativa si propone anche di avviare un percorso di confronto sulle condizioni di lavoro, ai limiti dello schiavismo e la costrizione al lavoro nero in cui spesso, troppo spesso versano i lavoratori migranti.

Alla presentazione del progetto parteciperanno il presidente dell’Inca Cgil, Morena Piccinini, il segretario generale della Flai, Stefania Crogi, il segretario nazionale Cgil, Vera Lamonica.

La Flai e la Cgil che ormai da anni sono in prima linea nella difesa dei diritti dei lavoratori migranti, nella denuncia delle condizioni in cui sono costretti e nel promuovere iniziative per dare risposte legislative di contrasto a tali fenomeni, mercoledì 23 maggio p.v., alle ore 10, presso la sede della Flai nazionale, presenteranno il progetto “Gli invisibili delle campagne di raccolta”.

Il progetto, che vedrà coinvolte diverse aree del paese avrà una durata biennale e, sulla base delle esperienze  maturate in seno alle iniziative legate al sindacato di strada, si propone, attraverso l’utilizzo di un camper itinerante di portare assistenza sindacale, medica e legale direttamente nei luoghi di lavoro e di aggregazione dei lavoratori coinvolti nelle campagne di raccolta.

L’iniziativa si propone anche di avviare un percorso di confronto sulle condizioni di lavoro, ai limiti dello schiavismo e la costrizione al lavoro nero in cui spesso, troppo spesso versano i lavoratori migranti.

Alla presentazione del progetto parteciperanno il presidente dell’Inca Cgil, Morena Piccinini, il segretario generale della Flai, Stefania Crogi, il segretario nazionale Cgil, Vera Lamonica.

tat – Italia, un paese in grande affanno

 

  22-05-2012

NEWS

 

Nel rapporto annuale, presentato dall’Istat a Montecitorio,  emerge che il nostro Paese è in grande affanno. Circa un quarto degli italiani (circa 15 milioni) «sperimenta il rischio di povertà o di esclusione sociale». Si tratta di un valore del 23,1% superiore alla media Ue. 

La crisi colpisce con durezza i giovani e le donne, i primi hanno perso mezzo milione di posti di lavoro in due anni e sulle donne viene scaricato il welfare in dosi massicce, un carico «sempre più insostenibile». Mentre sempre di più il loro lavoro fuori casa è dequalificato e sottopagato.

Peggiora infatti la qualità del lavoro e la disparità salariale rispetto ai colleghi uomini è del 20%. Ben 800.000 donne, con l’arrivo di un figlio, sono state costrette a lasciare il lavoro, perchè licenziate o messe nelle condizioni di doversi dimettere.

L’occupazione qualificata, tecnica e operaia, è scesa di 170 mila unitá, mentre è aumentata soprattutto quella non qualificata (+108 mila unitá). Si tratta soprattutto di «italiane impiegate nei servizi di pulizia a imprese ed enti e di collaboratrici domestiche e assistenti familiari straniere». Ma ciò che su tutto emerge è il ruolo di «ammortizzatore sociale» svolto dalle donne, un carico di cura e assistenza degli altri che si è fatto «insostenibile»

Ironia della sorte anche lo stesso istituto di statistica non naviga in buone acque. Cogliendo l’occasione della presentazione del Rapporto annuale, infatti il presidente dell’Istat ha sottolineato che “Le risorse rese disponibili, a legislazione vigente, per il 2013 non saranno in grado di assicurare il funzionamento dell’Istat”.

 

Nel rapporto annuale, presentato dall’Istat a Montecitorio,  emerge che il nostro Paese è in grande affanno. Circa un quarto degli italiani (circa 15 milioni) «sperimenta il rischio di povertà o di esclusione sociale». Si tratta di un valore del 23,1% superiore alla media Ue. 

La crisi colpisce con durezza i giovani e le donne, i primi hanno perso mezzo milione di posti di lavoro in due anni e sulle donne viene scaricato il welfare in dosi massicce, un carico «sempre più insostenibile». Mentre sempre di più il loro lavoro fuori casa è dequalificato e sottopagato.

Peggiora infatti la qualità del lavoro e la disparità salariale rispetto ai colleghi uomini è del 20%. Ben 800.000 donne, con l’arrivo di un figlio, sono state costrette a lasciare il lavoro, perchè licenziate o messe nelle condizioni di doversi dimettere.

L’occupazione qualificata, tecnica e operaia, è scesa di 170 mila unitá, mentre è aumentata soprattutto quella non qualificata (+108 mila unitá). Si tratta soprattutto di «italiane impiegate nei servizi di pulizia a imprese ed enti e di collaboratrici domestiche e assistenti familiari straniere». Ma ciò che su tutto emerge è il ruolo di «ammortizzatore sociale» svolto dalle donne, un carico di cura e assistenza degli altri che si è fatto «insostenibile»

Ironia della sorte anche lo stesso istituto di statistica non naviga in buone acque. Cogliendo l’occasione della presentazione del Rapporto annuale, infatti il presidente dell’Istat ha sottolineato che “Le risorse rese disponibili, a legislazione vigente, per il 2013 non saranno in grado di assicurare il funzionamento dell’Istat”.

Ilo – 4 milioni i giovani disoccupati rispetto al 2007

22-05-2012

NEWS

 

 

Il tasso globale della disoccupazione giovanile rimane nel 2012 al suo massimo livello dall’inizio della crisi e non ci si aspetta una diminuzione almeno fino al 2016.

Nel 2012 saranno 75 milioni i giovani disoccupati tra i 15 e i 24 anni, un aumento di circa 4 milioni dal 2007. E’ quanto afferma l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) nel suo rapporto 2012 sulle tendenze mondiali dell’occupazione giovanile, diffuso alla vigilia del Forum globale sull’occupazione giovanile che si terrà a Ginevra dal 23 al 25 maggio, al quale parteciperanno circa 100 giovani attivi nella promozione del lavoro dignitoso.

Il tema della disoccupazione giovanile sarà anche all’ordine del giorno della prossima Conferenza internazionale del lavoro dell’Ilo di giugno.

Secondo le previsioni contenute nel rapporto, il 12,7% della manodopera globale giovanile rimarrà disoccupata quest’anno, dato rimasto invariato rispetto al picco massimo della crisi raggiunto nel 2009 e leggermente superiore a quello dell’anno passato che si attestava al 12,6%. Il tasso sarebbe anche più elevato se venissero considerati pure quelli che, scoraggiati dalla mancanza di prospettive, abbandonano o posticipano la ricerca di un posto di lavoro. In questo caso, il tasso di disoccupazione giovanile raggiungerebbe il 13,6% nel 2011.

Il tasso di disoccupazione subirà un’ulteriore pressione quando i giovani che hanno deciso di prolungare gli studi, a causa delle limitate prospettive occupazionali, entreranno nel mercato del lavoro.

“La crisi della disoccupazione giovanile può essere sconfitta ma solo se la creazione di posti di lavoro per i giovani diventerà una priorità fondamentale nelle strategie e se si aumenteranno in maniera significativa gli investimenti del settore privato”, ha dichiarato Josè Manuel Salazar-Xirinachs, direttore esecutivo dell’Ilo.

“Questo significa – ha aggiunto – adottare misure di alleggerimento fiscale e altri incentivi per le imprese che assumono giovani; sforzi per ridurre la mancanza di competenze tra i giovani; programmi per favorire l’auto-imprenditorialità che integrino la formazione professionale; orientamento e accesso ai capitali; estensione della protezione sociale per i giovani”.

 

Il tasso globale della disoccupazione giovanile rimane nel 2012 al suo massimo livello dall’inizio della crisi e non ci si aspetta una diminuzione almeno fino al 2016.

Nel 2012 saranno 75 milioni i giovani disoccupati tra i 15 e i 24 anni, un aumento di circa 4 milioni dal 2007. E’ quanto afferma l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) nel suo rapporto 2012 sulle tendenze mondiali dell’occupazione giovanile, diffuso alla vigilia del Forum globale sull’occupazione giovanile che si terrà a Ginevra dal 23 al 25 maggio, al quale parteciperanno circa 100 giovani attivi nella promozione del lavoro dignitoso.

Il tema della disoccupazione giovanile sarà anche all’ordine del giorno della prossima Conferenza internazionale del lavoro dell’Ilo di giugno.

Secondo le previsioni contenute nel rapporto, il 12,7% della manodopera globale giovanile rimarrà disoccupata quest’anno, dato rimasto invariato rispetto al picco massimo della crisi raggiunto nel 2009 e leggermente superiore a quello dell’anno passato che si attestava al 12,6%. Il tasso sarebbe anche più elevato se venissero considerati pure quelli che, scoraggiati dalla mancanza di prospettive, abbandonano o posticipano la ricerca di un posto di lavoro. In questo caso, il tasso di disoccupazione giovanile raggiungerebbe il 13,6% nel 2011.

Il tasso di disoccupazione subirà un’ulteriore pressione quando i giovani che hanno deciso di prolungare gli studi, a causa delle limitate prospettive occupazionali, entreranno nel mercato del lavoro.

“La crisi della disoccupazione giovanile può essere sconfitta ma solo se la creazione di posti di lavoro per i giovani diventerà una priorità fondamentale nelle strategie e se si aumenteranno in maniera significativa gli investimenti del settore privato”, ha dichiarato Josè Manuel Salazar-Xirinachs, direttore esecutivo dell’Ilo.

“Questo significa – ha aggiunto – adottare misure di alleggerimento fiscale e altri incentivi per le imprese che assumono giovani; sforzi per ridurre la mancanza di competenze tra i giovani; programmi per favorire l’auto-imprenditorialità che integrino la formazione professionale; orientamento e accesso ai capitali; estensione della protezione sociale per i giovani”.

 

Lavoro, legalità e memoria su RadioArticolo1

22-05-2012

NEWS

 

 
 
 

Due giorni (23 e 24 maggio p.v.) in diretta su RadioArticolo1 (http://www.radioarticolo1.it) sui temi del lavoro, legalità e memoria.
Si partirà significativamente da Termini Imerese, dove alle 11 di mercoledì 23 maggio, andrà in onda la trasmissione “Chiediamo lavoro, basta promesse”, centrata sulla drammatica vicenda che vede protagonisti gli ex dipendenti Fiat dopo la chiusura dello stabilimento siciliano.

Dalla sede del Municipio interverranno il sindaco Salvatore Burrafato, Padre Francesco Anfuso, parroco di Termini Imerese, Roberto Mastrosimone, segretario generale Fiom Palermo, Antonietta Sgarlata, presidente CNA Termini Imerese, Ciccio Conte, lavoratore Fiat e delegato sindacale, Patrizia Scavuzzo, ex addetta alla mensa dello stabilimento, Maria Cirà, rappresentante del movimento mogli termitane.

Nel pomeriggio di mercoledì collegamenti da Palermo con le manifestazioni previste in occasione del ventesimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Prima di ascoltare gli interventi di Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia, e del Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, spazio alle voci dai cortei che attraverseranno il capoluogo siciliano e si ritroveranno intorno all’Albero Falcone in via Notarbartolo.

Giovedì 24 maggio, RadioArticolo1, sarà a Corleone per seguire in diretta audio e video i Funerali di Stato di Placido Rizzotto, sindacalista della Cgil e militante socialista, ucciso dalla mafia 64 anni fa. Alla cerimonia parteciperanno il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il Segretario Generale della Cgil, Susanna Camusso.