COSE DI SARDEGNA
del 23/05/2012
I NOMI DEI PAESI
E IL CANTONIERE
CHE SE NE FREGA
di FRANCESCO CASULA
Un capo cantoniere
dell’Anas intima al
sindaco di Posada (Nu)
Roberto Tola, di
rimuovere il cartello
stradale con la scritta “Pasada”,
(come si chiama il paese in lingua
sarda) posizionato all’ingresso del
paese della Baronia, sulla statale 125
Orientale sarda, in quanto “non a
norma”. Giustamente il sindaco
sardista si oppone. La vicenda è
comunque stupefacente. Un
burocrate dell’Anas, ente statale
ipercentralista, diventato zelante e
occhiuto, ha tempo e voglia di
controllare cartelloni a suo dire,
fuori norma, quando dovrebbe
invece indirizzare il suo zelo e
impiegare il suo tempo in ben altre
direzioni: al controllo, per esempio,
dei cantieri lumaca, sempre aperti e
mai chiusi: è paradigmatico ed
esemplare il caso della 131 con
lavori iniziati da decenni e decenni.
Ora si può ammettere che un
dipendente dell’Anas non conosca
il valore e il significato altamente
identitario, civile e culturale, della
toponomastica in lingua sarda: con i
nomi dei paesi, delle località, delle
strade, delle piazze, dei fiumi, dei
monti ecc. noi riusciamo a entrare
in contatto con la nostra storia, la
nostra civiltà, la nostra lingua,
appunto. Una cosa però dal
dipendente, ma soprattutto da chi
gli ha dato l’incarico e l’ordine di
rimuovere il cartellone “proibito”
ovvero dall’Anas, occorre
pretendere: il rispetto delle leggi. Ad
iniziare dalla normativa europea, da
quella statale (la 482), da quella
regionale (la 26). E dallo stesso
codice della strada che (nell’art. 37,
comma 2-bis) prevede l’utilizzo “nei
segnali di localizzazione territoriale
del confine del comune, lingue
regionali o idiomi locali presenti
nella zona di riferimento, in
aggiunta alla denominazione nella
lingua italiana”. Commenta a
questo proposito nel suo blog
Gianfranco Pintore, giornalista di
lungo corso e scrittore di gran
vaglia: «Sarebbe interessante sapere
come possa venire in mente a
qualcuno di sbattersene con una
sola levata di genio della Carta
dell’Onu, di quella europea delle
lingue di minoranza, della
Costituzione italiana, della legge
dello stato di tutela delle lingue
minoritarie, di quella della
Sardegna sullo stesso tema. E,
soprattutto, del buon senso. Tollera,
il buontempone, che i cartelli con i
nomi dei paesi sardi siano ridotti a
indicazione di pizzerie. C’è
qualcuno che gli ha dato la dritta o
è tutto frutto della sua
intelligenza? » .