14-5-2012
di Francesco Casula
Nel Referendum del 6 maggio scorso i Sardi si sono pronunciati con nettezza a favore dell’Assemblea Costituente per la riscrittura dello Statuto. Ora occorre passare subito all’indizione della elezione, a suffragio universale, dei Costituenti. A sollecitarla sono le forze politiche e sociali, ad iniziare dai sostenitori da sempre della Costituente: dalla CISL, con il segretario regionale Mario Medde, al Partito sardo con il segretario nazionale Giovanni Colli e il dirigente sassarese Michele Pinna. Scrive Medde:”Nella drammatica crisi dell’Isola, mentre si accentuano divisioni e contrapposizioni, solo l’Assemblea Costituente può consentire una ricomposizione all’insegna di un nuovo progetto di rilancio della Sardegna e delle stesse istituzioni. E’ con il coinvolgimento dei Sardi che sarà possibile non solo riscrivere lo Statuto speciale della Sardegna e il nuovo patto costituzionale con lo Stato, ma anche dare vita, dopo le scelte che il referendum ha fatto sulle province, a un nuovo modello di rappresentanza istituzionale”. Mentre Pinna entra nel merito dei contenuti del nuovo Statuto affermando che “E’ lì in quello Statuto che i Sardi dovranno riscrivere il loro destino. E’ lì, in quella Carta, che i Sardi dovranno riscrivere il loro sistema tributario, il loro sistema di sviluppo economico, il loro sistema culturale, la lingua che vorranno usare liberamente nella vita privata come nella vita pubblica. E’ in quella Carta che i Sardi dovranno riscrivere il loro sistema dei trasporti per sottrarsi ai monopoli che impediscono loro di raggiungere liberamente e a basso costo la terraferma. E’ in quella Carta che i Sardi dovranno riscrivere le modalità con cui vorranno stare in Italia in Europa e nel mondo”. Difficile non convenire. Con l’attuale Statuto infatti i Sardi potranno amministrare solo la propria dipendenza e subalternità, economica e culturale. Di qui l’esigenza, non più procrastinabile, per non sprecare anche l’attuale legislatura regionale, del rifacimento di un nuovo Statuto, come vera e propria Carta costituzionale dell’Isola. Certo, la Casta politica – specie quella più gattopardesca, che fa finta di cambiare tutto per non cambiare niente – ancora una volta, può continuare a fare le orecchie da mercante e passare sopra la volontà popolare. Ma deve stare attenta: può essere travolta definitivamente.
del 10 maggio 2012
COSE DI SARDEGNA
CINQUE STELLE
UN BOOM VERO
DI GENTE SERIA
di FRANCESCO CASULA
Gli esponenti del
movimento Cinque
stelle irrompono nella
vita politica italiana.
Con il botto. Con un
vero e proprio boom. E poco
interessa se Napolitano non lo
abbia visto. O meglio, sentito.
Evidentemente preferisce ascoltare
solo le fanfare tricolori, con tutta la
retorica patriottarda italiota. Un
boom che fa del Movimento di
Grillo il terzo partito italiano. Pur
nato da pochi anni infatti, i suoi
esponenti entrano massicciamente
nei consigli comunali, ottengono un
sindaco, in alcune grandi città del
Nord hanno percentuali sopra il
15%, a Parma sono in lizza per il
ballottaggio. A proposito di Grillo è
stato evocato Giannini e il suo
Movimento dell’Uomo qualunque:
in verità fra il teorico del
“Qualunquismo” post-bellico e il
comico genovese non vi è alcuna
analogia, se non il fatto che anche il
giornalista romano, era un
teatrante. È infatti vero che anche
Giannini attaccava i partiti,
presumendo di rappresentare solo
lui i sentimenti dei cittadini, ma è
altrettanto vero che tutta la sua
cultura e ispirazione è conservatrice
quando non reazionaria, quella di
Grillo, si muove sul versante
opposto, direi, schematicamente, da
no-global. Non può essere un caso
che i primi ad aderire al “grillismo”
siano stati movimenti come i No
Tav in Piemonte, il comitato contro
la privatizzazione dell’acqua a
Napoli, i ragazzi di Locri in Calabria
e Lu Puntulgiu, in Sardegna. Ma poi,
basta sentirli i consiglieri comunali
di Cinque stelle per rendersi conto
della distanza abissale che li separa
dal movimento di Giannini: sono
giovani (la media oscilla fra i 25 e
40 anni), in genere laureati,
comunque preparati e informati,
conoscono la Rete e i nuovi sistemi
di comunicazione. Sono impegnati
nel volontariato, hanno un
fortissimo senso civico e legalitario.
I loro programmi sono incentrati
sull ’ambientalismo sociale, sulla
trasparenza e contro la corruzione
ma soprattutto sulla partecipazione
e il coinvolgimento della
popolazione nella gestione della
cosa pubblica. Parlano con garbo e
avvedutezza, non si tratta di
pappagalli e di cloni di Grillo, ma di
giovani consapevoli e informati che,
fuori e contro i partiti, vogliono
seriamente offrire un contributo
per la risoluzione dei problemi
amministrativi e non porre le basi
per un loro cursus honorum
politico: come invece fanno molti,
troppi giovani dei Partiti
tradizionali.