UE – Richiesta all’Italia di porre fine alle discriminazioni nelle assunzioni dei professori universitari

 

La Commissione europea ha chiesto all’Italia di riconoscere le qualifiche equivalenti ottenute in un altro Stato membro da stranieri che si candidano per posti di professore ordinario in Italia. Secondo le norme vigenti in Italia, nelle selezioni per posti di professore ordinario, per i candidati che non rivestono la qualifica di professore associato è prevista una prova didattica. La prova è obbligatoria per coloro che hanno conseguito in un altro Stato membro dell’Ue qualifiche equivalenti a quella di professore associato, mentre non è prevista per chi è in possesso del titolo analogo conseguito in Italia.

La Commissione ritiene che il fatto di riservare un trattamento diverso ai candidati che hanno acquisito qualifiche di professore associato in altri Stati membri equivalenti a quelle acquisite in Italia corrisponda a una discriminazione indiretta basata sulla cittadinanza. Ciò è contrario alle norme Ue sulla libera circolazione dei lavoratori.

Le autorità italiane ritengono che le qualifiche per posti di professore universitario conseguite in altri Stati membri non possano essere automaticamente riconosciute poiché l’insegnamento universitario non è una professione regolamentata . Conformemente alla giurisprudenza della Corte di giustizia, la Commissione ritiene opportuno fare un confronto fra le qualifiche italiane e quelle ottenute in altri Stati membri, allo scopo di garantire un trattamento equo dei candidati in possesso di qualifiche equivalenti.

La richiesta della Commissione è stata inviata come “parere motivato” nell’ambito del procedimento d’infrazione dell’Ue. L’Italia ha quindi tempo fino a gennaio 2012 per informare la Commissione circa le misure attuate per adeguare la propria legislazione alla normativa Ue, altrimenti la Commissione potrà decidere di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

La sentenza della Corte di giustizia nella causa C-586/08 Rubino stabilisce che le qualifiche acquisite in altri Stati membri vanno riconosciute per il loro giusto valore e prese debitamente in considerazione nell’ambito delle procedure di selezione relative a posti di docenti universitari. Tale obbligo va applicato anche alle procedure di selezione per i professori universitari.

Per quanto riguarda l’abolizione di qualunque discriminazione basata sulla nazionalità nell’ambito della libera circolazione dei lavoratori, di cui all’articolo 45 del TFUE , si fa riferimento non soltanto alle discriminazioni palesi basate sulla cittadinanza, ma anche a qualsiasi discriminazione dissimulata che, pur fondandosi su altri criteri di riferimento, pervenga al medesimo risultato (cfr. caso C-237/94 O’Flynn ).

A meno che non sia obiettivamente giustificata e proporzionata al suo scopo, una disposizione di legge nazionale va considerata indirettamente discriminatoria se può intrinsecamente nuocere ai lavoratori migranti in misura maggiore che ai lavoratori nazionali e se vi è il rischio di porre i primi in posizione di svantaggio.

osservatorioinca.org

UE – Richiesta all’Italia di porre fine alle discriminazioni nelle assunzioni dei professori universitariultima modifica: 2012-01-14T19:20:00+01:00da vitegabry
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