Archivi giornalieri: 13 gennaio 2012

Letteratura e Civiltà Della Sardegna

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Letteratura e civiltà della Sardegna, volume I, di Francesco Casula, Edizioni Grafica del Parteolla

 

 

E’ uscita LETTERATURA E CIVILTA’ DELLA SARDEGNA, VOLUME I  di Francesco Casula, Edizioni Grafica del Parteolla (pagine 375, Euro  20)

 

Il volume dedica più del 50% delle pagine a Autori che scrivono in Lingua sarda e ai corrispettivi testi :dai primi documenti in volgare sardo ai  Condaghes, dalla Carta De Logu di Eleonora d’Arborea a Antonio Cano, da Gerolamo Araolla e Antonio Maria da Esterzili a Matteo Garipa, da Sa scomunica de Predi Antiogu arrettori de Masuddas a Efisio Pintor Sirigu, da Francesco Ignazio Mannu a Diego Mele e Peppino Mereu fino a Antioco Casula (Montanaru) e Pedru Mura.

 

Fra gli Autori che scrivono in Lingua italiana sono presenti Giambattista Tuveri, Antonio Gramsci, Emilio Lussu, Grazia Deledda, Sebastiano Satta, Salvatore Cambosu, Antonio Pigliaru, Giuseppe Fiori, Giuseppe Dessì e Salvatore Satta.

 

Vi è anche un Autore bilingue Michelangelo Pira (che ci ha lasciato testi in Sardo e in Italiano) e uno quadrilingue, Sigismondo Arquer, che ha scritto in Sardo, Latino, Castigliano e Catalano.

 

Il secondo volume dovrebbe uscire, sempre per le Edizioni Grafica del Parteolla a Marzo-Aprile prossimo, con Autori che arriveranno fino ai nostri giorni.

Su can’isterzu del VILLAGGIO

ECCO FANTOZZI

E GLI INSULTI

ALLA SARDEGNA

di Francesco Casula

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Nel 2006 era stato un rampollo della zenìa dei savoia, con i Sardi sempre cialtronesca, crudele e famelica, a insultarci: Puzzano come capre, aveva affermato. Ora tocca all’ex comico genovese, ridottosi ohimè a mediocre guitto che, impancandosi a maître à penser, dalla TV di stato ha ricondotto la scarsa natalità dell’Isola al fatto che gli abitanti si accoppiano con le pecore. E i sardi dovrebbero continuare a pagare il canone? Usque tandem? Che altre piacevolezze devono ancora sentire da quegli schermi?

Ma gli improperi e le contumelie contro i Sardi e la Sardegna non sono solo di oggi: ecco un minuscolo campionario. Cicerone (in Pro Scauro) per screditare i 120 testimoni sardi (al processo a Roma per testimoniare contro Scauro, un tangentista ante litteram, difeso dall’orator maximus) non esita a dipingerli come ladroni con la mastruca (mastrucati latrunculi), inaffidabili e disonesti “la cui vanità è così grande da indurli a credere che la libertà si distingua dalla servitù solo per la possibilità di mentire”: la loro inaffidabilità verrebbe dalle loro stesse radici fenicio-puniche. Di qui l’accusa più grave e insultante, oggi diremmo “razzistica”: sono africani! E allora, scrive Cicerone, “dal momento che nulla di puro c’è stato in questa gente nemmeno all’o­rigine, quanto dobbiamo pensare che si sia inacetita per tanti travasi?”

Nel 2006 Honoré de Balzac, (in Voyage en Sardaigne) risentito per non essere riuscito nella sua impresa in Sardegna di arricchirsi attraverso lo sfruttamento delle scorie delle miniere d’argento abbandonate nella Nurra, vaneggia di uomini e donne nude come selvaggi, domiciliati in tane e abbruttiti dalle foreste, che mangiano un pane fatto di farina mista ad argilla. “L’Africa comincia qui – scrive – ho intravisto una popolazione in cenci, tutta nuda, abbronzata come gli etiopi”. Un altro francese, Gustavo Jourdan (in L’Ile de Sardaigne) deluso per non essere riuscito dopo un anno di soggiorno in Sardegna, a coltivare gli asfodeli per ottenerne alcool, parla della Sardegna “rimasta ribelle alla legge del progresso”, terra “di barbarie in seno alla civiltà che non ha assimilato dai suoi dominatori altro che i loro vizi”. Mentre l’archeologo inglese Donald Harden (in I Fenici) non solo ci insulta ma, apoditticamente sentenzia: “Sardegna, regione sempre retrograda”. Argas de muntonarzu!

Pubblicato su SARDEGNA Quotidiano del 13-1-2012