Cgil: il decreto lavori usuranti è un atto dovuto

 

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Il testo va migliorato

“Un atto dovuto, perchè è ora che si prenda finalmente atto che i lavori non sono tutti uguali”. E’ il commento di Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, a proposito dell’imminente arrivo in commissione Lavoro del decreto sui lavori usuranti. Gli effetti del riconoscimento di benefici di legge ai lavoratori che svolgono particolari mansioni faticose (tre anni di pensionamento anticipato), potrebbero interessare una platea che – nel 2007 – e’ stata calcolata di circa 5.000 persone l’anno.

“Abbiamo apprezzato molto, con Cisl e Uil – sottolinea Lamonica – la ripresa della discussione sui lavori usuranti e abbiamo anche apprezzato che il governo sia ripartito dallo schema lasciato dal governo Prodi”. Tuttavia la sindacalista  non nasconde che nel testo ci sono delle “criticità su cui concordano anche Cisl e Uil, tant’è vero che abbiamo scritto una lettera unitaria alle commissioni Lavoro e Bilancio, chiedendo di essere auditi”.

I problemi sono sostanzialmente due: il primo è quello del lavoro notturno. “Chiediamo che – spiega Lamonica – non sia alzato il tetto minimo di 64 notti lavorate per poter accedere alla categoria usurante: è una soglia che deve essere mantenuta e non innalzata.

Oltrettutto, si potrebbe conteggiare il lavoro notturno non solo in numero di notti lavorate, ma anche in ore equivalenti, perchè alcune categorie di notte lavorano 6 ore, altre 8 e per queste ultime la sommatoria delle ore, alla fine, potrebbe dare l’equivalente di 64 notti”.

Altra spina dolente: le disposizioni transitorie fino al 2017. “Per accedere ai benefici, di qui al 2017, il testo parla di 7 anni lavorati in usuranti su 10 totali lavorati, compreso l’ultimo anno. Noi chiediamo che l’ultimo anno non sia considerato, perchè come spesso accade, per motivi di età o di salute il lavoratore magari viene rimosso proprio in quell’anno dal lavoro più pesante”.

E poi i sindacati chiedono che le regole transitorie possano essere valide, ma in alternanza con quelle del dopo 2017, che prevedono la concessione del beneficio di lavoro usurante al lavoratore che abbia svolto almeno il 50% della sua attività all’interno delle categorie previste dalla legge (catena di montaggio, autisti pubblici, cave, miniere etc).

Infine, il problema delle risorse. “Nel 2007 agli usuranti era stata destinata una certa somma (2,52 miliardi di euro per il decennio 2008-2017 ndr), che non è mai stata spesa e dunque il risparmio c’è già stato”. “Le risorse vanno mantenute – conclude Lamonica – ovviamente con l’attualizzazione necessaria”.

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Cgil: il decreto lavori usuranti è un atto dovutoultima modifica: 2011-02-27T12:33:42+01:00da vitegabry
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