Archivio mensile:dicembre 2010

Lavoro – Politiche attive per uscire dalla crisi in Europa

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 Ripartire dall’occupazione e dai tempi di conciliazione tra vita e lavoro

E’ questa l’indicazione emersa oggi, a Roma, dalla conferenza europea ‘Strategie di uscita dalla crisi e sistemi di governance: Quali sfide per le politiche del lavoro?, organizzata da Italia Lavoro, agenzia tecnica del ministero del Lavoro.

“Siamo consapevoli – ha spiegato Xavier Prats Monnè, direttore Strategia di Lisbona e Affari internazionali della direzione generale Occupazione, affari sociali e pari opportunità della Commissione europea- della situazione difficile e diversa di paese in Paese dell’Europa, ma per guardare al futuro è importante concentrarsi sulle riforme, e per questo motivo cercheremo di elaborare delle raccomandazioni specifiche per ciascun Paese.

Tra i problemi piu’ importanti da affrontare nel 2011, secondo Monnè, c’è di sicuro “la disoccupazione giovanile, che ha un tasso doppio rispetto al tasso generale: noi al riguardo proporremo ai Paesi membri un salario d’ingresso differenziato e degli interventi di formazione”.

Altro tema al centro dell’agenda europea, ha ricordato Monnè, la flessibilità: “E’ fondamentale intervenire su questo tema, ma anche su quello della conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro”.

Immigrati – Nuovi ostacoli sul percorso dell’integrazione

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Le strutture della Cgil e del patronato Inca al fianco degli immigrati per sostenere i loro diritti

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Situazione difficile per gli immigrati in Italia. Al test di lingua italiana obbligatorio per chi chiede il permesso Ce per soggiornanti di lungo periodo si aggiunge lo sciopero dei lavoratori delle Prefetture e della Questure, impiegati nei servizi all’immigrazione che hanno organizzato una manifestazione a Roma in piazza Santi Apostoli, per chiedere l’immediata proroga dei contratti e la futura stabilizzazione.

Il 31 dicembre 2010 i lavoratori precari del ministero dell’Interno saranno licenziati di fatto e quindi non potrà più essere garantito il servizio agli immigrati che chiedono permessi, carte di soggiorno, ricongiungimenti familiari e cittadinanza. Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa e i lavoratori chiedono una risposta immediata, che arrivi entro il 31 dicembre, per il mantenimento in servizio e la garanzia dei diritti degli immigrati.

Ad una situazione già di per sè precaria dunque dal 9 dicembre 2010, gli immigrati che presentano domanda per il rilascio del Permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno), devono dimostrare di possedere una conoscenza della lingua italiana pari al livello A2 del quadro di riferimento europeo. Questo ulteriore requisito, introdotto con il pacchetto sicurezza del 2009, oltre a creare un pericoloso legame tra competenza linguistica e diritti,  lascerà nella precarietà e nell’instabilità giuridica chi non riuscirà a soddisfare questo nuovo requisito, pur avendo maturato i 5 anni di regolare presenza in Italia ed un reddito adeguato.
 
La Cgil, l’Inca e il Sindacato scuola umbra che hanno un’incidenza della popolazione immigrata su quella autoctona che colloca l’Umbria al secondo posto tra le regioni italiani, dopo l’Emilia Romagna ha deciso quest’oggi di presentare in una conferenza stampa le problematiche di quella che appare  una procedura macchinosa e complicata: chi non possiede già la certificazione o un titolo di studio conseguito in Italia, dovrà richiedere, in via telematica, allo Sportello Unico della Prefettura, di poter sostenere il test, aspettare la convocazione presso i Centri Territoriali Permanenti entro 60 giorni dalla richiesta, svolgere l’esame ed, infine, attendere l’esito, che sarà valutato insieme agli altri requisiti previsti per l’ottenimento del Permesso per lungo soggiornanti.

Molti aspetti appaiono assolutamente confusi: non è chiaro, ed esempio, se la richiesta della carta di soggiorno e la prenotazione del test possano avvenire contestualmente o se prima occorre superare il test e, solo successivamente, presentare la domanda di carta di soggiorno.

In quest’ultimo caso, in attesa del test, l’immigrato potrebbe rischiare di perdere gli altri requisiti quali, ad esempio, il lavoro. E’ evidente che i tempi di attesa per il rilascio del titolo di soggiorno a tempo indeterminato si allungheranno notevolmente. Ciò desta preoccupazione, anche in ragione del fatto che, in Umbria, questo sistema potrebbe compromettere il lavoro svolto fino ad oggi dalle Questure nella riduzione dei tempi di rilascio dei permessi di soggiorno. A riguardo va detto anche che, se da gennaio il Ministero degli Interni non rinnoverà il contratto dei dipendenti a tempo determinato delle Questure e delle Prefetture, gli uffici si paralizzeranno ulteriormente.
Inoltre, altro elemento di criticità è che l’esito del test sarà visualizzabile su internet e l’immigrato non riceverà neanche un attestato che certifica la conoscenza della lingua. Peraltro, non sappiamo ancora, né in cosa consisterà il test, né le sue modalità di somministrazione. L’auspicio è che lo svolgimento della prova e il suo contenuto siano omogenei in tutta Italia.

La CGIL monitorerà le modalità di applicazione a livello locale di questo meccanismo così farraginoso, fiduciosa della collaborazione con le Questure e le Prefetture.

Inca – Dalla sorveglianza sanitaria al riconoscimento dei tumori professionali

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Corso di formazione per i medici

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Nell’ambito delle iniziative dell’Inca, volte a far emergere il fenomeno dei tumori professionali, il 14 e il 15 dicembre prossimi, si svolgeranno a Bari, in collaborazione con l’Università “Aldo Moro”, due giornate seminariali, con la partecipazione di specialisti e esperti, nazionali e internazionali.

Si tratta di un evento importante che vuole sottolineare come l’impegno dell’Inca sia determinante per contribuire a far crescere nel nostro Paese una nuova cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e assicurare un’adeguata tutela ai malati oncologici.

La collaborazione con il mondo accademico, che si esprime con la partecipazione del Magnifico Rettore dell’Università di Bari e di alcuni docenti, nonché il riconoscimento dei crediti ECM per i medici, ci consente di indicare come questa iniziativa assuma una valenza autorevole.

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Immigrati – Nel Rapporto Ires-Fillea aumenta il lavoro in nero e i falsi part time

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La “crescita malata”….

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La crisi economica non frena l’aumento dei lavoratori immigrati nel settore delle costruzioni, ma la loro è una “crescita malata”, caratterizzata cioè da un aumento dell’irregolarità, tra falsi part time, lavoro nero e forme di lavoro autonomo sospette.

E’ questa la fotografia delle condizioni degli immigrati addetti nelle costruzioni in Italia, scattata dal quinto studio Ires-Fillea Cgil sui lavoratori stranieri nel settore, presentato oggi a Roma. Secondo lo studio, a cura di Emanuele Galossi e Maria Mora, sulla base di dati Istat e Cnce, il settore delle costruzioni si conferma come quello con la maggiore presenza di lavoratori stranieri, con rumeni, albanesi e marocchini che rappresentano il 67% degli stranieri iscritti alle Casse edili.

Il rapporto, sulla base dei dati sulle forze di lavoro Istat nel 2009, sottolinea infatti che i lavoratori immigrati occupati nelle costruzioni sono complessivamente 313.000, con una percentuale pari a circa il 16% del totale (19% tra i dipendenti). E, rispetto al 2008, mentre complessivamente gli occupati in edilizia calano del 3%, per i lavoratori stranieri si assiste a una crescita occupazionale del circa 9%. Ma, secondo Ires e Fillea, questo aumento di addetti immigrati tra il 2007 e il 2009 si può senz’altro definire come una “crescita malata”. Visto che, secondo l’istituto di ricerca e il sindacato degli edili della Cgil, il numero di lavoratori irregolari è cresciuto tra gli stranie è aumentato del 9% per gli immigrati a fronte del 5% per gli italiani e il lavoro autonomo (in molti casi in realta’, secondo il sindacato, lavoro dipendente mascherato) è cresciuto del 44% in più tra gli immigrati rispetto ai colleghi italiani.

Un fenomeno, quello del lavoro autonomo “sospetto”, che, spiegano Ires e Fillea, si può evidenziare anche dai dati Unioncamere, secondo cui il settore delle costruzioni è quello che caratterizza maggiormente l’imprenditoria immigrata, con una crescita solo nell’ultimo anno del 10%. Ma, secondo il rapporto, accanto ai lavoratori dipendenti stranieri che riescono a mettersi in proprio, sono tanti i loro colleghi e connazionali che sono costretti a fingersi autonomi per continuare a lavorare per lo stesso datore di lavoro, senza tutele e garanzie, ma anche senza costi per le imprese.

E per cercare di stimare la presenza di lavoratori “finti autonomi”, secondo Ires e Fillea, “si possono prendere in considerazione alcuni indizi quali l’assenza di dipendenti, la monocommittenza e la mancanza di autonomia di orario”.

“Finti” autonomi e senza tutele, gli immigrati nelle costruzioni sono i più colpiti, secondo lo studio Ires-Cgil, “da tutti i fenomeni devianti che inquinano il settore. Oltre ai problemi legati alla forma contrattuale, gli stranieri sono maggiormente vittime della dequalificazione professionale, dei differenziali retributivi e degli infortuni”. 

Per quanto riguarda i differenziali retributivi”si osserva una vera e propria graduatoria a seconda se si lavori al Nord o al Sud e se il lavoratore sia italiano o straniero”. Se, infatti, un lavoratore italiano nel Centro-Nord percepisce 1.200 euro mensili, agli addetti stranieri negli stessi territori ne vanno 1.179, 21 in meno (-1,8%) rispetto ai colleghi italiani.

E nel Mezzogiorno, mentre agli italiani vanno 1.100 euro, e cioè 100 euro in meno rispetto ai connazionali del Centro-Nord, a passarsela peggio di tutti sono gli immigrati, che al Sud portano a casa appena 907 euro, il 24,4% in meno rispetto ai colleghi italiani del Centro-Nord.

Per quanto riguarda gli infortuni subiti dai lavoratori stranieri, Ires e Fillea sottolineano come, secondo i dati del rapporto Inail 2008, il settore delle costruzioni continui a essere tra i più rischiosi tanto da concentrare circa il 13,7% degli infortuni registrati tra tutti i lavoratori immigrati. Nel caso specifico degli infortuni mortali, nonostante questi siano leggermente calati nel corso del 2008, il settore delle costruzioni, con 43 vittime straniere, mantiene il triste primato di “settore killer”. E gli stranieri stanno peggio degli italiani, con circa 44 infortuni ogni 1.000 lavoratori stranieri contro i 39 circa dei lavoratori nel complesso. Il mestiere più pericoloso per i lavoratori stranieri di sesso maschile è quello di muratore.

Secondo Ires e Fillea, alla luce dei dati dello studio, “il rischio è quelli di ritrovare a crisi finita una struttura produttiva nelle costruzioni inadeguata, non competitiva e che rappresenti la parte peggiore del settore”.

(Adnkronos)

INPS: circolari e messaggi


Gentile Cliente,
Le inviamo gli ultimi Messaggi Hermes pubblicati sul sito www.INPS.it > Informazioni > INPS comunica > normativa INPS: circolari e messaggi

 

>>> Titolo:  Messaggio numero numero 31250 del 10-12-2010
  Contenuto:  Congedo straordinario ex art. 42, c. 5, del D.Lgs 151/2001 ed Ente previdenziale competente all’erogazione dell’indennità.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Messaggio numero numero 31125 del 09-12-2010
  Contenuto:  Invalidità civile – accertamenti sanitari nel confronti dei soggetti affetti da Sindrome di DOWN
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Circolare numero numero 157 del 07-12-2010
  Contenuto:  Legge 4 novembre 2010, n. 183 (c.d. Collegato Lavoro) ? Misure contro il lavoro sommerso, art. 4 comma 1, lett. a) e lett. c). Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 38 del 12 novembre 2010.
Tipologia:  CIRCOLARE

Lavoro – Manutenzione sicura uguale a sicurezza sicura

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Do it safety

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L’Agenzia europea e la Presidenza belga dell’UE mostrano come la manutenzione sicura può salvare vite umane

Le statistiche indicano che il 10-15% di tutti gli incidenti mortali sul lavoro in Europa è riconducibile a operazioni di manutenzione. Alla luce di questi dati, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha unito le proprie forze a quelle della Presidenza belga dell’UE per organizzare  una conferenza che dimostri come, attraverso una manutenzione sicura, sia possibile migliorare le norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

La conferenza “Maintenance: Do It Safely” (Manutenzione: falla in sicurezza) coincide con la pubblicazione della relazione dell’EU-OSHA Safe Maintenance in Practice (Manutenzione sicura nella pratica), in cui vengono delineate le strategie chiave che le imprese dovrebbero adottare per prevenire i rischi connessi alla manutenzione. Jukka Takala, direttore dell’EU-OSHA, ha affermato: “queste strategie comprendono la garanzia di una dirigenza legata a una cultura della sicurezza e la diffusione di chiare procedure lavorative, attraverso il coinvolgimento dei lavoratori nell’attuazione delle norme di sicurezza, attraverso la realizzazione di una valutazione dei rischi e di corsi di formazione sulla sicurezza, nonché l’attuazione di misure preventive”. La relazione descrive in dettaglio esempi di migliori prassi per la manutenzione sicura, fra cui quelle dei seminari sulla manutenzione dei motori dell’Air France, in cui è attualmente presente uno strumento di simulazione per favorire l’individuazione di problemi relativi alla sicurezza, all’ergonomia o alla produzione già in fase di progettazione.

Alla conferenza non solo si terranno workshop, tavole rotonde e riunioni di esperti, ma saranno presenti anche i partner ufficiali della campagna dell’EU-OSHA “Ambienti di lavoro sani e sicuri” che otterranno il riconoscimento per il loro impegno nella manutenzione sicura. Fra i partner sono annoverate numerose imprese e associazioni provenienti dal settore pubblico e privato, comprese alcune delle più famose società europee.

In occasione della conferenza, imprenditori ed esperti in materia di SSL provenienti da tutta Europa, condivideranno idee sulle migliori prassi volte a rendere più sicure le operazioni di manutenzione, siano essi esponenti di governi, grandi imprese o PMI. Il workshop “Manutenzione sicura tramite progettazione”, ad esempio, analizzerà come sia possibile ridurre gli infortuni attraverso il miglioramento della progettazione e dell’organizzazione del lavoro e dei luoghi di lavoro, nonché mediante l’utilizzo di moderne tecnologie.

wwww.osha.europa.eu/it

Eternit – I numeri del maxi processo

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Eternit – I numeri del maxi processo

Imputati, vittime, accuse, udienze

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Ecco in sintesi il processo Eternit,la più grande causa mai celebrata in Europa in materia di morti da amianto.

Gli imputati – Sono due, indicati dai pm (anche se le difese hanno da eccepire) come “gli effettivi responsabili della società Eternit spa”. C’è Stephan Schmidheiny, 64 anni, svizzero, miliardario: Forbes lo colloca al 354/o posto fra gli uomini piu’ ricchi del mondo. E c’è il barone belga Jean Louis Marie Ghislain De Cartier De Marchienne, 89 anni.

Le vittime  – Alla fine delle indagini preliminari il capo d’accusa elencava 2.191 morti (di cui 1.649 a Casale Monferrato e 386 a Bagnoli) e 665 malati, ma il conto dovrà essere aggiornato. Le richieste di costituzione di parte civile sono state 6.392, quasi tutte accolte dal tribunale.

Le accuse – Sono disastro ambientale (per l’inquinamento e la dispersione delle fibre-killer) e omissione volontaria di cautele nei luoghi di lavoro. I fatti contestati vanno dal 1952 al 2008.

Il processo – Si svolge nella maxi-aula 1 del Palazzo di Giustizia; il pubblico puo’ seguirlo in teleconferenza nella maxi-aula 2. Per accorciare i tempi del dibattimento (solo le difese avevano chiesto di interrogare tremila persone) il presidente Giuseppe Casalbore ha stabilito che per ogni capitolo di prova non si possano sentire piùdi due testi. Finora sono state celebrate trentun udienze.

 

(ANSA).

Libera. Giornata internazionale contro la corruzione

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Week end di mobilitazione per la raccolta delle firme in calce all’appello di Libera

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Da Aosta a Palermo, attraversando Bologna, Firenze, Roma, Napoli. A distanza di 15 anni, dal milione di firme raccolte per sostenere l’approvazione della legge 109/96 per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, Libera e Avviso Pubblico rilanciano e si mobilitano per un obiettivo: una valanga di cartoline per seppellire la corruzione.

Un milione e mezzo da firmare e consegnare al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano quale garante della Costituzione. Nel prossimo week end in oltre 300 luoghi sarà possibile firmare la cartolina appello e contemporaneamente si potrà firmare anche nelle 400 botteghe di Altromercato e Botteghe del Mondo.

“Signor Presidente – è detto nell’appello – siamo profondamente preoccupati per il diffondersi della corruzione nel nostro paese. La corruzione minaccia il prestigio e la credibilità delle Istituzioni, inquina e distorce gravemente l’economia, sottrae risorse destinate al bene della comunità, corrode il senso civico e la stessa cultura democratica”.

La cartolina appello da firmare conclude: “ci rivolgiamo a Lei per chiederle di intervenire, nelle forme e nei modi che riterrà più opportuni, affinché governo e parlamento ratifichino quanto prima e diano concreta attuazione ai trattati, alle convenzioni internazionali e alle direttive comunitarie in materia di lotta alla corruzione, non alle norme, introdotte con la legge Finanziaria 2007, per la confisca e l’uso sociale dei beni sottratti ai corrotti”.

L’appello può essere firmato anche on line su www.libera.it. “La corruzione – ricorda Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie – è una tassa occulta, che trasforma risorse pubbliche, destinate a servizi e opere, in profitti illeciti”.

“E’ come se ogni italiano fosse costretto a versare 1.000 euro l’anno nelle casse del malaffare e dell’illegalità. Una zavorra  ancora più insopportabile in una fase di crisi economica e di tagli alla spesa dello Stato. Davanti alla costi della corruzione diretti e indiretti non si deve tacere. L’Italia onesta – conclude Libera – ha bisogno di un segnale chiaro e forte contro l’illegalità”.

(ANSA).