Archivi giornalieri: 4 dicembre 2010

Accertamento della sussistenza della condizione di grave handicap

 

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Tribunale conferma legittimazione passiva Inps su un caso tutelato dall’Inca

Nella causa, promossa dalla sede Inca di Roma Nord, riguardante una lavoratrice del settore pubblico con mansioni impiegatizie di tipo dirigenziale a cui non era stato riconosciuta la condizione di gravità dell’handicap, il Tribunale di Roma (sent. n. 14434/10) ha ribadito che nelle controversie aventi ad oggetto l’accertamento della condizione di handicap grave ex art.3 c. 3 legge n. 10492, legittimato passivo è solo I’Inps.

Il fatto che I’Inps, dal 1° aprile 2007, debba esaminare i verbali trasmessi dalle Asl ai fini della loro validazione, ha come conseguenza che lo stesso istituto è legittimato passivo nelle azioni giudiziarie volte a contestarli.

II Tribunale di Roma ha esaminato l’art. 10 del decreto legge n. 20312005 convertito in legge n. 2482005, e il relativo decreto di attuazione, art. 5 del d.p.c.m. 31 marzo 2007 (che ha trasferito all’Inps tutte le competenze genericamente ascrivibili alla materia dell’invalidità civile) ritenendo irrilevante il fatto che i verbali, resi a seguito della visita di accertamento dello stato di handicap, siano redatti dalla ASL.

Inoltre, ha sostenuto il giudice,” questa interpretazione è conforme ai provvedimenti legislativi emanati dal Legislatore, a partire dal 2003 (DL 269103) e sino ad arrivare al DL 7812009, che accentrano presso I’Inps tutte le competenze in questa materia (invalidità civili, handicap e disabilità) con lo scopo di arrivare ad un contenimento della spesa”.

Edilizia – Riconosciuto un caso tutelato dall’INCA

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Newsletter Inca

Il Tribunale di Roma ha riconosciuto l’origine professionale della “sindrome da conflitto sub-acromiale bilaterale” insorta in un lavoratore edile tutelato dal patronato Inca.

L’INAIL aveva in sede amministrativa denegato il caso per “mancanza di rischio lavorativo” per cui il lavoratore tramite la nostra sede di Roma aveva adito le vie legali.

Il medico legale dell’Inca ha ricordato nella sua consulenza tecnica che l”a patologia muscolo-scheletrica della spalla può essere legata sia a frequenti movimenti di abduzione dell’arto superiore che a microtraumi ripetuti che assumono valore di fattori usuranti, incidenti nel corso di lavori pesanti o di lavori artigianali e che il nostro assistito aveva svolto in maniera continuativa l’attività di operaio edile specializzato e che tale attività lavorativa prevede svariati compiti con gravoso impegno fisico, l’utilizzo di strumenti specifici (piccone, pala, frullino, mazzetta e scalpello) nonché la movimentazione manuale di carichi”.

Sulla base di tali dati ha concluso che  “l’attività lavorativa svolta abbia contribuito in termini concausali all’insorgenza e all’aggravamento della patologia a carico della cuffia dei rotatori, che in assenza del sovraccarico funzionale verosimilmente non sarebbe insorta ovvero sarebbe insorta con modalità differente e, sopratutto in epoca successiva”.

37° 2010  newsletter.doc

Test Italiano per il permesso di soggiorno

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Nuovo requisito per gli stranieri

Fra le modifiche apportate dal “Pacchetto sicurezza” al Testo Unico sull’Immigrazione, vi è quella relativa all’ulteriore requisito che gli stranieri devono possedere, per richiedere il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.

A seguito del Decreto Interministeriale del 4 giugno 2010,  dal 9 dicembre prossimo, questa norma entrerà in vigore.  Pertanto tutti gli stranieri che a partire da quella data faranno richiesta del titolo di lungosoggiornanti, dovranno superare il Test di Italiano,  che  dovrà verificare se lo straniero è in possesso di un livello di conoscenza della lingua italiana corrispondente al livello A2 del Quadro comune di riferimento europeo per la conoscenza delle lingue approvato dal Consiglio d’Europa.

Il Decreto stabilisce che sono esentati  i minori di 14 anni, coloro che sono in possesso di certificazione rilasciata da struttura sanitaria pubblica nella quale sia dichiarato che lo straniero è affetto da gravi limitazioni alla capacità di apprendimento linguistico derivanti dall’età, da patologie o handicap e gli stranieri in possesso di diploma di scuola secondaria italiana di primo o secondo grado, ecc.

Alla luce della circolare emanata dal Ministero, il rischio è di incorrere in  una fase di paralisi nella concessione di questi titoli, vista l’impossibilità di  sostenere in tempi brevi il test.  Viene infatti richiesto a tutte le Prefetture locali di stipulare apposite convenzioni con il dirigente del locale Ufficio scolastico regionale, al fine di individuare i centri di istruzione per adulti presso cui dovrà essere svolto il test, sulla base di criteri stabiliti nell’accordo quadro  fa Ministero dell’Interno e Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e, in ultimo, si dovranno definire i calendari delle sessioni di esame.

Il Patronato INCA CGIL è a disposizione per fornire gratuitamente tutte le informazioni  necessarie agli stranieri in merito alle esenzioni, inoltro telematico delle domande di partecipazione ai test di italiano e delle domande di rilascio di permesso CE per soggiornanti di lungo periodo.

Rapporto italiani nel mondo 2010

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L’apporto degli italiani nel mondo per il rinnovamento dell’Italia

E’ stato presentato oggi il V° Rapporto Italiani nel mondo a cura della Fondazione Migrantes. Dall’analisi si rileva che i cittadini italiani iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero all’8 aprile 2010 erano oltre 4 milioni degli oltre 60 residenti in Italia, un numero pari a quello degli stranieri residenti nel nostro Paese.

Nella Ricerca presentata quest’anno l’attenzione della Fondazione si è concentrata su cinque Paesi (Canada, Francia, Regno Unito, Romania e Spagna) dove sono stati somministrati 649 questionari,  con la collaborazione di associazioni, sindacati e patronati tra cui l’Inca Cgil, dai quali si è rilevato che la  presenza, degli italiani nel mondo, è in continuo aumento.

In Europa si attesta sul 55,5%, in Europa sul 33,3%, mentre tra i paesi d’insediamento, l’Argentina supera di 600mila unità la Germania, mentre la Svizzera accoglie mezzo milione di italiani, la Francia si ferma a 370mila, il Brasile raggiunge quota 273mila mentre in Australia, Venezuela e Spagna superano le 100mila unità.

In Italia, pur se ridotti, i flussi annuali con l’estero sono sempre di notevole consistenza. Un po’ più di 50mila l’anno quelli in uscita, e un po’ di meno quelli di ritorno. Bisogna mettere in conto però – secondo il Rapporto Migrantes – che le partenze specialmente quelle dei giovani, inizialmente hanno carattere di sperimentazione, per cui i protagonisti non provvedono alla cancellazione anagrafica presso il Comune di provenienza. Nel complesso, tra spostamenti  interni e verso l’estero, in andata e in rientro, temporanei  o di lungo raggio, italiani che vanno o che ritornano, si arriva a quasi 400mila spostamenti totali, 1 ogni 150 residenti.

Non è disponibile un censimento completo dei “cervelli in fuga” ma di essi circa 2mila si sono iscritti alla banca dati “Davinci” pressoché in tutte le più importanti università del mondo. Solo 1 su 4 intenderebbe rientrare in Italia, mentre gli altri si dicono soddisfatti della vita condotta all’estero, da un punto di vista sia sociale che lavorativo.

Ma il Rapporto analizza anche lo stato di salute del nostro Paese sottolineando che nel 2009 il fatturato estero delle imprese italiane è crollato (-20,7%) rispetto all’anno precedente. Alla carente capacità di innovare i prodotti si è aggiunto anche il calo della domanda internazionale. Solo in Cina, di cui siamo i terzi fornitori di merci e dove operano circa 2.000 aziende italiane, sono state incrementate le vendite del 3,5%.

E’ giustificabile la distrazione che si riscontra in Italia rispetto agli italiani nel mondo? Il Rapporto Migrantes fornisce un giudizio netto. Chi ha fatto per un certo periodo l’esperienza in emigrazione, sia che sia rimasto oltre confine sia che sia ritornato, è portatore di altre impostazioni nazionali in grado di correggere e arricchire i difetti del “Sistema Italia”. In quest’ottica andrebbe apprezzata, in particolare, la sensibilità europea propria dei migranti, che grazie al processo di integrazione comunitaria hanno visto attenuarsi le barriere nazionali e gli ostacoli che esse costituivano alla loro tutela.

In Italia – ancora secondo l’analisi della Fondazione – ristagnano gli investimenti, aumenta il debito pubblico e diminuisce la competitività: questi fattori, se non contrastati, possono avere delle conseguenze devastanti. Secondo la Fondazione è necessario affermare un nuovo concetto di solidarietà. Di questo capovolgimento di impostazione si deve far carico la rete che opera in emigrazione, dai patronati alle associazioni alle missioni cattoliche affinché l’Italia riassuma il suo ruolo e vitalizzi il dinamismo del passato, è indispensabile – ha affermato mons. G.Carlo Perego, direttore generale della Fondazione – un aiuto di ritorno da parte degli emigrati italiani, protagonisti in paesi le cui esperienze presentano stimoli utili per il rinnovamento dell’Italia.