Rapporto italiani nel mondo 2010

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L’apporto degli italiani nel mondo per il rinnovamento dell’Italia

E’ stato presentato oggi il V° Rapporto Italiani nel mondo a cura della Fondazione Migrantes. Dall’analisi si rileva che i cittadini italiani iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero all’8 aprile 2010 erano oltre 4 milioni degli oltre 60 residenti in Italia, un numero pari a quello degli stranieri residenti nel nostro Paese.

Nella Ricerca presentata quest’anno l’attenzione della Fondazione si è concentrata su cinque Paesi (Canada, Francia, Regno Unito, Romania e Spagna) dove sono stati somministrati 649 questionari,  con la collaborazione di associazioni, sindacati e patronati tra cui l’Inca Cgil, dai quali si è rilevato che la  presenza, degli italiani nel mondo, è in continuo aumento.

In Europa si attesta sul 55,5%, in Europa sul 33,3%, mentre tra i paesi d’insediamento, l’Argentina supera di 600mila unità la Germania, mentre la Svizzera accoglie mezzo milione di italiani, la Francia si ferma a 370mila, il Brasile raggiunge quota 273mila mentre in Australia, Venezuela e Spagna superano le 100mila unità.

In Italia, pur se ridotti, i flussi annuali con l’estero sono sempre di notevole consistenza. Un po’ più di 50mila l’anno quelli in uscita, e un po’ di meno quelli di ritorno. Bisogna mettere in conto però – secondo il Rapporto Migrantes – che le partenze specialmente quelle dei giovani, inizialmente hanno carattere di sperimentazione, per cui i protagonisti non provvedono alla cancellazione anagrafica presso il Comune di provenienza. Nel complesso, tra spostamenti  interni e verso l’estero, in andata e in rientro, temporanei  o di lungo raggio, italiani che vanno o che ritornano, si arriva a quasi 400mila spostamenti totali, 1 ogni 150 residenti.

Non è disponibile un censimento completo dei “cervelli in fuga” ma di essi circa 2mila si sono iscritti alla banca dati “Davinci” pressoché in tutte le più importanti università del mondo. Solo 1 su 4 intenderebbe rientrare in Italia, mentre gli altri si dicono soddisfatti della vita condotta all’estero, da un punto di vista sia sociale che lavorativo.

Ma il Rapporto analizza anche lo stato di salute del nostro Paese sottolineando che nel 2009 il fatturato estero delle imprese italiane è crollato (-20,7%) rispetto all’anno precedente. Alla carente capacità di innovare i prodotti si è aggiunto anche il calo della domanda internazionale. Solo in Cina, di cui siamo i terzi fornitori di merci e dove operano circa 2.000 aziende italiane, sono state incrementate le vendite del 3,5%.

E’ giustificabile la distrazione che si riscontra in Italia rispetto agli italiani nel mondo? Il Rapporto Migrantes fornisce un giudizio netto. Chi ha fatto per un certo periodo l’esperienza in emigrazione, sia che sia rimasto oltre confine sia che sia ritornato, è portatore di altre impostazioni nazionali in grado di correggere e arricchire i difetti del “Sistema Italia”. In quest’ottica andrebbe apprezzata, in particolare, la sensibilità europea propria dei migranti, che grazie al processo di integrazione comunitaria hanno visto attenuarsi le barriere nazionali e gli ostacoli che esse costituivano alla loro tutela.

In Italia – ancora secondo l’analisi della Fondazione – ristagnano gli investimenti, aumenta il debito pubblico e diminuisce la competitività: questi fattori, se non contrastati, possono avere delle conseguenze devastanti. Secondo la Fondazione è necessario affermare un nuovo concetto di solidarietà. Di questo capovolgimento di impostazione si deve far carico la rete che opera in emigrazione, dai patronati alle associazioni alle missioni cattoliche affinché l’Italia riassuma il suo ruolo e vitalizzi il dinamismo del passato, è indispensabile – ha affermato mons. G.Carlo Perego, direttore generale della Fondazione – un aiuto di ritorno da parte degli emigrati italiani, protagonisti in paesi le cui esperienze presentano stimoli utili per il rinnovamento dell’Italia.

Rapporto italiani nel mondo 2010ultima modifica: 2010-12-04T09:17:00+01:00da vitegabry
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