Ilo: protezione sociale, diritto negato

Il primo rapporto sul welfare nel mondo

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Le coperture minime di welfare per cure mediche, pensioni, assistenza sociale e indennità di disoccupazione sono fuori dalla portata della maggior parte delle persone nel mondo, sopratutto nei paesi a basso reddito. Eppure avrebbero un ruolo determinante per ridurre l’impatto sociale della crisi. Più in generale, la maggior parte delle persone in età lavorativa, insieme alle loro famiglie, non gode di un accesso effettivo a sistemi di protezione sociale universali. È quanto afferma il nuovo rapporto dell’Ilo, l’agenzia dell’Onu per il lavoro. Si tratta del primo di una serie di dossier che saranno pubblicati ogni due anni per analizzare i divari nell’accesso ai programmi di sicurezza sociale.

“L’attuale crisi – afferma il direttore generale dell’Ilo, Juan Somavia – ha evidenziato l’importanza di poter contare su un pacchetto minimo di prestazioni di sicurezza sociale per tutti. Per questo motivo promuoviamo la sicurezza sociale e l’introduzione di una protezione sociale di base a livello mondiale. Il rapporto mostra come, oggi più che mai, sia urgente garantire un’adeguata copertura sociale a tutti, a partire da un sistema di protezione sociale di base, così come definito nel patto globale per l’occupazione dell’Ilo”.

Prendendo in considerazione coloro che non sono economicamente attivi, si stima che nel mondo solo il 20 per cento delle persone in età lavorativa, insieme alle loro famiglie, gode di un effettivo accesso a sistemi di protezione sociale universali. In media, il 17,2 per cento del Pil mondiale è dedicato alla sicurezza sociale, spesa che si concentra principalmente nei paesi ad alto reddito dove il 75 per cento della popolazione dai 65 anni in su riceve una qualche forma di pensione. Al contrario, nei paesi più poveri meno di due anziani su dieci godono di prestazioni pensionistiche.

Solo nel 42 per cento dei 184 paesi analizzati dal rapporto sono previsti per legge degli schemi di sicurezza sociale a favore dei disoccupati, e spesso si tratta di soluzioni che coprono solo una minoranza della forza lavoro. Nei paesi più ricchi, quelli dell’area Ocse, le fonti finanziarie private rappresentano in media un quinto dei redditi pensionistici, ma raggiungono oltre il 40 per cento in cinque paesi: Australia, Canada, Paesi Bassi, Regno Unito e Stati Uniti. Dall’altra parte, rappresentano meno del 5 per cento in Austria, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Repubblica Ceca.

Meno del 30 per cento della popolazione in età lavorativa mondiale è coperta per legge da un’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, con grandi differenze a livello regionale in termini di copertura legale. Nei paesi a basso reddito e nelle aree rurali non più del 35 per cento delle donne ha accesso a servizi sanitari professionali, mentre nelle zoburbane il tasso di accesso raggiunge circa il 70 per cento. Tuttavia, si tratta comunque di oltre 20 punti percentuali in meno rispetto al tasso dei paesi più agiati.

In conclusione, il rapporto afferma che gli schemi di sicurezza sociale dovrebbero tenere conto degli insegnamenti tratti dalle crisi economiche passate e di altri criteri, come la crescente aspettativa di vita e la necessità di preservare un’adeguata sicurezza economica. “La crisi e la conseguente riduzione dei fondi pensione – si legge – hanno chiaramente dimostrato la vulnerabilità dei livelli pensionistici, e quindi della sicurezza economica degli anziani, di fronte ai risultati dei mercati finanziari e ad altre fluttuazioni economiche”.

Rassegna.it

Ilo: protezione sociale, diritto negatoultima modifica: 2010-11-18T10:18:00+01:00da vitegabry
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