Archivio mensile:aprile 2010

Amianto. Condannati gli ex vertici della Fincantieri

Infortuni

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26 aprile 2010. Il giudice ha riconosciuto i tre imputati colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime in relazione alle morte di 37 operai per tumore ai polmoni provocato dall’inalazione delle fibre di asbesto. All’INAIL – costituita parte civile nel processo – un risarcimento di 4,2 milioni di euro

PALERMO – Una condanna esemplare che pesa come un macigno sui vertici di un’azienda – la Fincantieri di Palermo – che per anni non ha tutelato i propri lavoratori dal rischio di esposizione all’amianto. Il giudice di Palermo, Gianfranco Criscione, ha riconosciuto colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime tre ex dirigenti, condannandoli rispettivamente a 7 anni e 6 mesi, 6 anni e 3 anni. Il reato contestato è legato alla morte di 37 operai per tumore ai polmoni determinato dall’inalazione delle fibre di asbesto. Al centro del processo anche le lesioni riportate da altri 26 dipendenti che hanno contratto la malattia.

Gli ex vertici di Fincantieri sono stati condannati anche a un risarcimento di 4,2 milioni di euro nei confronti dell’INAIL, costituita parte civile nel processo insieme ai familiari delle vittime e degli operai ancora oggi malati e ad altre associazioni, contribuendo anche all’avvio delle indagini con la registrazione e trasmissione alla Procura della Repubblica di Palermo dei numerosi casi di malattie polmonari che avevano colpito gli operai del cantiere sin dagli anni Novanta.

Soddisfazione per la sentenza è stata espressa da Mauro Marangoni, direttore regionale dell’INAIL Sicilia presente all’udienza finale insieme ai legali dell’Istituto. “Questa condanna è importante perché riconosce il ruolo dell’Istituto come parte integrante nel processo di indennizzo. E’ una sentenza che servirà anche in futuro, sia sul versante dell’amianto che per gli infortuni e le malattie professionali”, sottolinea Marangoni, ricordando però che la vicenda Fincantieri non si è si esaurisce oggi, ma ci sono ancora quattro processi in corso.

Nelle motivazioni che hanno portato alla sentenza di oggi, spicca il mancato rispetto all’interno dell’azienda delle più elementari misure di sicurezza, come l’utilizzo di guanti e mascherine. “Non ci possono essere attenuanti per chi, consapevole del rischio cui è sottoposto un lavoratore, pur in presenza di normativa sulla sicurezza, non fa nulla perché quel rischio sia evitato o ridotto al minimo”, continua Marangoni. “Il prezzo che ancora oggi si paga all’insicurezza in termini di perdita di vite umane è moralmente inaccettabile, perché dietro a ogni numero ci sono la storia e la vita di persone e di famiglie. Ritengo che occorra prima di tutto un cambiamento culturale. È necessario, infatti, radicare i valori della prevenzione e della sicurezza nel mondo del lavoro, in vista del miglioramento della qualità della vita di lavoratrici e lavoratori”. 

Tra le file dell’aula di tribunale di Palermo anche numerosi familiari delle vittime. “Siamo contenti, non per il risarcimento del danno: dei soldi non ci importa nulla. Ma con la condanna al carcere degli ex dirigenti di Fincantieri mio padre ora ha avuto giustizia. Speriamo solo che serva per il futuro”, afferma Anna Maria Arcoleo, figlia di Michele, uno degli operai morto di cancro per avere inalato le fibra di amianto con cui era quotidianamente a contatto per lavoro. “Mio padre ci diceva che lavoravano senza nessuna precauzione e che temeva che non ne sarebbe uscito vivo”.

Il giudice ha condannato gli imputati a risarcimenti milionari anche nei confronti della Camera del Lavoro, di Legambiente e della Fiom. La sentenza ha anche stabilito il diritto al risarcimento del danno alle parti civili costituite – in tutto 50 tra dipendenti ammalati ed eredi degli operai defunti – rinviando la quantificazione del danno al giudice civile ma condannando, comunque, gli imputati a dare provvisionali immediatamente esecutive per centinaia di migliaia di euro alle parti danneggiate.

Avviamento a selezione per l’assunzione nei ruoli del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

27 aprile 2010

Avviso Pubblico

Sulla Gazzetta Ufficiale – 4ª Serie Speciale – Concorsi ed Esami – n. 32 del 23 aprile 2010 è stato pubblicato l’avviso pubblico relativo all’avviamento a selezione per l’assunzione a tempo pieno ed indeterminato di nove unità del profilo professionale di operatore amministrativo gestionale, area II – fascia retributiva F1 (ex area funzionale B, posizione economica B1) da immettere nel ruolo del personale dell’amministrazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali con sede in Roma.

Sulla Gazzetta Ufficiale – 4ª Serie Speciale – Concorsi ed Esami – n. 33 del 27 aprile 2010 è stato pubblicato avviso di rettifica.

Per ulteriori informazioni vai alla Sezione Avvisi e Bandi

Aggiornato elenco malattie per cui è obbligatoria la denuncia

NEWS

L’aggiornamento, le novità

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Nella Gazzetta Ufficiale del 1 aprile è stato pubblicato l’”aggiornamento dell’elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia ai sensi e per gli effetti dell’articolo 139 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n.1124, e successive modifiche ed integrazioni”.

L’aggiornamento oltre ad una migliore veste grafica delle tre diverse liste, che le rende più fruibili e di migliore consultazione, ha introdotto novità che riguardano solo la componente malattie e codice identificativo essendo rimasto invariato il numero e la qualificazione degli agenti.
Il Decreto che interviene a sostituire l’ultimo aggiornamento dell’elenco delle malattie che risaliva al  2008 (decreto del  14 gennaio 2008) ,  è costituito da tre gruppi di malattie:

lista 1 – malattie la cui origine è di elevata probabilità,
lista 2 – malattie la cui origine è di limitata probabilità,
lista 3 – malattie la cui origine è possibile.
 
Ricordiamo che la denuncia è  obbligatoria nel caso in cui un medico accerti una malattia professionale che rientra tra quelle elencate nel decreto ministeriale
 

14° 2010 newsletter.doc

Amianto – Condannati i vertici della Fincantieri

Un’amara giustizia

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Tre ex dirigenti della Fincantieri, Luciano Lemetti, Giuseppe Cortesi e Antonio Cipponeri, sono stati condannati dal Tribunale di Palermo per omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime nell’ambito del processo per le morti bianche causate dall’amianto ai Cantieri navali di Palermo.

Il giudice monocratico della prima sezione del Tribunale di Palermo, Gianfranco Criscione, ha condannato a 7 anni e 6 mesi Lemetti; Cortesi a 6 anni e Cipponeri a 3 anni. A tutti e tre sono stati condonati 3 anni. Nei loro confronti i pm Carlo Marzella e Emanuele Ravaglioli avevano chiesto condanne a 23 anni complessivi di carcere.

Le vittime di mesotelioma pleurico e asbestosi, malattie provocate dall’inalazione di fibre di amianto usate dai cantieri navali di Palermo sono 37, mentre altri 24 operai sono ancora oggi malati. Il giudice ha disposto anche alcuni risarcimenti milionari, tra cui quello nei confronti dell’Inail (4,2 milioni di euro), che si era costituita parte civile insieme ai familiari delle vittime e degli operai malati.

Intanto continua il processo Eternit di Casale Monferrato che oggi ha visto la testimonianza di Bruno Pesce, presidente dell’Associazione familiari vittime dell’amianto il quale ha raccontato che negli anni Novanta il  suo comitato era “spiato tramite una società di Milano che aveva referenti a Casale” e, parlando dell’atteggiamento e della “politica” della Eternit in relazione all’amianto,  ha detto che l’azienda “tendeva a sminuirne il peso tanto che durante la vertenza collettiva nell”81-’84 tesa a dimostrare che il rischio amianto sussisteva ancora, reagì pubblicamente invitando familiari dei lavoratori e cittadini a visitare la fabbrica. Ci sembrò una cosa poco corretta e come sindacato abbiamo reagito”.

Anche l’ex presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso verrà convocata come testimone d’accusa al processo Eternit in corso al tribunale di Torino. Lo ha annunciato il pubblico ministero Raffaele Guariniello alla fine dell’udienza di oggi.    La Regione si è costituita parte civile. Il magistrato citerà la Bresso in relazione ai problemi legati all’inquinamento ambientale provocato nella zona di Casale Monferrato (Alessandria), dove la Eternit aveva uno degli stabilimenti principali in Italia. E’ comunque possibile che verrà chiesta anche l’audizione del neo presidente della regione, Roberto Cota.

Ortonesi veraci

Ortonesi veraci

Giovanni Conte –


Giovanni Conte è nato ad

Ortona dei Marsi

il 12 gennaio 1913

 

 

In un pomeriggio piovoso di mezza estate, siamo andati a trovare Giovanni Conte, classe 1913, per farci raccontare la storia della sua lunga vita.

E’ ansioso di parlare, emozionato ma tranquillo.

Ci fa sedere intorno al tavolo e inizia il suo racconto.

E’ come un fiume in piena: lucidissimo, ricorda tutto… ma proprio tutto!

 

Giovanni è nato ad Ortona il 12 gennaio 1913 e per tutti gli ortonesi è Bellino, soprannome datogli da Nonna Camilla, vicina di casa, che gli è rimasto appiccicato addosso come una seconda pelle.

Torna indietro nel tempo Giovanni, si vede scolaro, il più bravo della classe, elogiato dalla maestra Vecchietti e dal maestro Dell’Orso per la sua memoria di ferro.

Frequenta tutte le classi, fino alla quarta elementare, tanto da saper parlare molto bene l’italiano.

A nove anni e mezzo il padre lo porta a Frascati a lavorare le vigne e conosce la dura condizione della “stenzia”.

 

Nel 1927, a quattordici anni, viene ingaggiato a lavorare per il catasto con la qualifica di “canneggiatore”, affianca il geometra Emilio Cantèra di Ofena nella misurazione dei terreni e nel censimento dei fabbricati. Impara tante cose e nuovi linguaggi: punto focale, punto trigonometrico, topografia, classamento.

Il lavoro di riordino di Ortona sotto il profilo catastale dura sei anni, i tecnici sono attrezzati di tutto e forniti di una cucina da campo sistemata vicino alla fonte di Santa Maria: spaghetti col sugo a volontà!

Al geometra Emilio Cantèra di Ofena, ricordato con tanto affetto, segue il geometra Notarfranchi di L’Aquila, un po’ invidioso di Giovanni per via una certa signorina.

 

Nel 1933 Bellino parte soldato e va in Sardegna, a Cagliari e dopo qualche tempo raggiunge Roma.

Il ricordo del padre che vende le pere d’inverno e gli fa un vaglia di cinquanta lire, è carico di tenerezza e amore figliare.

 

Nel 1937, il 18 settembre, Giovanni si sposa con Marietta, una bella festa di matrimonio con tutti quelli di famiglia compreso Zi’ Maria Giuseppa e Zi’ Marinese.

Alla domanda nostra se erano tempi difficili per mettere su famiglia, ci risponde con decisione ”No, facili… non aveva niente nessuno!”

Ricorda i compagni della famosa “Squadra del Filo a Piombo”: giovanotti della stessa età che si divertivano insieme senza fare dispetti o danni ad altri. Li ricorda tutti i ragazzi del Filo a Piombo: Odorisio Eramo chiamato Adrizij, Secondo Di Benedetto detto Peparoije, Guido Eramo detto Cappellone, Concetto Eramo detto Giubbitt’, Secondo Marsili detto Tisa e sorride al ricordo della cena con due capretti trovati a Carrito e non sa dirci perché si chiamavano la squadra del Filo a Piombo.

Tanti pensieri affollano la mente di Giovanni: la vendita di una bella cantina alla Torre e due canapine alle Rosce per l’acquisto della casa dove ha trascorso la vita, il dolore per la scomparsa in guerra del fratello Felice, il pensiero sereno per la sorella Almerinda diventata Suor Santina, il bene voluto a Marietta, il senso della paternità.

 

Prima della guerra si trova in Albania con il 53° Reggimento Divisione Arezzo.

Giovanni è artigliere. Nel ’40 scoppia la guerra ed a settembre riceve due cartoline per la chiamata alle armi, una per L’Aquila e una per Teramo.

Sceglie L’Aquila e parte per il fronte albanese del “Monastero”.

Fa lo “zappatore”, cioè prepara il terreno per il posizionamento degli obici e ci sottolinea, con fermezza, che non ha mai sparato a nessuno.

Rivive un bombardamento massiccio contro i greci, otto ore di battaglia e poi il silenzio.

Sorride, ironico, al ricordo di Mussolini e dei suoi discorsi recitati quasi a memoria.

Raggiunge la Macedonia e quindi la Grecia.

 

L’11 settembre ’43, tre giorni dopo la firma dell’armistizio di Badoglio, viene catturato dai tedeschi nella città greca di Larissa e deportato in Germania.

Racconta il calvario del viaggio in treno, caricato sui carri bestiame, trenta uomini per carro in condizioni disumane. Nessun ortonese con lui, solo un celanese e uno di Collarmele. Il viaggio dura parecchi giorni, attraverso la Iugoslavia, l’Ungheria e l’Austria e le lunghissime, estenuanti soste sui binari morti.

E’ talmente vivo il ricordo dell’attraversamento dell’Ungheria, vista dal finestrino blindato del vagone merci, che riusciamo a vederla anche noi che lo ascoltiamo: il maestoso Danubio, le mandrie di mucche e cavalli che punteggiano l’immensa pianura verde.

Il treno arriva in Germania nella regione della Westfalia e Giovanni viene smistato a Dortmund e internato ad Aachen, una campo di lavoro dove si costruiscono i forni crematori.

Con i compagni di prigionia Giovanni è trattato malissimo: lavoro solo lavoro ed una misera zuppa di cavoli e rape per il sostentamento.

Ma nel campo, Giovanni si arrangia e scambia, con un ebreo che parla italiano, sigarette di marca 88 con un orologio 15 rubini a doppia cassa.

In seguito l’orologio si rivelerà prezioso poiché verrà scambiato, tramite un russo di lingua tedesca, in cambio di un filone di pane la settimana.

Per il prigioniero di guerra, Giovanni Conte, ancora lavoro in una fabbrica di automobili e di bombe.

La prigionia dura due anni precisi e per altri sei mesi, lavora alla costruzione di un acquedotto.

 

Nel 1946, finalmente rientra in Italia e torna alla vita di sempre: d’inverno a Frascati a lavorare le vigne e nel resto dell’anno a fare il contadino ad Ortona.

La buon’anima del padre gli regala un asino che si ammala e viene venduto.

La mula, la famosa mula di Bellino, la eredita da un vignaiolo di Frascati.

Torna ad Ortona con la mula Peppina a piedi; fa tappa a Colli di Monte Bove dove un pastore generoso, rifocilla sia Giovanni che la “Peppina”. Dopo qualche tempo vende la mula frascatana e ne  compra un’altra da suo fratello Angilla  che chiama come la precedente la quale dimostra un carattere non troppo docile. Ad essa ne segue una terza, l’ultima, con la quale ha condiviso 21 anni di vita e di lavoro.

Giovanni la ricorda con nostalgia: una mula “lavoratora”, brava e ubbidiente.

Con le lacrime agli occhi, Bellino racconta la morte di Peppina terza ed ha ancora nelle orecchie l’eco del lungo nitrito ad esprimere una richiesta di aiuto.

La ricordo anch’io Peppina Terza, una mula che ai miei occhi di bambina appariva come un dinosauro e l’omone che la cavalcava; il quale mi allungava una mela o un grappolo d’uva e mi tirava su in groppa per la strada di sotto il casale.

Non riuscivo a chiamarlo Bellino quando ero piccola, mi sembrava irrispettoso!

 

Lunga vita a te caro Giovanni, figlio di un’Ortona del tuo tempo; ti ho sempre visto e sentito come un amico; grazie e ancora grazie per la testimonianza che ci hai reso, uno spaccato di vita vissuta e ancora oggi sognata.

 

Ortona dei Marsi, 26 agosto 2003

nonno Bellino è stato intervistato da Marina Eramo

La mia terra è un’isola. La Sardegna dal Dopoguerra agli anni del Boom raccontata da Fiorenzo Serra

 

Titolo: L’arte di un popolo
Autore: Serra Fiorenzo
Regia: Serra Fiorenzo
Montaggio: Serra Fiorenzo
Riprese: Serra Fiorenzo
Fotografia: Serra Fiorenzo
Sigla: Serra Fiorenzo
Testi: Brigaglia Manlio, Pinna Luca
Voce: Cucciolla Riccardo
Editore: Ilisso Edizioni S.r.l.
Produzione: Serra Fiorenzo
Data di registrazione: 1953-1958
Descrizione: Particolare attenzione è dedicata in questo documentario all’arte popolare e alla cultura materiale della Sardegna, sulla quale si offre una panoramica generale. L’ultima parte contiene anche la documentazione storica di una delle prime Biennali dell’ Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano (I.S.O.L.A.).
Note: Musiche popolari sarde raccolte nel corso della sua ricerca dal prof. Giorgio Nataletti, Organizzazione e assistenza alla regia: Elio Serra

ID: 191005
Link risorsa: http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&id=191005

Giovanni Maria Angioy. L’Uomo, il Rivoluzionario

Produzione: Regione Autonoma della Sardegna, Video Im@go
Data di registrazione: 2001/04/28
Luogo di registrazione: Bono, Cagliari, Santu Lussurgiu, Sassari
Data di pubblicazione: 2001
Tipologia: documentari
Argomento: Storia e tradizioni
Lingua: italiano
Descrizione: Giovanni Maria Angioy, nato a Bono nel 1751, è considerato come un eroe nazionale della Sardegna. Personalità indiscussa, professore di legge, imprenditore e politico di razza, decide di abbandonare tutte queste attività per diventare uno dei maggiori artefici della rivoluzione sarda contro il potere feudale. Isolato e tradito dai suoi compagni muore in Francia nel 1808 durante l’esilio.
Note: con il contributo e sotto il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della Pubblica Istruzione. Le riprese storiche sono state realizzate durante la rappresentazione teatrale “Sa Die: congiura e rivolta” in occasione dell’edizione di Sa Die de sa Sardigna 2001

circolari e messaggi INPS


Gentile Cliente,
Le inviamo gli ultimi Messaggi Hermes pubblicati sul sito www.INPS.it > Informazioni > INPS comunica > normativa INPS:

 

>>> Titolo:  Messaggio numero 11094 del 23-04-2010
  Contenuto:  Ordinanza n. 3863 – eventi meteorologici del 2009 in provincia di Pisa, Lucca e Massa Carrara. Precisazioni.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Circolare numero 61 del 22-04-2010
  Contenuto:  Convenzione per la trasmissione dei modelli Red relativi agli anni 2009 e 2010 – emissione 2010 e 2011. Sistema Web di gestione con autenticazione tramite certificato digitale.
Tipologia:  CIRCOLARE

>>> Titolo:  Messaggio numero 11052 del 22-04-2010
  Contenuto:  legge n. 247/2007 e DM 7 maggio 2008. Sgravio contributivo per la contrattazione di secondo livello. Anno 2008: completamento delle operazioni.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Messaggio numero 10752 del 20-04-2010
  Contenuto:  Invalidità civile – procedura Invciv2010. Rilascio nuove funzionalità per la fase amministrativa e sanitaria.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Messaggio numero 10730 del 20-04-2010
  Contenuto:  Assegni straordinari erogati dal Fondo di solidarietà per il sostegno al reddito del personale degli ex monopoli di Stato. Adeguamento contrattuale CCNL industria alimentare del 22 settembre 2009. Seconda decorrenza: 1° aprile 2010.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Messaggio numero 10660 del 20-04-2010
  Contenuto:  “Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito, dell’occupazione, della riconversione e della riqualificazione professionale del personale delle Poste Italiane S.p.a.- Proroga della sospensione del contributo ordinario di finanziamento al Fondo”.
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Messaggio numero 10646 del 19-04-2010
  Contenuto:  “Fondo per il sostegno del reddito del personale già dipendente dall’Amministrazione autonoma del monopoli di Stato, inserito nel ruolo provvisorio ad esaurimento del Ministero delle Finanze, distaccato e poi trasferito all’E.T.I.o altra società da essa derivante”. Sospensione del contributo
Tipologia:  MESSAGGIO

>>> Titolo:  Messaggio numero 10578 del 19-04-2010
  Contenuto:  Nuova invalidità civile : Rilascio nuove funzioni per la procedura Acquisizione Certificato medico introduttivo per i medici certificatori.
Tipologia:  MESSAGGIO