Amianto – Salvi i processi per le navi-killer

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Confermata la tutela per i lavoratori esposti all’amianto

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Il giochino è semplice: si cambia la legge con una “interpretazione autentica” e così si esclude ogni responsabilità dei vertici della Marina per l’esposizione all’amianto a bordo delle navi militari. È quanto prevede, in sostanza, l’articolo 20 del collegato lavoro che, tramite una “interpretazione” della legge delega n. 51 del 1955, esclude – appunto – le navi di Stato dall’applicazione delle norme sulla salute e sicurezza, di fatto bloccando i processi in corso a carico di alti ufficiali della Marina.

L’interpretazione avrebbe stoppato due inchieste già iniziate: una a Torino (dove la procura indaga sulla morte di 142 uomini della Marina per esposizione all’amianto) e l’altra a Padova (per altre due vittime della stessa malattia). Eventualità che non è sfuggita al capo dello Stato Giorgio Napolitano che, nel motivare il rinvio alle Camere del ddl lavoro, oltre a segnalare i pericoli sull’arbitrato per i licenziamenti, ha menzionato anche l’articolo 20, in cui resta solo il diritto del lavoratore al risarcimento del danno eventualmente subito. Articolo che a questo punto molto probabilmente sarà soppresso, come ha assicurato il presidente della commissione Lavoro alla Camera, Silvano Moffa.

L’uso dell’amianto sulle navi da guerra per isolarne porte, motori e impianti, è ormai accertato. Ancora oggi proseguono le operazioni di bonifica su imbarcazioni imbottite della sostanza che per cinquant’anni ha contaminato i polmoni dei marinai a Monfalcone, La Spezia e Taranto. Secondo le stime sono almeno 500 le vittime di mesotelioma, il tumore provocato dalle fibre d’asbesto. “Bisogna mantenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica su una strage che non accenna a finire, dato che la lana di salamandra continuerà a bruciare polmoni ancora per anni e il picco delle malattie è atteso tra nel 2020”, denunciava in una lettera pubblicata un anno fa da rassegna Giuseppe Buonpensero, responsabile per la salute e sicurezza dei lavoratori all’Arsenale di Taranto.

“I lavoratori esposti a rischio amianto devono essere tutelati ovunque questa esposizione si verifichi. E’ assurdo che all’interno di un provvedimento che si sarebbe dovuto occupare di sicurezza sul lavoro, siano state inserite norme – ha dichiarato, alla notizia del rinvio, la vicepresidente dei deputati Pd, Rosa Villecco Calipari – che hanno determinato un vuoto legislativo, per chi opera a bordo del naviglio di Stato o è imbarcato sulle nostre navi militari”. “Riconoscere l’esistenza di un rischio amianto a bordo delle navi militari con riferimento alle attività svolte dal personale – ha ricordato la vicepresidente Pd – è una condizione necessaria per accedere in via amministrativa, cioè in modo semplice e diretto, alle misure risarcitorie stabilendo nel contempo il diritto-dovere alla prevenzione e adottando tutte le precauzioni previste”.

Da Rassegna sindacale

Amianto – Salvi i processi per le navi-killerultima modifica: 2010-04-07T07:10:14+02:00da vitegabry
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